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Al Rifugio Laeng tra pini mughi e cespugli di rododendro

Con un fuoristrada si può arrivare sino ai pressi del Lago di Lova, un piccolo lago artificiale situato nel territorio comunale di Borno,     in Val Camonica in provincia di Brescia, bisogna avere un permesso comunale, fino a Noverino ci si arriva invece con tutte la auto ma, per chi vuole camminare di più, si può lasciare il proprio mezzo a Borno Alta quando iniziano le indicazioni per il Lago di Lova e la Trattoria Navertino. Lasciata l'auto ci si incammina seguendo la stradina in salita, tra i prati si superano alcune case e poi si entra nel bosco ignorando un sentiero a sinistra e passando accanto ad una stalla e a un grande prato sulla destra.Trascurato un altro ampio sentiero a sinistra, si cammina lungo una staccionata di legno fino ad un'area pic-nic ed ad una cappella dedicata alla Madonna di Fatima. A destra il panoramaregala una bella veduta su Borno e sulla vallata.Si supera una vecchia cascina davanti alla quale c'è una panchina con la scritta "Banca del Riposo”, si continua tra prati e alberi sino ad una casa davanti alla quale c'è una fontana, una madonnina e una panca; si ignora un altro ampio sentiero sulla sinistra, si supera un ponte con un parapetto di legno e il tratto si fa decisamente ripido, poi la pendenza diminuisce. Proseguendo si incontrano dei segnavia sul percorso che indicano a sinistra il Rifugio Laeng a ore 1.30, il Passo Varicla a ore 3, il Pizzo Camino a ore 3.30 e la Cima Moren a ore 3.30, vi è anche un cartello che indica se il Rifugio Laeng è chiuso o aperto, dopo mezzora si ritrovano altri segnavia.Sul sentiero dopo una mezzoretta un laghetto dalle acque cristalline nel quale si specchiano gli alberi circostanti, si continua tra pini mughi e cespugli di rododendro e si raggiunge il centro della conca dove è situato il rifugio.
Al Rifugio Laeng tra pini mughi e cespugli di rododendro

Da Fiumenero al Passo di Valsecca

Il Passo di Valsecca è la meta dell’itinerario che vi consigliamo ma attenzione a primavera inoltrata è importante fare molta attenzione a consistenza e spessore del manto nevoso.   Il Passo di Valsecca separa il Diavolino, propaggine del Pizzo del Diavolo di Tenda, dal Pizzo Poris. Il percorso si sviluppa all’ingresso di Fiumenero, frazione di Valbondione, paese conosciuto per il triplice salto da 315 metri delle cascate del Fiume Serio. Si lascia l’auto nel parcheggio di fronte al punto in cui comincia il sentiero numero 227, che indica il Rifugio Baroni al Brunone, si prosegue sulla sponda destra del Torrente Nero che, caratterizzato da belle gole, in estate è meta di numerosi appassionati di canyoning.A una quarantina di minuti dalla partenza si raggiunge un’ampia radura denominata Campel, nella parte alta a sinistra vi si trova una baita dove, nel periodo estivo, risiede un malgaro con parecchi animali tra i quali dei bellissimi cavalli. Proprio in Località Campel si deve girare di 90 gradi a sinistra e attraversare il Torrente Valsecca, entrando nel canale omonimo, si prende un sentiero ben battuto che permette di superare una cascata e, subito dopo si trova la neve residua delle valanghe che hanno riempito il fondovalle.È preferibile, da questo punto, salire con gli sci ai piedi e possibilmente ai lati degli accumuli di neve. Superati i 1.800 metri di altitudine la coltre si fa più liscia, consistente e meno rovinata dai detriti delle valanghe.Le pendenze aumentano leggermente fino alla parte alta del canale, dove compare sul versante sinistro la sagoma rossa del Bivacco Frattini. Dal Passo di Valsecca, che ora si vede molto bene mancano poco più di 200 metri di dislivello. Nell’ultimo tratto l’inclinazione del versante aumenta in modo progressivo fino al passo.
Da Fiumenero al Passo di Valsecca

Valle del Bitto di Albaredo

Storia, antichi mestieri e tanta natura
Valle del Bitto di Albaredo

Alla scoperta della Val Venina

Partendo dalla visita ad Ambra, un avvincente itinerario
Alla scoperta della Val Venina

I laghi di Torena in Val Belviso

La Val Belviso è la più orientale delle Orobie Valtellinesi.   Dominata dal grande invaso artificiale, il Lago Belviso, segno tangibile di quanto l’industria idroelettrica sia importante in questa zona, la valle non ha perso però le caratteristiche naturali che ne fanno uno degli angoli del territorio più remoti e apprezzati dagli escursionisti. Giungere ai piedi del Monte Torena, ammirando la costellazione di laghi che lo circondano, andando in cerca delle numerose incisioni rupestri sparse sui massi, è un’esperienza unica. Un viaggio che inizia al Rifugio Cristina. Dalla frazione Liscedo di Aprica s’imbocca la strada in discesa verso la centrale di Ganda, quindi la comoda sterrata che porta al Rifugio Cristina dove si lascia l’auto. Dal Cristina si può visitare l’antica chiesa dedicata a S. Paolo. Una breve salita con due tornanti portano alla palazzina Falck a Ponte Frera. S’imbocca il sentiero numero 317 a destra che attraversa boschi di frassini misti a betulle e di conifere fino a Malga Fraitina, dalla quale la vista spazia sull’artificiale Lago Belviso. Preso il sentiero si giunge alla località Aial dei Fiori, poi al terrazzo roccioso lisciato dal ghiacciaio, quindi alla Malga Torena. La visuale è suggestiva: fanno capolino due splendidi specchi d’acqua, il Lago Nero con il caratteristico isolotto, e il Lago Verde ove si riflette l’imponente Monte Torena. La zona è ricca d’incisioni rupestri: graffiti e incerti caratteri alfabetici visibili presso le sponde dei laghi, risalenti a 4-6000 mila anni fa. Da qui lo sguardo spazia dalla vicina cresta delle Orobie fino alla catena delle Alpi Retiche a nord. Ricca la fauna: non difficile ammirare camosci, caprioli e qualche cervo. Negli ultimi anni rinvenute tracce di lupi che sembrano stiano cominciando a ripopolare l’area, come qualche orso. Il ritorno avviene per la stessa via dell’andata.
I laghi di Torena in Val Belviso

Sull’altopiano delle orchidee

Percorso con partenza e arrivo da Solto Collina, nella Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi
Sull’altopiano delle orchidee

Sulla Colombina vista da capogiro

Panorami stupendi dalle Orobie, alla Valle Camonica fino al Sebino, per questo itinerario alla portata di tutti
Sulla Colombina vista da capogiro

Una ricca palude ai Piani Olimpici

Un percorso alla portata di tutti che attraversa la palude di Valtorta in Val Brembana
Una ricca palude ai Piani Olimpici

Al cospetto della Presolana

Impegnativo percorso ad anello, alla scoperta della Presolana
Al cospetto della Presolana

L'anello di Cima Carnet

La partenza avviene dal parcheggio alle porte di Rusio (921 m), frazione di Castione della Presolana (BG). Fatti cento metri si è presso il ponte e di fronte al ristorante "Al Mulì da Romì".   Senza varcare il ponte si prende a salire per la stradetta sterrata (vedi indicazioni CAI per rifugio Olmo 317 e 318).Dopo poche centinaia di metri, a destra troviamo un secondo ponte che porta nella forra (CAI 318).Su questo sentiero in breve si giunge al “Puntesel” che riporta sull’altra riva del torrente. Da qui in avanti si entra nel canyon, un fondovalle bagnato da limpidissime acque.Si passa, trascurandola, la deviazione per la Baita Bares, per giungere a un passaggio su roccette che, a destra, portano ad alzarsi dal fondovalle.Superato il balzo, il sentiero prende quota nel bosco della Pisterla e raggiunge la presa d’acqua captata dalle falde della Pisterla (1.360 m, 1 h 45’ dalla partenza). Si prosegue sino a uscire dal bosco e incrociare la gippabile di servizio alle malghe. Siamo sulla via del Latte.Qui si lascia il sentiero 318 per piegare a sinistra, percorrendo il breve tratto che porta a Malga Presolana (1.538 m, 2 h 15’ dalla partenza). Si riparte per la traversata che porta alla Malga di Campo avendo a destra i pendii della Cima di Bares e a sinistra la pineta e i pinnacoli di Cima Carnet.Un laghetto annuncia l’arrivo a Malga Campo, punto di incontro di vari sentieri (1.520 m, 25’ da Malga Presolana).Sul segnavia 317 si prosegue la discesa, percorrendo la cementata che volge a Sud sino a incontrare la Malga Pozzetto e poco oltre sulla sinistra la scorciatoia per Rusio. Fiancheggiata una stalla con penzana, ci si abbassa ancora, sbucando nuovamente sulla stradetta nei pressi dell’indicazione “Rif. Olmo”.Lasciatala alle spalle, in breve si è al bivio con la stradetta per la chiesetta di San Peder e si conclude la discesa su Rusio passando per la località Priora dove si incontra la centenaria santella dedicata al Sacro Cuore di Gesù.In breve si divalla al ponte e al vicino borgo di Rusio si conclude la scarpinata. Ulteriori informazioni: CAI Castione – info@castione.it
L'anello di Cima Carnet

Il giro dei campioni

È un’appagante escursione attorno al Monte Campione e Monte Campioncino. La partenza avviene dalla località Cimalbosco al curvone che ospita la “Baracca Rossa” e il rifugio Cimon della Bagozza.   Siamo a circa 1.600 metri di altitudine, 7 km a monte di Schilpario, sulla strada statale per il Passo del Vivione. Dal rifugio Cimon della Bagozza si segue la stradetta cementata CAI 428 che porta verso il Passo Campelli. Si percorre lo sterrato in direzione della Malga Campelli di sotto (1.640 m), e, lasciatala alla nostra sinistra, si raggiunge il pianoro ove è collocata la Madonnina dei Campelli (40’ dalla partenza).Per ammirare da vicino il laghetto dei Campelli si seguono le indicazioni del segnavia CAI 417, si attraversa lo spiazzo erboso e si raggiunge, in discesa, il piccolo lago (1.680 m, 10’). Soddisfatta la curiosità, si ritorna sulla stradetta per il Passo Campelli, preceduta dalla Malga Alta dei Campelli (1.800 m), per allungarsi sino al Passo dei Campelli (1 h 30’, 1.890 m), racchiuso fra il monte Campione e la Cima di Mengol. Si scollina per prendere subito a sinistra, in salita, la stradetta che porta al nuovo rifugio Campione, a Schilpario.Il giro prosegue seguendo i segnavia CAI 159 che portano al vicino Passo di Erbigno (1.990 m), intagliato nella costa che collega il Monte Campione al Monte Cuel, immediatamente a settentrione del passo. Si scollina per una decina di metri e una indicazione su un masso dice di piegare a sinistra. Qui parte il tratto che taglia il versante nord del Monte Campione, sbucando nei pressi delle ex miniere di barite poco sotto il rudere della miniera di Giovo (2.007 m, 30’). Si divalla ancora su sentiero seminascosto dalle alte erbe e in breve si è sul sedime della strada tracciata per l’utilizzo minerario. Con questa si scende al Passo del Giovetto (1 h 15’ da Malga Campione). Ora ci aspetta una piacevole discesa su stradetta con moderata pendenza. Si ripassa dalla Baita Alta di Campelli, dallo spiazzo della Madonnina e dopo un’ora e mezza dal Passo del Giovetto, siamo arrivati al rifugio.  
Il giro dei campioni

Dall'Alpe Corte al Rifugio Laghi Gemelli

Itinerario fra le cime bergamasche, alla scoperta degli splendidi Laghi Gemelli
Dall'Alpe Corte al Rifugio Laghi Gemelli