Ho trovato 332 risultati per strutture ricettive storiche

Nuclei rurali di Chiesa in Valmalenco

Cà Rotte

Borgo Virgilio

Borgo Virgilio prende il nome dal celebre poeta dell'Eneide, nativo di queste zone del mantovano, ricche di fascino storico-culturale e paesaggistico. E' senz'altro un punto strategico per visitare Mantova e il Parco del Mincio, situati a pochi chilometri di distanza. Non mancano le attrattive se si decide di sostare in paese, soprattutto dopo l'Accordo di Programma per la realizzazione del progetto di rifunzionalizzazione e fruizione del Forte di Pietole. Di sicuro interesse è il Museo Virgiliano, strutturato in tre sezioni: la prima ospita una collezione di reperti archeologici di età romana ritrovati nel territorio (tra cui vasi cinerari, olle e monete), la seconda i dipinti di Ugo Celada, mentre l'ultima non poteva che essere dedicata all'opera e alla vita di Virgilio. Sempre sulla figura di Virgilio, si trova un monumento inaugurato nel 1884 alla presenza di un altro grande poeta: Giosué Carducci, che per l'occasione declamò uno straordinario discorso. Non troppo lontano dal monumento, a ridosso dell'argine del Mincio, c'è il cosiddetto Sasso di Virgilio, dove il poeta si riposava durante le sue passeggiate. Suggestiva dimora, eretta sui resti della casa del sommo poeta , è Corte Virgiliana, che fu anche prorietà dei Gonzaga. Di grande importanza storica è il Forte di Pietole (o Forte Napoleonico) costruito nel 1808 dal generale francese François de Chasseloup-Laubat, su ordine di Napoleone, a difesa di Mantova. Caratteristiche sono le gallerie di contromina che scorrono al di sotto della fortificazione. Potevano essere minate e fatte saltare in aria, con lo scopo di distruggere le forze nemiche al di sopra di esse. Anche la costruzione di Borgoforte è legata a esigenze difensive. L'intenzione degli austriaci era infatti quella di porre un freno alle scorrerie armate dei ferraresi-reggiani e modenesi.  Oggi è utilizzata come sede per attività culturali e ricreative. Gli appassionati di natura ed escursioni possono invece raggiungere la Riserva Naturale Vallazza e addentrarsi in sentrieri immersi nella vegetazione. Si consiglia il percorso ciclopedonale che conduce all'Area archeologica etrusca del Forcello, dove si trova una torretta alta circa 20 metri che offre uno sguardo d'insime sul territorio. - ph: Parco del mincio  
Parco del Mincio

Ville Ponti

Un antico complesso di ville residenziali appartenute alla famiglia Ponti e oggi efficiente Centro Congressi di proprietà della Camera di Commercio di Varese.

Il Lago Maggiore

In bicicletta da Laveno a Luino

Predore

Località abitata dai tempi più antichi, come confermato dai resti di un’abitazione romana e dal ritrovamento di un’ara del III secolo d.C. dedicata alla dea Diana. Si eleva ancora oggi sul Sebino la trecentesca torre di Micideno Foresti (possedimento dell’omonima famiglia guelfa di feudatari, eretta nel XIII sec.), curiosamente spezzata in senso verticale a causa del cedimento del terreno che ne ha provocato il crollo parziale. A mezza costa trova invece spazio il Santuario della Madonna della Neve o di San Gregorio, edificato nel XV secolo, raggiungibile salendo una ripida scalinata di 288 gradini, godendo però di una delle migliori visuali sul lago.Il resto del centro storico, a monte, è poi caratterizzato da strette viuzze e case in pietra. Si può ammirare inoltre la Chiesetta di San Giorgio, la prima chiesa chi si incontra provenendo da Sarnico, edificata nel XIII sec., molto piccola ed in tipico stile romanico. La struttura a capanna presenta un tozzo campanile a due livelli e due campane, mentre l’unica navata conserva ancora un San Giorgio ed una Madonna del XV sec. In posizione centrale sorge poi la parrocchiale San Salvatore, situata nei pressi del palazzo municipale. L’ingresso è sormontato da un timpano sostenuto da colonne longilinee e si colloca armoniosamente nel chiaro prospetto principale della chiesa. Danneggiata e assai modificata negli anni è stata invece la Chiesa Arcipresbiteriale di San Giovanni Battista, costruita intorno all’anno 1000 nel vecchio nucleo a lago. La facciata è orientata verso il lago e presenta una forma molto semplice, con una pianta ad unica navata in perfetto stile barocco, mentre l’attuale copertura si presenta a capriate, in sostituzione della volta che è crollata. La chiesa è situata anch’essa nei pressi dell’ariosa piazza in cui sorge oggi il municipio, a sua volta affiancato da una storica fontana datata 1709. Merita di essere menzionata, infine, un’importante scoperta avvenuta recen­temente sul territorio di Predore. Durante un’esplorazione alla grotta Bus del Co­ren, tra le rupi che sovrastano l’abitato, alcuni saggi nel terreno consentirono di portare alla luce importanti reperti del periodo Neolitico. Scoperta di notevole importanza archeologica, essendo queste le uniche at­testazioni di insediamenti in grotta di tale periodo in tutto il territorio bergamasco.

Villa Litta Modignani e il suo parco

Nella periferia nord di Milano, nello storico quartiere di Affori, si trova villa Litta Modignani circondata dal parco. Oggi la villa è sede di una Biblioteca Comunale e si organizzano eventi culturali e matrimoni.La villa con il suo parco è abitualmente frequentata dalla gente del quartiere ed è un ottimo punto di incontro per una pausa dalla solita vita frenetica. E’ uno di quei posti poco conosciuti ma bello e ricco di storia che merita la sua giusta considerazione e una visita. Villa Litta Modignani fu costruita a partire dal 1687 nell’area agricola a nord di Milano come giardino all’italiana voluto dal marchese Pier Paolo Corbella.Il parco è accessibile dal 1958 e in origine era in parte all’italiana, poi fu ampliato e trasformato dal conte Ercole Silva (1756-1840), all’inglese con ampi prati alternati a fitti boschetti.La villa divenne poi proprietà dei Trivulzio e successivamente della famiglia Litta Modignani che a metà dell’Ottocento l’ampliò ulteriormente. Nell’Ottocento, Gerolamo Trivulzio vi fondò un circolo di letterati e intellettuali frequentato dal Manzoni, Francesco Hayez e il Conte Silva. Nel 1905, la villa diventa proprietà della provincia che la cederà al Comune di Milano nel 1927 che ne aprì i giardini al pubblico.  Durante la Seconda Guerra mondiale, specialmente nell’inverno del 1943 il parco subì una vera devastazione. Moltissime piante furono abbattute per procurare il legname necessario al riscaldamento delle abitazioni. La Villa venne utilizzata come ricovero per ospitare gli sfollati dei bombardamenti che colpirono duramente anche Affori. Dopo la guerra le strutture della Villa furono sottoposte ad un primo restauro nel 1958, mentre il parco fu riqualificato soltanto nel 2003-2005.  Una curiosità: il parco della villa era anche chiamato “el giardin di matt“:  dal 1905 quando la storica dimora fu donata alla Provincia, poco dopo la scomparsa del conte Litta Modignani, Sindaco di Affori, era diventata consuetudine affidare la manutenzione della grande area verde ad una ventina di “pazienti del manicomio”. Si può arrivare alla villa con la linea verde della metropolitana e scendere alla fermata Affori centro, dopodiché percorrere un piccolo pezzo di strada a piedi. (Ph Ig: @tmono83)

I 10 alberi monumentali più rappresentativi della Provincia di Bergamo

Dalle valli orobiche fino alla pianura, è possibile incontrare affascinanti monumenti verdi attraversando la Provincia di Bergamo.

Cernobbio

Adagiata sul Lago di Como, Cernobbio regala un’atmosfera rilassante tra il suo elegante borgo storico e le sue dimore sontuose
Cernobbio, Villa d'Este, Lago di Como

Itinerario dell'Oca

Una bella giornata all'insegna del cicloescursionismo adatto a tutti, grandi e piccini, immersi nel paesaggio rurale della Lomellina.
Un tour tra le campagne della Lomellina

Zucca Bertagnina di Dorno

A Dorno, la coltura della zucca vanta una tradizione antica. In particolare storicamente veniva coltivata una zucca denominata “Bertagnina”.
Zucca Bertagnina

Museo Diocesano di Pavia

L’apertura al pubblico degli antichi spazi ipogei, in cui convivono elementi altomedioevali dell’antica cattedrale di Santa Maria del Popolo con strutture in calcestruzzo armato degli anni Trenta, ha consentito di rendere fruibile un importante bene archeologico, culturale e spirituale della città. Il Museo  si colloca nel cuore della città di Pavia, dove la piazza e il Duomo fanno da cornice. Il percorso museale è contraddistinto da un evidente valore simbolico. La visita al Museo diocesano inizia infatti dall’antico sarcofago, collocato nella parte esterna dell’ingresso, e prosegue attraverso la penombra degli ambienti sotterranei per tornare nuovamente alla luce attraverso due aperture circolari nella pavimentazione della Cattedrale che permettono di contemplare la luminosità che discende lungo la grande cupola a manifestazione della presenza divina. Dal grembo romanico alla luce rinascimentale: ha luogo una nascita, che è anche nascita di una comunità a partire dalle sue radici spirituali e storiche. Dell’antica S. Maria del Popolo sono visibili tre pregevoli porzioni restaurate di mosaici pavimentali (conservati presso i Musei Civici del Castello Visconteo), i numerosi capitelli, il fregio dell’antico portale di accesso alla cripta e significativi lacerti di affreschi. In questo suggestivo sito, il racconto conduce lo spettatore alla scoperta della qualità artistico e del significato liturgico di alcune opere dalla collezione diocesana. Uno dei protagonisti principali è il magnifico ricciolo di pastorale in avorio intagliato del XIII secolo, accompagnato da uno splendido codice miniato del XV secolo riccamente decorato appartenente all’Archivio Diocesano e da una lunetta lignea che raffigura la Madonna della Misericordia (XV-XVI sec.) recentemente restaurata dallo Studio Parma di Milano e riportata all’antico splendore per l’occasione. La mostra di abiti liturgici completa un percorso lungo il quale confluiscono sculture, oreficerie, reliquiari, ostensori che rappresentano una testimonianza culturale e di fede del territorio diocesano pavese. La Diocesi di Pavia, attraverso il Museo, scrive un progetto che fonda il suo valore sulla funzione educativa e culturale di un luogo dagli elementi storico-artistici e architettonici unici, che desidera coinvolgere studenti, appassionati d’arte, cittadini e associazionismo territoriale in una partecipazione attiva attraverso nuove esperienze culturali, artistiche e spirituali.

Ponte della Becca

Un ponte è spesso molto più di una semplice infrastruttura. È un elemento che identifica un territorio, una sorta di passaggio obbligato a cui si legano eventi locali, personali, storici e importanti per quei popoli che lo condividono. Un ponte infatti spesso “si condivide”, perché le sue arcate uniscono o separano, creano e nello stesso tempo abbattano confini, avvicinano o separano le genti a seconda delle situazioni politiche e dei periodi storici. I ponti sono elementi eccezionali all'interno del sistema infrastrutturale perché per loro natura congiungono due fronti diversi e incidono inevitabilmente sul paesaggio. In alcuni casi essi stessi sono paesaggio. I ponti sono identità del luogo e del paesaggio. Il ponte della Becca ,una struttura in acciaio a traliccio lunga 1040 metri e suddivisa in 13 campate, costruito tra il 1910 e il 1912 si trova proprio sulla confluenza tra i fiumi Ticino e Po. Parzialmente distrutto dai bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale nel 1944, fu ripristinato nelle parti danneggiate e riaperto al traffico nel 1950. La questione sull'apertura di un nuovo ponte che consentisse il superamento del Po in un punto strategico per il traffico delle merci fu dibattuta a lungo a partire dal 1893, per iniziativa del Comitato promotore della costruzione di un ponte stabile in ferro sul Po, che si avvalse in particolare della consulenza dell'Ingegnere Rothlisberger, capo dell'Ufficio Tecnico della Società Nazionale di Savigliano.Il progetto originario prevedeva una lunghezza complessiva di 1018,50 m (comprensiva del tratto stradale di accesso) e una larghezza di 6 m. La travatura in acciaio doveva pesare 7.660 kg per metro lineare di ponte, l'altezza prevista delle travi era di m 7, cioè un decimo della lunghezza di una campata (metri 70).Nel corso del dibattito vennero scartate le candidature delle località di Casei Gerola e di Mezzana Corti. Fu individuato come luogo ideale Mezzanino dove si avevano notizie dell'esistenza di un ponte di barche (1865). Il ponte fu edificato nel 1912, come ricordato da un'iscrizione con stemma sull'arcata d'accesso che reca la dicitura "per concordi energie di Comuni e Provincia Società Nathan Uboldi Costruttori 1912. Si ha notizia che in questo stesso luogo, dopo il 1865 esisteva un ponte di barche." Il Centro Nautico Amici del Po  situato sulla sponda pavese del ponte offre tra i vari servizi anche la possibilità di effettuare tour sul Po.