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Museo Civico Goffredo Bellini

Il Museo, istituito ai primi anni Venti del Novecento, raccoglie la collezione di Goffredo Bellini, ricercatore e appassionato di storia locale.
Museo civico Goffredo Bellini - Sezione introduttiva

Da Primolo ai Laghetti di Sassersa

Da Chiesa in Valmalenco si raggiunge Primolo, frazione situata poco sopra a quota 1274 metri di altitudine, possiamo lasciare l’auto nel parcheggio del campo sportivo. Si segue da qui la strada sterrata che va verso il bosco, ignorando le prime indicazioni per l’Alpe Pradaccio si sbuca poco dopo in un’ampia piazzola con vari cartelli segnaletici. Per raggiungere la meta seguiamo l’indicazione per l’Alpe Pradaccio sulla destra, imboccando così il sentiero 318. Attraverso boschi di larici e oltrepassando un torrente, il sentiero ci porta nella piana dove sorge l’Alpe Pradaccio, 1725 metri, non senza pendenze impegnative. Dopo un breve tratto pianeggiante oltrepassate le baite, si torna a salire ripidamente sul fianco destro attraversando una sassaia. Dopo circa un’altra ora di salita, sempre accompagnati dai segnavia orizzontali e dalla segnaletica verticale che identificano il sentiero, siamo in vista del primo dei laghetti di Sassersa, che compare al momento di scavallare la bocchetta. In questo punto abbiamo già superato i 2000 metri di altezza: il laghetto inferiore di Sassersa si trova a quota 2368 metri, il laghetto di mezzo a quota 2391 metri, mentre il laghetto superiore è a 2400 metri. 3 bacini alpini dalle acque di colore azzurro intenso, nelle quali si specchiano le vette delle montagne circostanti tra cui il pizzo Rachele. Il percorso ha un tratto veramente molto ripido e un dislivello di 1.000 m circa Chi fosse particolarmente allenato e volesse proseguire può raggiungere il Passo Ventina e rientrare dall’Alpe Ventina e poi fino a Chiareggio. Questo percorso è parte della seconda tappa dell’Alta Via della Valmalenco. In aggiunta lungo il percorso del ritorno, circa a quota 2200 metri, è possibile deviare a sx per andare a vedere il Lago Nero che si trova sotto il Monte Braccia. Bellissimo anche questo laghetto. Lì, seguendo i segnavia bianchi, c'è una traccia che permette di arrivare speditamente a congiungersi al sentiero fatto in salita e quindi tornare alla pineta di Primolo.

Da Novate Mezzola al Rifugio Brasca

Un trekking tra natura e tradizioni
Da Novate Mezzola al Rifugio Brasca

In Val di Campei al Rifugio Giuseppe Granata

Un percorso per stare a contatto con la natura nei pressi del Garda
In Val di Campei al Rifugio Giuseppe Granata

In mtb ai Rifugi nel Parco di Sant’Antonio

...ammirando un paesaggio incantevole di valli incontaminate lungo il tragitto
In MTB ai Rifugi nel Parco di Sant’Antonio

In Valsassina ai Rifugi Shambalà e Vittoria

L’Alpe Giumello (dal dialetto "giumel", cioè "gemello") è un’ampia distesa erbosa a nord della Valsassina alle pendici meridionali del Monte Muggio, l’itinerario proposto è un ottimo percorso nella natura con molteplici panorami sul Lago di Como, la Valsassina e la Grigna.   Si parte dalla Frazione di Indovero, dal parcheggio ci si immette lungo la strada che sale all’Alpe Giumello, si passa a fianco dell’incantevole Chiesa di San Martino e, percorsi 8 km, pochi metri oltre il cartello di benvenuto, si trova il Rifugio Shambalà dalla cui terrazza si gode un favoloso panorama sulla Grigna Settentrionale e tutta la Valsassina.Si prosegue in salita e si oltrepassa l’ampio parcheggio, si scende lungo la mulattiera alberata affiancando alcune tipiche casette montane di pietra e a breve si arriva al Rifugio Capanna Vittoria, anche da questo punto panoramico la vista è incantevole ed in un angolo della terrazza si trova un cerchio, entrando nel mezzo si possono osservare i nomi di tutte le montagne e località visibili. Si prosegue lungo la strada lasciata in precedenza e dopo un breve sterrato si arriva all’abitato di Alpe Chiaro, si va oltre dove il sentiero compie un’ampia curva a destra, svelando panorami sempre più vasti sul Lago di Como, qui le montagne si specchiano dell’acqua.Al termine del sentiero si trova uno spiazzo panoramico dove ci si può fermare per fare qualche foto al lago e in lontananza al Gruppo del Monte Rosa. Si ritorna al parcheggio e si prosegue a sinistra lungo il secondo breve tratto di sterrato che corre su una dolce dorsale erbosa, da questo punto favorevole si è letteralmente circondati dalle montagne tra cui il Legnone, il Pizzo dei tre Signori e sopra la Croce di Muggio a quota 1800 metri. L’escursione termina tornando al parcheggio, si scende lungo la strada dell’andata e al primo tornante si percorre la strada agrosilvopastorale che scende di quota, passa per l’Alpe Giumello, prosegue all’ombra di castagni e faggi centenari, affianca il Santuario della Madonna di Pomalecchio e poco dopo arriva al parcheggio lasciato alla partenza.Per i meno allenati o per chi desidera fare una facile pedalata con la famiglia, è possibile raggiungere l’Alpe Intelco in auto evitando la salita da Indovero riducendo l’itinerario e dal lì in un’ora circa percorrere l’itinerario di 4 km e poche manciate di metri di dislivello su larghi sterrati e sentieri.
In Valsassina ai Rifugi Shambalà e Vittoria

Nel borgo di Nesso

Scorci comaschi da non perdere, in quel di Nesso
Nel borgo di Nesso

In bici in Presolana

In mountain bike ammirando i paesaggi dolomitici
In bici in Presolana

Sulla neve al Rifugio Prabello

In vetta con la neve
Sulla neve al Rifugio Prabello

Mar fiorito: in bici tra i meleti

Itinerario in bici in Valtellina
Mar fiorito: in bici tra i meleti

Monticolo panchina gigante

La panchina gigante di Darfo Boario Terme, in provincia di Brescia, è stata collocata sul versante sud della collina del Monticolo.  È un’altura che raggiunge i 393 metri sul livello del mare, situata nel mezzo della piana alluvionale della bassa valle Camonica e costeggiata sul lato sudovest dal corso del fiume Oglio. Il tragitto suggerito per raggiungerla è adatto a tutti ed è percorribile in meno di un’ora. Ci si incammina dal parcheggio della pista ciclabile camuna (230 m), nel territorio di Angone, frazione diDarfo Boario Terme. Un primo tratto asfaltato, che seguiamo in direzione nordovest, ci porta dopo circa 300 metri al sentiero Cai che sale al Monticolo. Il tracciato, che troviamo sulla sinistra arrivando dal parcheggio, è stato sistemato di recente. Si attraversa un castagneto e, dopo la parte iniziale in salita, il percorso prosegue caratterizzato da un continuo saliscendi e attraversa l’intera collina. Avanzando si possono facilmente individuare numerose rocce riportanti incisioni risalenti a diverse epoche storiche. Il Monticolo ha sempre rappresentato, infatti, un punto di osservazione privilegiato e una postazione difensiva. Nella parte alta il bosco diventa più rado e vario e, giunti sulla cima (393 m), vi si trova un piccolo osservatorio faunistico. Qui non mancano gli appassionati di birdwatching. Proseguendo ci si abbassa leggermente e si incontrano dei laghetti, ma la presenza di acqua dipende dalle stagioni e dalle precipitazioni. A un bivio ci si indirizza a sinistra e con un’ultima breve salita arriviamo a una radura panoramica dove svetta la panchina gigante (330 m). Una volta tornati al parcheggio vale la pena, dirigendosi a sud sulla strada sterrata per poco più di mezzo chilometro, visitare il sito archeologico dei Corni Freschi. Si tratta di un masso erratico con incisioni che riproducono alabarde e pugnali risalenti, secondo gli esperti, al III millennio a.C. Nelle vicinanze si trovano anche una palestra di roccia per l’arrampicata sportiva e, all’estremità sud della collina, l’Archeopark, un parco tematico polifunzionale dal paleolitico all’età romana. immagine di copertina:@dariobonzi
Monticolo panchina gigante

Dal Resegone ai Campelli

Tappa della DOL, Dorsale Orobica Lecchese, fino ad oltre 1.500 metri di altitudine
3. Dal Resegone ai Campelli