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Da Milano a Melzo, Melegnano e Lacchiarella. Lungo il canale della Muzza

Il Canale della Muzza percorre i paesaggi pianeggianti presenti tra Lodi e Milano. L’itinerario segue le sponde del Canale della Muzza da Melzo a Melegnano, toccando il territorio del Parco Agricolo Sud Milano. In questo itinerario c’è tempo per lo svago, la cultura e il tempo libero, con monumenti collocati all’interno di un qualificato ambiente agricolo metropolitano. Dalla stazione di Melzo superiamo il centro storico e prendiamo l’itinerario che si inoltra nei campi in direzione di Lavagna. Da qui seguiamo la strada posta a fianco del canale Muzza sino a Paullo. Continuiamo prima sulla ciclabile per Tribiano, poi su strade secondarie sino a Mediglia e da qui riprendiamo la ciclopedonale che ci porterà nel centro storico di Melegnano. Dal retro della stazione seguiamo il percorso ciclopedonale che ci porterà alla stazione di Lachiarella-Villamaggiore. ITINERARIODistanza:48.2 km    Difficoltà: facileFondo stradale: sfalto e sterratoDislivello: +169 m, -194 m (Pendenza max. 3.1%, -2.5% ; Pendio medio: 0.4%, - 0.5%)Adatto a: tuttiTipologia di bicicletta consigliata: MTB e ibridaDurata media: 4 h ca. ALCUNI PUNTI DI INTERESSE Palazzo del Trivulzio a MelzoTra i più importanti edifici storici di Melzo, è stato realizzato nel XII secolo. Il Palazzo nasce come un forte, a difesa della cittadina. Oggi è sede della Biblioteca civica locale e del Teatro.Info utili: Comune di Melzo, Piazza Vittorio Emanuele II n. 1 - Melzo (MI)Sito internet: www. comune.melzo.mi.itGeolocalizzazione su mappa: 45.50021, 9.42261 Sant'Andrea a MelzoLa chiesa si pensa sia stata costruita attorno all’ XI o al XII secolo. Ha assunto grande importanza grazie agli affreschi presenti nel presbiterio, attribuiti ai seguaci della pittura di Leonardo Da Vinci.Info utili: www.amicisantandrea.comGeolocalizzazione su mappa: 45.49916, 9.42637 Chiesa di San Biagio a Lavagna, ComazzoChiesa a pianta centrale sormontata da un tiburio ottagonale, tre cappelle ne affiancano i lati e sul quarto lato troviamo il portone d’ingresso. La costruzione è collocata ai primi anni del Cinquecento nell’ambito di Bramante.Info utili: Comune di Comazzo, Via Palazzo Pertusati, 25Sito internet: www.comunedicomazzo.itTelefono: 0290611015Geolocalizzazione su mappa: 45.45562, 9.43557 Canale della MuzzaGli storici ritengono che il canale sia il risultato finale di interventi parziali avvenuti nel XIII secolo, destinati ad altre funzioni, come quella di difesa militare.Info utili: www.muzza.itGeolocalizzazione su mappa: 45.45968, 9.44678 Castello Mediceo di MelegnanoEdificato nel 1243, con Bernabò assunse la tipica struttura a quadrilatero con alte torri angolari. Dal 1981 è proprietà della Provincia di Milano. Gli affreschi interni furono realizzati nella metà del XVI secolo. Sito web: www.prolocomelegnano.itGeolocalizzazione su mappa: 45.35672, 9.32417 Abbazia di Campomorto a SizianoSecondo la legenda, in periodo visconteo si trovarono a combattere sui due fronti opposti tale Boschino Mantegazza e il proprio figlio. Boschino ferì a morte il figlio e per espiare la sua colpa decise di fare erigere l'Abbazia.Info utili: Per informazioni rivolgersi alla parrocchia di S. Maria AssuntaGeolocalizzazione su mappa: 45.31026, 9.20976 Rocca Viscontea di LacchiarellaLa rocca, costruita presumibilmente nel X secolo, ha subito molte modifiche nel corso dei secoli. Quasi sicuramente era affiancata da un castello e da una bicocca. Il complesso proteggeva ed accoglieva contadini ed animali.Info utili: Comune di Lacchiarella, Piazza Risorgimento, 1 - Lacchiarella (MI) Sito web: www.comune.lacchiarella.mi.itGeolocalizzazione su mappa: 45.32129, 9.13756
Da Milano a Melzo, Melegnano e Lacchiarella. Lungo il canale della Muzza

Il borgo Pagazzano

Una perla da scoprire nella pianura bergamasca

Pinacoteca “Gianni Bellini” di Sarnico

La Pinacoteca Gianni Bellini, inaugurata nel 2004, è ubicata nella parte sommitale del centro storico di Sarnico. L’edificio che ospita la collezione è anche conosciuto come Palazzo Gervasoni, dal nome della storica famiglia sarnicese che cedette la proprietà alla locale amministrazione verso la fine degli anni Novanta. Prima di divenire dimora privata, il palazzo fu sede di un monastero di clausura (sec. XVI). Testimonianze dell’antico convento sono rintracciabili nell’impianto dell’edificio con colonne e archi che ne delimitano il vecchio chiostro. Al centro della sala, ancora pavimentata nella tipica pietra di Sarnico, vi era un vano aperto verso l’alto. Quando il sacerdote e collezionista sarnicese don Gianni Bellini decise di donare la sua collezione d’arte alla cittadina di Sarnico, l’amministrazione locale si trovò nella condizione di individuare un luogo adatto alla conservazione e all’esposizione di tale patrimonio artistico. Fu, quindi, deliberato l’acquisto di Palazzo Gervasoni con l’idea di un recupero architettonico dell’immobile in vista della sua nuova funzione di pinacoteca. Il restauro durò circa sei anni. La planimetria del palazzo venne rispettata, come pure il colore grigio della decorazione in pietra, ora maggiormente sottolineato e scandito dal bianco dei muri e dal legno delle travature. Le strutture sospese dei ballatoi furono rinforzate e assicurate, quindi alleggerite nel piano più elevato. Il tetto fu interamente rimosso per lasciare spazio alla leggerezza di un grande lucernario che accompagna simbolicamente la visione del figurativo umano verso l’infinito. La donazione di don Gianni Bellini annovera poco meno di 200 opere tra dipinti su tavola e su tela, alcune importanti statue lignee e marmoree, nonché quattro crocifissi processionali di grande interesse. Ad arricchire la collezione vi sono anche dei pregiati mobili d’epoca. La maggior parte delle opere esposte si situa in un arco cronologico compreso tra il XVI e il XVIII secolo. Don Gianni Bellini fu collezionista, ma ancor prima fu un conoscitore e un appassionato. Più volte ebbe a dichiarare di essere “assalito dalla voglia di possedere dipinti, sculture e arredi che acquistai presso mercanti e collezionisti privati grazie al fiuto di investire denari nonostante le ridotte disponibilità economiche”. E nella collezione non vi è, a ben vedere, un’esclusiva propensione verso il tema sacro: oltre al diffuso soggetto penitenziale e mistico, non sono poche le concessioni al tema mitologico, ai capricci e al vedutismo. Così accanto al Compianto sul Cristo morto di Palma il Giovane, possiamo ammirare L’allegoria del tempo del Legnanino o Prometeo della bottega di Luca Giordano. Tra gli autori di maggior fama spiccano i nomi di Alessandro Magnasco, Antonio Cifrondi, Carlo Ceresa, Francesco Cairo e Nicolas Régnier. Ugualmente, dal punto di vista geografico la collezione Bellini attinge da un bacino decisamente europeo: dalle differenti scuole italiane si passa all’area fiamminga, francese, spagnola e tedesca più alcuni interessanti esempi della tradizione bizantina greco-veneta.
Pinacoteca Gianni Bellini Sarnico - visitlakeiseo

La Via delle Castagne

Un itinerario alla scoperta della natura tra borghi e tradizioni
La Via delle Castagne - punto panoramico Zogno

Casa Parravicini

  La casa cinquecentesca si trova nel centro storico di Castione, in prossimità della chiesa di S. Martino, ed è circondata da un ampio giardino. È caratterizzato da un impianto architettonico ad U, che racchiude una corte in acciottolato policromo, cui si accede attraverso un bel viale alberato. Ha forme sobrie ed eleganti, tipica dei palazzi nobiliari dell'epoca. Un austero portale in pietra si apre nella facciata principale, affiancato da due piccole finestrelle quadrate con davanzali in pietra lavorata. Sopra a queste si trova un doppio allineamento di finestre che si sviluppano su due piani. I serramenti ancora presenti sono quelli originari. Sul fianco settentrionale, in parte interrato, si vedono due aperture circolari (oculi) corrispondenti al vano scale. All'interno i proprietari hanno mantenuto la tipologia e l'uso originari senza stravolgere l'antica distribuzione dei locali: i pavimenti sono in pietra a grandi lastre o in assi di legno, i soffitti sono voltati a crociera, in alcuni casi decorati con stucchi o affreschi decorativi. Al primo piano si trova una bellissima stüa rivestita in legno e finemente decorata, con un'elegante «pigna» in maiolica che viene caricata dal locale attiguo. Di notevole interesse è anche la scala in marmo bianco con colonnine lavorate, che collega i diversi piani. All'interno si trovano gli arredi originari, così come anche le porte interne ed i serramenti, con i chiavistelli originali. Completamente circondata da un vasto giardino all'italiana e da un bosco, la Casa Parravicini è uno dei pochi esempi in Valtellina di palazzo nobiliare, in cui l'adeguamento dei locali per l'uso d'abitazione e la realizzazione di servizi e bagni interni non hanno stravolto la struttura architettonica originaria.

Castello Scaligero

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Costa Volpino

Sorge in una posizione che si potrebbe definire “strategica” tra l’inizio della Valcamonica ed il punto di affluenza del fiume Oglio nel lago d’Iseo. Per queste ragioni, già dal X sec. vi sorsero strutture atte alla difesa della popolazione da nemici, come gli Ungari, interessati al territorio. Con il tempo queste fortificazioni sono diventate maestosi castelli, contesi tra l’esercito di Bergamo e quello di Brescia, durante una lunga guerra che si concluse con la vittoria dei bresciani. Quando nel 1158 Federico Barbarossa giunse in Italia, stabilì che i castelli dovevano tornare sotto la provincia di Bergamo e sigillò il tutto con un atto di pace tra bresciani e bergamaschi. Conclusa quell’epoca, per quasi quattro secoli, a partire dal 1427, i territori di Costa Volpino, Lovere e limitrofi passarono invece sotto la dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia, che vi assicurò la pace, agevolandone sviluppo economico e sociale. L’economia locale è tipicamente industriale e commerciale, sviluppatasi durante la fase del boom economico italiano di metà ’900. Le cave antiche del pregiato marmo volpinite, del gesso di Volpino e del marmo statuario sono ancora oggi in uso. Il territorio del comune di Costa Volpino è suddiviso in sette piccoli centri storici, che vanno a comporre altrettante frazioni. Tra di esse si ricordano il borgo di Corti, d’origine medievale, ingranditosi nel XX sec. fino al lago d’Iseo: area nella quale sono stati costruiti il Palazzo Municipale e la nuova chiesa parrocchiale, necessaria anche per il cospicuo aumento del numero di abitanti. Vi si trova poi la frazione di Piano, sviluppatasi negli anni Sessanta con la definizione di un centro moderno e industriale. Molto caratteristico è il gruppetto di case denominato “Pizzo”: un miscuglio di antico e di nuovo, un luogo nel quale il passato si incrocia col presente. Sopra un ampio terrazzo, in passato interamente coltivato, sorge Qualino, il quale offre un panorama completo del lago d’Iseo e della bassa Valcamonica. Il centro è di origine medievale ed è suddiviso in piccole contrade, con ballatoi e loggiati in legno. Infine Volpino, d’origine romana, la cui antica denominazione indicava una zona abitata da volpi. Attualmente il piccolo borgo conserva ancora antiche abitazioni con portoni ed arcate in perfetto stile medievale. Situato sopra un’imponente corno di roccia, deve però la sua notorietà proprio alla presenza di attività estrattive di volpinite, un tipo particolare di gesso che ha preso il nome dal paese stesso, utilizzata in coloreria e nell’industria cementifera. Nel settembre 2015 in località Bersaglio è stata inaugurata la prima area sosta camper attrrezzata dell'alto lago d'Iseo.

Castro

Storia e fascino di un antico borgo fortificato, eretto sui resti di una rocca

Monastero di Santa Maria del Lavello

Con vista panoramica sul Lago di Como è una location unica con il fascino di spazi antichi in una cornice indimenticabile

Teatro Sociale di Como

Il Teatro Sociale di Como è un punto focale della vita culturale comasca e non solo
Teatro Sociale di Como

Fondazione Prada

Presieduta da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, è un'istituzione dedicata all'arte contemporanea e alla cultura
Fondazione Prada, Musei Milano

Sale Marasino

A Sale Marasino il Medioevo ha portato con sé una frammentazione del territorio d’impronta ecclesiastica. Testimone del lavoro dei monaci e dello sviluppo agricolo, la prima pieve porta il nome di “valle renovata”, dedicata a S. Maria Assunta e a S. Zeno, della quale ad oggi rimangono pochi capitelli romanici datati VI- VII sec. I canonici della pieve erano soliti percorrere ogni anno “vie liturgiche” che si snodavano fra le varie cappelle disseminate all’interno del borgo; tradizione che si è protratta nei secoli col nome di “rogazione”, una sorta di processione campestre. Attorno al ’400 Sale Marasino attraversò un periodo florido, come dimostrato dalle dimore e dalle opere pubbliche realizzate. Nel 1427 passò sotto il dominio di Venezia, che inasprì inutilmente la lotta ai contrabbandieri di merci che si servivano del lago. In epoca più recente prese piede una florida attività artigianale, con numerosi lanifici che, con l’apertura di laboratori e piccole industrie anche in altri settori (come imprese alberghiere), diedero occupazione ad un buon numero di abitanti. Tra gli edifici più rappresentativi di questo borgo, vi è di certo la Villa Martinengo, eretta introno al ’500, proprio davanti a Montisola. E’ formata da un’ala composta da rustici e da un corpo centrale su due piani, dedicato alla “signoria”; le finestre sono simmetriche ai lati del portico che è sovrastato dalla loggia; la struttura poggia su colonne toscane e architravi in pietra di Sarnico; la facciata di stile rinascimentale è affacciata sul lago, il che contribuisce ad illuminare vivamente gli affreschi del ’500 contenuti nella loggia. Di rilievo anche la chiesa Parrocchiale di S. Zenone, edificata tra il 1737 ed il 1754 ed ispirata al Duomo nuovo di Brescia. Tra le più belle chiese del circondario lacustre, presenta affreschi in stile barocco. Da notare la bellissima ed ariosa scalinata d’accesso in stile neoclassico di fine ’800, con la balaustra interamente in marmo. Molto caratteristica è l’isoletta di Loreto, che fa capolino proprio al centro del lago, di fronte al porto del paese, e che conserva un attrezzato castello racchiuso in un bellissimo parco-giardino. Anche qui, come in altri paesi della costa, un grande significato storico lo possiede l’Antica Via Valeriana (molto probabilmente di origine romana), che costituì per millenni il passaggio obbligato verso nord e verso la Valtrompia.