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Lodi Vecchio sulle due ruote

Un giro in bici tra campagna, centri abitati e tanta bellezza
Lodi Vecchio sulle due ruote - blog Vivere Per Raccontarla - Francesca Guatteri

Rifugi alpini, vedette della Lombardia

Un’estate al fresco in alta montagna: 10 rifugi alpini in Lombardia da visitare almeno una volta
Rifugi alpini, vedette della Lombardia

Escursioni a Zelo Buon Persico

Un itinerario naturalistico tra i Canali e la natura del Lodigiano
Escursioni a Zelo Buon Persico

Lo spettacolo è online in Lombardia

Scopri le rappresentazioni teatrali, i film, i concerti, i video e i podcast disponibili gratuitamente online
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Lombardia archeologica per tutti: l'ex monastero e l'isolotto

Chi dice che interessa solo agli archeologi? Ci troviamo a Cairate a poca distanza dal Parco RTO (Rile Tenore Olona) e dal Parco Archeologico di Castelseprio-Torba. Prima dei Romani Cairate era abitata da popolazioni celtiche e gli scavi archeologici del 1981 condotti sotto la guida del prof. Brogiolo hanno evidenziato l’importanza strategica del centro per i Longobardi per controllare le vie che da sud e da ovest confluivano a Castelseprio.  La visita guidata che propongo inizierà proprio qui a Cairate nel monastero benedettino di Santa Maria Assunta per continuare verso il Lago di Varese sull’Isolino Virginia a Biandronno che dista meno di 30 km e dal 2011 è diventato patrimonio mondiale dell’Unesco.  Le origini del monastero sono legate alla figura misteriosa della nobildonna longobarda Manigunda che lo fece erigere quale ex voto dopo essere guarita miracolosamente da una malattia renale, grazie all’acqua bevuta dalla fonte di Bergoro, un tempo nelle vicinanze. In effetti il complesso conserva un sarcofago del III-IV secolo d.C. probabile luogo di sepoltura di una donna riccamente abbigliata. Per circa un millennio il monastero, che possedeva i 2/3 del territorio cairatese e quattro mulini, è stato il centro economico e sociale di Cairate, vi si accedeva attraverso l’arco trionfale ancora visibile all’esterno; l’arrivo di Napoleone (1799) ne decretò la soppressione con la conseguente vendita all’asta dei beni. A partire dagli anni Ottanta viene acquisito in più fasi dal Comune e dalla Provincia e inizia finalmente ad essere oggetto di restauri conservativi che terminano nel 2013 svelando molti segreti. Oggi è un importante sito archeologico occupato da un’area museale di grande interesse storico e artistico, mentre la cosiddetta ala di San Pancrazio è occupata dalla sede del Municipio e dalla Biblioteca. Si accede al complesso camminando sopra i resti a vista dell’abside della chiesa tardoantica. Proprio in quest’area del monastero gli scavi hanno documentato la presenza di murature di una fattoria romana affacciata alla valle dell’Olona, dove venivano conservati cereali, legumi e altri prodotti, usata tra il I ed il IV secolo d.C. Alla fine del V secolo venne ricavata una piccola chiesa funeraria privata che attesta l’avvio di quel fenomeno di cristianizzazione promosso dai ceti dirigenti nelle aree rurali all’interno di ville romane presente in tutto l’Impero e nell’Italia settentrionale. Qualche passo in più e intravedendo il chiostro su due livelli, ci si addentra nei locali usati come refettorio e sala capitolare caratterizzati da soffittatura lignea sostenuta da colonne in arenaria decorate da capitelli cubici dove saltano subito all’occhio gli stemmi dipinti e scolpiti dei Visconti e dei Cairati. Il luogo raccolto che segue era una zona dedicata a sepolture di rango elevato: tombe conservate a quota di rinvenimento, tra cui una a vasca dipinta internamente e in posizione centrale, un’imponente struttura costruita con materiale di spoglio, tra cui una stele funeraria ornata dalla ruota solare, coperta da una lastra crucifera.  Un’ampia porzione di muro privato dell’intonaco che dal piano terra arriva al secondo consente di riconoscere la sequenza costruttiva e le numerose trasformazioni avvenute in quasi dieci secoli di storia: è un esempio pratico di stratigrafia degli alzati. Quello che segue era  probabilmente l’ambiente più esclusivo del monastero: un grande locale con doppio affaccio verso l’Olona decorato sotto il soffitto da un raffinato fregio della seconda metà del Cinquecento raffigurante putti, scene sacre e allegoriche intervallate da numerosi strumenti musicali a testimonianza dell’elevato livello d’istruzione della committente, la badessa Antonia Castiglioni. La chiesa ad aula unica, essendo claustrale è divisa in due parti, e l’aula delle monache seppur danneggiata da successivi utilizzi abitativi durante il XIX secolo presenta una parete di fondo interamente occupata da un affresco ora su tela raffigurante l’Assunzione della Vergine dipinta da Aurelio Luini e datata 1560 nella cornice parietale. Nella stessa aula una cripta a sedute testimonia la pratica alquanto macabra della scolatura dei corpi, a cui seguiva il disfacimento e la raccolta delle ossa in sepolture. Tutto ciò ebbe fine con l’editto di Saint Cloud durante la Repubblica Cisalpina.
Lombardia archeologica per tutti: l'ex monastero e l'isolotto

In moto per le colline dell'Oltrepò Pavese

L'Oltrepò Pavese è una meta ambita dai motociclisti; è costituito da una parte pianeggiante (sponda sinistra del Po), nella parte collinare si trovano i principali centri abitati, i viticoltori e le grandi cantine, e una porzione montuosa con vette di 1. 460 m del Monte Penice e 1. 724 m. del Monte Lesima.   Oggi andremo a visitare alcuni dei tanti castelli in questa zona, che contano ancora sulla storia feudale complessa e artistica oggi. Il nostro viaggio inizia a Montalto Pavese, raggiungibile da Milano con le seguenti modalità: uscita Casteggio - Casatisma Autostrada dei Vini Torino-Brescia 8. 98 km dal centro; uscita Broni - Stradella autostrada del Vino Torino-Brescia 12. 22 km dal Centro; uscita Casei Gerola autostrada dei Giovi Milano-Genova 22,55 km dal centro; uscita Castelnuovo Scrivia autostrada dei Giovi Milano-Genova 24,70 km dal centro.Il Castello di Montalto Pavese, uno dei migliori conservati nella zona, è naturalmente situato in una posizione dominante, è presentato come un edificio impressionante, con quattro torri quadrate e l'accesso con un magnifico portale decorato con pinnacoli e vasi in terracotta.Imboccando la strada provinciale SP188 a circa 20 km arriviamo al grande Castello di Montesegale, sorto sulla preesistente rocca del XII secolo, che domina dall’alto il Comune e si affaccia sulla Valle Ardivestra. Nato come edificio di controllo strategico, tra il 1200 e il 1300 fu dotato di una fortezza difensiva. Nel 1415, durante uno scontro tra Gambarana e Visconti, il Castello fu conquistato e raso al suolo.Il nostro tour continua con una visita al Castello di Stefanago, nella comunità di Borgo Priolo, accessibile in circa 15 minuti prendendo la SP184. La qualità particolare di questo castello è l'alta e potente torre in pietra.Il panorama da qui è bellissimo, uno dei più bei panorami dell'Oltrepo Pavese. Nella cantina del castello è possibile assaggiare il salame Varzi DOP, formaggi, dolci e vini del territorio.L'Oltrepò Pavese è la terza zona DOC più importante d'Italia. Le Doc includono vini per tutti i gusti: Bonarda, Buttafuoco, Sangue di Giuda, Riesling, Pinot Nero e l'aromatico Moscato. Ma l’Oltrepò non è solo una terra da vino. Produzioni artistiche, pittoresche, tipiche e una grande tradizione gastronomica coesistono. Attenzione a non esagerare con le degustazioni che la strada è lunga e con tante curve! Dal Castello di Stefanago prosegue il viaggio al Castello Dal Verme di Zavattarello, accompagnando il visitatore dalla pianura alle dolci salite e discese delle colline. Anche questo forte, davvero invincibile e che ha resistito a tanti assedi, è visitabile. Il castello in pietra ha una struttura compatta le cui mura hanno uno spessore massimo di quasi quattro metri. Edificato su un rilievo a nord del comune di Zavattarello, permette di spaziare, dalla sommità della torre, oltrepò pavese e val Tidone fino alla pianura padana. Questo forte forte del Monte Oltrepò Pavese deve il suo nome alla famiglia, che segnò la storia del castello per sei secoli: la famiglia Dal Verme.La conformazione di questi terreni ha permesso lo sviluppo di tradizioni culinarie e vino specifiche nel corso dei secoli, con ricavi unici e incomparabili.  L'Oltrepò Pavese è famoso per i suoi insaccati: una vera cultura suina che risale all'epoca celtica. pancetta, coppa, cotechini, sanguinaccio e salame di maiale, ma anche oca. Proseguiamo ora il nostro viaggio che si conclude completando un anello a Mornico Losana che si trova nella valle del torrente Verzate; dal colle su cui si estende l'abitato, dominato da un castello, si affaccia la sottostante pianura padana. Il castello di Mornico, oggi riservato agli eventi, fu costruito alla fine del XII secolo come rinforzo del castello di Montalto che si trovava sul colle più alto. Nel corso dei secoli l'edificio, la casa e contemporaneamente la torre, sono servite da osservatorio, grazie alla sua posizione dominante nella Valle del Po.Siamo molto vicini a dove è iniziato il nostro tour. Pochi chilometri ed è ora di tornare a casa!

Lagozza, Lagozzetta Besnate

ll percorso ha inizio da una chiesetta presso la località di Centenate, la Chiesa dei Santi Nazaro e Celso, e costeggia inizialmente un’azienda agricola nei pressi dell’area umida della Lagozza. Il bacino della Lagozza, oggi prosciugato, un tempo era occupato da una vasta palude con basso fondale. Le prime testimonianze di un insediamento preistorico vennero alla luce nel 1875-1877 e le ricerche archeologiche successive permisero di individuare le strutture di una palafitta e di raccogliere numerosi reperti. Di particolare interesse sono gli strumenti per la tessitura e i resti paleobotanici che testimoniano non solo lo sfruttamento delle risorse del bosco ma anche la coltivazione dei cereali sui declivi delle colline. Il villaggio fu abitato all'inizio del III millennio a.C. e fu forse abbandonato poco dopo a seguito di un incendio. Il sentiero continua poi in un vasto bosco di latifoglie per un lungo tratto di leggere salite e discese, che porta allo stagno della Lagozzetta, un’area umida che si estende su una superficie di poco più di un ettaro ed è alimentata unicamente da un piccolo bacino idrografico (circa 7 ha). L’area ospita piante di notevole interesse conservazionistico, tra le quali una particolare ninfea (Nymphaea alba subsp. minoriflora) e una pianta carnivora (Utricularia australis) presenti in modo rilevante soltanto alla Lagozzetta rispetto a tutto il territorio del Parco del Ticino. Ai margini dello stagno si trova una piccola torbiera che rappresenta, per questa tipologia di habitat, l’unica presenza nel Parco del Ticino. Questo peculiare habitat è costituito da un fitto tappeto di muschi chiamati sfagni (prevalentemente Sphagnum palustre, S. angustifolium e S. flexuosum), tra i quali spuntano alcuni cespi di carice (Carex elata). Nella Lagozzetta furono individuati, sempre nel XIX secolo, reperti tra i quali si ricordano un grosso recipiente e un lungo bastone con manico curvo in legno, che datano l'insediamento ad un periodo di poco successivo a quello della Lagozza.  L’anello è più ampiamente compreso nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) designata nel 2004, che si estende su una superficie complessiva di circa 540 ha all'interno di quattro comuni: Arsago Seprio, Besnate, Somma Lombardo e Vergiate (VA). La maggior parte del Sito “Paludi di Arsago” è occupata da formazioni boschive (circa 85%), suddivise tra boschi di latifoglie (nella parte orientale) e boschi misti di latifoglie e conifere (nella zona occidentale) e da alcuni seminativi. L’elemento più caratteristico della ZSC sono le numerosissime aree umide, costituite da stagni, acquitrini, paludi, fossi e prati temporaneamente allagati. La presenza di questi ambienti fa sì che il sito si caratterizzi come area erpetologica di interesse nazionale, grazie alla presenza di 8 specie di anfibi, il 44% delle specie presenti in Lombardia. Tra queste si registra la presenza del Pelobate fosco insubrico (Pelobate fuscus insubricus), un piccolo anfibio endemico della pianura Padana dichiarato “prioritario” dalla Commissione Europea. Recenti studi hanno restituito dati eccezionali che identificano la ZSC “Paludi di Arsago” come l’area più importante d’Italia per il Pelobate fosco. La ZSC riveste un’importanza eccezionale dal punto di vista conservazionistico, in quanto unica area italiana in cui la specie non ha sofferto il declino che ha subito nella maggior parte della pianura Padana. Nel sito sono presenti 5 habitat di interesse comunitario variamente localizzati: “Laghi e stagni distrofici naturali”, “Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho- Batrachion”, “Praterie magre da fieno a bassa altitudine”, “Torbiere di transizione e instabili” e “Vecchi querceti acidofili delle pianure sabbiose con Quercus robur”.

6 Cose da fare con i bambini tra Monza e Brianza

Gnomi, streghe, folletti e cavalieri hanno la loro casa tra gli antichi alberi. Siete pronti a trovarli? Dai percorsi tematici nel Parco di Monza alla visita guidata della Centrale Idroelettrica Bertini di Cornate d'Adda, scopri con noi 6 cose da fare con i bambini tra Monza e Brianza!   A CACCIA DI GNOMI NEI GIARDINI REALI DI MONZAUn percorso per scoprire tutte le misteriose leggende del Parco di Monza. Si parte dal grande cancello di Porta Monza e, attraversando un mondo magico popolato di misteriosi esseri fatati, si arriva ai Giardini della Villa Reale. Dicono che gli alberi dei Giardini siano talmente vecchi da conoscere generazioni di gnomi, dal cappello a punta tutto rosso. Le loro case sono sotto le radici delle querce e le loro porte sono lì a due passi dalle vostre scarpe! Potete lasciargli un po’ di dolci, ne vanno pazzi, oppure qualche goccia di buon latte in una ghianda.Scarica l’itinerario    VISITE-GIOCO E LAB CREATIVI AI MUSEI CIVICI DI MONZAAi Musei Civici, nel centro di Monza, i più piccoli possono avvicinarsi all'arte divertendosi con visite-gioco dedicate e laboratori creativi. Grazie alle stanze multisensoriali, i bambini potranno scoprire la bellezza che l’uomo ha saputo creare in millenni di storia. Nb. Per festeggiare insieme agli amici un compleanno speciale e diverso dal solito, il Museo offre la possibilità di scegliere un laboratorio per poi tagliare tutti insieme anche la torta. Scopri di più    IN BICI INTORNO ALL’AUTODROMO DI MONZAAutodromo e Parco della Reggia, una grande area verde. Il mezzo giusto per scoprirli entrambi è la bicicletta. Presso l’Infopoint dell’Autodromo è possibile noleggiarne di diverse tipologie: city bike per pedalare più comodamente e con calma negli ampi viali alberati o mountain bike per chi invece vuole scoprirne anche i sentieri più nascosti nel verde. Il servizio di noleggio si completa con una ciclo-officina aperta a tutti i ciclisti e appassionati che dovessero trovarsi in panne con la loro bicicletta, e informazioni relative ai percorsi nell’area.Scopri di più    NELL’OASI LIPU DI CESANO MADERNOUn viaggio nel microhabitat degli ambienti tipici delle Groane? L'Oasi Lipu Di Cesano Maderno ospita un Centro visite, con parcheggio, area picnic, servizi e magazzino, dove è possibile ricevere materiale informativo e visitare piccole esposizioni. Accanto al Centro Visite si estende un'area di 3 ettari con microhabitat didattici attraversati da un sentiero di 4 chilometri, attrezzato con pannelli didattici. L'Oasi dispone di un ricco programma di proposte didattiche per le scuole, dalle materne alle superiori, oltre che di tantissimi eventi natura durante l'arco dell'anno.Scopri di più     A PALAZZO ARESE BORROMEO DI CESANO MADERNOUna gita a Palazzo? Qui ad accogliervi ci sono 33 sale affrescate e 10 ettari di parco. Edificato nel XVII secolo da Bartolomeo III Arese come "luogo di delizia", Palazzo Arese Borromeo è aperto al pubblico tutti i weekend, con visite guidate la domenica. Tra le tante novità, il tour multimediale con mappa, disponibile presso l’Infopoint e una app per la lettura dei codici QR da scaricare sul vostro smartphone. Il dettaglio da non perdere? La "Galarietta fatta a Mosaicho", uno dei più significativi ambienti del Ninfeo, riccamente decorato con pitture e con mosaici in acciottolato di fiume bianco e nero a motivo geometrico-floreale, tra le quali spicca l'emblema araldico delle ali aresiane sormontato da una corona. Scopri di più    ALLA CENTRALE IDROELETTRICA BERTINI A CORNATE D'ADDAUn tempo era la più grande e potente centrale idroelettrica in Europa, nel mondo seconda solo a quella sulle Cascate del Niagara negli Stati Uniti. Inaugurata nel 1898, la Centrale Idroelettrica Bertini, sulla riva destra dell'Adda, a Cornate, fu costruita con lo scopo di elettrificare la rete tramviaria di Milano. Ancora funzionante, al suo interno puoi visitare un museo e puoi prenotare una visita guidata alla centrale.Scopri di più  - Photo CENTRALE IDROELETTRICA BERTINI, CORNATE D'ADDA, Wikimedia. 
Centrale elettrica Bertini

Proposte didattiche

Itinerari per scuole di ogni ordine e grado

Corbetta

Un borgo da scoprire vicino a Milano
Santo Stefano Ticino, arte e agricoltura

Tenda con vista

Alla riscoperta delle vacanze in campeggio, un modo sano per riconciliarsi con la natura e vivere a un ritmo più lento.
Guida ai migliori campeggi sul Lago di Garda

Un weekend a 5 stelle in Lombardia

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