Ho trovato 1123 risultati per musei

Stradella

Un concentrato di storia, arte e tradizioni vi attende in questo antico borgo ai piedi delle colline dell'Oltrepò
Stradella, Borghi Pavia

Valle Intelvi

Val d'Intelvi, il belvedere più romantico d'Italia.
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Cremona in un weekend

È la città dei maestri liutai. Capitale della musica, culla del violino, Patrimonio Immateriale Unesco. Scopri Cremona in 48 ore

Molteni Museum

L’esperienza del Design Italiano a 360°, dall'idea al prodotto finito. Passato presente e futuro in un’unica entusiasmante esperienza.
Molteni Museum

Albese con Cassano

In epoca romana, da Albese passava una strada a dir poco strategica: la Via Regina

Il Resegone e i Piani d’Erna

Tutto il gusto della montagna tra relax e divertimento per le famiglie ai Piani d’Erna e le ascese più estreme sulle rocce verticali del monte manzoniano
Il Resegone e i Piani d’Erna

48 ore a Milano

Prendete mappa e cartina dei mezzi pubblici... e vi faremo conoscere la città!
Idee weekend: 48 ore a Milano - Lombardia

10 motivi per visitare Pavia

Il Duomo, i musei, l’orto botanico, l’università. I borghi dell’Oltrepò. Ecco 10 buoni motivi per visitare Pavia

Milano, la cultura del sapore

A Milano, l’originale declinazione del binomio tra cibo e arte: Enrico Bartolini porta la creatività gastronomica al Museo delle Culture

Fondazione Ugo da Como

Adagiato sulle verdi colline moreniche del Garda, nel cuore del borgo di Lonato, sorge il complesso monumentale della Fondazione
Fondazione Ugo Da Como, Monumenti Brescia

Torna Degustando in bottega!

Scopri due eccellenze cremonesi: la liuteria e il buon cibo

Orazio Gentileschi: La fuga in Egitto

Nel pieno rispetto della normativa vigente la mostra è sospesa fino a data da destinarsi. Per la prima volta si potranno vedere l’una di fianco all’altra due versioni del"Riposo durante la fuga in Egitto", capolavori di Orazio Gentileschi, in una straordinaria mostra promossa dal Comune di Cremona attraverso il Settore Cultura e Musei, con la curatela di Mario Marubbi. Accanto alle due magnifiche tele, la prima del Kunsthistorisches Museum di Vienna e la seconda di collezione privata, la mostra proporrà una selezione di altri dipinti, sculture, avori, incisioni sulla popolare “Fuga” tramandata dal solo Vangelo di Matteo ma protagonista dei Vangeli apocrifi. Due tele eguali, di mano di Orazio Gentileschi, realizzate l’una dopo l’altra, dedicate al racconto del “Riposo durante la fuga in Egitto”. Un tema che, così come splendidamente ricreato dal Gentileschi, affascinò diversi committenti. Tanto che, accanto alle due versioni riunite a Cremona, se ne conoscono altre due, l’una al Louvre e al Birmingham Museum la seconda. Dipinti che sono riconosciuti tra i più intriganti del primo Seicento italiano. Le due versioni esposte all’Ala Ponzone risalgono al momento in cui Orazio Gentileschi - forse il più precoce, intelligente e spregiudicato interprete tra i pittori caravaggeschi - godeva di enorme fama internazionale. Fama accresciuta a Parigi, dove era stato chiamato alla corte di Maria de’ Medici, e ampliata a Londra dove era stato chiamato da George Villiers, primo duca di Buckingham. La caduta di Re Carlo I d’Inghilterra provocò anche quella del suo potente ministro e la sua “Fuga in Egitto” venne messa all’asta da George Cromwell ad Anversa nel 1646. Finì nelle collezioni dell’arciduca Leopoldo Gugliemo, per il suo castello di Praga, e infine al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Anche la seconda versione non ebbe pace. Dopo vari passaggi, nell’Ottocento il dipinto finì anch’esso nella collezione dei Duchi di Buckingham, a sostituire il gemello finito a Praga. Riproposto sul mercato, entrò a far parte della collezione di Paul Getty a Malibu e oggi è uno dei tesori di una collezione privata di Mantova. Per la prima volta nella storia, le due versioni “Buckingham” del “Riposo durante la fuga in Egitto” vengono esposte vis a vis, grazie al prestito concesso dal museo viennese che, in cambio, riceverà dai Civici Musei di Cremona uno dei loro capolavori, il “San Francesco” di Caravaggio. E, naturalmente, grazie alla disponibilità del collezionista che conserva l’altra versione del dipinto.