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Dove mangiare nel lecchese

Uno scenario gastronomico unico: risotto, polenta, carni e salumi, formaggi e la preziosa realtà del pesce e dell'olio d'oliva

Il territorio lecchese vede tre cucine ben caratterizzate e diverse tra loro a seconda dell'area geografica: lago, montagna, pianura.

La prima, forse la più conosciuta, è quella del lago con il suo naturale protagonista, il pesce. Il risotto con i filetti di pesce persico è il piatto nazionale del Lario, ma numerosi sono i piatti a base di pesce nella cucina locale. Resiste ed è sempre maggiormente incentivata la coltura di ulivi da cui si ricava un prezioso olio DOP.

Nelle valli e in montagna si degusta una cucina basata essenzialmente sulla polenta ad accompagnare piatti di selvaggina o rustiche tagliate di formaggio: la Valsassina infatti eccelle nella produzione casearia grazie ai pascoli e alle grotte che in ogni stagione mantengono temperatura e grado d'umidità costanti, adatte per la stagionatura del formaggio. Rinomata è anche la produzione di miele; quello di castagno, forte e penetrante, e quello di acacia, molto più leggero.

Nella zona brianzola prevalgono piatti robusti come la "cazzoeula" o "casöla", uno stufato di verze e maiale. Per quanto concerne la produzione enologica, la Brianza lecchese fino all'Ottocento è stata ricca di vigneti ma la produzione era destinata al piccolo commercio locale. Il vino più pregiato è quello della collina di Montevecchia, che sta conoscendo negli ultimi anni un'intensa attività agrituristica e una ripresa quantitativa e qualitativa.

Oggi mangiare è una forma d'arte e non più un semplice bisogno primario. La cucina è così un incontro tra tradizione e modernità, e permette di conoscere nuovi luoghi e al contempo assaporare vecchi sapori e riscoprire la tradizione.

Alcuni suggerimenti dei ristoranti lecchesi pubblicati sulle pagine delle più note guide gastronomiche italiane:

1. La guida Michelin, forse la più importante pubblicazione da consultare per ricercare un ristorante di qualità in Italia e in Europa, ha riconfermato anche per il 2017 il trio già in passato premiato con una stella: a Lecco vediamo Al Porticciolo 84, ristorante aperto nel 1984 e che da 11 anni è presente sulla guida con una stella; propone piatti a base di pesce di mare, come la "tavolozza di pescato crudo", e l'ottima pasta fatta in casa, il tutto accompagnato da una cantina con quasi 200 etichette fra italiane ed estere.
www.porticciolorestaurant.it/

2. A Viganò, nel cuore della Brianza, Pierino Penati propone piatti innovativi, nutrienti e ricchi di gusto: il cosiddetto "evolution food", un connubio di tradizione, evoluzione, innovazione e ricerca di gusto con ingredienti sani. Ristorante storico, aperto nel 1942 e dal 1974 insignito della stella Michelin, ha fra i suoi piatti "cavallo di battaglia" il risotto all'italiana con sugo di arrosto; il pane è fatto in casa, le erbe arrivano direttamente dall'orto del ristorante, le materie prime vengono da fornitori locali (frutta e ortaggi, carni e affettati), e nella carta dei vini, oltre a etichette nazionali, troviamo gli IGT di Montevecchia.
www.pierinopenati.it

3. Gambero Rosso ci porta a La Piazzetta di Montevecchia, nel cuore del Parco della Valle del Curone, indicandone l'ottimo rapporto qualità/prezzo. Lo Chef da più di 10 anni sceglie ingredienti a Km 0 e li rielabora con estro (uno fra gli ingredienti principali per tanti piatti è la burreoula, pasta del salame brianzola), ma troviamo anche piatti ricercati come la tempura di pesce spatola, un piatto che non esce mai dal menù perché "preteso" dai gourmant. Il ristorante, aperto dal 1998 e da più di 10 anni menzionato su varie guide gastronomiche, si trova in una delle più belle posizioni di tutta la Brianza, su un balcone che si erge fuori dalle nebbie.
www.ristolapiazzetta.it

4. Slow Food include nella classifica delle osterie di qualità il Sali e Tabacchi di Mandello del Lario, ristorante che dal 1999 propone piatti semplici dove uno degli attori principali è il pesce di lago (imperdibile l'antipasto misto di lago, e agoni e lavarello in carpione). Le materie prime sono a Km 0 (castagne e formaggi delle Valsassina e Valvarrone) e i piatti sono rustici ma altamente ricercati con proposte di cacciagione e pollame, accompagnati dalla polenta. Una curiosità: il ristorante è situato vicino alla torre dove nel 1158 soggiornò l'imperatore Federico Barbarossa.
www.osteriasalietabacchi.it

5. Anche Antica Osteria Casa di Lucia è menzionata sulla guida 2017 di Slow Food. Aperto dal 1983, insieme a piatti tradizionali e all'atmosfera casalinga riscaldata dal grande camino, propone ottimi taglieri di salumi e selezione di formaggi locali, pasta fatta in casa, gli immancabili brasato con polenta e risotto con pesce persico, da accompagnare con una buona scelta nei vini. Il locale, in un vecchio palazzo del 1600 nel quartiere di Acquate, si dice essere stata la dimora della Lucia manzoniana: un tuffo nel passato con i Promessi Sposi!
www.osteriacasadilucia.it

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