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Un po’ di Valtellina in tavola: gli sciatt

Croccanti e saporite frittelle di grano saraceno con un cuore di formaggio caldo e filante: una specialità da provare!   Il nome di questo piatto tipico deriva dal dialetto valtellinese "Sciatt" che significa "Rospi", principalmente per la forma rigonfia e per il colore ambrato che queste croccanti frittelle di grano saraceno assumono dopo la cottura nell'olio bollente. Per i più golosi esiste anche la versione dolce: gli sciatt al cioccolato, con l'utilizzo di cioccolato fondente e panna. Puoi farli comodamente a casa tua, la preparazione è molto semplice: Impasta 200 gr di farina di grano saraceno e 200 gr farina bianca con 30 cl di birra, un pizzico di bicarbonato e un goccio di grappa fino ad ottenere una pastella morbida. Falla riposare in frigo per un paio d’ore, intanto taglia a cubetti 250 gr di formaggio Casera. Dopodiché friggi l’impasto in piccole porzioni, ognuna con un cubetto di formaggio all’interno. Una volta dorati, servi gli sciatt caldi accompagnati da cicoria condita con olio, aceto e sale. Ed ecco un po’ di Valtellina nei piatti di casa tua! - Foto: bormio.eu

Turismo accessibile per il Cammino della Valle dei Monaci

Suggerimenti di visita per persone con disabilità ed esigenze specifiche
Cammino della Valle dei Monaci - San Lorenzo

Dolci di Natale in Lombardia

Il Natale è in arrivo. La tradizione dolciaria in Lombardia è ricca e varia ed ogni provincia ha il suo dessert tipico.
Dolci di Natale in Lombardia

Palazzo Cittadini Stampa e Castelletto Mendosio di Abbiategrasso

In corrispondenza del tratto in cui il Naviglio Grande curva per risalire verso Milano, là dove nasce il Naviglio di Bereguardo, troviamo Castelletto Mendosio, parte del comune di Abbiategrasso dal 1870.

FieraMilano, un capolavoro di vetro e acciaio

Un luogo di scambio e d'incontro, palcoscenico dei maggiori appuntamenti fieristici internazionali
FieraMilano, Monumenti Milano

I Faggi di Prato Isio

Magnifici esemplari di Faggio punteggiano il panoramico alpeggio di Prato Isio sopra Berbenno.

Al Pradaccio per il Rif. Stella Alpina

A Santa Caterina di Valfurva ci troviamo a risalire la strada innevata su pendenze alterne, ma sempre dolci. Superando alcuni caratteristici gruppi di baite con la candida neve violata solamente dalle numerose orme di cervo, che nelle ore notturne scendono a bere al torrente. Si procede ora ai margini del bosco, con il silenzio interrotto solo dal volo di qualche nocciolaia, fino a raggiungere l'area pic nic estiva. Dopo un tratto in leggera salita incontriamo due tornanti che ci permettono di variare la prospettiva e dopo un ultimo tratto in falsopiano ecco stagliarsi innanzi a noi il Rifugio Stella Alpina. Pochi metri oltre il rifugio, sulla sinistra, parte la strada forestale che conduce alle baite di Pradaccio. Inizialmente procediamo immersi nel bosco tra abeti e pini cembri, per poi ritrovarci tra le radure prative delle baite di Pradaccio di Sotto. Risaliamo i prati innevati su pendenza ora più sostenuta e la vista delle baite di Pradaccio di Sopra, il nostro punto di arrivo, ci annuncia la imminente fine delle nostre fatiche. Qui il panorama diventa assai più ampio, dominato dalla mole della parete Nord del pizzo Tresero (3594 m) a Sud, dalle cime del Ghiacciaio dei Forni a Est e dal monte Sobretta a Ovest. La strada dei Forni che conduce in poco più di 4 km al Rifugio Forni, passando dopo 3 km dal Rifugio Stella Alpina, viene tenuta pulita solitamente fino ad autunno per poi rimanere innevata, e battuta normalmente dal gatto delle nevi fino a fine Febbraio quando avviene lo sgombero in previsione della sua riapertura al traffico veicolare che avviene di solito il primo week end di Marzo.
Al Pradaccio per il Rif. Stella Alpina

Dal Rifugio Curò al Rifugio Tagliaferri

A metà strada esatta tra il Rifugio Curò e il Passo del Vivione; il Rifugio Tagliaferri si presenta come tappa intermedia ideale dell’itinerario naturalistico Antonio Curò. La zona è tutelata dalla Riserva Faunistico-Venatoria Valbelviso-Barbellino, si presenta molto interessante per la varietà di animali, piante e per i numerosi laghetti sparsi sui pendii delle montagne circostanti. L'itinerario parte in quota dal Rifugio Curò (v. apposito itinerario per raggiungerlo) e costeggia il Lago Barbellino per pochi minuti fino ad incontrare sulla destra il torrente che scende dalla Val Cerviera (ponte in legno). Da qui si risale costeggiando le cascate e si percorre poi un tratto di valle che conduce ad un altro tratto più ripido che permette di superare un salto di roccia allietato da una cascata. Ora ci si trova in un ampio pianoro (2234 m - deviazione sulla destra per i laghi della Val Cerviera).Si affronta invece sulla sinistra (est) un altro tratto ripido e, di seguito, si prosegue fino allo spartiacque con la Val Bondione. Si attraversa la testata di questa (incrocio con sentiero 322 che sale da Lizzola) fino al Passo Bondione (2633 m) e si scende un poco nell'alta Valle del Gleno.Si risale fino al Passo di Belviso (2518 m) incontrando il sentiero 410 che proviene da Bueggio e, scendendo prima sul versante valtellinese e poi tornando su quello scalvino, si incrocia il sentiero 413 e in pochi minuti si è al Rifugio Tagliaferri (2328 m).
Dal Rifugio Curò al Rifugio Tagliaferri

Il sentiero del Rat

Poggiridenti

Lago Palù da San Giuseppe

Giungendo al parcheggio della seggiovia di San Giuseppe, si imbocca la strada sterrata che parte dal ponte, dopo alcuni tornanti tra i boschi di conifere, si giunge in località Barchi, dove è possibile trovare un altro parcheggio, da qui il percorso si trasforma in sentiero verso il rifugio Barchi. La salita dura circa un'ora e trenta, a tratti nel bosco a tratti fra le radure, fino a raggiungere l'ampia e suggestiva piana del lago Palù (m 1921 s.l.m.), impareggiabile è il panorama dal suo rifugio Palu', sulla sinistra del lago. Una mezz'ora di passeggiata lungo le sponde regala magnifici scorci. Esiste un itinerario in alternativa un pò più lungo, cioè dopo aver lasciato il parcheggio di Barchi prevede il percorso sulla destra, si inoltra nel bosco passando per le località Paluetto, il Barchetto e la Zocca.  N.B. in estate è possibile prendere più comodamente gli impianti di risalita da Chiesa in Valmalenco e, una volta raggiunta l'Alpe Palù, dirigersi al lago con una piacevole passeggiata di pochi minuti.

Da San Martino al Rifugio Luna Nascente

Il percorso è semplice, adatto a tutti e attraversa la bellissima Riserva Naturale della Val di Mello in provincia di Sondrio. Passa ai piedi delle pareti di arrampicata dai nomi epici come Dimora degli Dei, Precipizio degli Asteroidi, Tempio dell'Eden, Scoglio della Metamorfosi, meta di numerosi arrampicatori nella stagione estiva. Dalla piazza del paese di San Martino, in Val Masino, ci si porta verso il Torrente Mello e si risale il fondovalle per il sentiero che costeggia il lato sinistro idrografico (lato destro salendo) del torrente. Durante la risalita si attraversa un bosco inizialmente di latifoglie e successivamente di larici per immergersi poi nei pascoli di Cà di Scuma. Immersi nella Val di Mello si supera la caratteristica località Cascina Piana e grazie ad un ponticello si raggiunge il Rifugio Luna Nascente, dove si può pranzare e cenare a base di prodotti tipici valtellinesi e ci si può scaldare davanti al camino. È possibile anche il pernottamento in calde e confortevoli camere e percorrere il giorno dopo altri percorsi immersi nella natura. Nella stagione invernale, approfittando dell'incantevole luce della luna piena, vengono organizzate delle ciaspolate serali; si può così ammirare questo meraviglioso paesaggio naturale con luci e colori diversi dal solito, che contribuiscono a rendere questa esperienza ogni volta diversa ed indimenticabile. - Ph: Margherita Pelizzari 
Da San Martino al Rif. Luna Nascente

Dal Curò tra i fiori della Val Seriana

Itinerario dal Rifugio Curò al Monte Cimone
Dal Curò tra i fiori della Val Seriana