• Itinerari

La valle dei misteri

Partenza/Arrivo
Da: Forcola (SO)
A: Forcola (SO)
Tipologia/Periodo
Trekking
Primavera/Estate/Autunno/Inverno
Durata/Lunghezza
2 ore
5km
Dislivello
Salita: 450m
Difficoltà
FACILE

La val Fabiolo è una piccola ed incantevole valle che conduce dal paese di Forcola, in riva all’Adda, a Campo Tartano, in provincia di Sondrio.

Questa valle, è conosciuta come la valle di misteri, ci sono infatti diverse leggende che la abitano. Si racconta che, dopo il tramonto, passando fuori da alcune baite, si possa sentire il misterioso tintinnio di uno “zampugnìi”, il campanello che si lega al collo delle capre per individuarne la posizione e si possano vedere misteriose figure che ballano tenendo in mano una fiaccola. La spiegazione di questi eventi è ricondotta ad un’antica frana che, nella località Sponda, seppellì un gruppo di persone intente a gozzovigliare, senza ritegno né timore di Dio. Pare che le loro anime si aggirino ancora e si diano, talora, convegno per rinnovare l’ebrezza dei balli sfrenati: molti dicono di averle viste e sentite, passando sulla mulattiera, nelle notti più chiare.

Il percorso proposto, partendo da Somvalle, piccola frazione di Forcola, ridiscende la val Fabiolo fino al bivio di Scalòcc per poi risalire la sponda est raggiungendo la Ca’ Redunda al Pramusìi. Una camminata adatta a tutti, anche ai bambini, in ogni periodo dell’anno.

La Casa Rotonda, destinazione dell’itinerario, è un piccolo edificio, che, come dice il nome, ha la particolare caratteristica di essere rotondo. Questa particolare baita è stata progettata nel secondo dopoguerra da Giuseppe Toccalli, un tipo originale, che non trovando motivi per costruirla con i quattro classici lati, decise di renderla rotonda. Dai prati del Pramusìi, dove si erge la baita, il panorama corre lungo la bassa Valtellina, incrociando dapprima il versante opposto della val Fabiolo con il gruppo di baite di Sostila, e le cime del Culmine e del Crap del Mezzodì. Andando oltre si incrociano la Costiera dei Cech e il monte Legnone e, più in lontananza, le cime dell’alto Lario contornate dalle Lepontine.

Il sentiero, sempre evidente e ben segnato, attraversa i boschi di latifoglie, tipici delle Orobie alle basse altitudini, che, in autunno, regalano sfumature dal rosso acceso dei castagni al giallo chiaro delle betulle. Da Somvalle si scende, su largo sentiero, spesso umido, ad un primo gruppo di baite, Sponda, che, grazie ai suoi prati, ci permette di godere dei giganti di granito della Val Masino. Superato l’alpeggio si continua in discesa fino ad un anonimo bivio, detto Scalòcc. Qui inizia la salita, seguendo le indicazioni per la Ca’ Redunda; si risale il pendio che, con diversi tornanti, conduce alla Motta, un gruppo di case rivolto a ponente. Il sentiero piega a destra subito dopo l’ultima casa e riprende la salita.

Dopo poco si sbuca in una radura circondata da muretti a secco: il Pramusìi e l’inconfondibile Ca’ Redunda, questo ultimo passaggio pare fosse, in tempi lontani, presidiato da un temibile basalèsk, un essere indefinito, un po’ lucertola, un po’ drago, un po’ gallo, che paralizzava i viandanti con il suo terribile fischio ma da tempo non lo si sente più, pare non essere sopravvissuto al disincanto del mondo contemporaneo.

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Ph: Mattia Bedetti

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