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Dentro e fuori dalle miniere

Da Lecco in auto ci si dirige in Valsassina raggiungendo Primaluna, paese dominato dal pizzo della Pieve.   All’altezza della frazione di Cortabbio si svolta a sinistra, oltrepassiamo il torrente Pioverna e proseguiamo fino al parco minerario Cortabbio. Siamo pronti a percorrere il sentiero delle Miniere. Partiamo dal piazzale antistante l’ingresso della Nuovo ribasso seguendo la strada sterrata che risale la montagna. In circa 2 ore, eccoci di nuovo al punto di partenza, dopo aver toccato i vari ingressi del complesso estrattivo. Lungo il tracciato, di circa 3,5 chilometri, si incontrano i resti della stazione della teleferica della miniera Vittoria, a quota 654 metri, e gli imbocchi di quelle più antiche, denominate Speranza superiore e Virginia superiore. Da qui ci si affaccia sul profondo burrone lasciato dai primi scavi sugli affioramenti di Barite della seconda metà dell’Ottocento.Il bello deve però ancora arrivare, con il tour guidato nel mondo di roccia della Nuovo ribasso. Il primo tratto di 255 metri porta al fondo della galleria dove si incrocia il bianco filone mineralizzato di Barite. Durante il percorso vengono presentate macchine e modalità di escavazione. Affascinano le particolarità strutturali ed estetiche della roccia della miniera, messe in evidenza con appositi faretti. Si imbocca una deviazione e in circa 500 metri si arriva alla maestosa caverna da dove è stato estratto il minerale negli ultimi 30 anni. Un grande antro illuminato con potenti fari, Salendo alcuni metri, grazie ad alcune scalette, nella galleria verticale posta su un lato, è possibile affacciarsi direttamente sull’ampia stanza.La visita interna ha uno sviluppo di circa 2 chilometri con una durata di 1 ora e 30 minuti. (Ph: Diego Panzeri)
Dentro e fuori dalle miniere

Tra i castagni del Monte Misma

L’esplosione di colori tipica dell’autunno, con i castagni che si dipingono di un giallo intenso e caldo sui sentieri dei monti della bassa valle Seriana.   Ecco uno degli itinerari ad anello più frequentati dai bikers della zona, una vera palestra a cielo aperto. Lasciata l’auto al centro sportivo di Pradalunga, piccolo paese della bassa valle Seriana, ci dirigiamo verso lo storico ponte medioevale di Albino. Qui, si segue la strada provinciale verso il colle Gallo, noto per il Santuario della Madonna dei ciclisti: posto incantevole con un incredibile panorama, numerosi sono i ricordi di tanti campioni del ciclismo al suo interno. All’altezza della frazione di Casale ci si immette nell’area del Parco del castagno. Comincia qui il tour off road che, con brevi e ripide salite, ci porterà fino alla bellissima località Prati alti e in seguito alla chiesa di Santa Maria Assunta del Misma, un gioiello di arte romanica nascosto tra i boschi di castagno. Una sosta per godere delle bellezze storico-artistiche e del panorama è d’obbligo.Proseguiamo lambendo la parte settentrionale dell’oasi del Wwf della Valpredina, per raggiungere la località Roccolone, così chiamata per la presenza di un antico impianto venatorio per la cattura degli uccelli di passo con le reti, e quindi il castagneto secolare «La Pratolina». Ora non ci resta che scendere, arrivando nuovamente al centro sportivo di Pradalunga e concludendo questo itinerario immerso nella natura.
Tra i castagni del Monte Misma

Da San Martino al Rifugio Luna Nascente

Il percorso è semplice, adatto a tutti e attraversa la bellissima Riserva Naturale della Val di Mello in provincia di Sondrio. Passa ai piedi delle pareti di arrampicata dai nomi epici come Dimora degli Dei, Precipizio degli Asteroidi, Tempio dell'Eden, Scoglio della Metamorfosi, meta di numerosi arrampicatori nella stagione estiva. Dalla piazza del paese di San Martino, in Val Masino, ci si porta verso il Torrente Mello e si risale il fondovalle per il sentiero che costeggia il lato sinistro idrografico (lato destro salendo) del torrente. Durante la risalita si attraversa un bosco inizialmente di latifoglie e successivamente di larici per immergersi poi nei pascoli di Cà di Scuma. Immersi nella Val di Mello si supera la caratteristica località Cascina Piana e grazie ad un ponticello si raggiunge il Rifugio Luna Nascente, dove si può pranzare e cenare a base di prodotti tipici valtellinesi e ci si può scaldare davanti al camino. È possibile anche il pernottamento in calde e confortevoli camere e percorrere il giorno dopo altri percorsi immersi nella natura. Nella stagione invernale, approfittando dell'incantevole luce della luna piena, vengono organizzate delle ciaspolate serali; si può così ammirare questo meraviglioso paesaggio naturale con luci e colori diversi dal solito, che contribuiscono a rendere questa esperienza ogni volta diversa ed indimenticabile. - Ph: Margherita Pelizzari 
Da San Martino al Rif. Luna Nascente

Al RIfugio Bugone, tra scorci di lago

Per arrivare al Rifugio Bugone vi consigliamo un antico, tipico e tradizionale sentiero di montagna che parte dalla località Tosnacco del comune di Moltrasio. Un percorso da percorrere senza fretta, per poter godere, tramite i molti terrazzi naturali presenti, la bellezza del Lago di Como sotto al sole. Il tracciato è adatto a tutti i tipi di escursionisti ed è percorribile tutto l’anno; in inverno è necessario però avere con sé l’attrezzatura adeguata: ciaspole e racchette. Alla partenza si sale una bella scalinata in pietra in mezzo ad un panoramico agglomerato di case della frazione di Tosnacco, per continuare poi su una mulattiera costruita con maestria, un tempo via di contadini e contrabbandieri; sono da seguire le indicazioni per la Via dei Monti Lariani (cartelli bianchi e rossi, con bandierina CAI sentiero 1). Lungo il percorso si vedono parecchi muretti a secco e tra le pietre una Via Crucis in cotto ben rappresentata. Camminando si raggiunge l'antico borgo dei Monti di Liscione, le cui origini risalgono al 1600, ora quasi disabitato perché raggiungibile solo a piedi. Attraversato il borgo ci attende una zona piana circondata da meravigliosi faggi, la quale anticipa il nostro arrivo al Rifugio. Da qui è possibile godere di un fantastico panorama. Per i più esigenti, ma soprattutto per chi ha ancora benzina nella gambe, risalendo la collina retrostante la vista è ancora più esclusiva, visibili i paesini di Blevio, Torno, e Faggeto Lario. Molto suggestiva la passeggiata in notturna, in cui, nelle serate di luna piena, il lago offre dei magnifici riflessi luminosi.
Al RIf. Bugone, tra scorci di lago

Al Pradaccio per il Rif. Stella Alpina

A Santa Caterina di Valfurva ci troviamo a risalire la strada innevata su pendenze alterne, ma sempre dolci. Superando alcuni caratteristici gruppi di baite con la candida neve violata solamente dalle numerose orme di cervo, che nelle ore notturne scendono a bere al torrente. Si procede ora ai margini del bosco, con il silenzio interrotto solo dal volo di qualche nocciolaia, fino a raggiungere l'area pic nic estiva. Dopo un tratto in leggera salita incontriamo due tornanti che ci permettono di variare la prospettiva e dopo un ultimo tratto in falsopiano ecco stagliarsi innanzi a noi il Rifugio Stella Alpina. Pochi metri oltre il rifugio, sulla sinistra, parte la strada forestale che conduce alle baite di Pradaccio. Inizialmente procediamo immersi nel bosco tra abeti e pini cembri, per poi ritrovarci tra le radure prative delle baite di Pradaccio di Sotto. Risaliamo i prati innevati su pendenza ora più sostenuta e la vista delle baite di Pradaccio di Sopra, il nostro punto di arrivo, ci annuncia la imminente fine delle nostre fatiche. Qui il panorama diventa assai più ampio, dominato dalla mole della parete Nord del pizzo Tresero (3594 m) a Sud, dalle cime del Ghiacciaio dei Forni a Est e dal monte Sobretta a Ovest. La strada dei Forni che conduce in poco più di 4 km al Rifugio Forni, passando dopo 3 km dal Rifugio Stella Alpina, viene tenuta pulita solitamente fino ad autunno per poi rimanere innevata, e battuta normalmente dal gatto delle nevi fino a fine Febbraio quando avviene lo sgombero in previsione della sua riapertura al traffico veicolare che avviene di solito il primo week end di Marzo.
Al Pradaccio per il Rif. Stella Alpina

Nel cuore del triangolo lariano

Nel cuore del triangolo lariano si può vivere, in famiglia o tra amici poco allenati, una tranquilla passeggiata in leggera salita serpeggiante tra magnifici faggi e radure in mezzo a castagni e betulle. Basta raggiungere la località Campoè, una frazione di Caglio in provincia di Como, percorrendo la provinciale 44 in direzione Ghisallo, dirigersi verso Rezzago e seguire le indicazioni. Si lascia la macchina al parcheggio sterrato una volta superato il santuario dove è consigliata una visita. Si prosegue a piedi lungo la strada girando verso sinistra, si oltrepassa il ristorante pizzeria “Chalet” fino ad arrivare all’inizio di un selciato di facile percorrenza. In poco tempo si arriva in mezzo a un castagneto attrezzato con tavoli e panche sulla sinistra, mentre alla destra, nella boscaglia, vi è un percorso avventura per giovani e ragazzi.Seguendo sempre il sentiero selciato, si giunge alla selva di Rezzago. Scendendo lungo il caratteristico sentiero si arriva ad una radura dove ci si può riposare grazie a panche e tavoli di legno. Proseguendo oltre, giunti ad un piccolo santuario in pietra, il selciato lascia posto ad una strada asfaltata sulla sinistra e uno sterrato a destra, ed è quest’ultimo che bisogna prendere, proseguendo in mezzo ai castagni, per giungere all’ultima meta del percorso, ovvero l’agriturismo Cassina Enco. Prima di raggiungere l’agriturismo, si può visitare il primo dei due caratteristici “Funghi di Rezzago”, si trovano i cartelli lungo il sentiero per una piccola deviazione verso sinistra oltre il castagneto. - Ph: Raffaele Redaelli
Nel cuore del triangolo lariano

Verso Pian d’Erba lungo il Sentiero Botanico

Snodandosi ai piedi delle Prealpi del Triangolo Lariano, questo percorso vi porterà alla scoperta del paesaggio boschivo di questa zona.   Anche questo itinerario fa parte del progetto InTERRACED-net che ha permesso di recuperare e valorizzare aree di interesse ambientale e paesaggistico altrimenti trascurate. Il tracciato parte dall’abitato di Brienno, a quota 209 m s.l.m., per raggiungere la loc. Pian d’Erba, al confine con il comune di Schignano, a quota 1105 m s.l.m. Risale le pendici del versante attraversando ripide valli e collegando numerosi nuclei rurali montani, ormai da tempo abbandonati. Probabilmente in funzione della sua grande importanza e dell’impervietà del territorio in cui si sviluppa, il percorso è quasi interamente selciato e contraddistinto da importanti opere di muri a secco, fondamentali per gli attraversamenti più accidentati e i tratti più pericolosi. Il contesto ambientale è rappresentato da un versante boscoso che risale verso la colma d Binate dove dominano i boschi di carpino che, a quote superiori, vengono sostituiti dai boschi di faggio.Il percorso proposto, comunemente chiamato Sentiero Botanico, originariamente era la mulattiera che dall’abitato di Brienno permetteva di raggiungere l’Alpe comunale in località Prà del la Curt e che oggi prosegue fino alla località Pian d’Erba attraversando la proprietà Boyle di Putifigari. L’itinerario prende il via dalla via Regina, di fronte alla sede del comune, sull’angolo del Circolo A.C.I.S. Da qui si salgono i gradini seguendo le indicazioni della tabella direzionale CAI verso Samaina. La scalinata si snoda tra le case risalendo il versante: la giusta direzione è segnalata da segnavia rossi e bianchi con indicato il numero 1. Uscendo dalla zona abitata si incontra un primo incrocio adeguatamente segnalato e con le indicazioni per il sentiero botanico. Imboccando la direzione opposta, verso Palaina, a pochi metri si incontra l’oliveto comunale, recuperato nell’ambito di interventi promossi dall’amministrazione comunale di Brienno e dal Consorzio Forestale Lario Intelvese all’interno del PROGRAMMA DI COOPERAZIONE INTERREG V – A ITALIA SVIZZERA 2014-2020 “InTERRACED – NET - Strategie integrate e reti per la conservazione e la valorizzazione del paesaggio terrazzato transfrontaliero” (Id. 472084). Il sentiero, un selciato ben conservato, risale rapidamente il versante incontrando numerose deviazioni che conducono ai numerosi fabbricati non ancora crollati di “Giumanell” e “Salmaju”. Facendo attenzione per seguire il segnavia si arriva in prossimità della cappellina votiva di Sant’Antonio Abate. Qui si incontra un altro importante incrocio, opportunamente segnalato con tabelle direzionali CAI, dove bisogna continuare a risalire il versante imboccando la decisa salita e abbandonando la direzione dei vicini “Monti Carpina”. Il sentiero si addentra in un bosco di carpino e castagno, un ambiente decisamente forestale rispetto al precedente, anche se molto degradato per la presenza di numerosi schianti. Anche la mulattiera, ancora contraddistinta da fondo in selciato e gradini in pietra si presenta molto danneggiata, ma non per questo meno interessante. Continua la salita intervallata dall’attraversamento di numerosi valletti molto ripidi, fino ad un tratto in cui la pendenza aumenta decisamente e la mulattiera si trasforma in una massiccia scalinata in pietra sospesa nel bosco. E’ la cosi detta “Scala Santa” che conduce alla località “Costa Tuasa”, contrassegnata dalla presenza di un fabbricato completamente diroccato, che termina dopo poche decine di metri quando il sentiero spiana ed inizia un tratto quasi pianeggiante che conduce alla località “Turbola”. La località è contraddistinta dalla presenza di un complesso di fabbricati purtroppo completamente diroccati tra cui l’omonima “Sorgente Turbola”. L’itinerario prosegue riprendendo a salire dapprima gradualmente e quindi decisamente, contemporaneamente cambia il contesto forestale, che si trasforma per la presenza sempre più dominante della faggeta. Con il cambio della tipologia di bosco aumenta decisamente la presenza di schianti e sradicamenti di intere ceppaie di piante che in alcuni casi interessano direttamente il sentiero. Con attenzione e grazie agli interventi di ripristino però non si perde la direzione fino a raggiungere la località “Pra de la Curt” dove è segnalato l’Alpe comunale ormai ridotto ad un rudere difficilmente riconoscibile. In questo ultimo tratto sono cambiate anche le caratteristiche del sentiero, non più caratterizzato dall presenza di selciato e gradini in pietra, ma da un fondo prevalentemente in terra battuta, la cui traccia in alcuni casi rischia di perdersi sotto il deposito dell’abbondante lettiera indecomposta della faggeta. Siamo all’ultimo strappo che conduce al culmine della salita fino alla loc. Pian d’Erba. Siamo giunti al termine del nostro itinerario e ci troviamo sulla dorsale che collega il Monte Comana con il Monte Binate, lungo il cui asse si sviluppa il “Sentiero delle Espressioni”. Siamo anche sulla soglia della Forestale Demaniale Valle Intelvi gestita dall’Ersaf e a circa 20 minuti di cammino dall’Agriturismo Alpe Comana dove, durante la stagione primaverile/estiva è possibile trovare ristoro.
Verso Pian d’Erba lungo il Sentiero Botanico

Itinerario delle Oasi

Un’avventura cicloescursionistica che invita a scoprire la bellezza e la ricchezza naturalistica della Lomellina e del Pavese.
Un tour tra le campagne del pavese

Castelli Mantova

Il Mincio segnò per secoli il confine di importanti possedimenti. Il paesaggio venne caratterizzato da nuovi castelli in luoghi chiave
www.mantovaducale.beniculturali.it

Le piste più belle della Valle Camonica

Focus sui migliori tracciati sciistici delle località di montagna raggiungibili in meno di due ore di viaggio da Brescia
Le piste più belle della Valle Camonica - sciare

Rifugio Alpe Corte

Un rifugio adatto a tutti.
Rifugio Alpe Corte

La Via degli Abati

Conosciuta anche come l’itinerario francigeno di montagna da Pavia a Pontremoli