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Escursioni con Alpaca

Alpacas la Foppa: il primo allevamento di alpaca in Valmalenco.

Matrimonio intimo in Lombardia: per un "Sì, lo voglio!" in famiglia

La Lombardia è la cornice ideale per il tuo matrimonio intimo: laghi, montagne, borghi, metropoli e tanto altro. Scoprila insieme a noi
Matrimonio intimo in Lombardia: per un

Una vacanza nel cuore delle Alpi: la Valmalenco

Vacanze tra natura e cultura, trekking in alta quota fino a toccare i ghiacciai dove, immersi nel silenzio, si può ascoltare la voce delle montagne
Una vacanza nel cuore delle Alpi: la Valmalenco

Esperienze sul Lago Maggiore

Ogni domenica d'estate, fino al 14 settembre, è possibile raggiungere in battello l'Eremo di Santa Caterina del Sasso da Laveno Mombello in soli 20 minuti, un'opportunità perfetta per scoprire uno dei luoghi più affascinanti della sponda lombarda del Lago Maggiore. E per rendere la tua giornata ancora più speciale, lasciati ispirare da una delle cinque esperienze che Varese DoYouLake? ha pensato per te. Se viaggi in treno, infine, approfitta del biglietto integrato di Trenord "Treno + Navigazione Laghi" per raggiungere Laveno Mombello in treno da qualunque località lombarda proseguendo poi in battello verso l’Eremo. L’Eremo di Santa Caterina del Sasso sul far della seraVuoi trascorrere un pomeriggio sul lago Maggiore e goderti l’Eremo al calar del sole? Arriva comodamente in auto all’Eremo di Santa Caterina del Sasso, lascia l’auto nel parcheggio vicino e da lì imbarcati verso Laveno Mombello con la corsa delle 15.05. Arrivato a Laveno Mombello a te la scelta: una tranquilla passeggiata lungolago oppure un’avventurosa salita in funivia fino al balcone panoramico del Sasso del Ferro.Alle 17.30, riprendi il battello verso l’Eremo per goderti la visita guidata sul far della sera. La domenica alle 18, l’Eremo di Santa Caterina del Sasso saluta il chiacchierio dei tanti visitatori, e il silenzio lentamente torna tra le sue antiche mura. È uno degli orari più adatti ad una visita guidata, con il tempo calmo, i colori caldi, la pace della sera. La visita guidata dura circa 1 ora e prende avvio dalla zona dell’imbarcadero. I sapori dell’Eremo di Santa CaterinaVuoi visitare l’Eremo e gustare i sapori del Varesotto? Lascia l’auto in città e raggiungi in treno e battello l’Eremo di Santa Caterina del Sasso, uno dei luoghi più affascinanti del Lago Maggiore.Grazie al nuovo collegamento diretto via lago, ogni domenica d’estate puoi imbarcarti alle 14 a Laveno Mombello, arrivare all’Eremo di Santa Caterina del Sasso via lago e partecipare alla visita guidata delle 14.30: la guida ti attende direttamente allo sbarco all’Eremo! Il percorso guidato dura circa 1 ora. Al termine, potrai degustare alcuni dei prodotti enogastronomici del Varesotto risalendo la panoramica scalinata sino al piazzale del Quicchio o salendo comodamente in ascensore. Ti serve un consiglio?Da Milano Cadorna, prendi il treno delle 10.52, arrivi a Laveno Mombello alle 12.23 ed hai il tempo per una passeggiata e per mangiare qualcosa prima di imbarcarti per l’Eremo. Le Officine dell’Acqua: un punto di partenza magico prima di solcare le acque del lago verso l’Eremo di Santa Caterina del SassoVuoi immergerti nella storia della navigazione del Lago Maggiore? Lascia l’auto in città e raggiungi in treno Laveno Mombello, uno dei borghi più belli del Lago Maggiore. Appena sceso dal treno, visita le Officine dell’Acqua, il grande progetto di recupero degli spazi storici dello scalo ferroviario di Laveno Mombello in cui è nato Il Museo delle Officine dell’Acqua, custode di un’eccezionale collezione di imbarcazioni d’epoca, strumenti di carpenteria navale e racconti di un passato legato alla navigazione e all’artigianato.Da Laveno Mombello, alle 14 parti per solcare le acque del Lago Maggiore e scoprire l’Eremo di Santa Caterina del Sasso con la visita guidata delle 14.30. Prima di rientrare a Laveno Mombello con il battello delle 16.35, goditi un po’ di relax sotto il meraviglioso glicine che guarda il lago. Naviga nel golfo BorromeoVuoi scoprire i punti panoramici più belli del Lago Maggiore? Nell’estate 2025, navigare all’interno del golfo Borromeo del lago Maggiore tra Leggiuno, Stresa e Laveno Mombello non è mai stato così facile: ogni domenica potrai raggiungere via lago i 3 punti panoramici più amati. Sull’Isola Bella, goditi l’affaccio verso lago della terrazza superiore del Teatro, una meraviglia voluta da Vitaliano Borromeo nel XVII secolo. A Laveno Mombello, sali con la storica bidonvia sino al balcone del Sasso del Ferro: vedrai il lago Maggiore verso sud e verso nord, il lago di Mergozzo, la val D’Ossola e la Valcuvia. All’ora del tramonto, raggiungi l’Eremo di Santa Caterina del Sasso con il suo portico del 1624: resterai incantato dalle architetture e dai colori del tramonto. Non sai come fare? Raggiungi l’Eremo di Santa Caterina del Sasso in auto e prendi la prima barca in partenza alle 9.40 verso l’Isola Bella. Alle 13.00, puoi imbarcarti dall’Isola Bella verso Carciano e di lì verso Laveno Mombello dove arriverai alle 13.55. Gustati la salita al Sasso del Ferro ed alle 17.30 riprendi il battello per tornare a Santa Caterina del Sasso e vivere il tramonto in autonomia o con la visita guidata delle 18.00. Da Arona all’Eremo di Santa Caterina del SassoVuoi scoprire le due sponde del Lago Maggiore? Raggiungi agevolmente in treno Arona, luogo natio di San Carlo Borromeo. Se non conosci la statua del Sancarlone, è il momento di rimediare: dalla stazione con una passeggiata di 30 minuti raggiungi l’opera che fece da modello alla costruzione della statua della libertà a New York. Alle 12.15 prendi la barca che ti porterà all’Eremo di Santa Caterina del Sasso e, dopo uno spuntino alla Locanda, scopri l’Eremo con la visita guidata delle 14.30. Alle 16.35, il battello ti aspetta per portarti a Laveno Mombello dove potrai passeggiare lungo il lago prima di rientrare in treno. Ti serve un consiglio?Per raggiungere Arona in treno, puoi partire da Milano Centrale alle 8.25. Per il rientro, puoi prendere il treno delle 18.28 dalla stazione di Laveno Mombello Lago alla volta di Milano Cadorna.

Sacro Monte di Varese

Collocato su una collina alle spalle della città, con una vista mozzafiato, il Sacro Monte di Varese è Patrimonio Unesco dal 2003
Vista suggestiva della decima cappella del Sacro Monte di Varese, con l'arco in primo piano, riflettente la bellezza artistica e spirituale di questo sito UNESCO

Dal Rifugio Curò al Rifugio Albani

Dal rifugio Curò, pertanto, di buon mattino, ci si immette sulla mulattiera che scende verso Valbondione (segnavia CAI n.305) e, dopo circa 20’, nei pressi di un tornante, si giunge all’indicazione del sentiero n.404 che si stacca a sinistra della mulattiera stessa (circa 1.750 m). Si imbocca questo sentiero che, con andamento semi pianeggiante e direzione Sud-Ovest, traversa i pendii del monte Cimone, su terreno pietroso alternato a tratti con bassa vegetazione, superando un canalone detritico. Si lascia sulla destra il sentiero n.306 che sale da Lizzola e, con pendenza maggiore, deviando verso sinistra (SE), si risale decisamente su pietroni molto assolati, raggiungendo il cosiddetto “Colle delle Miniere” (1.920 m, 1h dal bivio) sulla cresta che unisce il sovrastante e vicino monte Pomnolo al monte Toazzo. Il panorama che offre questo pulpito merita una sosta: verso Ovest-Nord-Ovest, si ammira la serie di monti che dal Pizzo Redorta prosegue fino al Pizzo Coca, con la valle di Coca e il rifugio Coca visibile all’imbocco della valle. Verso Nord-Est ecco apparire i monti della Valmorta, nei pressi del rifugio Curò, appena lasciato. Dal crinale si discendono, con numerosi tornanti, i pendii erbosi dei pascoli di Passevra, con la baita omonima, recentemente ristrutturata. Stando alti sopra la baita, che osserviamo alla nostra destra, perdiamo quota, tra cespugli di lamponi e grassi pascoli fino a raggiungere il torrente Bondione, nel fondovalle (1.580 m, 30’ dal Colle delle Miniere). Si passa il torrente Bondione, portandosi così sul versante opposto della valle. Qui, in prossimità di un cartello indicatore, vi è il sentiero CAI n.322 che, proveniente da Lizzola, risale la valle del Bondione fino al Passo di Bondione. Continuando lungo il segnavia n.304, si risalgono invece, verso destra (SO), i pendii del monte Crostaro e del monte Sasna, tra ceppi di rododendri. Questo tratto di sentiero supera numerosi canali percolanti di acqua, di cui uno attrezzato con un paio di metri di catena e alcuni poggiapiedi metallici. Continuando si perviene ai pascoli della baita del Crostaro (1.701 m, 30’ dal fondovalle), superata la quale, con dolci saliscendi, si risalgono i pendii sovrastando i pascoli di Fles, su un terreno meno arido e più ricco di humus. Superando alcuni imbocchi di miniera, poco sotto il sentiero, si raggiunge il crinale del Passo della Manina (1.799 m, 40’ dalla baita del Crostaro) con la caratteristica chiesetta posta su un dosso erboso poco oltre, a dominio di due vallate (3h 30’ dalla partenza). Dalla chiesetta ci si abbassa leggermente verso Sud-Ovest (nostra destra), immergendoci nel segnavia CAI n.401, che ci condurrà fino al rifugio Albani. Trascurata ogni deviazione, si prosegue tra cespugli e ontani in direzione dei pascoli alti dell’Asta, che si raggiungono con un percorso a tornanti, dopo aver superato la Sella d’Asta (1.968 m, 30’ dal Passo della Manina). Verso Est (nostra sinistra) è visibile il monte Barbarossa, con i suoi pendii ghiaiosi, ambita meta scialpinistica. Si aggirano i pendii meridionali del monte Barbarossa, tenendosi sulla sinistra della conca e, dapprima su terreno scarsamente inerbato, poi su pietraia, si procede in direzione del Pizzo di Petto. Alla nostra destra, in basso, è visibile il minuscolo laghetto di Vigna Vaga, detto anche “Lago Spigorel” (1.821 m), mentre sullo sfondo si nota elegante la costa calcarea del monte Secco-Pizzo Arera. Si oltrepassa l’ultima sorgente (spesso asciutta), nei pressi della base del Pizzo di Petto e, dopo aver incontrato il sentiero n.309 che sale dai Tezzi di Gandellino, si inizia la lunga risalita, con ampie diagonali, della pietraia posta sotto la cresta del Pizzo di Petto (2.230 m, 1h 30’ dal Passo della Manina). Verso Sud, ecco, come per incanto, apparire la Presolana con il monolitico monte Ferrante, mentre più lontano il gruppo del Pizzo Camino, con le sue forme appuntite, domina la sottostante valle. Attraversiamo ora, verso destra, su un bel tracciato semipianeggiante i pendii della costa che unisce il Pizzo di Petto con il monte Vigna Vaga, raggiungendo il passo di Fontanamora, alla testata della valle Conchetta (2.253 m).Il sentiero prosegue verso Sud-Est, costeggiando la Cima di Fontanamora e salendo a una selletta, dalla quale si scende, in diagonale, alla “Bocchetta settentrionale” del monte Ferrante, una sorta di ampia conca fiorita ed erbosa ai piedi del roccioso spigolo Nord-Ovest del monte stesso (circa 2.260 m, 1h dall’intaglio del Pizzo di Petto). Su terreno detritico si aggira sulla sinistra il monte portandosi alla “Bocchetta meridionale”, dalla quale parte il sentiero “normale” per il monte Ferrante. Siamo vicini alle piste di sci, al cospetto dell’imponente parete Nord della Presolana. Per pascoli magri alternati a tratti più rocciosi, si scende al passo Scagnello (2.280 m, 30’ dalla Bocchetta Nord), dal quale superando pascoli e roccette si giunge nei pressi del cosiddetto “mare in burrasca”, caratterizzato da incisioni e creste aguzze scavate dall’acqua che ricordano le onde marine, situato nei pressi del rifugio Albani, in breve raggiunto.
Dal Rifugio Curò al Rifugio Albani

Gita virtuale a Lecco

Un tour online, tra paesaggi verdi e cultura
Sentiero del Viandante

Panchina Gigante di Zavattarello #263

La Big Bench di Zavattarello in Oltrepò Pavese, si raggiunge tramite la strada ciclo-pedonale che la collega al capoluogo e può essere meta di tutti, anche delle categorie più fragili. Attrazione principale di questo itinerario che, grazie al lavoro dell'Amministrazione Comunale, è in continuo rinnovamento: interventi di rifacimento del fodo stradale, installazione di ricariche per e-bike. Zavattarello è nel circuito "Borghi più belli d'Italia" da diversi anni e questa nuova installazione è un valore aggiunto, sia per i cittadini, sia per i turisti. Dalla panchina si può godere di un bellissimo panorama delle colline dell'Oltrepò, su cui svetta il Castello Dal Verme. Nelle giornate più limpide si vedono anche le Alpi. La panchina si trova in punto ponoramico del paese a 10 minuti di camminata dal parcheggio della Casa di riposo. ATTIVITA’ DOVE TROVARE TIMBRI E PASSAPORTI: HOSTERIA DEL CASTELLO Via Vittorio Emanuele, 54 – 27059 Zavattarello (PV) | Tel: 393.1480885 | hosteriadelcastello@gmail.com | Aperto tutti i giorni 8-24:00. AGRITURISMO LA VALLE Loc. Valle Inferiore, 6 – 27059 Zavattarello (PV) | Tel: 393.9638158 | Aperto dal martedì alla domenica. AZ. AGR. MARCHESI Via trutti, 13 – 27059 Zavattarello (PV) | Tel: 0383.589226 | Aperto dal lunedì al sabato 8-12:30, 16-19:00. FARMACIA SUFFRITTI Via Vittorio Emanuele, 18 – 27059 Zavattarello (PV) | Tel: 0383.589126 | Aperto dal lunedì al sabato 8:30-12:30, 15:30-18:30. Domenica 8:30-12:30. PARRUCCHIERA MARIA ROSA Via Vittorio Emanuele, 37 – 27059 Zavattarello (PV) | Tel: 338.1715122 | Aperto dal lunedì al sabato. LA PIZZE…RIA Via Enrico Berlinguer, 1 – 27059 Zavattarello (PV) | Tel: 0383.589315 | Aperto venerdì, sabato e domenica 18-24:00. SUPERMERCATO CARREFOUR EXPRESS Via Vittorio Emanuele, 42 – 27059 Zavattarello (PV) | Tel: 339.6994726 | Aperto dal mercoledì al lunedì 8:30-12:30, 16-19:30. MACELLERIA VIGONI GINO Via Cavour, 1 – 27059 Zavattarello (PV) | Tel: 331.3893184 | Lunedì, mercoledì, giovedì e domenica 7:30-12:30. Venerdì e sabato 7:30-19:00. Chiuso il martedì.

Osservatorio Astronomico Provinciale

Gestito dal Gruppo Astrofili Messier 42

Alta Via della Valmalenco

L'Alta Via della Valmalenco è un percorso escursionistico in quota costituito da 8 tappe per circa 110 km, che alla fine riporta al punto di partenza.

Santuario della Madonna degli Alpini

Il Santuario dedicato alla Madonna degli Alpini di Chiesa Valmalenco è posto in uno stupendo scenario di montagne tra cui spicca la piramide del Pizzo Scalino. La chiesa, oltre la sua funzione sacrale, svolge anche un ruolo civile: nell'ampio piazzale si radunano spesso rappresentanti di vari corpi militari italiani e stranieri davanti al monumento “all’Alpino d’Italia”, realizzato nel 1984 su disegno dell’artista locale Silvio Gaggi in serpentino della Valmalenco. Ai piedi di un masso sormontato dall’aquila e il tipico cappello in bronzo, sono collocate una pietra e della terra portate da Nikolajewka nel 1991, a ricordo della tragica ma anche gloriosa ritirata di Russia. Sotto il pronao poi una artistica scultura in legno rappresenta Maria con le braccia aperte in atto di accogliere gli Alpini “veci e bocia” che si radunano devoti e oranti ai suoi piedi. All'interno del maestoso tempio, progettato dagli architetti Mario Ruggeri di Lecco e Mino Fiocchi, subito si è conquistati dal maestoso mosaico del presbiterio. Su sfondo oro Maria, in veste rossa con il manto blu, è raffigurata seduta in trono con in braccio il bambino Gesù (con  in mano una stella alpina). Nella mano destra Maria tiene una palma stilizzata, simbolo del premio eterno destinato a chi si impegna a difesa della libertà e in missioni umanitarie. Ai suoi piedi è raffigurato il classico stemma degli Alpini: un’aquila tra le rocce pronta a spiccare il volo e due fucili incrociati tra di loro. La rappresentazione delle armi è controbilanciata da due arcobaleni, simbolo biblico della fine del diluvio e del ritorno della pace sulla terra. Sotto il presbiterio è collocato un presepe che ricostruisce la scena della natività situandola nel borgo di Chiesa di inizio '900, opera di Nicola Soccol e Silvio Gaggi. Altro suggestivo richiamo agli Alpini è poi la preziosa teca collocata ai piedi della cappella del SS. Sacramento con statuine in pietra ollare che rappresentano gli Alpini in varie situazioni, pure essa opera di Silvio Gaggi realizzata nel 1994 e raffigurante l'Adorazione degli Alpini a Gesù Bambino in braccio a Maria. Nel Santuario si possono ammirare i pregevoli dipinti settecenteschi della Via Crucis opera dei Ligari, trasportati dalla antica chiesa parrocchiale dei SS. Giacomo e Filippo. Il campanone donato dal Gruppo di Chiesa Valmalenco nel 1989, anno di costruzione del campanile e della posa delle campane,  pesa 15 quintali e riporta la scritta "la Madonna degli Alpini protegga benedicente il cuore generoso degli strenui difensori delle Alpi". La festa liturgica del Santuario viene celebrata il 15 agosto, solennità di Maria Assunta in cielo. Fonte - Ecomuseo della Valmalenco  

Architetture rurali

La provincia di Varese nasconde diverse architetture rurali: da vecchi mulini ad antiche abitazioni in piccoli paesi di montagna raggiungibili solo a piedi o con la funivia. Se desiderate immergervi nel passato, ecco qui i luoghi pricipali da non perdere tra Varese e provincia.  Maglio di Ghirla - è uno dei più antichi e meglio conservati di tutta la provincia. Risale al XVIII secolo e rimase attivo fino al 1991. Dal 1996 l'edificio è di proprietà della Comunità Montana del Piambello che si è impegnata nel recupero, nel restauro e nella manutenzione di questa importante testimonianza locale di archeologia industriale. Si trova a pochi minuti dal tracciato della Via Francisca del Lucomagno.  È possibile prenotare una visita guidata.   Monteviasco - frazione del comune di Curiglia, sulla linea di confine con la Svizzera. Si tratta di un alpeggio completamente isolato, non è raggiunto da nessuna linea di comunicazione stradale ma esiste un sentiero, costituito un tempo da 1442 gradini oggi ridotti in numero a causa della ristrutturazione dello stesso, oppure è raggiungibile tramite la funiviacostruita nel 1989. Il suo isolamento ha fornito le condizioni perché il borgo rimanesse intatto, come se il tempo si fosse fermato. Mulini di Piero - sono costruzioni tipicamente montane, costruite con roccia e legno locale dove le tradizioni sopravvivono grazie ai suoi abitanti e ad un lavoro recentissimo di ristrutturazione: tra aziende agricole che allevano capre e lavorano i formaggi caprini, sorge questo interessante nucleo di edifici rurali. Percorrendo il sentiero che affianca i mulini, è possibile raggiungere altre località montane immerse nel verde dei boschi e molto tranquille, come Biegno, Cangili, Monterecchio fino ad arrivare, seguendo la strada forestale, all'Alpe Forcora. Mulino Rigamonti - è un mulino ad acqua e si trova lungo il fiume Margorabbia. Fin al 195 il mulino è rimasto a disposizione dei contadini, e in seguito solo dal 1787 si hanno notizie certe. Il mulino ancor oggi è funzionante e produce farina, crusca e farina da polenta. E' riconosciuto da Regione Lombadia come "negozio di storica attività". Oggi il mulino è meta di visite didattiche e di turisti. Mulini di Gurone - fanno parte della frazione di Malnate, lungo il corridoio dell'ex ferrovia di Valmorea. Sono fondati sul fiume Olona e grazie alla potenza dell'acqua venivano utilizzati per il mulino e la falegnameria. In questi ultimi anni sono nate nuove idee e collaborazioni per recuperare la natura e gli insediamenti umani. Al giorno d'oggi son stati realizzati un forno per il pane e un orto sociale. Foto di copertina: @tc_sinthemix