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Al Colle della Maresana

Affacciati dal balcone su Bergamo

Castello Crivelli

La villa rinascimentale del conte Alessandro Crivelli di Lomello

Tour in E-bike dei Borghi Incantati della Tremezzina

Lasciati sorprendere mentre percorriamo strade e vicoli inaspettati per scoprire il fascino delle zone rurali a mezzacosta e le molte storie nascoste sul lungolago dei villaggi più famosi del lago. Partenza da Grandola ed Uniti.

La terra dove fioriscono i limoni

Una giornata dedicata al Garda. Visita guidata della città di Salò, della limonaia “la Malora” e della chiesa con relativi chiostri di San Francesco a Gargnano

Castello di Vezio

Antica fortezza medievale a strapiombo su Varenna, immersa in un oliveto secolare, da cui si può ammirare un panorama mozzafiato sul lago.
Castello di Vezio (Ph: I Mille)

Musei Civici di Pavia

All’interno dello splendido Castello costruito da Galeazzo Visconti tra il 1360 e il 1365
Castello Visconteo

Passeggiata Teglio- Verida- Palama- Ravarola- Teglio

Semplice passeggiata che attraversa il caratteristico ambiente rurale di media montagna, dove si alternano campi coltivati, prati, vigne e frutteti. A seconda delle stagioni, si possono osservare le coltivazioni tipiche telline di patate, orzo, segale e grano saraceno.

Museo Civico di Storia Naturale

Un’occasione per conoscere l’ambiente naturale della provincia di Sondrio

Da Primolo ai Laghetti di Sassersa

Da Chiesa in Valmalenco si raggiunge Primolo, frazione situata poco sopra a quota 1274 metri di altitudine, possiamo lasciare l’auto nel parcheggio del campo sportivo. Si segue da qui la strada sterrata che va verso il bosco, ignorando le prime indicazioni per l’Alpe Pradaccio si sbuca poco dopo in un’ampia piazzola con vari cartelli segnaletici. Per raggiungere la meta seguiamo l’indicazione per l’Alpe Pradaccio sulla destra, imboccando così il sentiero 318. Attraverso boschi di larici e oltrepassando un torrente, il sentiero ci porta nella piana dove sorge l’Alpe Pradaccio, 1725 metri, non senza pendenze impegnative. Dopo un breve tratto pianeggiante oltrepassate le baite, si torna a salire ripidamente sul fianco destro attraversando una sassaia. Dopo circa un’altra ora di salita, sempre accompagnati dai segnavia orizzontali e dalla segnaletica verticale che identificano il sentiero, siamo in vista del primo dei laghetti di Sassersa, che compare al momento di scavallare la bocchetta. In questo punto abbiamo già superato i 2000 metri di altezza: il laghetto inferiore di Sassersa si trova a quota 2368 metri, il laghetto di mezzo a quota 2391 metri, mentre il laghetto superiore è a 2400 metri. 3 bacini alpini dalle acque di colore azzurro intenso, nelle quali si specchiano le vette delle montagne circostanti tra cui il pizzo Rachele. Il percorso ha un tratto veramente molto ripido e un dislivello di 1.000 m circa Chi fosse particolarmente allenato e volesse proseguire può raggiungere il Passo Ventina e rientrare dall’Alpe Ventina e poi fino a Chiareggio. Questo percorso è parte della seconda tappa dell’Alta Via della Valmalenco. In aggiunta lungo il percorso del ritorno, circa a quota 2200 metri, è possibile deviare a sx per andare a vedere il Lago Nero che si trova sotto il Monte Braccia. Bellissimo anche questo laghetto. Lì, seguendo i segnavia bianchi, c'è una traccia che permette di arrivare speditamente a congiungersi al sentiero fatto in salita e quindi tornare alla pineta di Primolo.

Da Bobbio al Pizzo dei Tre Signori

Quarta tappa della DOL (Dorsale Orobica Lecchese), nella quale si affronta l’impegnativa salita del Passo del Toro
4. Da Bobbio al Pizzo dei Tre Signori

Mar fiorito: in bici tra i meleti

Itinerario in bici in Valtellina
Mar fiorito: in bici tra i meleti

Scialpinismo in Val d'Arigna

In località Casacce, a Ponte in Valtellina (Sondrio), vanno individuati i cartelli, non troppo evidenti, che indicano le località Sazzo-Arigna-Briotti. Si prende la strada che conduce, attraverso la splendida val d’Arigna, alla centrale di Armisa. Ci si trova così in località Ca’ Pizzini a 1.041 metri di quota, dove si parcheggia l’auto. Con un buon innevamento si possono già inforcare gli sci e avviarsi, seguendo la stradina, verso i prati della località Foppe (1.369 m). Qui vale la pena fare una sosta e guardarsi attorno. Il paesaggio che si spalanca davanti agli occhi regala una veduta sulle più belle cime delle Orobie. Si prosegue ora per le baite Moretti (1.456 m) e poi fino alle baite Campei (1.638 m). A monte di queste bisogna puntare a sud-est, attraversando un tratto di bosco con radi abeti che, dopo circa 100 metri di dislivello, si apre in una zona dominata dai caratteristici «pillow» (rocce coperte da neve). Si sale in direzione nord-est e ci si immette nell’evidente valletta all’estrema sinistra che, tenendo la faccia a monte, sbocca nelle conche limitrofe al rifugio Pesciӧla. Si procede in direzione sud-sud-est fino a quota 1.950 metri. Il pendio diventa adesso più ripido e continuando in direzione est si sale una valletta che si apre, a sinistra, a quota 2.000. Ci si immette così nella soprastante valletta e la si segue fino alla punta Pesciӧla (2.344 m), in corrispondenza dello spartiacque tra la val d’Arigna e la val Malgina. La si supera e si avanza su un terreno vario fino al pizzo di Faila (2.491 m). Normalmente gli sci vengono lasciati a quota 2.381 metri, in prossimità di una piccola croce. Ecco perché in realtà si dovrebbe parlare di pizzi di Faila. La cima più elevata invece la si può raggiungere percorrendo gli ultimi ripidi metri a piedi. La discesa si effettua lungo il percorso di salita.  
Scialpinismo in Val d'Arigna