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La Valchiavenna e la Valle Spluga

Alpeggi, laghi, torrenti e una variegata rete di sentieri lungo cui camminare tra natura e borghi di montagna dove il tempo sembra essersi fermato
La Valchiavenna e la Valle Spluga

In bici da Menaggio a Porlezza

Dal Lago di Como al Lago di Lugano lungo le tracce dell' ex-ferrovia
La ciclabile Menaggio - Porlezza

I migliori rifugi in Lombardia

Polenta, stufati, vino e aria fresca. L’Adamello, lo Stelvio, le Prealpi Orobiche. Scopri i migliori rifugi in Lombardia
I migliori rifugi in Lombardia

Lago di Garda tra castelli e vestigia

Terra di piacere e di invasioni, il basso Garda è ricco di testimonianze storiche, che affondano le radici addirittura nell’età del Bronzo
Lago di Garda Tra castelli e vestigia

Lago di Como: Manzoni ma non solo

“Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti…”: alla scoperta della sponda orientale del Lario
Lago di Como: Manzoni ma non solo

Dal Rifugio Curò al Rifugio Albani

Dal rifugio Curò, pertanto, di buon mattino, ci si immette sulla mulattiera che scende verso Valbondione (segnavia CAI n.305) e, dopo circa 20’, nei pressi di un tornante, si giunge all’indicazione del sentiero n.404 che si stacca a sinistra della mulattiera stessa (circa 1.750 m). Si imbocca questo sentiero che, con andamento semi pianeggiante e direzione Sud-Ovest, traversa i pendii del monte Cimone, su terreno pietroso alternato a tratti con bassa vegetazione, superando un canalone detritico. Si lascia sulla destra il sentiero n.306 che sale da Lizzola e, con pendenza maggiore, deviando verso sinistra (SE), si risale decisamente su pietroni molto assolati, raggiungendo il cosiddetto “Colle delle Miniere” (1.920 m, 1h dal bivio) sulla cresta che unisce il sovrastante e vicino monte Pomnolo al monte Toazzo. Il panorama che offre questo pulpito merita una sosta: verso Ovest-Nord-Ovest, si ammira la serie di monti che dal Pizzo Redorta prosegue fino al Pizzo Coca, con la valle di Coca e il rifugio Coca visibile all’imbocco della valle. Verso Nord-Est ecco apparire i monti della Valmorta, nei pressi del rifugio Curò, appena lasciato. Dal crinale si discendono, con numerosi tornanti, i pendii erbosi dei pascoli di Passevra, con la baita omonima, recentemente ristrutturata. Stando alti sopra la baita, che osserviamo alla nostra destra, perdiamo quota, tra cespugli di lamponi e grassi pascoli fino a raggiungere il torrente Bondione, nel fondovalle (1.580 m, 30’ dal Colle delle Miniere). Si passa il torrente Bondione, portandosi così sul versante opposto della valle. Qui, in prossimità di un cartello indicatore, vi è il sentiero CAI n.322 che, proveniente da Lizzola, risale la valle del Bondione fino al Passo di Bondione. Continuando lungo il segnavia n.304, si risalgono invece, verso destra (SO), i pendii del monte Crostaro e del monte Sasna, tra ceppi di rododendri. Questo tratto di sentiero supera numerosi canali percolanti di acqua, di cui uno attrezzato con un paio di metri di catena e alcuni poggiapiedi metallici. Continuando si perviene ai pascoli della baita del Crostaro (1.701 m, 30’ dal fondovalle), superata la quale, con dolci saliscendi, si risalgono i pendii sovrastando i pascoli di Fles, su un terreno meno arido e più ricco di humus. Superando alcuni imbocchi di miniera, poco sotto il sentiero, si raggiunge il crinale del Passo della Manina (1.799 m, 40’ dalla baita del Crostaro) con la caratteristica chiesetta posta su un dosso erboso poco oltre, a dominio di due vallate (3h 30’ dalla partenza). Dalla chiesetta ci si abbassa leggermente verso Sud-Ovest (nostra destra), immergendoci nel segnavia CAI n.401, che ci condurrà fino al rifugio Albani. Trascurata ogni deviazione, si prosegue tra cespugli e ontani in direzione dei pascoli alti dell’Asta, che si raggiungono con un percorso a tornanti, dopo aver superato la Sella d’Asta (1.968 m, 30’ dal Passo della Manina). Verso Est (nostra sinistra) è visibile il monte Barbarossa, con i suoi pendii ghiaiosi, ambita meta scialpinistica. Si aggirano i pendii meridionali del monte Barbarossa, tenendosi sulla sinistra della conca e, dapprima su terreno scarsamente inerbato, poi su pietraia, si procede in direzione del Pizzo di Petto. Alla nostra destra, in basso, è visibile il minuscolo laghetto di Vigna Vaga, detto anche “Lago Spigorel” (1.821 m), mentre sullo sfondo si nota elegante la costa calcarea del monte Secco-Pizzo Arera. Si oltrepassa l’ultima sorgente (spesso asciutta), nei pressi della base del Pizzo di Petto e, dopo aver incontrato il sentiero n.309 che sale dai Tezzi di Gandellino, si inizia la lunga risalita, con ampie diagonali, della pietraia posta sotto la cresta del Pizzo di Petto (2.230 m, 1h 30’ dal Passo della Manina). Verso Sud, ecco, come per incanto, apparire la Presolana con il monolitico monte Ferrante, mentre più lontano il gruppo del Pizzo Camino, con le sue forme appuntite, domina la sottostante valle. Attraversiamo ora, verso destra, su un bel tracciato semipianeggiante i pendii della costa che unisce il Pizzo di Petto con il monte Vigna Vaga, raggiungendo il passo di Fontanamora, alla testata della valle Conchetta (2.253 m).Il sentiero prosegue verso Sud-Est, costeggiando la Cima di Fontanamora e salendo a una selletta, dalla quale si scende, in diagonale, alla “Bocchetta settentrionale” del monte Ferrante, una sorta di ampia conca fiorita ed erbosa ai piedi del roccioso spigolo Nord-Ovest del monte stesso (circa 2.260 m, 1h dall’intaglio del Pizzo di Petto). Su terreno detritico si aggira sulla sinistra il monte portandosi alla “Bocchetta meridionale”, dalla quale parte il sentiero “normale” per il monte Ferrante. Siamo vicini alle piste di sci, al cospetto dell’imponente parete Nord della Presolana. Per pascoli magri alternati a tratti più rocciosi, si scende al passo Scagnello (2.280 m, 30’ dalla Bocchetta Nord), dal quale superando pascoli e roccette si giunge nei pressi del cosiddetto “mare in burrasca”, caratterizzato da incisioni e creste aguzze scavate dall’acqua che ricordano le onde marine, situato nei pressi del rifugio Albani, in breve raggiunto.
Dal Rifugio Curò al Rifugio Albani

Da Sotto il Monte sulle orme del Papa

Partiamo a Sotto il Monte dalla casa natale di Papa Giovanni, situata vicino alla Chiesa di Santa Maria di Brusicco, dove fu battezzato Angelo Giuseppe Roncalli.   D’obbligo la visita alla casa natale e alla chiesa, dove si può parcheggiare l’auto. Un primo ‘sasso commemorativo’ all’ingresso della casa natale indica l’inizio del percorso, ben segnalato da cartelli posti sulla strada che indirizzano il cammino. Percorriamo in successione, seguendo le indicazioni scritte e/o i bolli rettangolari bianco-rossi con la scritta JXXIII, alcune vie di strada asfaltata fino a immetterci, in località Malmetida, in zona collinare, lontano dall’abitato, su una stradetta sterrata a tratti cementata o acciottolata, dov’è posto il secondo ‘sasso commemorativo’ da dove in leggera salita raggiungiamo la località Mulini. Continuiamo fiancheggiando bellissimi muri a secco, tra prati e boschi distesi sul versante ovest del Monte Canto fino a giungere in località Alzata in corrispondenza del bivio con la strada che sale a Tassodine.Pieghiamo a sinistra fino a raggiungere il quadrivio dove imbocchiamo a destra la via Alzata e, a seguire, la via Valle con la chiesetta di S. Bernardino. Raggiunto un bivio con santella votiva, lasciamo la strada asfaltata per piegare a sinistra sulla comoda sterrata che, man mano che si inoltra nel bosco, diviene quasi pianeggiante, offrendo bei panorami sulla valle dell’Adda con vista verso la Madonna del Bosco. In località ‘Acquedotto’, dove ci si presenta sull’alto muro a secco il terzo ‘sasso commemorativo’, proseguiamo lungo la stradetta-mulattiera sino alla località Gavardo, dove fiancheggiamo, sulla destra, l’omonimo agriturismo. Superata una sbarra che non consente il passaggio alle autovetture, ci inoltriamo nel bosco ora su un sentiero vero e proprio che ci porta, in un ambiente selvaggio, completamente disabitato, nel bosco di prevalenti castagni, dov’è comunque situata un’area pic nic. In località Roccolo ci si presenta il poco piacevole spettacolo di alcune costruzioni recenti incompiute ed abbandonate, disposte a mo’ di villaggio residenziale, come pure, nella sottostante ampia radura, una lunga costruzione lasciata inconclusa. Seguendo il sentiero nel vasto castagneto in decisa discesa scendiamo fino al quarto ‘sasso commemorativo’ per poi immetterci su strada asfaltata che ci porta al Santuario dell’Addolorata a Ca’ de’ Rizzi. Oltrepassata la ferrovia, attraversato il ponte su torrente Sommaschio, raggiunta la strada provinciale, seguiamo le indicazioni che indirizzano saggiamente ad attraversarla in zona sicura con semaforo.Risaliamo ora in via Cave di Sopra e via Bema con vista verso Pontida e sull’abitato di Cisano e verso Caprino. Proseguendo su sentiero nel bosco, in vista di Celana sullo sfondo dei Monti Linzone e Tesoro, incontriamo il quinto ‘sasso commemorativo’ e una successiva cappelletta per poi abbassarci alla località di Ombria, da dove, usciti su strada asfaltata, giungiamo al Collegio di Celana.Qui il piccolo Angelino Roncalli a 11 anni veniva a scuola! Per il ritorno a Sotto il Monte, si può ripercorrere in senso inverso il percorso di andata, oppure conviene rientrare con percorso ad anello ed anche più breve passando da Pontida e Fontanella.Quindi da Celana scendiamo a Pontida, dove possiamo sostare e visitare il l’Abbazia, Monastero cluniacense di S. Giacomo Maggiore. Dall’Abbazia seguendo le indicazioni per Fontanella, alla fine del cimitero, prendiamo il sentiero 898 (Pontida-Fontanella), che prima su stradetta in terra battuta, poi su mulattiera-ampio sentiero, sale in traverso il versante nord del Monte Canto, attraversando fitti boschi di castagni. Incontriamo nel mezzo del bosco la ‘Pietra di S. Alberto da Prezzate’, una grande pietra sagomata comodamente a misura d’uomo, dove, secondo la leggenda, il santo, si distendeva per riposare e dove trovava immediato sollievo a mal di schiena e gambe di cui soffriva. Raggiunta la dorsale, scendiamo all’Abbazia di Fontanella (450 m), dove il sentiero 898 termina.Qui conviene sostare per visitare lo splendido complesso monastico, aperto al pubblico. L'Abbazia fu fondata nel 1080 da Alberto di Prezzate; in tempi più recenti, fu gestita da Padre David Maria Turoldo dal 1964 fino al 1992, data della sua morte. Per rientrare a Sotto il Monte ora imbocchiamo il sentiero 893, il più breve e il più comodo, oltre che ben segnalato.In saliscendi e in leggera discesa, il piacevole sentiero di ‘mezzacosta’, che attraversa boschi di castagni, robinie, noccioli, ci porta alla Torre di S. Giovanni con la chiesetta di Santa Maria che domina l’abitato di Sotto il Monte con ampia vista sulla pianura. Ora la Torre è in custodia agli Alpini di Sotto il Monte. Infine scendiamo su mulattiera gradinata a Ca’ Maitino, dove è possibile visitare il museo di Papa Giovanni, per rientrare alla Chiesa di Santa Maria di Brusicco e alla casa natale di Papa Giovanni, dove si chiude il bel lungo percorso ad anello.
Da Sotto il Monte sulle orme del Papa

La Città Verde

La città dentro al parco

Laghi

Ogni lago in Lombardia è un mondo incantato da vivere e conoscere. Sotto tutti i punti di vista e in tutte le stagioni.
Laghi

Capovalle

Alta Valle Sabbia, terra fra due laghi
Capovalle (BS), Valle Sabbia, Lombardia

7 castelli in Lombardia da visitare una volta nella vita

Dal Lago di Garda alla Valtellina, passando da Milano. Tra mura merlate, torrioni e logge porticate
Castello Sforzesco a Milano

Terme di Sirmione

Un castello, centri termali e wellness hotel. A Sirmione, sul Lago di Garda, il rito del benessere si celebra anche open air
@inlombardia - Terme di Sirmione, Lago di Garda