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Lago di Iseo: preistoria e bollicine

Le incisioni rupestri della Valle Camonica sono famose nel mondo, come il vino della Franciacorta
Lago di Iseo Preistoria e bollicine

Tredici piante sul Monte Angolo

Questo percorso prende il nome da un caratteristico gruppo di 13 faggi che sovrastano la cima del monte Angolo, meta della camminata che inizia in un piccolo e delizioso borgo in provincia di Brescia che si chiama Zone, famoso per essere “Il paese delle Piramidi di erosione”.   Zone si trova a circa settecento metri d’altezza ai piedi del monte Guglielmo, è conosciuta anche per la sua gastronomia con ricette gustose della tradizione a base di funghi e selvaggina locale, è un ottimo punto di partenza per tutti gli escursionisti che vogliono cogliere la bellezza del lago d'Iseo da punti panoramici estremamente accessibili ma non solo. Il centro storico ha antiche case in legno e pietra, alcune delle quali risalenti al XVII secolo e la sua parrocchiale, dedicata a S. Giovanni Battista, ospita un pregevole gruppo scultoreo, in legno dipinto, raffigurante il “Compianto sul Cristo Morto” di Andrea Fantoni. Merita dunque una visita pre o post camminata. Tra le escursioni più famose ci sono sicuramente quella per raggiungere Corna Trentapassi e quella per la cima del monte Guglielmo, esiste però questo terzo sentiero capace di regalare uno scorcio veramente singolare sul lago, su Monte Isola e sulle torbiere del Sebino. Si parte lasciando l'auto in paese. I parcheggi più vicini all'inizio dell'escursione sono quello della chiesa e quello del cimitero. Accanto all'ampio parcheggio gratuito del cimitero sono presenti anche alcune aree picnic, una fontanella e dei bagni pubblici. Si inizia a camminare sull'ampia via lastricata segnata con i cartelli VV (Via Valeriana) in direzione Passo di Zone.Il tratto di Via Valeriana è lungo circa 2 chilometri, per un dislivello di solamente 240 m. La strada si mantiene sempre ben tenuta e molto larga, proprio per questo non sarà difficile imbattersi in qualche veicolo che sta percorrendo la via per raggiungere il passo.Seppur non ci siano cartelli di divieto espliciti è comunque sconsigliato provare a percorrere questa prima parte in auto in quanto non sono presenti parcheggi, se non per qualche piazzola. Inoltre la carreggiata è abbastanza stretta e il fondo non è sempre regolare. Si prosegue quindi in leggera salita seguendo i segnavia VV e dopo poche curve la vista sull’abitato viene rapidamente nascosta da un fitto bosco. Durante tutto l’anno gli alberi di questa zona risultano essere abbastanza anonimi, ma in autunno non sarà raro scorgere qualche punta di rosso o di arancione in mezzo al verde degli abeti. L'estrema semplicità del sentiero e la presenza di automobili non permettono però di sentirsi già veramente in montagna. Giunti a quota 900 m si scorge un edificio tra gli alberi, un paio di panchine e un ampio spiazzo: siamo arrivati al passo. Da qui si svolta a destra, imboccando il sentiero CAI 207. I cartelli non indicano sempre il numero del tratto e, seppur sia veramente difficile sbagliare, ci si può aiutare seguendo le indicazioni per Malga Aguina. Questa parte di sentiero si trasforma in una strada sterrata in mezzo al bosco, molto più in pendenza rispetto alla sezione di via Valeriana appena percorsa.Il bosco si fa via via più fitto, andando a coprire di un folto strato di rami e foglie dai colori vivaci il paesaggio tutt'attorno. Solo in rari punti le fronde degli alberi si aprono un po' per lasciare intravedere meglio dove ci si trova, in questi punti vale assolutamente la pena fermarsi per fare qualche foto. All'inizio del 207 è possibile distinguere chiaramente la bella parete rocciosa di Corna Trentapassi; pochi tornanti oltre, una feritoia tra gli alberi consente invece si ammirare la parte più settentrionale del lago d'Iseo, che si fa subito notare grazie al tono blu intenso delle sue acque. Si prosegue quindi nel bosco per 30 minuti, ammirando il verde intenso della primavera o i bei toni caldi dell’autunno. La maggior parte degli alberi di questo tratto non sono aghiformi e verso metà ottobre la maggior parte delle foglie saranno già cadute, creando una bellissima copertura rossa a bordo strada. Verso quota 1000/1100 m la vegetazione cambia: gli alberi si fanno più radi e compaiono diversi cespugli. Percorrendo un ampissimo tornante sinistrorso ci si porta proprio sopra il paese di Zone (il nostro punto di partenza). La quasi completa assenza di alberi e una panchina posta proprio nel punto migliore permettono di godere di una vista fantastica sui boschi appena percorsi e su tutte le montagne più alte di quest'area. In lontananza una punta di azzurro attira l'occhio: è la parte centrale del lago d'Iseo ed è anche visibile una piccola parte di Monte Isola.È subito evidente che camminando ancora, fino a raggiungere la nostra meta, questa vista non potrà che migliorare esponenzialmente, ma già questo è un luogo veramente perfetto per ammirare il panorama. Dopo una breve sosta sulla panchina, si prosegue ancora girando a sinistra, allontanandosi progressivamente dal punto panoramico e quindi perdendo la vista sul lago. Dopo poche decine di metri ci si ritrova in un paesaggio nuovamente mutato: i boschi hanno ormai lasciato il passo a verdissimi pascoli, qua e là spuntano dei piccoli laghetti artificiali. Non sarà inoltre raro imbattersi in mandrie di mucche, asini e cavalli. Questa zona è veramente perfetta per riposare un po' sdraiandosi sull'erba. Il consiglio però è quello di fare ancora qualche passo fino a raggiungere malga Aguina.In periodo primaverile i prati attorno alla malga vengono ricoperti da un magnifico tappeto bianco di fiori che danzano cullati da un leggero venticello fresco, quasi sempre presente in quest’area così aperta. Lo spettacolo di questa fioritura è unico e prezioso, dura solamente poche settimane, solitamente tra la metà maggio e l’inizio giugno. In giornate particolarmente limpide il paesaggio sarà ulteriormente impreziosito dalla vista sulle Orobie bergamasche (dall'altra parte del lago), che a inizio primavera o a fine autunno presentano qualche chiazza di neve.Non si può fare altro che fermarsi nuovamente. L'aria fresca addolcita dal buon profumo di fiori appena sbocciati riempie i polmoni, nel piccolo laghetto artificiale si sente il gracchiare di qualche rana ed in lontananza si scorge una piccola mandria di mucche al pascolo: si è finalmente in montagna. Si prosegue ora sul sentiero 207, tagliando con forte pendenza in mezzo ai prati e risalendo lungo il versante nord del monte Angolo. La traccia del 207 però si mantiene sempre molto vicina al bosco e non consente di avere una buona vista sul lago, è quindi possibile uscire dal tracciato camminando in mezzo al prato cercando, senza il vincolo del sentiero, gli scorci più belli. Lungo questi prati la vista è molto simile a quella che si poteva ammirare dalla panchina di prima: Zone torna ad essere visibile così come il lago d’Iseo. Ora però è anche possibile girarsi ad Ovest per ammirare tutti i monti bergamaschi che prima erano nascosti dagli alberi.Questo è il tratto più impegnativo e più ripido, ma in poche decine di minuti il terreno torna ad essere molto pianeggiante e si inizia a scorgere un gruppo di alberi proprio sulla punta del monte Angolo. Si prosegue quindi su un tratto pianeggiante fino al raggiungimento di una bacheca, un’area picnic attrezzata e un piccolo laghetto artificiale. Da questa piccola concavità nel terreno, girandosi a destra, si può raggiungere rapidamente la punta del monte Angolo e il gruppo di alberi che la sovrasta.Si prosegue quindi nel prato fino a portarsi nel punto maggiormente sopraelevato della zona, si è così finalmente arrivati alle Tredici piante disposte circolarmente sulla punta del monte e recintate da una staccionata in legno. In inverno troverete i 13 faggi completamente spogli e coperti di neve, in primavera ed estate sarà il verde intenso delle loro foglie e dei prati a farla da protagonista, in autunno invece gli alberi saranno tinti di arancione e l’erba parzialmente coperta da un sottile strato di foglie cadute. Si tratta insomma di un luogo che merita più di una visita, per cercare ogni volta di cogliere una sfaccettatura nuova.Al centro di quest'area sorge un vecchio capanno di caccia, ora dismesso.L'accesso è libero e la zona ora viene sfruttata solamente come area picnic o come luogo dove ammirare il panorama.Il contesto è eccezionale, la vista sul lago d'Iseo è perfetta, in lontananza si scorgono le torbiere, a destra Corna Trentapassi e girandosi ancora ci sono le cime innevate delle Orobie. Il paesaggio non è così diverso da quello visto durante tutta la salita, ma questo luogo si trova proprio all’altezza giusta e nella posizione ideale per ammirare tutti gli elementi che lo circondano. Proseguendo e salendo sul Guglielmo sarebbe comunque possibile vedere il lago d’Iseo, ma gli scorci sarebbero diversi e meno interessanti da un punto di vista fotografico.Un ulteriore punto a favore di questa esatta posizione è che tutta la vegetazione offre un'ottima protezione dal vento freddo proveniente da nord. Quindi non resta altro che stendersi sui prati, mangiare qualcosa e ammirare il panorama. La discesa può essere fatta percorrendo lo stesso tratto dell'andata, l'itinerario descritto però propone di allungare il percorso proseguendo sul sentiero 230, per poi tornare a zone passando dal bosco degli gnomi.
Tredici piante sul Monte Angolo

Architettura e decorazione tra Otto e Novecento: Eclettismo e Liberty sul Sebino

Il periodo napoleonico e il successivo dominio austriaco segnarono profondamente il territorio del Sebino: la viabilità e la navigazione lacustre furono migliorate con un conseguente ampliamento dei commerci e un maggior sviluppo territoriale e urbanistico. All’indomani dell’Unità, le cave, l’industria del ferro, l’utilizzo delle acque, la costruzione di ferrovie, una nuova e più dinamica rete commerciale, diedero impulso all’allargamento dei centri abitativi e a nuove imprese culturali e architettoniche. La borghesia locale, nonostante una forte e contraddistinta nota di tradizionalismo, aprì a esperimenti culturali e sociali capaci di ridisegnare il volto del pur imperante particolarismo e inaugurò una stagione di modernità di cui è possibile cogliere ancora i segni e le tracce nell’architettura residenziale, e in particolare nella tipologia della villa. La crescita dei centri urbani fu incentivata dallo sviluppo delle linee ferroviarie. Nel 1876 Paratico era già collegata a Palazzolo da una tratta ferroviaria di tipo strettamente commerciale. Dagli stabilimenti di Lovere e di Pilzone i carri ferroviari viaggiavano attraverso il lago su chiatte fino a raggiungere l’imbarcadero di cui sono state mantenute le strutture, osservabili, ancora oggi, sul lungolago di Paratico. Questa linea servì anche al trasporto di turisti, ma solo in un secondo momento. La linea Brescia-Iseo, attiva dal 1885, soprattutto dai primi decenni del Novecento permise un primo fenomeno turistico di massa sulle sponde bresciane del Sebino. Lungo l’Ottocento fino ai primi anni del Novecento la scena architettonica di molti centri storici del Sebino (Sarnico, Iseo e Lovere in primis) è caratterizzata dall’eclettismo, ossia una tendenza del gusto che si propone di ricercare lo “stile italiano”. Il risultato di questa sperimentazione, tuttavia, è alquanto incoerente e difforme, poiché si passa da tendenze classicheggianti, con colonne e timpani, a moduli neorinascimentali con ampi bugnati e portici ritmati da archi e da soprastanti ordini di finestre intervallate da lesene o da quadrature concave o aggettanti, fino al revival neogotico o neoromanico presente, soprattutto, nei centri di Brescia e Bergamo. Vi sono significativi esempi anche nelle periferie attraverso l’opera di diverse maestranze del tempo, come nel caso dell’architetto Antonio Tagliaferri. Così sono le piazze a scandire, in particolare, gli spazi della nuova città ottocentesca e con esse i monumenti che, soprattutto sul finire del XIX secolo, catalizzano e centralizzano le vedute e istituzionalizzano la storia delle comunità. A Iseo la centrale Piazza Garibaldi è delimitata, verso il lago, dall’imponente Palazzo dei Grani, realizzato dall’architetto Rodolfo Vantini tra il 1826 e il 1833. Il palazzo divenne, quindi, sede del Municipio e fu ingrandito nel 1952. Il celebre architetto bresciano intervenne in un paese in forte crescita in virtù del significativo decollo industriale del luogo (tra il 1820 e il 1860 molte erano le filande e altri opifici affacciati sul lago). Nel 1840 lo stesso Vantini provvide alla risistemazione dell’abside dell’antica pieve di Sant’Andrea. Nella stessa pieve il Pianto di san Pietro di Giuseppe Diotti e lo splendido San Michele Arcangelo di Francesco Hayez (1838) documentano il confronto tra le tendenze pittoriche delle Accademie di Bergamo e di Milano. La tarda attività di Hayez è documentata dalle tele donate ai nipoti Banzolini, ora presso l’Accademia Tadini a Lovere. Sempre a Iseo è possibile ammirare il primo monumento italiano dedicato a Giuseppe Garibaldi, del 1883, realizzato dal veronese Pietro Bordini. Tra le maestranze bresciane ancora imbevute di suggestioni neoclassiche si registra l’attività dell’architetto Carlo Melchiotti che a Sale Marasino intervenne non solo nella vita culturale e religiosa del paese, ma anche in un’importante operazione artistica destinata ad armonizzare la parrocchiale di San Zenone con le sponde del lago. La gradinata di accesso alla chiesa con balaustra in marmo, del 1870, si configura come un felice lavoro di inquadramento e di valorizzazione dell’edificio religioso, nonché come necessaria struttura di accesso al piano sopraelevato del sagrato. La cultura figurativa del tempo si arricchisce, nel territorio, anche delle istanze romantiche del bresciano Antonio Guadagnini, attivo a Pisogne (parrocchiale e santuario di Govine), Marasino (Sant’Antonio), Curetto (oratorio dei Disciplini), Tavernola (parrocchiale), Lovere (S. Maria in Valvendra). Il pittore di origine camuna lascia uno dei suoi migliori lavori in Palazzo Silvestri a Sovere decorato con un importante ciclo di affreschi con tematiche risorgimentali che celebra l’unità d’Italia (1861). A Lovere, invece, si segnala l’attività del pittore bresciano Francesco Domenighini che tra il 1898 e il 1900 decorò alcune sale delle ville Milesi e Gregorini. Le soluzioni decorative di questo artista, fitte di elementi vegetali e animali, ripercorrono alcuni dei temi della pittura romantica, ma paiono approdare con più convinzione verso un realismo e un naturalismo ricco anche di alcuni spunti simbolisti. Un’altra complessa personalità è il loverese Giuliano Volpi, pittore eclettico e abile restauratore che interviene sia sugli affreschi di Romanino sia in altre chiese e realizza ex novo agli affreschi in San Giovanni Battista a Conche (Sale Marasino) e la pala della parrocchiale di Gratacasolo. Le imprese artistiche dei primi anni del Novecento oscillano, lungo le sponde del Sebino, tra ritardatarie suggestioni eclettiche e novità aggiornate sul più moderno liberty. Se si eccettua la ristrutturazione della chiesa di Sant’Ambrogio a Qualino da parte dell’architetto comasco Giuseppe Pellini nel 1902, la prima vera impresa architettonica novecentesca del territorio è rappresentata dalla realizzazione della parrocchiale di Predore, intitolata a San Giovanni Battista. L’edificio fu progettato dall’architetto bergamasco Giovanni Barboglio nel 1906 e fu terminato nel 1916. La facciata della chiesa insegue da vicino la tradizionale tripartizione barocca di gran parte degli edifici religiosi del luogo. L’eclettismo del Barboglio può, quindi, essere definito neobarocco, poiché le suggestioni e i moduli, soprattutto settecenteschi, trionfano in ogni particolare della costruzione. Ma è a Sarnico che è possibile ammirare il Novecento artistico più maturo e aggiornato sull’internazionalità dell’imperante gusto liberty. Qui la famiglia Faccanoni, forte di un solido successo imprenditoriale, catalizzò, nei primi anni del Novecento, alcune eccellenze dell’arte e dell’architettura del tempo. L’architetto Giuseppe Sommaruga, il fabbro Alessandro Mazzucotelli, l’ebanista Eugenio Quarti divennero le menti e gli esecutori di uno dei più interessanti cantieri liberty di tutta quanta l’Italia. Le tre ville Faccanoni di Sarnico furono, senza dubbio, tra i prodotti più riusciti dell’architettura nuova fino al 1914. Insieme alle tre ville è possibile osservare l’asilo e il Mausoleo Faccanoni, sempre a firma di Giuseppe Sommaruga. Così non è difficile imbattersi, durante le passeggiate lungo la porzione rivierasca di Sarnico, in diversi edifici chiusi da cancellate e da recinzioni in ferro battuto suggestionate dall’idea originaria del fabbro Mazzucotelli: i motivi liberty del nastro svolazzante a ricciolo sono una costante facilmente riscontrabile. L’eco lunga del passaggio del Sommaruga si trascinò, in tal senso, anche nei decenni successivi. In scultura non può passare sotto silenzio il lavoro, spesso in collaborazione con Sommaruga, degli scultori milanesi Ernesto Bazzaro e Ambrogio Pirovano che operarono a lungo nella decorazione delle ville e del Mausoleo Faccanoni a Sarnico (ma anche nelle realizzazioni milanesi dello stesso Sommaruga). Pirovano, in particolare, intervenne anche nella decorazione del Santuario di Lovere, concluso nel 1938, a firma di mons. Spirito M. Chiappetta. Il Santuario, benché coerente nelle sue soluzioni neogotiche e nella perfetta armonia tra esterno e interno, appare piuttosto in ritardo nel panorama artistico del tempo. Tra i monumenti più interessanti della zona ricordiamo quello di Sarnico, innalzato ai Caduti del primo conflitto mondiale a firma dello scultore milanese Cirillo Bagozzi. A Iseo, invece, presso il Porto è, inoltre, possibile ammirare il busto dedicato a Gabriele Rosa. L’opera, del 1912, è dello scultore romano Ettore Ferrari. L’illustre cittadino iseano, patriota, uomo politico e storico, fu tra i promotori dello sviluppo dell’area (celebre è la sua Guida al lago d’Iseo, del 1874).   Massimo Rossi
Architettura e decorazioni: ecclettismo e liberty del Liberty - ph: visitlakeiseo.info

Pedalando tra borghi antichi su dolci colline

L’itinerario corre lungo un bellissimo tratto fra le dolci colline moreniche del Garda, fra campi coltivati e splendidi luoghi dal sapore antico e autentico. Partendo dalla ciclabile di Ponti sul Mincio fino allo splendido borgo di Cavriana, pedalando su strade secondarie molto poco trafficate e davvero gradevoli da percorrere, farete un vero e proprio salto nel passato. Il percorso è facilmente raggiungibile sia in auto, percorrendo la A4 uscendo poi a Peschiera del Garda, sia in treno con la linea Trenitalia Milano-Verona fermata Peschiera sul Garda.Una volta arrivati si deve seguire la ciclovia del Mincio sino al cartello di confine comunale, sulla destra si trova un cartello indicante il Forte Ardietti, si devia lungo lo sterrato fino ad incrociare una stretta strada asfaltata e si prosegue verso sinistra.Di fronte si può ammirare uno scorcio del forte, fortificazione militare di origine austriaca costruita tra il 1856 e il 1861 sul modello architettonico di Forte San Michele di Verona, conservato integralmente ed in buone condizioni.Da qui in poi seguire l’itinerario corretto è molto facile, il percorso è costantemente segnalato da cartelli marroni con icona blu MN5.Dopo una serie di curve in discesa si arriva a Ponti sul Mincio passando sotto l’omonimo castello scaligero, la cui struttura esterna si presenta in buone condizioni, con diverse torri caratteristiche. Da qui si comincia ad assaporare l’atmosfera di antiche dimore e fortificazioni che hanno caratterizzato il territorio per secoli, disseminate fra ampi appezzamenti e aziende agricole dal forte carattere medievale.Si prosegue poi deviando verso destra lungo una strada sinuosa e con dolci saliscendi per diversi chilometri in direzione Monzambano. Giunti al borgo l’itinerario attraversa il centro abitato transitando di fronte alla Chiesa di San Michele: impossibile non rimanere affascinati alla vista dell’edificio la cui splendida facciata barocca si apre sulla sinistra come un immenso ventaglio di pietra riccamente decorato. A questo punto il percorso prosegue dritto uscendo dal borgo, ma nulla vieta, per i più curiosi, di fare una piccola deviazione verso il castello di Monzambano salendo stretti vicoli verso destra, prendendo come riferimento la torre dell’orologio che svetta imperiosa sopra l’abitato anche se la struttura è attualmente in fase di ristrutturazione.Una volta ridiscesi verso il centro si prosegue verso il prossimo borgo, ovvero Castellaro Lagusello. Nuovamente si percorrono sinuose strade secondarie senza quasi incrociare auto, immersi in una quiete totale ammaliati dalla dolcezza dei verdi campi coltivati che seguono il morbido su e giù delle colline su cui sono adagiati. Attraversato un incrocio si entra nell’antico borgo di Castellaro Lagusello passando in mezzo a ville in pietra e case dall’aspetto rustico ed autentico che ci accompagnano fino al vero cuore del borgo: vi si accede attraversando l’entrata del castello medievale che sovrasta ogni altra costruzione guardandovi arcigna dall’alto del suo vecchio splendore. Oltre l’arcata e la torre campanaria si trova il cuore pulsante dell’abitato, un autentico gioiello della cosiddetta età oscura ancora intatto e perfettamente restaurato. Ogni muro, ogni pietra, ogni mattone e pezzo di ferro battuto trasudano storia e tramandano fino ai giorni nostri un antico sapere ormai perduto fatto di passione, fede e umiltà, l’umiltà di vivere una vita di piccole cose essenziali ma autentiche.Una sosta è d’obbligo, il centro del borgo è un’autentica meraviglia dell’antichità che si affaccia su uno splendido laghetto dalla caratteristica forma di cuore, sulle cui rive sono stati trovati resti di abitazioni palafitticole risalenti all’età del bronzo, che si possono ammirare nel museo dedicato nell’ultimo borgo del percorso: Cavriana.Una volta rifocillati tanto nell’animo quanto nel corpo (in centro si trovano trattorie dove degustare piatti tipici) si riprende il percorso uscendo dal centro e deviando verso sinistra attraversando un parcheggio spazioso. Un breve tratto di strada porta su di uno sterrato che corre attorno al lago, anche se distante, arrivando dapprima in un punto panoramico da cui si gode di un’ottima vista sul centro storico di Castellaro, e poi verso un punto didattico dove diverse didascalie con foto e disegni, illustrano le varie fasi degli scavi archeologici e della storia del luogo.Al termine dello sterrato, in località Forni, si riprende la strada svoltando verso destra per l’ennesimo gradevolissimo saliscendi fra i campi coltivati, dapprima sulla provinciale 18 e poi svoltando sulla destra, sempre tenendosi sul percorso MN5.Dopo circa cinque chilometri di pedalata si giunge finalmente a Cavriana, altro borgo arroccato attorno ad un castello che non tradisce le proprie origini medievali. Si entra da un antico e stretto portale in pietra che conduce in piazza Castello, davvero caratteristica, con un bellissimo loggiato in stile rinascimentale. Ogni angolo è un salto nella storia, le sue antichissime origini sono evidenti: l’intero paese è considerato uno dei più antichi insediamenti dell’uomo italico, come testimonia il ritrovamento di reperti archeologici attribuibili al Neolitico. Ogni strato del sottosuolo è ricco di reperti dei vari periodi storici ed il consistente materiale recuperato nel corso degli scavi è ora raccolto nel Museo Archeologico dell'Alto Mantovano. Dalla piazza, svoltando subito a destra verso il museo, è possibile risalire lo stretto acciottolato verso i ruderi dell’antica fortezza da dove si gode di un’ottima visuale sulle colline circostanti. Anche se in rovina le imponenti mura e la torre, quest’ultima ancora intatta, lasciano intuire subito la maestosità e l’importanza che un tempo ricopriva il castello, situato su uno dei colli meridionali dell’anfiteatro morenico del Garda e quindi punto di importanza strategica per la difesa del territorio nei tempi passati. Scendendo dal lato opposto attraverso uno sterrato si giunge al parco del Castello, dove è possibile fermarsi per una pausa o un breve picnic in mezzo ad alberi secolari in un sottobosco molto ben tenuto dove, ben posizionati, si trovano resti di manufatti in pietra probabilmente rinvenuti nei dintorni.Un’ultima occhiata alle possenti mura esterne, che dal basso mostrano ancora tutto il loro splendore, e si passa attraverso un’arcata proprio sotto queste ultime per proseguire attraverso un piccolo ma bellissimo giardino, si passa di fronte a Villa Mirra, edificio di origini cinquecentesche una parte del quale ospita il Museo archeologico dell'Alto Mantovano. Finita la visita allo splendido borgo di Cavriana si torna ripercorrendo lo stesso itinerario a ritroso fino a Monzambano, da qui è consigliata una deviazione sulla ciclabile lungo il fiume Mincio: all’inizio del paese si può rimanere sulla strada in Via Valeggio senza andare verso il centro abitato, subito dopo aver oltrepassato un ponte sopra un canale in cemento, bisogna svoltare a sinistra su un sentiero sterrato e seguirlo fino ad un secondo ponte che fa passare nuovamente dall’altro lato del canale.A questo punto tenendo la destra, dove inizia il tratto della ciclovia Mantova Peschiera lungo il Mincio, un percorso asfaltato, facile e pianeggiante che ripercorre controcorrente il fiume. La pedalata è facile e il colore smeraldo del Mincio, placido e limpido, accompagna, nell’ultimo tratto fino a giungere nuovamente, dopo quattro chilometri, al cartello del confine comunale di Peschiera del Garda da dove si era svoltato all’inizio del percorso per Forte Ardietti. Alla fine dell’itinerario non resta che tornare al parcheggio o alla stazione da dove si era partiti.   Immagine di copertina: @Raffaele Redaelli
Pedalando tra borghi antichi su dolci colline

Itinerario alla scoperta di Menaggio

Itinerario storico attraverso gli scorci più suggestivi del borgo lariano
Piazza Garibaldi

Il contado del Seprio

Un itinerario alla scoperta del “Contado del Seprio” localizzato tra la provincia di Como e quella di Varese. Questa regione storica nacque come fines attorno alla città di Castelseprio in epoca Romana e si estese, nella fase di massima espansione, fino al Canton Ticino durante il IX- X secolo. Aree archeologiche, monasteri e monumenti  inseriti dal 2011 nelle liste UNESCO e tra questi anche numerosi resti di epoca longobarda. Il percorso inizia dalla stazione di Como, per terminare in quella di Castellanza. Se non ve la sentite di affrontare le salite del Parco Pineta o di Como, potete usare la stazione di Venegono Superiore. Usciti da Como si segue via XXVII Maggio sino a raggiungere San Fermo della Battaglia. Da San Fermo si prosegue su strada campestre a basso traffico e qui si toccano in successione le località di Montano, Casarico, Olgiate Comasco, Beregazzo e Castelnuovo Bozzente, sede del Parco Pineta. Dopo aver proseguito su alcuni saliscendi si attraversa il bosco che da il nome al parco. Da qui si raggiunge Venegono Superiore dove inizia la ciclabile della valle Olona. ITINERARIODistanza: 45.7 kmDifficoltà: difficile il tratto tra Como e il Parco Pineta, facile il restoFondo stradale: asfalto con qualche breve tratto di sterratoDislivello: + 1018 m, -1009 m. (Pendenza max: 30.5%, - 24.2%; Pendio medio: 3.5 %, - 3.4%)Adatto a: utenti allenati per l’itinerario completo, facile da Venegono SuperioreTipologia di bicicletta consigliata: tutteDurata media: 4 h ca. PUNTI DI INTERESSE Il Broletto di Como Il complesso risalente al XII sec., comprende il Palazzo del Broletto e la Torre del Broletto. Gli edifici si caratterizzano per lo stile gotico-romanico con elementi rinascimentali che risalgono al Quattrocento.Info utili: Telefono Infopoint Broletto 031 304137 Orario: da lunedì a domenica 10.00 - 18.00. Geolocalizzazione su mappa: 45.81185, 9.08289   Basilica di Sant’Abbondio di ComoLa Basilica fu elevata a cattedrale nell’818 e dedicata a Sant’Abbondio sul luogo di una preesistente chiesa paleocristiana. Durante XII sec. i monaci benedettini riedificarono la chiesa in stile romanico. Info utili: goo.gl/aBpqN9Geolocalizzazione su mappa: 45.80238, 9.08021   Parco Pineta di Appiano Gentile e TradateNel cuore della Lombardia l’ente Parco protegge e valorizza una foresta di pianura radicata nel territorio, viva e ricca di naturalità, di attività forestali agricole e sociali. La scena arborea è dominata dal Pino silvestre e dalla Quercia farnia.Info utili: http://www.parcopineta.orgGeolocalizzazione su mappa: 45.76364, 8.9393   Castiglione OlonaIl cardinale Branda Castiglioni fece edificare nel ‘400, durante il Rinascimento, i principali monumenti del borgo modificando il precedente assetto urbano, di cui rimangono le mura di cinta e un massiccio bastione con ponte levatoio.Info utili: http://www.prolococastiglioneolona.it/it/Geolocalizzazione su mappa: 45.75556, 8.86583   Monastero di TorbaDel castrum di epoca romana, rimane il massiccio torrione che, inglobato nel complesso monastico, venne successivamente riutilizzato come cappella e mausoleo dalle monache benedettine.  Dal 2011 è inserito nelle liste UNESCO.Info utili: https://www.fondoambiente.it/luoghi/monastero-di-torbaGeolocalizzazione su mappa: 45.72911, 8.86357   Chiesa Santa Maria foris portas  di CastelseprioLa chiesa eretta tra il VII e il IX sec. si trova all’interno dell’area archeologica di Castelseprio-Torba (dal 2011 sito incluso nelle liste UNESCO) e conserva all’interno antichi affreschi che rappresentano scene della vita di Cristo.Info utili: http://www.unescovarese.com/castelseprioGeolocalizzazione su mappa: 45.72984, 8.85569   Monastero di CairateCostituisce uno dei primi insediamenti monastici benedettini del territorio e risale al VIII secolo. Il complesso si compone di tre parti: il monastero, Il quartiere nord o San Pancrazio e i rustici della corte ovest.Info utili: www.monasterodicairate.itGeolocalizzazione su mappa: 45.69171, 8.87367   Castello Visconteo di Fagnano OlonaIl castello, che sembrerebbe derivare da una fortificazione di epoca romana, si trova in una posizione privilegiata dal punto di vista panoramico, strategico e di controllo, all’imbocco meridionale della Valle dell’Olona.Info utili: http://www.proloco-fagnanoolona.org/2000/castello-visconteo-fagnano/Geolocalizzazione su mappa: 45.66934, 8.87397  Torre Colombera a Gorla MaggioreL’antico sistema difensivo, di cui faceva parte anche la casa-forte di età comunale e viscontea, sembrerebbe risalire all’epoca longobarda. La torre fu trasformata negli anni ’90 in spazio espositivo.Info utili: http://www.torrecolombera.it/storia.phpGeolocalizzazione su mappa: 45.66365, 8.88948  Villa Gonzaga a Olgiate OlonaIl complesso risale alla prima metà dell’800  sull’area di una precedente struttura seicentesca. Nel corso del tempo l’edificio ha visto la sua destinazione cambiare spesso: fu residenza nobiliare, collegio, scuola, biblioteca etc.Info utili: goo.gl/dvUeU8Geolocalizzazione su mappa: 45.62945, 8.88984  Palazzo Brambilla a CastellanzaIl sobrio edificio in stile neoclassico dalle forme severe e razionali  risale alla prima metà dell’ ‘800. Dal 1921 è sede dell’amministrazione comunale e per questo il complesso fu modificato da residenza a luoghi adibiti ad uso ufficio.Info utili: http://www.comune.castellanza.va.it/homeGeolocalizzazione su mappa: 45.61258, 8.89948  
Castiglione Olona

Da Soncino a Torrepallavicina

Il percorso segue un tratto del fiume Oglio dove il peculiare bosco ripale fa da cornice all'itinerario proposto. Oltre, lo sguardo si perde in un paesaggio agricolo fortemente modificato dall'uomo e caratterizzato da campi coltivati, opere idrauliche e pioppicoltura intensiva. I piccoli ma incantevoli borghi, le chiese e le antiche dimore che si incontrano lungo il percorso testimoniano la cultura, l'arte e la storia dei secoli passati in pianura padana. Il percorso circolare inizia e termina a Soncino. Superando Santa Maria delle Grazie a Soncino, si prosegue su capezzagna per arrivare alla frazione di Villacampagna. Da qui si prosegue su strada a basso traffico sino a Cumignano sul Naviglio. Qui prendiamo la strada sterrata sul Naviglio, che ci accompagna alla località detta delle Tombe Morte. Proseguiamo a sinistra, sempre restando sul fianco di un altro canale per raggiungere Genivolta che superiamo, sino ad arrivare al fiume Oglio. Seguiamo a destra sino al ponte di Acqualunga che ci consente di passare sull'altra sponda. Proseguendo a sinistra seguiamo le indicazioni della pista ciclabile in direzione di Orzinuovi sino a Bompensiero dove andiamo a sinistra sulla sponda del fiume. Arrivati al Castello di Barco, riprendiamo la ciclabile provinciale per arrivare a Rudiano, poi attraversiamo il fiume passando per Pumenengo, Qui, senza entrare in paese, andiamo subito a sinistra sino all'Ostello Mulino di Basso e raggiungiamo la meta, Soncino. ITINERARIODistanza: 63.2 kmDifficoltà: facileFondo stradale: quasi interamente su sterratoDislivello: +275m, -277m (Pendenza max: 5.6%, -6.8%, Pendio medio: 0.5%,-0.5%)Profilo altimetrico:Adatto a: tuttiTipologia di bicicletta consigliata: MTB e ibridaDurata media: 6 h ca. PUNTI DI INTERESSE Rocca di SoncinoAddossata alla cerchia muraria, si staglia all'orizzonte con la sua imponente stuttura caratterizzata da massicce torri merlate e mattoni a vista. All'interno della rocca è possibile visitare il Museo Storico e il Civico Museo Archeologico “Aquaria”.Info utili :Telefono: 39 037484499Geolocalizzazione su mappa: 45.39785, 9.87122      Santa Maria delle Grazie a SoncinoLa spoglia e sobria facciata cela un interno a navata unica riccamente affrescato nel '500 da G. Francesco Scanzi, G. Campi, Francesco e Bernardino Carminati. Affreschi più antichi sono da datare al secolo precedente.Info utili: http://www.soncino.org/index.phpoption=com_content&task=view&id=32&Itemid=1Geolocalizzazione su mappa: 45.39429, 9.86768 Tombe morte a GenivoltaLe Tombe Morte è il più importante nodo idraulico situato nel territorio della provincia di Cremona. Costituiscono, inoltre, il primo nucleo dell'ecomuseo della provincia di Cremona.Info utili (sito, numero di telefono ecc...): Comune di Genivolta, Via Castello, 14 Genivolta (CR).Tel.:0374/68522Sito internet: www.comune.genivolta.gov.itGeolocalizzazione su mappa: 45.33311, 9.85862  Palazzo Fé d'Ostiani ad AcqualungaE' stato costruito dalla famiglia Fè, proveniente da Azzanello nel Cremonese. La famiglia si stanziò qui nel XIV secolo e costruì questo palazzo. Nel Novecento passò a diverse famiglie e in ultimo ai Paderno, gli attuali proprietari.Info utili (sito, numero di telefono ecc...): visitabile dall'esternoGeolocalizzazione su mappa: 45.32616, 9.9549   Museo ornitologico di AcqualungaE' in importante centro di studi ornitologici e di osservazione per monitorare i volatili durante il peiodo della migrazione. E' possibile osservare degli esemplari tassidermizzati di differenti specie.Info utili (sito, numero di telefono ecc...): http://www.fiumeoglio.it/pdi/museo-ornitologico-fiamenghi-nella-frazione-di-acqualunga/Tel. 030948140; info@comune.borgosangiacomo.bs.it antoniobertolini@teletu.it.Visita su prenotazione.  Geolocalizzazione su mappa: 45.32673, 9.95189   Castello di VillaganaLa residenza, edificata nel XVI secolo dai Martinengo di Villagana e restaurata nel '900, ospita oggi una galleria d'arte dedicata al pittore Vlastimil Košvanec.Info utili (sito, numero di telefono ecc...): http://museomartinengovillagana.it/info/come-raggiungerciGeolocalizzazione su mappa: 45.33972, 9.92602  Castello di BarcoL'Edificio fu edificato nel 1463 per volere di Gianfrancesco Martinengo su una precedente struttura difensiva. All'interno si possono ancora ammirare alcuni affreschi di Sebastiano Aragonese.Info utili (sito, numero di telefono ecc...): http://www.fiumeoglio.it/pdi/castello-martinengo-localita-barco/Geolocalizzazione su mappa: 45.37965, 9.89907   Castello di PumenengoL'edificio, realizzato nel XV sec. per la difesa del territorio circostante, nei secoli successivi venne trasformato in residenza nobiliare e la sua massiccia architettura fu modificata arricchendosi di particolari insoliti.Info utili (sito, numero di telefono ecc...): http://www.visitbergamo.net/it/dettagli-oggetto/3058-castello-di-pumenengo/Geolocalizzazione su mappa: 45.48039, 9.8711   Molino di Basso a Torre PallavicinaPosto al confine tra le provincie di Bergamo, Brescia e Cremona, l'antico mulino ad acqua è stato completamente restaurato insieme all'edificio adiacente, oggi sede di un ostello.Geolocalizzazione su mappa: 45.44993, 9.88238  
Palazzo Fe

Lago di Como: Manzoni ma non solo

“Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti…”: alla scoperta della sponda orientale del Lario
Lago di Como: Manzoni ma non solo

Da Seriate a Palazzolo

Questo itinerario ha come elemento caratterizzante la meravigliosa vista paesaggistica rappresentata dal passaggio del fiume Serio nel suo medio tratto a partire da Seriate e connotato dalla presenza di un’alternanza di zone agricole e zone naturaliformi. Altrettanto affascinante il percorso lungo il fiume Oglio nel tratto che si incassa nella sua profonda gola appena dopo la sua uscita dal Lago d’Iseo. Non mancano, poi, le attrattive culturali dei principali centri abitati della provincie di Bergamo e Brescia. Il percorso comincia dalla stazione di Seriate e si conclude alla stazione di Palazzolo sull'Oglio. Per il ritorno si può usufruire del servizio ferroviario o superare l'Oglio sulla passerella affiancata alla ferrovia e seguire la ciclovia dei laghi in direzione d Bergamo.Il percorso segue l'itinerario del Parco del Serio, sulla sponda destra, sino a Romano di Lombardo. Da qui si supera il paese parallelamente alla ferrovia per raggiungere l'Oglio, seguendo l'antico percorso del fosso bergamasco. Una volta raggiunto Cividate Al Piano si prosegue verso nord, sulla sponda destra dell'Oglio per raggiungere la meta, Palazzolo sull'Oglio. ITINERARIO Distanza: 48,100 kmDifficoltà: facileFondo stradale: 75% sterrati, anche duri in alcuni brevi tratti, 25% asfalto Dislivello: 248 m  in salita, 312 m  in discesa (pendenza max: 7.9%, -4.8% Pendio medio: 0.9%, -0.8%)Profilo altimetrico: min 121 - max 248Adatto a: per tuttiTipologia di bicicletta consigliata: MTB, ibrida con buoni copertoniDurata media: 4 h ALCUNI PUNTI DI INTERESSE Parco Regionale del SerioIl Parco del Serio è un parco naturale che si sviluppa da Seriate lungo il fiume Serio fino alla sua foce nell'Adda. La fauna del parco presenta ancora significative presenze, da annoverare infatti è la presenza di una trentina di specie acquatiche, rettili e mammiferi.Info utili: Sede del Parco - Piazza Rocca, 1 - Romano di Lombardia (BG)Sito internet: www.parcodelserio.itGeolocalizzazione su mappa: 45.59722, 9.88446 (sede) Castello di Romano di LombardiaConsiderato uno degli edifici storicamente più interessanti dell'intera zona, la Rocca è caratterizzata come ogni castello di pianura di quattro torri e di un cortile interno. La struttura aveva prettamente una funzione militare e solamente in seguito avrà funzione abitativa, quando verrà scelta dai podestà veneti come dimora. Info utili: Comune di Romano di Lombardia, Piazza Giuseppe Longhi.Sito internet: www.comune.romano.bg.itGeolocalizzazione su mappa: 45.59722, 9.88446 Parco Regionale dell’Oglio NordIl Parco dell’Oglio Nord tutele il territorio lungo il fiume dalla sua uscita dal Lago d’Iseo sino al confine con Ostiano dove inizia il Parco Regionale dell’Oglio Sud. Tra i mammiferi sono stati avvistati la volpe e lo scoiattolo. Copiosa è l'avifauna.Info utili: Piazza Giuseppe Garibaldi, 1 – Orzinuovi (BS) Telefono: 030 9942033Sito internet: www.parcooglionord.itGeolocalizzazione su mappa: 45.404006, 9.925116 (sede) Rocca di Cividate al PianoRisalente al XII secolo, di questa fortificazione si conservano oggi alcuni tratti di muro in ciottoli fluviali, tracce di fossati e resti del portale d’ingresso. La sua elevata posizione permetteva il controllo delle vie della pianura bresciana.Info utili: Comune di Cividate al Piano, Piazza Giovanni XXIII.Sito internet: www.comune.cividatealpiano.bg.itGeolocalizzazione su mappa: 45.55593, 9.83549 Rocca Magna di Palazzolo sull'OglioCostruita sulla riva sinistra dell’Oglio tra il IX e il X secolo, fu una vera e propria rocca, detta Rocha Magna (ovvero un fortilizio occupato da un presidio militare), inserita nell’antico sistema di fortificazioni a difesa del castrum Palatioli.Info utili: Comune di Palazzolo sull'Oglio, Via XX Settembre, 32.Sito internet: www.comune.palazzolosulloglio.bs.itGeolocalizzazione su mappa: 45.59722, 9.88446 Chiesa di Santa Maria Assunta a Palazzolo sull'OglioEretta su un edificio precedente, il progetto venne indetto dalla stessa città di Palazzolo, che organizzò la nuova costruzione tra il 1751 e il 1782. Venne progettata dal celebre architetto Giorgio Massari. Geolocalizzazione su mappa: 45.59844, 9.88358
Da Seriate a Palazzolo