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Val d'Esino

La pittoresca valle sul Lago di Como
cainallo valsassina esino

Maniva Ski

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Alla scoperta del Lago di Lugano: Valsolda e le sue frazioni

Valsolda, uno dei più importanti Comuni comaschi che si affacciano sul Lago di Lugano, è come spesso capita in questa zona la sommatoria di una serie di frazioni, riunite e separate più volte nei secoli, ciascuna con una sua importante ed antica storia: da qui infatti passavano importanti vie di collegamento mercantile. La prossimità con le acque del Lago e con il vicinissimo confine svizzero, il clima dolce e l’esposizione a sud la fanno località turistica di una certa importanza, dotata di importante ricettività e di un campeggio, di grande passaggio anche dovuto alla strada statale di collegamento con la Svizzera. Numerosi artisti valsoldesi hanno lavorato nei secoli scorsi nelle frazioni di origine, lasciando pregevoli testimonianze architettoniche, di pittura e di scultura. Ciascuna delle frazioni di Valsolda, in cui Fogazzaro ha ambientato le scene e le abitazioni del romanzo “Piccolo mondo antico” che ancora oggi possono essere riconosciute, ha una sua storia da raccontare, ed allora percorriamole (quasi) tutte in un tour ideale che può essere percorso anche in una sola giornata. Partendo da Porlezza, la prima antica frazione che si incontra è Cressogno in cui, oltre ad ammirare bellissimi scorci di panorama, si possono ammirare Chiese ed Oratori eretti diversi secoli fa. Da qui a Loggio, forse l’unica frazione edificata su terreni pianeggianti, dove è possibile ammirare antiche abitazioni ed edifici religiosi (che riportano una curiosa devozione alla Sacra Sindone, forse dovuta ad una antica emigrazione verso Torino) e poi a Drano, ove oltre al notevole sviluppo urbanistico recente si accompagna comunque un pregevole nucleo storico, ricco di antiche case signorili. Poi occorre salire fino a Puria, antico snodo di mulattiere che mettevano in collegamento le vallate e le comunità circostanti; da qui la costruzione di antiche case di mercanti. Ancora più su  e incontriamo Dasio, ugualmente punto di incrocio di mulattiere e sentieri secolari, ove possono essere ammirati bellissimi scorci di antiche abitazioni. Qui si ferma la strada percorribile con autovetture, ma parte invece lo stupendo sentiero che si addentra nella montagna verso il Passo Stretto, a collegare Valsolda con Valrezzo e quindi la Val Cavargna, attraversando la bellissima Riserva Naturale della Valsolda. Passeggiata bellissima, lunga ma ben segnalata, punti di appoggio lungo il percorso. Ritornando verso il lago stop imperdibile a Castello, un borgo fortificato, solo pedonabile, nel quale perdersi nel dedalo di piccole stradine, svolte e piazzette. Siamo ritornati sul lago, con la frazione di Albogasio (a sua volta suddivisa nelle due frazioni inferiore e superiore), ancora una volta ricca di pregevoli palazzi e chiese da ammirare preferibilmente a piedi, ed infine la tranquilla frazione di Oria, non disturbata dalla strada statale, con pregevoli scorci e ville, tra le quali la Villa del Fogazzaro, ancora arredata in stile. Pochi metri e si arriva al valico di frontiera. - ph ig: lovercars_uk
Valsolda

Consorzio Salame Cremona IGP

Organismo in grado di identificare, salvaguardare e promuovere sul mercato un prodotto tipico dell’area padana
Consorzio Salame Cremona IGP

Il Museo del Violino

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Parco Sempione

Alberi centenari, ma anche monumenti, edifici storici, un impianto sportivo. Il Parco Sempione di Milano è un luogo da vivere a 360 gradi

Alta Via della Valmalenco

L'Alta Via della Valmalenco è un percorso escursionistico in quota costituito da 8 tappe per circa 110 km, che alla fine riporta al punto di partenza.

Lombardia on the road

Lombardia: scorci meravigliosi da vedere on the road.
Lombardia on the road

Selvino

Una meta a misura di famiglia da visitare in tutte le stagioni
Selvino

San Zenone al Po

L’importante storia di San Zenone al Po è legata alla sua posizione alla confluenza dell’Olona con il Po. Il Comune di San Zenone al Po ha una superficie di 686 ettari (6,86 Kmq) ed è situato nella parte est della provincia di Pavia denominata Bassa Pavese (talvolta: Basso Pavese oppure Campagna Sottana Pavese), alla confluenza del Fiume Olona con il Po. Il territorio, pressochè pianeggiante, è caratterizzato da un intenso sfruttamento agricolo a mais, riso e arboricoltura del pioppo, quest'ultima, in particolare, lungo le golene dei due fiumi. In questo luogo sin dal Medioevo transitarono eserciti e flotte fluviali, e numerosi furono gli scontri in armi. Personaggio illustre di questa terra di fiume fu Gianni Brera, giornalista sportivo e scrittore nei cui scritti San Zenone e il Po tornano spesso legati ai ricordi d’infanzia. GIANNI BRERA (nato a San Zenone nel 1919 , morto nel 1992) è stato uno dei migliori giornalisti italiani sia per esperienza e competenza sia per originalità di stile e cultura. Laureato in Scienze politiche ha diretto quotidiani e settimanali sportivi, collaborato a periodici di grande diffusione e tenuto rubriche sportive alla televisione. E' inoltre autore di libri di storia, di biografie dedicate a personaggi illustri e di fortunati romanzi (Naso bugiardo, Il corpo della ragassa, Il mio vescovo e le animalesse), alcuni dei quali ambientati a San Zenone, la sua felice Pianariva. Il Po e l'Olona esercitano una grande influenza sulla vita dei Sanzenonesi, l'incontro della 'Madre Olona' con il grande Fiume rende all'aria qualcosa di magico, un influsso che viene avvertito anche da coloro che vengono per la prima volta a San Zenone. L'ambiente fluviale, i canali e le rogge nonchè la relativa abbondanza di pesce, favoriscono la pratica della pesca sportiva e di tutte le altre attività turistiche legate ai fiumi (spiaggia, barche, canoe ecc.). Lungo la riva del Po esiste un piccolo porticciolo turistico privato, 'Imbarcadero', dotato di bar ed attracchi per natanti, situato nelle vicinanze di una splendida spiaggia a sabbia, per gli amanti dei bagni e delle abbronzature, aperto anche alla sera per chi vuole approfittare del fresco e della splendida cornice del paesaggio fluviale notturno. Per gli appassionati della natura e degli sport, il paese offre un maneggio, una aviosuperficie per aerei untraleggeri ed alianti, un centro sportivo, gestito dalla parrocchia, dotato di: campi da calcio, tennis, pallavolo \ pallacanestro , bocce, bar - sala biliardo e angolo ludico per bambini; è possibile fare interessanti escursioni nella natura, in bicicletta, a piedi o a cavallo, lungo gli argini che costeggiano i fiumi, nei boschi e sugli arenili (per l'occasione la locale Pro Loco, appena rifondata, ha intenzione di creare al più presto una serie di itinerari naturalistici). La riva destra dell'Olona è costeggiata da due  splendidi Lungo-fiume, che dal ponte si diramano a valle (Lungo Olona F. Garavaglia) ed a Monte (Lungo Olona Don Battista Trabatti) da dove si possono ammirare, oltre al paesaggio, gli animali acquatici presenti nell'ultimo tratto del corso d'acqua (germani, oche, anatre comuni, gallinelle e occasionalmente aironi e cormorani).

Spiedo bresciano

La ricetta originale dello spiedo bresciano è a base totalmente di carne, fatto salvo per alcune eccezioni come le patate e le foglie di salvia di provenienza locale che si usa mettere tra un pezzo e l’altro per dare quel tocco pungente al sapore della carne. Le tipologie di carni utilizzate più spesso sono: Lonza o coppa suina arrotolata, per i cosiddetti “mombói”, proveniente da animali allevati in Italia e costolette suine di origine italiana. Cosce, petto o ali di pollo (o anche di anatra ed altri avicoli) di origine nazionale Coniglio (qualsiasi parte tranne la testa e le interiora) di origine italiana Uccelli da cacciagione (il cui utilizzo è stato di recente interdetto per tutti i locali pubblici e ristoranti) Tutte le carni usate nella ricetta tradizionale dello spiedo bresciano non possono essere congelate in origine, al fine di garantirne la morbidezza del prodotto finale. Altri ingredienti previsti dalla ricetta originale dello spiedo sono il burro di origine animale, preferibilmente nostrano, e con almeno l’80% di grasso ed il sale fino di origine non marina. La spiedatura inizia quando i pezzi di carne (detti anche “prese”) vengono infilzati su lunghi spiedi (o “schidoni”, o detti “bracoi” in dialetto bresciano) alternandoli uno ad uno ed interponendo qualche foglia di salvia tra un pezzo di carne e l’altro. Ogni singola presa deve avere un peso di circa 70-80 grammi. Per questo motivo è importante l’accuratezza del taglio della carne. Talvolta, su ogni schidone può venire infilzata anche qualche patata tagliata a fette di circa 1cm di altezza. Ogni “spada” deve essere riempita con le prese di carni diverse disposte nel medesimo ordine, avendo cura di posizionare i pezzi di carne più compatta di fianco a pezzi di carne grassa. La sequenza ideale prevista dalla ricetta dello spiedo bresciano prevede: costoletta, pollo (o equivalente), lonza, coniglio, uccello. Le patate vengono posizionate all’inizio ed alla fine di ogni “bracol”, e comunque a contatto con i pezzi metallici della struttura al fine di evitare il contatto diretto della carne con essi. Dopo aver riempito ogni “bracol” in maniera omogenea e di peso il più simile possibile, gli schidoni vengono montati su una struttura che li mantiene posizionati a raggiera intorno ad un perno centrale che servirà, in fase di cottura, a poterli mantenere in rotazione costante (una volta esclusivamente manuale, mentre oggi si può fare anche con l’ausilio di motori elettrici). La spiedatura così ottenuta può essere montata all’interno di un girarrosto in ferro / acciaio o posizionata all’aperto in prossimità di un camino o barbecue dove viene lasciata riposare per una notte. In questo modo, il sangue residuo all’interno della carne a riposo può gocciolare all’esterno rendendola più asciutta e idonea alla cottura. Contenuti a cura di: Il vero spiedo bresciano
Spiedo bresciano - Ph: visitlakeiseo.info

Sarnico- Colli S.Fermo- Lago d'Endine- Valle del Freddo- Sarnico

Questo percorso automobilistico, consigliato anche in bicicletta per i più allenati, prende il via da Sarnico. Proseguendo lungo la provinciale verso Bergamo, si incontra Villongo e prendendo la direzione di Adrara, si giunge all’antica struttura rurale di Castel Merlo, poco distante dalla chiesetta romanica dedicata a S. Alessandro. Continuando il percorso sulla strada provinciale si incontrano, prima Adrara San Martino, centro rurale di origini preistoriche ed importante in età medievale come ricordano resti del castello sul colle Ducone, poi, Adrara San Rocco, borgo rurale con una considerevole parrocchiale cinquecentesca. Superato questo centro, la strada sale verso i panoramici Colli di San Fermo, luogo prediletto dagli appassionati del volo libero, ma anche ricco di splendide fioriture di narcisi e genziane (*). Giunti alla Chiesa di San Fermo, si scende a Grone, dove la chiesa parrocchiale sorge su un panoramico sperone affacciato sulla Val Cavallina. Quattro chilometri alberati portano a Casazza, dal quale si raggiunge il Lago d’Endine, piccolo specchio d’acqua paradiso dei pescatori. Prendendo la deviazione a destra si giunge a Monasterolo del Castello, centro con importanti resti medievali e la chiesa del SS. Salvatore, costruita sui ruderi di un antico monastero. Proseguendo in un ambiente tra i più suggestivi si raggiunge S. Felice al Lago, graziosissima frazione di Endine, nel cui territorio si trova anche Piangaiano con il laghetto di Gaiano. Da non perdere una visita alla vicina riserva naturale della Valle del Freddo, ben nota agli studiosi per la presenza, ad un’altitudine compresa tra i 350 e i 700 metri sul livello del mare, di un’ampia varietà di specie vegetali, tra cui stelle alpine, genziane e rododendri, che di norma si possono incontrare solo a quote superiori ai mille metri. Ciò è dovuto ad un marcato fenomeno microtermico che si manifesta con l’emissione di aria gelida da alcune “buche del freddo” o “bocche” nel terreno. La Valle del Freddo è visitabile unicamente il sabato e la domenica nei mesi di maggio, giugno e luglio. L’ingresso è gratuito. Continuando verso le località turistiche di Esmate e Solto Collina, si scende al piccolo e ben conservato paese di Riva di Solto. A questo punto, si svolta verso destra e si prosegue lungo la strada che costeggia il lago, ritornando a Sarnico. (*) Variante consigliataCosteggiando il crinale che si sviluppa a destra, si percorre la “Strada del Verde” che, passando da Vigolo a Parzanica, arriva a Tavernola Bergamasca. Un percorso di eccezionale rilievo paesaggistico, con panorami mozzafiato sul lago, tra cascine, prati, pinete e borghi rurali.
Sarnico