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Bergamo, caccia ai sapori

Valli di straordinaria bellezza, come la città che le guarda dalle mura. Vini, formaggi, pasta. I sapori di Bergamo e dintorni

Viticultori per editto, casari per passione, le genti delle valli bergamasche amano la montagna e regalano agli animali il miglior ambiente possibile per ottenere grandi formaggi che profumano d’alpeggio.

Nel territorio di Bergamo un editto del 1266 obbligò tutti coloro che possedevano fino a tre pertiche di terreno a piantare una vigna: ecco perché quest’area vanta un’antica tradizione di vino. Il territorio bergamasco fa capo a una città dalla bellezza unica: una passeggiata nel suo centro storico inerpicato su un’altura e circondato da antiche mura, seguendone il perimetro fino al Castello di San Vigilio, è un’esperienza memorabile.

Nella zona prealpina collinare il terreno è colmo di orti di scarola; le montagne, invece, ospitano negli alpeggi d’alta quota le vacche per tutta l’estate: gli animali pascolano liberi sui prati nell’aria pulita delle vette, mangiando l’erba di montagna, fragrante di fiori. Profumi che si ritrovano poi nel latte e nel formaggio. Qui, ben nove formaggi hanno ottenuto il riconoscimento della Dop, il Formai de Mut (alpeggio, in dialetto bergamasco) dell’Alta Valle Brembana è uno dei più apprezzati.

Queste montagne sono attraversate da una fitta rete di sentieri ben segnalati, che permette di raggiungere tutte le vette delle Alpi Orobiche: splendide in estate e inverno, per lo sport e il relax.

La cucina bergamasca è sostanziosa e saporita con ingredienti semplici e grande attenzione alle materie prime. I casoncelli (o “casonsèi”), dischi di pasta con un cuore di carne tritata di manzo e maiale serviti con burro fuso insaporito con salvia e pancetta, sono il piatto principe. E poi ci sono i deliziosi salumi, come il salame della bergamasca, la salsiccia e il cotechino.

Due vini da non farsi scappare durante una gustosa visita nella zona sono il Valcalepio DOC, un rosso prodotto con uve Merlot e Cabernet Sauvignon, e il Moscato di Scanzo, vino rosso da dessert che si produce solo sulle colline del comune di Scanzorosciate - è la DOCG più piccola d’Italia - con uva vendemmiata tardivamente e appassita per quaranta giorni e che matura almeno due anni in bottiglia.

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