Alla scoperta di Palosco e della sua storia

Nella bassa bergamasca orientale, nelle vicinanze delle sponde del fiume Oglio, sorge il paese di Palosco, storicamente importante snodo fra le città di Bergamo e Brescia.

Difatti, in epoca medievale, la località si trovò al centro di truculenti dispute tra le fazioni bergamasche e bresciane, motivo per il quale, il paese dovette dotarsi di numerose costruzioni difensive, a partire da un castello.

Palosco visse anni più tranquilli e di maggiore prosperità successivamente - dal XV secolo in poi - con un forte sviluppo del commercio prima e dell’attività agricola in seguito.

Oggi è un grazioso centro del quale vogliamo mostrarvi alcune testimonianze storiche, attraverso un itinerario culturale che ne ripercorre le vicende, segnalandovi al contempo importanti punti di interesse.

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ph: bassabergamascaorientale.it

Oratorio di Santa Maria della Visitazione — Il nucleo dedicato a Santa Maria della Visitazione emerge sul terrazzo superiore del fiume Oglio. Fu luogo di culto del primo villaggio altomedievale in località Casale. Nel 1572 era di piccole dimensioni, con un'unica aula dotata di due altari e un portico rivolto a nord. A partire dal 1569, con la nomina a rettore di Palosco, il prelato Publio Fontana, letterato, poeta, botanico e accademico, attuò un deciso rinnovo. Tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo don Pietro Forlani antepose alla canonica l'ampio portico meridionale a tre campate. Il presbiterio è l'elemento più pregiato, mentre l'altare settecentesco riporta lo stemma della famiglia dei Covi.

Le porte medievali: Porta Inferiore — Con la formazione del nucleo di Palosco, entro cui trovarono protezione gli abitanti degli insediamenti alto medievali, si definì il recinto difensivo che si raccordava con la fossa del castello. La difesa era costituita da fossato, terraglio e mura. Le porte sono documentate nel 1179. Inizialmente vi erano la Porta Superiore a nord e la Porta Inferiore (successivamente si aprì quella orientale). La Porta Inferiore, collocata lungo la via S. Maria Elisabetta, dal XVI secolo fu detta anche di S. Maria; da qui scendeva la strada per Cividate e Calcio, che passava presso la chiesa della Visitazione di Maria. Attraversando il Cherio a guado si raggiungeva cascina Piantata e quindi la strada Cividate - Pontoglio.

Le case di Manfredino in Contrada Cantone — Nella contrada del Cantone, collocata tra la fossa del castello e la medievale Porta Inferiore, si insediò intorno al 1465 Manfredino Calepio, figlio di Cristoforo da Trebecco. Nel 1537 i figli Giovanni Battista e Furgolo si divisero la proprietà, che seguì le vicende dei due rami fino alla riunificazione sotto Carlo Calepio, avvenuta nel XVIII secolo. Le strutture più antiche, sostenute da elevati terrapieni e controscarpe, sottolineavano un'articolata composizione difensiva già esistente, entro la quale emergeva una torre. Le successive trasformazioni, per adeguare i luoghi a dimore padronali, si stratificano secondo linguaggi architettonici tipici dell'epoca.

Il Castello — Di probabile fondazione vescovile e sorto a difesa dei villaggi vicini, il castello è documentato con una torre fin dall'anno 957. Nelle lotte fra Bergamo e Brescia, in occasione della battaglia delle Grumore avvenuta nel 1156, il castello cedette all'impeto dei bresciani e, come riportano le cronache, venne raso al suolo. Tornato sotto il dominio di Bergamo, gli Statuti cittadini ricordano che fu affidato alla guardia di un capitano e a uomini idonei e sicuri. La base del mastio, ultimo baluardo di difesa, venne scoperta nel 1927. Situata in posizione elevata dominava il territorio. Alla sua base è stato scoperto un cunicolo verticale rastremato a gradoni che scende in profondità. Attorno e in prossimità della chiesa sono venuti alla luce il lato di una torre, un pozzo e lacerti di paramenti murari.
(ph: parcooglionord.it)

Il Palazzo delle Scuole Comunali — Il primo edificio scolastico comunale nacque per volontà dello Stato di promuovere l'istruzione pubblica di base. Nel 1905 l'amministrazione di Palosco, con sindaco Pietro Leporati, decise di costruire sul promontorio del castello una nuova scuola elementare per maschi e femmine. Il progetto venne affidato all'ingegnere Marcello Casiraghi. Iniziati allo scadere dello stesso anno, i lavori furono collaudati nel 1911. Nel 1921 l'edificio venne ampliato per realizzare nuove aule. L'architettura si richiamò al linguaggio compositivo liberty. Dismessa la scuola, l'edificio accolse prima la biblioteca per poi diventare centro civico, dotato di auditorium e vocato ad ospitare il Consiglio Comunale.

Le case di Via Marieni — Verso la seconda metà del XV secolo, lungo la linea delle mura che dalla fossa del castello seguiva la via Marieni, si attestava il ramo di Alessandro Calepio, fratello di Zilbardo da Trebecco. La posizione risultava strategica per realizzare una residenza, inoltre era ben esposta e dotata di orto o giardino rivolto al torrente Cherio. Nel corso del XVI secolo la proprietà fu divisa tra i figli legittimi. Ad Orlando spettò la porzione verso il castello e a Marco l'altra parte, in direzione di porta Bussaga. Negli anni ‘60 del XVI secolo lo stesso Marco cedette l'estremità al figlio legittimo Polifemo. I tre lotti saranno fondativi delle "case di via Marieni", ovvero di dimore padronali.

Le porte medievali: Porta Bussaga — Con la formazione del nucleo di Palosco, entro cui trovarono protezione gli abitanti degli insediamenti alto medievali, si definì il recinto difensivo che si raccordava con la fossa del castello. La difesa era costituita da fossato, terraglio e mura. Le porte sono documentate nel 1179. Inizialmente vi erano la Porta Superiore, detta di Bussaga (a nord), e la Porta Inferiore (a sud). Successivamente si aprì quella orientale. Di queste antiche strutture si conservano alcuni stipiti realizzati in conci di pietra calcarea che risalgono al XII-XIII secolo; si deve ritenere che fossero affiancate o coperte da torri sovrapposte o da elementi difensivi in alzato. Per superare il fossato, la porta doveva essere preceduta da un pontile in legno, ritrattile in caso di difesa.

Oratorio di San Pietro — L'oratorio ha origini legate allo scomparso villaggio altomedievale di Bussaga. Di fondazione presumibilmente longobarda, la chiesa fu menzionata per la prima volta in un atto del 1147. Non lontano sono state trovate alcune tombe di età tardo antica. L'impianto architettonico risale alla ristrutturazione tardo quattrocentesca. Il portale d'ingresso in arenaria reca sugli stipiti le icone usurate delle chiavi, simbolo di Pietro, mentre dalle mensole dell'architrave sporgono teste di cherubino. Affreschi devozionali di gusto rinascimentale arricchiscono l'interno, come i santi Rocco, Sebastiano e Antonio Abate, la Madonna con Bambino Salvator Mundi, e San Gottardo; sul lato opposto compare il lacerto di San Cristoforo.
(ph: valledelloglio.com)

Palazzo Ceresoli nella Contrada del Mercato — L'intero complesso padronale e rurale si sviluppava originariamente su tutto il lato occidentale della medievale piazza del mercato. Il sito dovrebbe corrispondere alla due-trecentesca Domus Magna dei nobili Suardi. Nel 1766 per via ereditaria la proprietà giunse al nobile Rodolfo Alessandri. La casa dominicale si apre sulla corte interna con un portico con volte a crociera e loggia appartenenti a due fasi distinte: alle tozze colonne con capitelli ornati a foglie d'acqua e basi unghiate quattrocenteschi del piano terra, opera dei Lateranensi, si contrappone la loggia superiore, sostenuta da colonnine con capitello toscano scanalato, databile alla fine del XVI secolo. Originali sono gli ambienti interni voltati.

Piazza del Mercato — Dopo la battaglia di Cortenuova del 1237, Palosco ebbe dalla città di Bergamo il privilegio di ospitare un mercato, diritto che fu sancito dai nuovi statuti cittadini. La favorevole posizione geografica del borgo, vicino alla strada Francesca e alle strade di transumanza verso le valli alpine, garantì al comune di Bergamo la riscossione dei dazi di questo mercato e i pedaggi dei viandanti e dei mandriani. Dalla sua funzione prese il nome la Contrada del Mercato. Nel 1978 la piazza divenne lo scenario di una sequenza della fiera paesana nel film “L’albero degli zoccoli” del regista Ermanno Olmi, vincitore della Palma d’oro al 31° Festival cinematografico di Cannes.

La Domus di Zilbardo Calepio — Posto frontalmente sull'antica piazza detta dell'olmo, domina ancora oggi lo stemma del leone rampante scolpito all'ingresso del palazzo di Zilbardo Calepio, figlio di Cristoforo, e di sua moglie Caracossa Ceresoli. Sotto il governo della Serenissima, il nobile realizzò la sua dimora nel 1486. Il carattere difensivo appare nelle antiche foto e mostra il registro inferiore chiuso con due semplici quadrotti del piano terra. Sul giardino interno si affacciava, ariosa e nobile, la composizione del portico terreno a tre campate e della-loggia superiore, costituita da arcatelle con archi polilobati, simile a quelle delle case di via Marieni. Divenuto di proprietà del medico Narcisi, nell'Ottocento lo stabile venne donato alle suore delle Poverelle per ospitare l'asilo infantile.

Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo — La fondazione di questo luogo doveva essere in origine legata ai signori del castello (X secolo). Inizialmente dipendente dal monastero benedettino di S. Lorenzo di Cremona, risultò nell'XI secolo sotto la diocesi di Bergamo. Il successivo passaggio alla giurisdizione di Brescia avvenne forse in seguito al trattato di pace stabilito tra bresciani e bergamaschi, dopo la sanguinosa battaglia detta di Malamorte (7 luglio 1191). I lavori svolti sull'edificio, potrebbero coincidere con il raggiunto stato ecclesiastico. La chiesa venne in seguito nuovamente ammodernata. La chiesa custodisce la pala del “Martirio di San Lorenzo” attribuita a Pietro Marone e e l'Incoronazione della Vergine e il sacrificio Melchisedech di Francesco Richino. Pregevoli sono gli altari settecenteschi.
(ph: lombardiabeniculturali.it)

Piazza Castello — Anticamente questa area era dominata dal fossato del castello alto medievale, che lambiva la via proveniente dalla Porta Inferiore, e da una parte del cimitero che affiancava il tempio di S. Lorenzo. L'area si estese fino a raggiungere il palazzo comunale e alle spalle era cinta da orti ricavati dal riempimento della fossa del castello. All'inizio del XIX secolo fu innalzata l'architettura a due ordini della chiesa parrocchiale. I successivi adattamenti della casa municipale ne completarono l'immagine di spazio a funzione civica e religiosa. L'aspetto attuale della piazza è frutto delle sistemazioni novecentesche, a cominciare dalla scalinata di raccordo che dall'edificio scolastico conduce alla nuova spianata.

Palazzo Comunale — In età antica e fino a tutto il Cinquecento la comunità si riuniva prima presso la piazza S. Lorenzo, per poi porsi lateralmente, nella casa Volpi, e quindi sulla via, o contrada, della Colombera. È a partire dal 1618 che la comunità entrò in possesso di questo complesso. La sede trovava finalmente un affaccio rivolto sulla nuova piazza di Palosco. Trasformato con forme classiciste e la tradizionale balconata verso lo spazio pubblico, al suo fianco, la casa della Misericordia viene adibita ad abitazione e poi adeguata nelle dimensioni e nell'architettura per farne la "Casa Littoria", sede locale del Partito Nazionale Fascista. Al termine del conflitto l'intero complesso riacquistò la sua funzione civica ed ancora oggi il sito, ristrutturato nel corso del Novecento, è sede del Municipio.

Le porte medievali: Porta della Colombera — Con la formazione del nucleo di Palosco, entro cui trovarono protezione gli abitanti degli insediamenti alto medievali, si definì il recinto difensivo che si raccordava con la fossa del castello. La difesa era costituita da fossato, terraglio e mura. Le porte sono documentate nel 1179. Inizialmente vi erano la Porta Superiore, detta di Bussaga (a nord), e la Porta Inferiore (a sud). Successivamente si aprì quella orientale. Di queste antiche strutture si conservano alcuni stipiti realizzati in conci di pietra calcarea che risalgono al XII-XIII secolo; si deve ritenere che fossero affiancate o coperte da torri sovrapposte o da elementi difensivi in alzato.

Oratorio della Madonna di Lourdes — Nel 1898, poco oltre la casa Narcisi fuori la porta Colombera, si concluse la costruzione della chiesetta dedicata alla Madonna di Lourdes su disegno dell'ingegnere Bonaventura Venanzi. L'opera fu voluta dal parroco don Pietro Chiaf. Il piccolo tempio, inserito in un grazioso giardinetto, è una libera riproposizione di elementi architettonici e compositivi basati sulla sequenza dei volumi. L'8 novembre 1908 Giovanni Maia Corna Pellegrini, vescovo di Brescia, vi celebrò l'incoronazione della Madonna. Nel 1970, per iniziativa del prevosto don Alfonso Lupezza e in occasione di straordinarie feste mariane, la chiesa venne restaurata e rinnovata dal pittore Alessandro Albini di Pontoglio.

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Erminio Dioli

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