Ho trovato 558 risultati per miniere

Da Fiumenero al Passo di Valsecca

Il Passo di Valsecca è la meta dell’itinerario che vi consigliamo ma attenzione a primavera inoltrata è importante fare molta attenzione a consistenza e spessore del manto nevoso.   Il Passo di Valsecca separa il Diavolino, propaggine del Pizzo del Diavolo di Tenda, dal Pizzo Poris. Il percorso si sviluppa all’ingresso di Fiumenero, frazione di Valbondione, paese conosciuto per il triplice salto da 315 metri delle cascate del Fiume Serio. Si lascia l’auto nel parcheggio di fronte al punto in cui comincia il sentiero numero 227, che indica il Rifugio Baroni al Brunone, si prosegue sulla sponda destra del Torrente Nero che, caratterizzato da belle gole, in estate è meta di numerosi appassionati di canyoning.A una quarantina di minuti dalla partenza si raggiunge un’ampia radura denominata Campel, nella parte alta a sinistra vi si trova una baita dove, nel periodo estivo, risiede un malgaro con parecchi animali tra i quali dei bellissimi cavalli. Proprio in Località Campel si deve girare di 90 gradi a sinistra e attraversare il Torrente Valsecca, entrando nel canale omonimo, si prende un sentiero ben battuto che permette di superare una cascata e, subito dopo si trova la neve residua delle valanghe che hanno riempito il fondovalle.È preferibile, da questo punto, salire con gli sci ai piedi e possibilmente ai lati degli accumuli di neve. Superati i 1.800 metri di altitudine la coltre si fa più liscia, consistente e meno rovinata dai detriti delle valanghe.Le pendenze aumentano leggermente fino alla parte alta del canale, dove compare sul versante sinistro la sagoma rossa del Bivacco Frattini. Dal Passo di Valsecca, che ora si vede molto bene mancano poco più di 200 metri di dislivello. Nell’ultimo tratto l’inclinazione del versante aumenta in modo progressivo fino al passo.
Da Fiumenero al Passo di Valsecca

Pedalando nel Parco della Grigna

Un itinerario fra antichi nuclei rurali, baite tipiche e boschi
Pedalando nel Parco della Grigna

Dai Piani dell'Avaro ai Laghi di Ponteranica

Itinerario in Alta Valle Brembana, fino a Gerola Alta
Dai Piani dell'Avaro ai Laghi di Ponteranica

A spasso nella Valle di Fonteno

Questa escursione ci porta dentro la valle di Fonteno, percorrendo l’antica mulattiera “del Torès” (Torrezzo), partendo dal borgo di Fonteno. Raggiunto Fonteno si lascia l’auto nel parcheggio prospiciente la chiesa parrocchiale (606 m).Ci si incammina attraverso il nucleo abitato fino alla piazza Vecchia da cui, lambendo la Chiesetta di S. Rocco, si segue via Campello immettendosi così sulla “Mulattiera del Torès” (segnavia CM 3). Ci si addentra nella valle fino a raggiungere, dopo circa 700 metri, la Chiesetta dell’Addolorata del Santello (701 m, 20’ dalla partenza). Qui nel 1944 si combatté una grande battaglia fra partigiani della 53esima Brigata Garibaldi e nazifascisti. I nazifascisti minacciarono di bruciare l’intero paese, ma fortunatamente ciò non accadde. Sulla stradetta si toccano la chiesetta alpestre del Santello, il Mut e le località di Dis, Sancc, Fidrighì, santella di Falsègn, Crapa, Camonghe, pineta del Largù e il Colet con il monumento ai partigiani e veduta panoramica sulle valli di Fonteno, di Adrara, della Valcavallina e sui colli di S. Fermo (1.281 m, 2 h 15’ dalla partenza). Dal monumento, si prosegue in piano verso Nord, passando sul fianco la sommità del monte Torrazzo, sino a raggiungere il Col del Torès in 20 minuti (Vedi indicazioni).Si prosegue in discesa sulla cementata che porta ai Casei del Torès per proseguire ancora in discesa sino a incontrare, sulla sinistra, il sentiero con segnavia CAI 568. Su questo si prosegue sino a raggiungere il Col de Dis e, poco oltre, si imbocca la nuova strada silvo-pastorale che interessa per intero la valletta di Camanga (segnavia n.5,1 h 10’ dal monumento). Quattordici sono i tornanti che ci aspettano nella discesa che avverrà tra fitto bosco e ampie radure. Passato il bivio per l’azienda agricola “La Flora”, si incontra la Strada del Torès, percorsa all’andata. Un’ultima mezz’ora di sforzo e rieccoci a Fonteno. Per ulteriori dettagli: Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi - tel. 035 983823
A spasso nella Valle di Fonteno

Il giro dei campioni

È un’appagante escursione attorno al Monte Campione e Monte Campioncino. La partenza avviene dalla località Cimalbosco al curvone che ospita la “Baracca Rossa” e il rifugio Cimon della Bagozza.   Siamo a circa 1.600 metri di altitudine, 7 km a monte di Schilpario, sulla strada statale per il Passo del Vivione. Dal rifugio Cimon della Bagozza si segue la stradetta cementata CAI 428 che porta verso il Passo Campelli. Si percorre lo sterrato in direzione della Malga Campelli di sotto (1.640 m), e, lasciatala alla nostra sinistra, si raggiunge il pianoro ove è collocata la Madonnina dei Campelli (40’ dalla partenza).Per ammirare da vicino il laghetto dei Campelli si seguono le indicazioni del segnavia CAI 417, si attraversa lo spiazzo erboso e si raggiunge, in discesa, il piccolo lago (1.680 m, 10’). Soddisfatta la curiosità, si ritorna sulla stradetta per il Passo Campelli, preceduta dalla Malga Alta dei Campelli (1.800 m), per allungarsi sino al Passo dei Campelli (1 h 30’, 1.890 m), racchiuso fra il monte Campione e la Cima di Mengol. Si scollina per prendere subito a sinistra, in salita, la stradetta che porta al nuovo rifugio Campione, a Schilpario.Il giro prosegue seguendo i segnavia CAI 159 che portano al vicino Passo di Erbigno (1.990 m), intagliato nella costa che collega il Monte Campione al Monte Cuel, immediatamente a settentrione del passo. Si scollina per una decina di metri e una indicazione su un masso dice di piegare a sinistra. Qui parte il tratto che taglia il versante nord del Monte Campione, sbucando nei pressi delle ex miniere di barite poco sotto il rudere della miniera di Giovo (2.007 m, 30’). Si divalla ancora su sentiero seminascosto dalle alte erbe e in breve si è sul sedime della strada tracciata per l’utilizzo minerario. Con questa si scende al Passo del Giovetto (1 h 15’ da Malga Campione). Ora ci aspetta una piacevole discesa su stradetta con moderata pendenza. Si ripassa dalla Baita Alta di Campelli, dallo spiazzo della Madonnina e dopo un’ora e mezza dal Passo del Giovetto, siamo arrivati al rifugio.  
Il giro dei campioni

Fra Roccoli e Faggi d'Imagna

La partenza avviene da Blello, il più piccolo comune della Bergamasca, con soli 107 abitanti.   Aggirato il Municipio giungiamo al parcheggio della Chiesa Parrocchiale (950 m), che sorge sul cocuzzolo del Monte Faggio e poi via verso il vicino cimitero (CAI 592 E). Percorse poche decine di metri, lasciamo la stradetta per imboccare, a sinistra, un sentierino che porta a Curnino Alto (1.020 m). Transitiamo sul retro della lunga cascina, calcando la strada forestale che si alza verso il bosco. Da qui arriviamo alla Bocchetta di Piazzacava e al grande roccolo Berizzi (1.146 m, 1 h dalla partenza). Si continua seguendo il segnavia 571 che diparte in salita dopo i muraglioni del roccolo.Alternando passaggi nella fitta faggeta a tratti sulla cresta che si affaccia su Gerosa e l’alta Val Brembilla, si supera l’appostamento venatorio delle “Demele” (le gemelle) per giungere ai famosi Tre Faggi, annunciati da quell’inconsueta santella di fattura celtica (1.393 m dalla partenza). Da qui si scende la gradinata fra le baite e si continua in diagonale sul tracciolino che volge verso il nucleo di baite sottostanti. Giunti alla cascina di Pralongone, si continua per la stradetta che si abbassa e porta al “silter” (1.308 m), edificio in pietra deputato alla stagionatura e conservazione del formaggio. Ci abbassiamo sempre in direzione di Fuipiano sul segnavia CAI 579 A, sino a incontrare un bivio dove prendiamo la stradetta sbarrata a sinistra e ci si riporta verso levante. Dopo circa 30 minuti si giunge a una cascina e alla stradetta asfaltata, dove si piega a sinistra in salita. Questa termina nei pressi dell’ultimo villino; noi pieghiamo a destra per la forestale di Piazzacava e proseguiamo sino a incontrare uno slargo e a destra un tracciolino che in piano ci riporta al Roccolo Berizzi (1 h 45’ dai Tre Faggi). Ora si è di nuovo sul 571 e si ritorna al bivio sopra Blello. Si piega a sinistra e si arriva al bivio del pascolo di Curnino Alto, dove fa bella vista di sé la catena montuosa formata dai monti Foldone, Sornadello e Castel Regina. Ancora poco ed eccoci alla Chiesa di Blello. Per ulteriori dettagli: CAI Valle Imagna - tel. 035 852931
Fra Roccoli e Faggi d'Imagna

Ciclabile della Valle Brembana

La ciclabile della Val Brembana, da Zogno arriva a Piazza Brembana per un totale di 23 km, ripercorrendo quasi completamente l’ex sedime della ferrovia della valle Brembana.     Caratterizzata da bellissime gallerie illuminate e scavate direttamente nella roccia, è quasi completamente asfaltata e quindi percorribile anche con bici da strada. Ben segnalata è molto bella da percorrere visto la frescura della parte alta della valle, una ciclabile rilassante e alla portata di tutti. La partenza avviene a Zogno e da subito corre parallela al fiume Brembo, dove si incontra la prima delle stazioni del treno che cento anni fa collegava la valle alla città.Sulla sponda opposta si trova la nota fabbrica di bibite San Pellegrino e dopo qualche minuto si raggiunge l’antica stazione del paese, dove è possibile ammirare il Grand Hotel e lo storico Casinò, realizzati in perfetto stile liberty. Superata una centrale idroelettrica e diverse gallerie si raggiunge la località di San Giovanni Bianco, dove troviamo le indicazioni per la casa natale di Arlecchino. La pista sale lievemente, e a valle si può notare la centrale idroelettrica che in passato alimentava la linea ferroviaria, quindi dopo diverse suggestive gallerie illuminate si raggiunge velocemente le abitazioni di Camerata tra gli orridi e l'instancabile fiume Brembo.Poco più avanti si riprende la pista ciclabile che sale a sinistra, e si cambia sponda del fiume attraverso un ponte in acciaio. Si ritorna così sulla sponda orografica destra del Brembo grazie ad un antico ponte in pietra con la tipica forma a schiena d’asino.La pista prosegue infine in mezzo ai campi con un’ampia curva a sinistra e l’ultima galleria raggiunge Piazza Brembana e quindi l’arrivo di questa meravigliosa ciclabile. Per ulteriori dettagli visita il sito: ValleSerianaBike
Ciclabile della Valle Brembana

Al Rifugio Monte Poieto, tra due valli

Per scavalcare il Monte Poieto saliamo da Cantul, passando per la Corrugare, nota palestra d’arrampicata. Un accesso facile e praticabile che consente la visita al mondo dolomitico della Cornagera. Raggiunto Selvino posto sull'altopiano che sovrasta la Val Seriana in provincia di Bergamo, si parcheggia nei pressi della bidonvia del Monte Poieto che parte a sud di Aviatico, proprio come la via Cornagera che imbocchiamo subito in salita. Dopo 100 metri, a un trivio, seguiamo il ramo di centro. Dopo poco, la via si restringe a sentiero che sale nel bosco in direzione levante. In meno di mezz’ora si è alla base dei ghiaioni che cingono i quattro principali torrioni di roccia calcarea della nota Cornagera. Si risale tale pendio stando al limitar del bosco e in breve si è alla base delle guglie. Si prosegue salendo per entrare nel “labirinto”. Verso il limite settentrionale del labirinto, troviamo l’indicazione “Buca della Carolina”, e qui ci caliamo. Questa fessura prende a stringersi al punto che ci passa al massimo una taglia 56/58. Si passa sul sentiero che, in salita, porta alla sommità del Monte Poieto, permettendoci di vedere dall’alto l’osservatorio astronomico di Ganda e il Monte Rena. Una piccola cappella e un grande albergo, con l’arrivo della bidonvia, presidiano la sommità e offrono al turista ogni confort. Si riparte affiancando il lato settentrionale del rifugio Monte Poieto, seguendo il segnavia CAI 519 per il Monte Succhiello. Su stradetta sterrata ci si cala nel bosco sino a una radura, poi si segue il sentiero marcato che si abbassa nella faggeta. Eccoci nel bosco di faggi. Dopo una ventina di minuti arriviamo all’incrocio con la cementata che sale da Aviatico. Non scendiamo subito, ma pieghiamo a destra e, in discesa, arriviamo al laghetto della Forca. In stagione, nel centro della pozza, crescono “quasi spontanee” colorate ninfee che ingentiliscono l’ambiente. Ancora in discesa su cementata si giunge su via Alben e all’abitato. Non ci rimane che raggiungere per strada provinciale il parcheggio alla bidonvia. - Ph: Margherita Pelizzari
Al Rifugio Monte Poieto, tra due valli

L'abbraccio al Corno Branchino

La partenza avviene a circa un chilometro a monte di Valcanale, frazione di Ardesio, laddove, superato l’elegante laghetto, la strada compie una curva e, poco oltre il ponte, è sbarrata.   Si imbocca, verso destra, l’evidente stradetta (segnavia CAI 220) che si snoda in una luminosa pineta con squarci sulle cime di Fop e di Valmora. A 1.292 metri si incontra la Baita Pianscuri. Sempre su stradetta, si sale fino a trovare sulla destra, in prossimità di una curva, una sorgente d’acqua fresca (1.350 m circa); ancora qualche minuto di salita e poi si sbuca nella conca del Rifugio Alpe Corte (1.410 m, 45’ dalla partenza). Lasciato il rifugio riprendiamo la stradetta per il Passo/Lago Branchino (CAI 218) che porta all’alpeggio di Neel. Si tocca la baita bassa, siamo su un terrazzo panoramico sul gruppo dell’Arera da una parte e sull’intera valle dall’altra. Si prosegue sulla stradetta che ricalca anche il “Sentiero delle Farfalle” e, in breve, si è alla Malga di Neel di Mezzo dove si possono acquistare formaggi di monte. La salita continua: a monte abbiamo i fioriti pendii del Corno e, di fronte, il Rifugio che, in breve, raggiungiamo (1.796 m, 1 h 15’ dall’Alpe Corte). Ristorati, eccoci al laghetto e, poco più sopra, al Passo di Branchino. Il giro continua scendendo per praterie sino ad avvicinarsi alle crepe e caverne del Corno di Branchino, dove fuoriescono acqua e flussi d’aria ristoratori. Raggiungiamo le Baite di Mezzeno (1.600 m, 45’ dal Passo), poi si riparte per il Passo di Marogella, percorrendo la stradetta d’accesso sino al ponticello, poi saliamo a destra (vedi indicazioni CAI 270 A).Per pascoli, con una lunga diagonale, si prende quota. Giunti al Passo di Marogella (1.896 m), si apre l’Alta Valle della Corte. La discesa è disagevole e ripida per almeno mezz’ora, poi, una volta nel bosco, tutto torna nella norma e, giunti all’incrocio con il CAI 216 ci si può rilassare. In breve si è al rifugio e in mezz’ora si è al parcheggio.
L'abbraccio al Corno Branchino

Val Grande tra colorati larici e cervi in amore

La Val Grande, ha un incredibile valore paesaggistico e naturalistico, più di 10 chilometri tra larici e cespugli di rododendro.   I colori dei larici in autunno sono uno degli elementi più belli e spettacolari della montagna in particolar modo quando il sole filtra tra le ombre del bosco e lascia il camminatore a bocca aperta davanti alla varietà cromatica di questi affascinati alberi. Il bosco di larici diventa quinta naturale di questo paesaggio montano, il verde intenso estivo muta nel giallo sfumato d'arancio portandoci così in autunno. Proprio in questa zona, l'itinerario proposto ci guida alla scoperta del Bivacco Saverio Occhi, situato al «Plas de l’Asen» a 2.047 metri di quota sulle tracce del re del bosco: il cervo. Si parcheggia l’auto dopo l’abitato di Grano, frazione di Vezza d’Oglio, ci si incammina lungo una larga mulattiera e al bivio si mantiene la destra continuando tra pascoli, cascine e fitti boschi. Un ponticello in legno sul Torrente Val Paraolo ci attende, proseguendo successivamente sulla strada che sale dalla Località Tù.Qui si incontra la favolosa Locanda Val Grande, che offre la possibilità di gustare deliziosi piatti tipici a base di prodotti locali, in un affascinante ambiente in cui cascine e pascoli si alternano a lariceti secolari di incredibile bellezza. Si supera il «Put di Brofà» e all’uscita dal bosco ed ecco davanti ai nostri occhi la Cappella di Carèt, qui il paesaggio si apre e il freschissimo Torrente Val Grande scorre accompagnando la nostra escursione. È già possibile sentire i primi bramiti dei cervi che riecheggiano nella valle.Proprio dalla Malga Val Grande questi stupendi animali sono visibili sui versanti delle montagne attorno. È importante avere un binocolo per poterli osservare meglio. Il bivacco, con 43 posti letto, si trova a circa 30 minuti dalla malga. Una volta ricaricate le energie si può ripercorrere il tracciato tornando al punto di partenza. Per ascoltare e osservare i cervi in amore, dalla Casa del Parco di Vezza, da metà settembre a metà ottobre, le guide del Parco dell'Adamello propongono escursioni di gruppo nella Val Grande e per i non camminatori organizzano degli "apericervo" presso l'Area Faunistica di Pezzo, tutte le info su www.alternativaambiente.com
Val Grande tra colorati larici e cervi in amore

Lungo la via sacra a Campo dei Fiori

Il punto di partenza della nostra camminata è la piazzetta poco sotto la Località Prima Cappella del Sacro Monte che si raggiunge con l'autobus urbano della linea C fermata antistante la stazione ferroviaria di Varese.   Si risale la Via Sacra su acciottolato fino ad arrivare al Borgo di Santa Maria del Monte e al Santuario della Madonna Assunta. Proseguiamo oltre, tra strette viuzze, raggiungendo Piazza Pogliaghi, capolinea dei mezzi pubblici, e a nord di quest’ultimo, dopo poche decine di metri continuiamo, entrando nel bosco, sul sentiero numero 1 del Parco Regionale Campo dei Fiori. Arrivati al valico delle Pizzelle pieghiamo a sinistra e saliamo fino a ciò che resta della funicolare abbandonata del Sacro Monte e del Grand Hotel. Poco sopra è raggiungibile, lungo il vialetto dei cippi commemorativi dei Caduti delle varie Armi dell’Esercito italiano, il Monte Tre Croci. Il nostro itinerario scende ora sulla strada asfaltata e, seguendo le indicazioni per la Cittadella di Scienze della Natura, risale al panoramicissimo piazzale Belvedere, dove si trova il cancello di ingresso alla cittadella e alla strada verso l’osservatorio.Dal piazzale ci incamminiamo, attraverso un bosco di conifere, sulla sterrata del forte di Orino, testimonianza della Grande guerra, che taglia orizzontalmente il versante sud del monte. Affacciati sulla pianura incontriamo in successione i sentieri 12, 11 e 13 e arriviamo proprio alla punta di Orino. Si rientra, tornando sui propri passi fino al punto in cui i sentieri 11 e 13 intersecano la strada militare. Si perde quota in direzione di Comerio e Gavirate. A circa metà discesa i tracciati si dividono e restiamo sull’11, che conduce a Comerio. Dopo un tratto verso est, sul sentiero 10 che collega Velate, frazione di Varese, a Orino, torniamo sull’11 e arriviamo a Chignolo, frazione di Comerio. Riecco la strada asfaltata, lungo la quale, dopo aver attraversato il centro di Comerio, raggiungiamo la stazione ferroviaria e da lì, con un treno locale, torniamo a Varese in poco più di dieci minuti. (Ph: paolo Ortelli)

La Valle San Martino dai colli di Palazzago

Proponiamo un itinerario facile, alla portata di tutti, che ci porta alla scoperta della Valle San Martino, sul confine con la Valle Imagna.   I recenti lavori di pulizia e di manutenzione del sentiero, uniti alle chiare identificazioni lungo tutto il tratto, rendono questo tracciato facilmente accessibile e percorribile a chiunque. È adatto ad adulti e bambini, ma anche agli appassionati della mountain bike. Il dislivello da affrontare è di circa 280 metri. Siamo nella frazione collinare di Gromlongo, a Palazzago (Bergamo), e dopo circa 200 metri dalla chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Rocco e Sebastiano si incontra un ampio pianoro verde dove si distingue una casa di color rosso mattone, adibita ad agriturismo. Qui si trova «Il Belvedere», che domina le colline della Valle San Martino ed è anche il punto di partenza per l’escursione. Ci addentriamo nel prato verde tenendo sempre la destra, costeggiano il ruscello Rienza. Dopo pochi metri incontriamo una piccola edicola con incisa una preghiera dedicata al viandante, un buon auspicio per chi va a esplorare il territorio. Subito dopo curviamo a destra, dove il sentiero sale leggermente per poi uscire sulla strada asfaltata. La attraversiamo tendendo la nostra sinistra e poi subito a destra dove la strada, dopo circa 300 metri, diventa sterrata e ci addentriamo nel bosco. Lì si incontra un bel sentiero in ciottolato, ora la pendenza diventa più sostenuta, ma soltanto per un breve tratto, per giungere al primo vigneto, dove si affaccia sul monte Linzone. C’è anche una casetta con una panchina di pietra.Proseguiamo sino a incontrare le indicazioni del sentiero Cai 861 in direzione Valmora. Sempre in salita, ma sul comodo sterrato, arriviamo in località Picco Alto dove converge anche la strada asfaltata che avevamo attraversato all’inizio. La vista cade sulla Valle Imagna e si distinguono la chiesetta di Brocchione, piccola frazione di Palazzago, e Roncola San Bernardo. Incontriamo la segnaletica del sentiero 861, ma curviamo a destra seguendo il bosco. Arrivati a un bivio e in prossimità di una piccola casetta teniamo la sinistra dove c’è un roccolo che domina dall’alto. Sempre diritti, arriviamo a una casa (civico 13) e curviamo a sinistra. Il sentiero scende e osserviamo le colline dalle quali siamo partiti, con in primo piano i vigneti della società agricola «Le Driadi» che ha recuperato la bellezza di questo territorio rimuovendo rovi e cespugli. Scendiamo verso il fondo della collina fino a incontrare una vecchia abitazione con un affresco della Madonna. Si vedono le colline di Pontida, facilmente raggiungibili da qui. Ancora per pochi minuti proseguiamo fino alla frazione Belvedere per concludere questo giro ad anello in poco più di un’ora.
La Valle San Martino dai colli di Palazzago