Ho trovato 1339 risultati per Borghi

Da Cassano a Lodi sulla sponda dell'Adda

Dalla stazione ferroviaria di Cassano d’Adda si percorre l’angusta passerella sul canale delle Muzza per poi scendere a sinistra e imboccare la strada d’argine puntando a nord e al centro di Cassano.   Giunti al ponte sull’Adda lo si attraversa e si segue la ciclabile che scende lungo Via Rivolta, poco oltre la si attraversa, in Località Cascate, seguendo sempre su ciclabile la via omonima verso sud, ad una santella si segue la ciclabile che svolta a sinistra e percorre Via San Pietro Cascine, poco prima dell’omonimo borgo si svolta a destra, sempre su ciclabile, lungo Via Cascina Belvignate, e quindi ancora a destra sulla strada provinciale 130, ci si ritrova nuovamente sulla via per Rivolta, si svolta a sinistra e si scende, dopo 600 metri circa, poco oltre il cartello che segna l’ingresso in provincia di Cremona, la si abbandona e, a una sbarra, si imbocca un sentiero che, sulla destra, attraversa un fosso e poi lo costeggia, in mezzo ai campi, sino sulle sponde del Fiume Adda. Seguendo fedelmente la sterrata che percorre l’argine del fiume si giunge ai resti del ponte vecchio e al Parco della preistoria di Rivolta d’Adda, il tracciato prosegue su strada sterrata con un evidente segnaletica direzionale che accompagna fino alle porte di Lodi, si pedala immersi nel verde, attraversando boschi golenali lambiti dalle acque dell’Adda e affacciandosi su paesaggi agricoli dalle geometrie regolari, scandite da fossi e da filari, si giunge presto alle storiche opere di presa del Canale Vacchelli, per poi proseguire oltre tra i coltivi e le golene che bordano il fiume, la strada sterrata termina nei pressi di alcune cave di ghiaia dove si sbuca sulla provinciale che unisce Boffalora a Lodi quindi si svolta a destra e si percorre la ciclabile che conduce al ponte sull’Adda e al centro storico di Lodi dove c’è il giro di boa e ci si può godere una meritata pausa.
Da Cassano a Lodi sulla sponda dell'Adda

Valle del Bitto di Albaredo

Storia, antichi mestieri e tanta natura
Valle del Bitto di Albaredo

A spasso nella Valle di Fonteno

Questa escursione ci porta dentro la valle di Fonteno, percorrendo l’antica mulattiera “del Torès” (Torrezzo), partendo dal borgo di Fonteno. Raggiunto Fonteno si lascia l’auto nel parcheggio prospiciente la chiesa parrocchiale (606 m).Ci si incammina attraverso il nucleo abitato fino alla piazza Vecchia da cui, lambendo la Chiesetta di S. Rocco, si segue via Campello immettendosi così sulla “Mulattiera del Torès” (segnavia CM 3). Ci si addentra nella valle fino a raggiungere, dopo circa 700 metri, la Chiesetta dell’Addolorata del Santello (701 m, 20’ dalla partenza). Qui nel 1944 si combatté una grande battaglia fra partigiani della 53esima Brigata Garibaldi e nazifascisti. I nazifascisti minacciarono di bruciare l’intero paese, ma fortunatamente ciò non accadde. Sulla stradetta si toccano la chiesetta alpestre del Santello, il Mut e le località di Dis, Sancc, Fidrighì, santella di Falsègn, Crapa, Camonghe, pineta del Largù e il Colet con il monumento ai partigiani e veduta panoramica sulle valli di Fonteno, di Adrara, della Valcavallina e sui colli di S. Fermo (1.281 m, 2 h 15’ dalla partenza). Dal monumento, si prosegue in piano verso Nord, passando sul fianco la sommità del monte Torrazzo, sino a raggiungere il Col del Torès in 20 minuti (Vedi indicazioni).Si prosegue in discesa sulla cementata che porta ai Casei del Torès per proseguire ancora in discesa sino a incontrare, sulla sinistra, il sentiero con segnavia CAI 568. Su questo si prosegue sino a raggiungere il Col de Dis e, poco oltre, si imbocca la nuova strada silvo-pastorale che interessa per intero la valletta di Camanga (segnavia n.5,1 h 10’ dal monumento). Quattordici sono i tornanti che ci aspettano nella discesa che avverrà tra fitto bosco e ampie radure. Passato il bivio per l’azienda agricola “La Flora”, si incontra la Strada del Torès, percorsa all’andata. Un’ultima mezz’ora di sforzo e rieccoci a Fonteno. Per ulteriori dettagli: Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi - tel. 035 983823
A spasso nella Valle di Fonteno

A scavalco del Monte Sasna

La partenza avviene da Nona, frazione di Vilminore (BG), ultimo borgo della Valbona. Dopo aver parcheggiato, si transita sul retro della chiesa di Nona (1.341 m), imboccando subito dopo, a sinistra, la Manina, una stradetta che sale in direzione del Passo della Manina. Questa strada risale la valle con pendenza costante, per una camminata di circa 1 h. Poco prima di giungere al grande edificio che ospitava i minatori (ora Baita Case Rosse), si piega a sinistra e si attraversa il torrente dove si trova la stradetta che continua fino al passo.Per i più allenati, invece, dopo il guado, si sale il pascolo seguendo i bolli gialli che compaiono tra i massi.Per tutti, un ulteriore sforzo e si raggiunge il culmine (1.796 m), accolti dalla chiesetta edificata nel 1949 in onore del “passaggio” a spalla della Madonna Pellegrina (1.796 m, 1h 15’ da Nona). Quassù un po’ di meritata pausa, poi dal Passo della Manina si prosegue verso destra (nord), seguendo la traccia immersa nell’erba. Si guadagna quota senza grosse difficoltà. Si giunge alla croce dell’anticima e poco oltre alla cima vera e propria, caratterizzata da una croce più piccola (2.229 m, 1h 15’ dal passo). Assaporato il panorama a 360°, si scende sulla costa nord-est opposta, seguendo scarse tracce di sentiero e sbiaditi bolli biancorossi (segnavia CAI n° 409) fino al colletto (2.139 m), da cui, tenendo leggermente la destra, si punta al laghetto sottostante (2.063 m) e poi, per tratturi, a una baita. Si seguono sempre i tratturi, che scendono direttamente su una dorsale. Ci si ricongiunge con la sterrata in piano e la si segue verso destra. Si raggiunge così il panoramico alpeggio di Baite Saline (1.768 m, 1 h dalla vetta) dal quale si scende lungo la stradetta sterrata nella valle del Gleno (vedi indicazioni sul muro della baita). Muovendosi nel fresco bosco di conifere, si transita dalle baite Esenne (1.555 m) e, con una serie di tornanti, si esce dai confini del Parco Regionale delle Orobie bergamasche, scendendo alla base del Sasna, lungo la stradetta cementata che si spiana in prossimità di Nona. Per ulteriori dettagli: CAI Valle di Scalve - tel. 348 9195290
A scavalco del Monte Sasna

L'anello di Cima Carnet

La partenza avviene dal parcheggio alle porte di Rusio (921 m), frazione di Castione della Presolana (BG). Fatti cento metri si è presso il ponte e di fronte al ristorante "Al Mulì da Romì".   Senza varcare il ponte si prende a salire per la stradetta sterrata (vedi indicazioni CAI per rifugio Olmo 317 e 318).Dopo poche centinaia di metri, a destra troviamo un secondo ponte che porta nella forra (CAI 318).Su questo sentiero in breve si giunge al “Puntesel” che riporta sull’altra riva del torrente. Da qui in avanti si entra nel canyon, un fondovalle bagnato da limpidissime acque.Si passa, trascurandola, la deviazione per la Baita Bares, per giungere a un passaggio su roccette che, a destra, portano ad alzarsi dal fondovalle.Superato il balzo, il sentiero prende quota nel bosco della Pisterla e raggiunge la presa d’acqua captata dalle falde della Pisterla (1.360 m, 1 h 45’ dalla partenza). Si prosegue sino a uscire dal bosco e incrociare la gippabile di servizio alle malghe. Siamo sulla via del Latte.Qui si lascia il sentiero 318 per piegare a sinistra, percorrendo il breve tratto che porta a Malga Presolana (1.538 m, 2 h 15’ dalla partenza). Si riparte per la traversata che porta alla Malga di Campo avendo a destra i pendii della Cima di Bares e a sinistra la pineta e i pinnacoli di Cima Carnet.Un laghetto annuncia l’arrivo a Malga Campo, punto di incontro di vari sentieri (1.520 m, 25’ da Malga Presolana).Sul segnavia 317 si prosegue la discesa, percorrendo la cementata che volge a Sud sino a incontrare la Malga Pozzetto e poco oltre sulla sinistra la scorciatoia per Rusio. Fiancheggiata una stalla con penzana, ci si abbassa ancora, sbucando nuovamente sulla stradetta nei pressi dell’indicazione “Rif. Olmo”.Lasciatala alle spalle, in breve si è al bivio con la stradetta per la chiesetta di San Peder e si conclude la discesa su Rusio passando per la località Priora dove si incontra la centenaria santella dedicata al Sacro Cuore di Gesù.In breve si divalla al ponte e al vicino borgo di Rusio si conclude la scarpinata. Ulteriori informazioni: CAI Castione – info@castione.it
L'anello di Cima Carnet

Contrade di Fondra

Si parte dal piazzaletto antistante la chiesa di Fondra (709 m) posta al di là del fiume, percorrendo in salita l’antica strada per Branzi.   Quest’ultima si innesta, dopo poche centinaia di metri, nel provinciale dove si piega a destra e in corrispondenza di una santella, sul lato opposto della strada, si prende il sentiero per Via Piana. Gustato il panorama sul Pizzo dell’Orto, sul Menna e sull’Ortighera si prosegue verso Nord, entrando nel cuore della “Valle” e si raggiunge Pusdosso, l’unica contrada abitata anche in inverno (40’ da Via Piana; 1.050 m). Un borgo rinato per volontà dell’associazione Amici di Pusdosso dopo il forzato abbandono degli anni ’50. Lo spettacolo naturale prosegue seguendo le indicazioni che portano a “Forcella” e attraversando un bosco si giunge alla Baita Fosletta che si costeggia verso destra per attraversare il pascolo e tornare sul bel sentiero nel bosco. Con direzione sud ci si abbassa attraversando vallecole e ripidi tratti, si contornano i pendii del “Cuculì” (il Pizzo, 1.588 m), sino a sbucare alla baita della Piana; in breve, attraverso un giardino all’italiana e a lato di un simpatico monumento ai bovini, si raggiunge la Contrada Forcella (946 m). Si prosegue ritornando sui propri passi, sino a ritrovare il bivio, segnalato, che scende alla Contrada di Foppa (10’ da Forcella). Si esce dalla contrada salendo brevemente sino alla nuova strada realizzata dall’ENEL.Sulla sterrata si scende poche centinaia di metri e prima del ponte si prende a sinistra il viottolo che porta alla teleferica di servizio di Cornelli. Qui diparte un sentiero ben marcato nel bosco, sale verso i ruderi del vecchio mulino e sbuca sulla mulattiera CAI 125 verso Pusdosso e Torcole. Si piega a destra, in discesa, e in breve si è alla Contrada dei Cornelli (946 m). Sempre sul CAI 125 si scendono i tornantini che riportano sulla precedente sterrata, si prosegue lungo le curve e i muretti a secco sino a raggiungere la provinciale e il parcheggio di Fondra (20’ da Cornelli).  
Contrade di Fondra

L’anello di Santa Maria del Giogo

 La prima parte del sentiero è condivisa con il percorso attrezzato per tiratori con l’arco gestito dal Gruppo Arcieri del Drago di Sulzano.    Il percorso, nella sua parte iniziale, ricalca il Sentiero della Resistenza nr. 6, della Brigata Giustizia e Libertà “Barnaba”. L’antica chiesa di Santa Maria del Giogo conserva al suo interno affreschi votivi del XV e XVI secolo, e due statue lignee seicentesche di San Mauro, discepolo di San Benedetto, e di San Bartolomeo. L’anello escursionistico prende il via da Nistisino, in corrispondenza dell’omonima trattoria adagiata sulle dolci e verdi colline che contornano questa panoramica altura sopra il lago d’Iseo, davanti alla quale corre il famoso percorso Goem – Proai.Imboccata la stessa direzione del sentiero partigiano nr. 6 in memoria della Brigata Giustizia e Libertà “Barnaba”, si prosegue sulla comoda mulattiera che poco oltre si inoltra nel fitto bosco. In questa prima parte la mulattiera condivide il suo incedere con il percorso allestito per i tiratori con l’arco, gestito dal Gruppo Arcieri del Drago di Sulzano. Fiancheggiate le ultime piazzole la mulattiera impenna improvvisamente la sua pendenza e con l’aiuto di qualche zig zag acquista velocemente quota sino alla contrada delle Legor e la trattoria Santa Maria. Bastano ormai pochi passi ancora e l’ampio pianoro sul quale è adagiato l’antico Santuario di Santa Maria del Giogo è ormai conquistato.Il sentiero prosegue alle spalle della chiesa dove è anche ubicato il rifugio oggi gestito dal Gruppo Alpini di Polaveno ma un tempo utilizzato dai benedettini di Sant’Eufemia per ospitare i viandanti che volevano raggiungere Brescia e la Val Trompia. La modesta altitudine non deve trarre in inganno. Il panorama spazia sulla rigogliosa e verdeggiante Val Trompia fino a The Floating Piers dell’artista Christo, Montisola e la piccola isola di San Paolo.Si prosegue alle spalle del Santuario seguendo il sentiero che ora ricalca il segnavia 255 CAI, ovvero il Sentiero degli Elfi. Mai faticoso o troppo impegnativo, il percorso prosegue per un bel tratto tra brevi saliscendi, stando appena sotto il crinale verso la Val Trompia. Oltrepassato il Prat de Gaì, si raggiunge il Monte Castellino e quindi comincia la discesa verso i piccoli borghi di Colma e Cuni. Appena sotto, dopo aver percorso un breve tratto di strada asfaltata, si riprende a destra il sentiero 255 CAI che, molto velocemente, ci riporta a Nistisino.  
L’anello di Santa Maria del Giogo

In vetta a Monte Isola

 Monte Isola,  una montagna in un’isola, si qualifica come la più alta isola lacustre d’Europa!   Numerosi sono i percorsi panoramici che si possono fare su questa bella montagna che si estende sulla parte centrale del Lago d’Iseo, del Sebino, rivolta ad est verso la sponda bresciana e ad ovest verso quella bergamasca.Qui si propone l’itinerario ad anello da Peschiera Maraglio salendo in vetta a Monte Isola, dove sorge il Santuario della Ceriola, una proposta interessante rivolta anche a quanti partecipano all’evento The Floating Piers di Christo che possono iniziare la loro escursione, partendo da Sulzano e raggiungere Peschiera Maraglio a piedi sulla ‘passerella’ di Christo. Se camminare sulle acque grazie al Floating Piers ti ha fatto venir voglia di continuare a passeggiare, Montisola ha degli itinerari che fanno per te!Normalmente ti diremmo che dovresti usare il traghetto, ma ovviamente per raggiungere Montisola da Sulzano, non perderti l’occasione irripetibile di andarci con le tue gambe passeggiando direttamente sulle acque! Raggiunta l’isola a Peschiera Maraglio, dopo aver visitato il grazioso borgo storico ti consigliamo invece una camminata più tradizionale, percorrendo la mulattiera immersa nel verde che conduce al santuario della Madonna della Ceriola, posta nel punto più alto dell’isola e con una vista a 360° su tutta la corona di monti che la circonda. Per ammirare l’isola di San Paolo e la biblica opera d’arte lacustre però non dovrai aspettare l’arrivo: tutta la salita gode infatti di una stupenda vista sul lago e tutta l’estensione del pontile galleggiante. Arrivato sulla cima invece, oltra a una pausa ristoratrice non farti mancare una visita al santuario e alle sue opere d’arte!Per la discesa ti consigliamo invece di avventurarti sul versante che si affaccia sulla sponda bergamasca, percorrendo la mulattiera che conduce a Masse e Saviano. Qui perditi tra le vie del paese, scoprendo i suoi pittoreschi scorci e i suoi edifici medievali. Infine tramite un comodo sentiero tra gli ulivi potrai ritornare a Sulzano e da lì, grazie a Christo, nuovamente a Sulzano!  
In vetta a Monte Isola

Ciclabile dell'Alta Val Seriana

Una ciclabile tra boschi, paesaggi montani, ponti su ruscelli, centrali idroelettriche e case di pietra con tetti in ardesia.   Durante il tragitto avremo modo di gustare panorami montani tipici delle Orobie ed attraversare paesi caratteristici, un percorso da godere pedalando senza fretta. Una ciclabile lievemente impegnativa in quanto presenta alcuni brevi saliscendi anche con pendenze elevate, e non per brevi tratti, sconsigliata a famiglie e bambini. La ciclabile si inoltra subito nella fitta pineta di Clusone, facendo entrare nello spirito avventuriero di questo tracciato che per alcuni tratti si snoda anche nel fitto bosco, a forte contatto con la natura circostante.Qualche chilometro dopo la partenza ci troviamo a superare Groppino, dove raggiungiamo il fiume, che attraversiamo in più punti, godendone l’aria fresca.Si incontrano qui i primi centri abitati dell’itinerario: prima quello d’Ogna e poi Ardesio. Sulla SP35 raggiungiamo poi Gromo, un caratteristico paesino insignito del titolo di “Borgo più bello d’Italia”. Uno dei punti più panoramici del tragitto (e della valle) è poco più in là, risalito un breve tratto cementato con pendenza elevata ci si trova infatti in una inedita da cui ammirare, in un solo sguardo, tutta la valle. Il panorama compensa il breve tratto a spinta fatto per raggiungerlo.Si torna in sella e si prosegue fino a Fiumenero che si trova sull’altra sponda del fiume. Dietro di esso la Valle Brunone e ad incorniciarlo la punta del Pizzo del Diavolo.Nell’ultimo tratto la ciclabile diventa dolce e godibile, costeggiando il Fiume Serio che oramai è poco più di un ruscello; si fiancheggia una centrale idroelettrica, di una piccola diga ed infine raggiungiamo la nostra meta, Valbondione, luogo di partenza per tante escursioni a piedi come il Rifugio Curò, il Rif. Coca e tanti altri.  
Ciclabile dell'Alta Val Seriana

Lungo la via sacra a Campo dei Fiori

Il punto di partenza della nostra camminata è la piazzetta poco sotto la Località Prima Cappella del Sacro Monte che si raggiunge con l'autobus urbano della linea C fermata antistante la stazione ferroviaria di Varese.   Si risale la Via Sacra su acciottolato fino ad arrivare al Borgo di Santa Maria del Monte e al Santuario della Madonna Assunta. Proseguiamo oltre, tra strette viuzze, raggiungendo Piazza Pogliaghi, capolinea dei mezzi pubblici, e a nord di quest’ultimo, dopo poche decine di metri continuiamo, entrando nel bosco, sul sentiero numero 1 del Parco Regionale Campo dei Fiori. Arrivati al valico delle Pizzelle pieghiamo a sinistra e saliamo fino a ciò che resta della funicolare abbandonata del Sacro Monte e del Grand Hotel. Poco sopra è raggiungibile, lungo il vialetto dei cippi commemorativi dei Caduti delle varie Armi dell’Esercito italiano, il Monte Tre Croci. Il nostro itinerario scende ora sulla strada asfaltata e, seguendo le indicazioni per la Cittadella di Scienze della Natura, risale al panoramicissimo piazzale Belvedere, dove si trova il cancello di ingresso alla cittadella e alla strada verso l’osservatorio.Dal piazzale ci incamminiamo, attraverso un bosco di conifere, sulla sterrata del forte di Orino, testimonianza della Grande guerra, che taglia orizzontalmente il versante sud del monte. Affacciati sulla pianura incontriamo in successione i sentieri 12, 11 e 13 e arriviamo proprio alla punta di Orino. Si rientra, tornando sui propri passi fino al punto in cui i sentieri 11 e 13 intersecano la strada militare. Si perde quota in direzione di Comerio e Gavirate. A circa metà discesa i tracciati si dividono e restiamo sull’11, che conduce a Comerio. Dopo un tratto verso est, sul sentiero 10 che collega Velate, frazione di Varese, a Orino, torniamo sull’11 e arriviamo a Chignolo, frazione di Comerio. Riecco la strada asfaltata, lungo la quale, dopo aver attraversato il centro di Comerio, raggiungiamo la stazione ferroviaria e da lì, con un treno locale, torniamo a Varese in poco più di dieci minuti. (Ph: paolo Ortelli)

A spasso sulla Maresana

Tutti i bergamaschi conoscono la Maresana, meta per antonomasia delle gite fuori porta. Ma il colle della Maresana non è soltanto un’oasi verde a pochi passi dalla città, è anche un territorio coltivato e vissuto dagli agricoltori.   La passeggiata che ci propone il Parco dei Colli di Bergamo è proprio alla scoperta di queste realtà, lungo un circuito ad anello che ha come punto di partenza e arrivo Rosciano, dove c’è il santuario della Madonna di Lourdes. Un itinerario particolarmente interessante lungo i sentieri che si sviluppano anche attraverso i bellissimi boschi di castagno, carpino e rovere. La prima tappa è l’azienda agricola “Delizia dei Colli” di Fabio Mangili, che coltiva piccoli frutti, sia per la vendita del prodotto fresco che per la produzione di confetture. Particolarmente interessante l’impianto di mirtillo nero gigante americano. Da qui si sale alla Maresana, per poi scendere verso Ponteranica Alta, attraverso boschi di castagno e querco-carpineti. Si tratta di sentieri percorribili e tracciati, ma è consigliato un abbigliamento idoneo. Subito dopo la discesa, a circa metà del tracciato, alla fine di via Cornella, si trova l’azienda agricola “Val del Fich”. La titolare Federica Cornolti ha un allevamento di capre e produce formaggi caprini e confetture secondo antiche ricette, come quella alle primule selvatiche. Inoltre apre le porte dell’azienda come fattoria didattica. Per raggiungere la terza tappa si scende ancora e si raggiunge l’abitato di Ponteranica Alta. Si gira a destra e si prosegue verso il Castello della Moretta. All’inizio del tracciato, sulla sinistra, c’è l’azienda agrituristica vitivinicola “Amleto Giavazzi”. L’azienda produce vino, pinot bianco con metodo classico, vino rosso incrocio Terzi e vino cabernet dalle alte caratteristiche organolettiche. Il rientro dalla passeggiata è previsto al parcheggio di Rosciano, tramite la strada in discesa che affianca gli impianti sportivi. “L’itinerario è stato pensato per valorizzare un piccolo ma interessante circuito che si trova dentro il Parco dei Colli di Bergamo, fatto di percorsi che attraversano i borghi storici, boschi, un paesaggio di cascine e colli - spiega il responsabile del Parco dei Colli di Bergamo, Pasquale Bergamelli -. Sono state scelte tre aziende con origine e produzione diversa, che illustrano la loro lavorazione. Tutte e tre si trovano attorno al colle della Maresana, collegato attraverso i sentieri del Parco a diverse località, dal Canto Alto ad Olera”.
A spasso sulla Maresana

Con le pelli fin sul Pizzo Brunone

Si parte dal caratteristico borgo di Agneda (Sondrio) a 1.228 metri di quota. Nella stagione invernale è disabitato e se la strada non è pulita dalla neve conviene lasciare l’auto poco prima di arrivarci, dove è possibile trovare un piccolo parcheggio. Si inforcano subito gli sci e in poco tempo si raggiunge Agneda, con una bella chiesetta del ‘400 intitolata a Sant’Agostino. Si prosegue verso un largo pianoro lungo una strada forestale che, con alcuni tornanti, porta alla diga di Scais. Superata la diga si costeggia il lago omonimo (1.499 m), che rimane, salendo, alla nostra destra. Si segue l’itinerario in direzione del rifugio Mambretti, ma non lo si raggiunge, immettendosi invece sul sentiero estivo fino alle case di Scais (1.547 m) e di seguito alle baite Caronno a 1.612 metri.Si attraversa a destra un ponticello di legno e in direzione sud-est si incontrano alcune rocce caratteristiche che sembrano conficcate nel terreno formando quella che pare una grossa grotta. Si affronta ora la parte più impegnativa. Si tratta di un ripido vallone sulla destra (attenzione al rischio valanghe) che si segue fino a una strozzatura dalla quale si esce, sulla sinistra raggiungendo la dorsale (passo della Scaletta 2.523 m?). Si continua con una diagonale, sempre verso sinistra e si risale il vallone con alcuni tratti impegnativi. In particolare nell’ultima parte, prima di raggiungere un’ampia bocchetta, vanno valutate con attenzione le condizioni di stabilità della neve.Da qui, in poco tempo si guadagna la meta scialpinistica oppure a sinistra, risalendo a piedi un crestone su facili roccette, la vera vetta del pizzo Brunone (2.720 m). Per la discesa con gli sci si segue lo stesso tracciato della salita. A fare da cornice il pizzo Redorta (3.038 m) e il pizzo di Scais (3.038 m) con la vedretta omonima.  
Con le pelli fin sul Pizzo Brunone