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Museo Baroffio e del Santuario

Scopri uno dei musei di Santa Maria del Monte a Varese: un tesoro d'arte tra storia e modernità
Facciata d'ingresso Museo Baroffio e vista sul Lago di Varese

Sul tram storico a Milano, nell’atmosfera anni Venti

Tour guidato in tram storico, un'esperienza unica per scoprire Milano
vintage tram milan

Le vie del ferro

Premana andata e ritorno, fra alpeggi, miniere e suggestivi scorci
Le vie del ferro

La verde campagna di Pumenengo

Itinerario in campagna, per tutte le stagioni
La verde campagna di Pumenengo

Dal Brunone a piedi fino al Coca

Dal rifugio Brunone, si prende avvio, guidati dal segnavia CAI n.302, che per un breve tratto, si condivide con il sentiero n.252 rivolto al Pizzo Redorta.  Abbandonato questo sentiero alla nostra sinistra, si prosegue diritti e in piano seguendo il segnavia 302, rimontando successivamente un dosso erboso dal quale si discende in una conca detritica e spesso colma di neve, anche in stagione avanzata.Si guada il magro torrente nei pressi della cascata, e si inizia a risalire l’enorme pietraia, seguendo i segnavia, con un susseguirsi di zig-zag tra pietre e lingue di neve, costeggiando le possenti pareti del Pizzo di Redorta. Si raggiunge così la base di un canalino, che va risalito su roccette e sfasciumi, aiutandosi talora con le mani finché, quasi al termine, seguendo le numerose indicazioni rosso-bianche, si devia a destra (circa 2.510 m, 45’ dal rifugio) per rimontare un dosso roccioso, dal quale, procedendo con una diagonale in salita e aggirando alcuni massi, si perviene a una selletta assai panoramica (2.580 m, 1h dal rifugio).Ora si prosegue sul terreno sempre detritico, costeggiando a sinistra le nude rocce che scendono dal Pizzo Redorta e, tenendo sempre la sinistra, si risale una valletta. Un ampio traverso in piano, su sfasciumi colonizzati da poche specie vegetali, tra cui la bella Viola comolli, ci porta a un’ampia sella, identificata da un grosso omino di pietra (2.652 m, 1h 30’ dalla partenza), dalla quale si osserva la Vedretta dei Secreti che si percorre a mezzacosta su residui di neve e ghiaccio fino a risalire a un intaglio a circa 2.680 metri, denominato Sella dei Secreti.Ora si discendono, con precauzione, alcuni metri sul sentiero un po’ esposto tra roccette e quindi, con un altro ampio giro, si giunge in un pianoro costituito da sfasciumi, massi e roccette, dove su un grosso masso è indicata la deviazione a destra per il lago d’Avert (2.650 m circa, 2h dal rifugio Brunone). Alla nostra sinistra è ben visibile “ol Simàl”, che con i suoi 2.712 metri rappresenta il punto più elevato del Sentiero delle Orobie.Raggiuntolo, ecco apparire la grande veduta sul Dente di Coca, sulla Cima d’Arigna e sul Pizzo Coca. Imboccando il ripido canale franoso, attrezzato con catene metalliche, che scende sull’altro versante, si arriva presso l’alto circo della valle Antica, spesso coperto di neve, e si prosegue verso Est sino all’intaglio del Forcellino. Da qui, un successivo canale roccioso immette su un malagevole pendio di ghiaie ed erba.Il sentiero, tagliando a mezza costa questo pendio, permette di aggirare la punta della Cima di Avert (2.616 m, si tratta del culmine dell’estremo sperone che il Pizzo Redorta manda verso Sud) e di proseguire con una serie di saliscendi che superano di volta in volta alcuni cordoni rocciosi opportunamente attrezzati con catene metalliche che aiutano nei passaggi più esposti anche l’escursionista meno esperto.Oltrepassata anche la costola dell’ultima elevazione del Pizzo Redorta, si scende nella piccola conca appena sopra le smeraldine acque del lago di Coca e, dopo la gradita pausa “rinfrescapiedi”, un ultimo breve tratto di sentiero permette di divallare al vicino spalto roccioso su cui è costruito il rifugio "Mario merelli" al Coca.  
Dal Brunone a piedi fino al Coca

I Malfatti

Piatto della tradizione contadina dell’Oltrepò Pavese

Trekking da Brumano al Rifugio Resegone

All’ombra del Monte Resegone

Trekking da Pizzino al Rifugio Gherardi

Fra i borghi della Val Taleggio

Trekking in Lombardia con i bambini

Ecco i percorsi in Lombardia adatti a grandi e piccoli da fare in inverno

Olevano di Lomellina

Olevano di Lomellina è un piccolo comune della provincia di Pavia, nella regione detta Lomellina, fra i fiumi Po, Sesia e Ticino. E' un paese di antiche origini la cui esistenza è sempre stata legata all'agricoltura che ancora oggi costituisce l'attività principale La vasta pianura della Lomellina ove sorge Olevano, si estende fra il Ticino, il Po ed il Sesia: " una terra strana, inquietante ed affascinante che offre ai visitatori grandi spazi, grandi silenzi, ed ampi orizzonti cosi rari in Italia. Qui tutto é stato costruito, trasformato ed organizzato dall'uomo con infinita e secolare pazienza, per natura questa terra di risorgive sarebbe un'impraticabile palude: ed in effetti tale é stata per secoli. Poi, le comunità di monaci nel medioevo, la colonizzazione feudale nel Duecento, e le grandi riforme agronomiche introdotte dagli Sforza, che sperimentarono nelle seconda metà del quattrocento la coltivazione del riso, hanno fatto della Lomellina un mosaico di ricchissimi campi di cereali. Al servizio di questa estensione di coltivazioni é stato organizzato un complesso sistema di rogge e canali e sono sorte le tipiche cascine a corte chiusa, insediamenti caratteristici dell'agricoltura industrializzata della pianura padana. Oggi il faticoso ciclo della coltivazione del riso, basato sul trapianto e sulla pulizia del cereale ad opera delle mondine, in campi prima seminati a foraggio, con una continua rotazione di colture, é soltanto un ricordo; fertilizzanti, diserbanti e mezzi meccanici hanno semplificato enormemente il ciclo lavorativo che inizia ad aprile con lo spianamento, l'allagamento e la semina del riso, direttamente in risaia, e termina a settembre con la mietitura, la trebbiatura e l'essiccazione del cereale, Anche se sono sparite le mondine "canore" e si é di molto ridotto il numero delle rane gracidanti, il territorio lomellino conserva ancor oggi nei suoi spazi dilatati, profondi e misteriosi un fascino intrigante e discreto, disperso fra cielo ed acqua. Nel 2018 è stato inaugurato il Museo di arte e tradizione contadina che raccoglie gli oggetti più significativi del mondo contadino lomellino dall'Ottocento agli anni sessanta del Novecento. Esso è ospitato in un edificio rurale ristrutturato, un tempo adibito a stalla e fienile , sito in Via Uberto de' Olevano, di fronte al Castello Medievale. Il 15 e 16 agosto, in occasione della festa di San Rocco, si svolge la Sagra del Salam dla Duja, il tipico salame di maiale conservato sotto grasso nelle olle, La duja è un vaso di terracotta in cui vengono conservati i salami confezionati con carne di maiale, sale e pepe, essi vengono asciugati e stagionati per circa un mese, prima di essere messi nella duja, ricoprti dallo strutto. Fonte Comune di Olevano di Lomellina Photo:  Solaxart - Preboggion - Milano 

Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci

Entra in uno dei luoghi storici più suggestivi nel cuore di Milano in un viaggio tra passato, presente e futuro.

Passeggiata Teglio- San Martino- Murenken- Sant'Antonio

Difficoltà: facileTipologia: anelloTempo di percorrenza: 1 ora e 40 minutiAdatta a famiglie con bambini È possibile lasciare l’auto nell’ampio parcheggio antistante il cimitero di Teglio.Si percorrono quindi pochi metri sulla strada provinciale in direzione dell’abitato di Teglio. In prossimità di un boschetto di conifere (con esemplari di cedro, abete rosso, douglasia), sorge una piccola area di sosta con tavolo e panchine, da cui parte una stradina diretta verso il fondovalle, asfaltata per un breve tratto. Verso monte si può ammirare il campanile della chiesa di San Martino. In prossimità dell’accesso a un'area privata, si scende a sinistra lungo uno sterrato e, percorse poche decine di metri, ci si ritrova tra prati e boschi della località di Murenken. Al successivo bivio, nei pressi di un boschetto di betulla, si procede verso destra e si attraversano quindi alcuni prati e campi. Si costeggia poi, per un breve tratto, un'antica mulattiera, su cui ci si innesta successivamente, addentrandosi in un bosco di castagno. La strada scende ripidamente, fino a raggiungere il tracciato asfaltato della strada provinciale che da Chiuro conduce a Teglio; da questa poastazione, si gode di una meravigliosa vista sull’intera porzione centrale della Valtellina. Si svolta a sinistra e si percorre un breve tratto in discesa su asfalto verso la ben visibile chiesa di Sant'Antonio, prendendo in seguito la stradina asfaltata che al termine del tornante appena percorso, scende verso sinistra e quindi verso la chiesa. Si prosegue in direzione dell’abitato di Teglio e si raggiunge il nucleo abitato della contrada di Sant'Antonio. Nei pressi di una fontana rivestita in pietra, si prende una ripida stradina in cemento che si percorre lasciando la fontana alla propria sinistra. Degno di nota l’affresco murario di carattere votivo presente nelle vicinanze. Si piega quindi verso sinistra, proseguendo ancora qualche metro su cemento e svoltando poi a destra, ancora su cemento, superando un breve tratto molto ripido. Si giunge quindi sullo sterrato e, lasciate le ultime case di Sant'Antonio, si prosegue costeggiando una coltivazione di meli, sempre in direzione di Teglio. A monte di un pilone dell’alta tensione si prosegue ancora diritto in direzione della linea elettrica. Si raggiunge quindi un nuovo tracciato sterrato e si prende a sinistra, lasciando alla propria destra un ponticello. Si sale quindi rapidamente verso la strada provinciale che si raggiunge nei pressi di un’abitazione. Svoltando a sinistra e percorrendo poche decine di metri ci si ritrova al punto di partenza. Clicca il link qui sotto per scoprire il prossimo percorso!