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Chiesa Santi Pietro e Paolo a Curetto

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo, in località Curetto, fu fin dalla fondazione gestita dalla locale confraternita dei Disciplini come documentato nell’atto d’insediamento redatto nel luglio del 1521 nella Curia di Brescia. L’edificio è registrato come “cappella recentemente inaugurata fuori dalla zona della riva di Sale”. Più tardi, nella visita apostolica del 1580, il cardinale Carlo Borromeo decreta il riordino di alcune porzioni dell’edificio e la fusione delle Schola della Disciplina e di San Rocco in un’unica congregazione chiamata la Disciplina dei santi Rocco, Pietro e Paolo. La pala d’altare del 1582 (ora nella chiesa di Conche[103]) raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Sebastiano, Pietro, Paolo e Rocco, fu realizzata per suggellare la fusione tra le due confraternite. La tela è stata posta a confronto con le opere del pittore bresciano Girolamo Rossi. La pala fu collocata nell’altare maggiore (ora trasferito nella chiesa di Marasino[104]) coprendo l’affresco della Flagellazione di Cristo realizzato al centro dell’abside: il dipinto murale, oggi visibile, è databile tra terzo e quarto decennio del XVI secolo e riconducibile alla cerchia di Paolo da Caylina il Giovane. La facciata principale, rivolta verso lago, è oggi a ridosso della strada il che la rende impraticabile; presenta un semplice impianto con tetto a doppio spiovente, timpano, portale d’ingresso in pietra di Sarnico con due finestrelle laterali. Nella lunetta del portale si conserva mal ridotta l’immagine di San Carlo Borromeo. Sul fianco nord vi sono il campanile e l’ingresso oggi in uso; su questa fronte si veda, dall’esterno, l’originario andamento ad arco trilobato della finestra. L’edificio è ad aula unica con presbiterio absidato, volta a botte, grandi finestre e un matroneo in controfacciata, sostenuta da colonne in granito, cui si accede dalla scala interna. Nel grande matroneo, menzionato nelle visite pastorali, si riunivano i disciplini: rimangono la grata sopra il parapetto e il soffitto in legno dipinto con finte architetture barocche. Un grande oculo che guarda sul lago consente la presa di luce. Nel 1797 la Disciplina fu soppressa, la chiesa incamerata dal demanio e venduta con la casa annessa a privati. Nel 1855 il Comune comprò il complesso per adibirlo a ospedale affinché vi fosse un luogo per curare i malati colpiti dall’epidemia di colera; allo stesso anno si deve l’intervento strutturale dell’ing. Giacomo Cozzoli. La chiesa è oggi di proprietà del Comune e utilizzata come auditorium. Dei vari rimaneggiamenti restano molte opere seppur tra loro non coeve. Gli stucchi nella volta e sotto il matroneo inquadrano affreschi di Domenico Voltolini da collocarsi tra il secondo e il terzo decennio del Settecento (Noli me tangere, Speranza, Fede, San Gregorio, San Pietro in carcere visitato dall’angelo, La caduta di Saulo da cavallo, San Lorenzo, Visitazione di Maria a Elisabetta, San Rocco benedice gli appestati). Restano, inoltre, le mense degli altari laterali in muratura; delle due pale disperse una è forse da individuare nella tela con San Francesco che riceve le stigmate (ora nella sagrestia della parrocchiale di Sale) realizzata da un pittore bresciano, nell’ambito di Pietro Marone, a cavallo tra XVI e XVII secolo. Nel 1856 Antonio Guadagnini, ingaggiato dalla comunità civile di Sale, affresca la fronte dell’arco del presbiterio con l’Annunciazione mentre nel catino absidale realizza l’ex voto per il colera rappresentante l’Intercessione dei santi alla santa Trinità. L’opera è una delle meglio riuscite del pittore esinese: Cristo è al centro della composizione mentre riceve le preghiere della Vergine e dei santi patroni della Disciplina; un angelo depone ai suoi piedi il flagello, segno che l’ira divina, e con essa il colera, è cessata così che possano tornare nel borgo la Pace e la Giustizia, ritratte sulla sinistra nell’atto di baciarsi.   Federico Troletti
Chiesa Santi Pietro e Paolo a Curetto - Ph: visitlakeiseo.info

Chiesa di San Colombano

La chiesa, dedicata a San Colombano abate, il monaco irlandese del VI secolo fondatore del monastero di Bobbio, si trova ai limiti del borgo di Parzanica e il suo sagrato si apre a una splendida vista. Non si hanno notizie sulla fondazione della prima chiesa. Dovette dipendere dalla pieve di Predore almeno fino al 30 ottobre 1512, data che le fonti indicano come quella di fondazione della parrocchia e di consacrazione di un primo edificio. La chiesa attuale sorse negli ultimi decenni del ‘700. Aperta al culto nel 1792, venne dotata nel 1797 del campanile, al cui vertice si trova la statua del santo patrono. Consacrata il 24 ottobre 1867, nel 1923 fu prolungata nella parte absidale su progetto di Luigi Angelini. La facciata, di stampo neoclassico, si articola su due livelli: è tripartita da lesene e grandi colonne addossate con trabeazione aggettante e culmina in un grande timpano. Il portale in arenaria di Sarnico venne abbellito nel 1973 da un gruppo in cotto nella lunetta, opera dello scultore Gaetano del Monte di Faenza con la raffigurazione del santo titolare della chiesa. L’interno ad aula unica di quattro campate mostra la stessa impronta neoclassica della facciata con elementi tardo barocchi: poderose colonne inquadrano le arcate delle cappelle e sorreggono il fregio, sul quale si imposta la volta a botte. Le pareti sono arricchite da dorature e cornici in stucco, in gran parte riprese nel 1945 da Emilio Sessa e dallo stuccatore Adolfo Gardoni mentre gli affreschi della volta, con episodi della vita di san Colombano, furono realizzati da Giuseppe Grimani (1911-1998), autore anche della decorazione del presbiterio con i Quattro Evangelisti, la Gloria di san Colombano e il Cristo Re tra santi e fedeli, la cui pittura si connota per una felice commistione tra modernità e richiami alla pittura settecentesca. Sulla controfacciata è collocato un grande dipinto murale di ambito bergamasco del XVIII secolo, con la Cacciata dei mercanti dal tempio. Nella prima campata a sinistra il battistero conserva il Battesimo di Cristo dipinto a fresco da Aldo Locatelli nel 1946 entro cornice settecentesca in stucco; una cornice del tutto simile contiene a destra la pala dell’altare dell’Addolorata, una Pietà con i santi Giovanni, Francesco d’Assisi e Luigi Gonzaga di ambito bergamasco del XVIII secolo. Nella seconda campata sull’altare a sinistra la grande tela seicentesca raffigurante l’Annunciazione è firmata dal pittore Alessandro Bonvicini e sarebbe stata portata a Parzanica dalla Svizzera nel XX secolo. Di fronte si trova l’altare del Sacro Cuore di Gesù, dotato di diverse sculture: tra queste il Sacro Cuore di Alessandro Ghislandi (1940), San Francesco d’Assisi di Angelo Righetti del 1908 e San Colombano, della prima metà del XX secolo. Nella terza campata l’altare del Rosario conserva un paliotto seicentesco intarsiato a motivi floreali in marmi policromi con un medaglione centrale raffigurante la Madonna del Rosario fra i santi Domenico e Francesco; proviene dalla chiesa precedente ed è riconducibile alla bottega degli scultori Manni. L’ancona contiene i quindici Misteri del Rosario, databili al XVII secolo e una nicchia con la statua della Madonna del Rosario, opera di Giuseppe Stuflesser del 1964. Di fronte, l’altare di San Luigi Gonzaga presenta una cornice lignea settecentesca mentre la statua è opera del 1911 di Giovanni Avogadri. L’altar maggiore, datato 1674, anch’esso proveniente dalla chiesa antica, ha un notevole paliotto a intarsi policromi che incorniciano il medaglione della Natività, pure riconducibile alla bottega dei Manni. Nel 1924 venne in parte integrato e ampliato con la tribuna. Sul fondo la grande pala raffigurante San Colombano con Agilulfo, ascrivibile ad Antonio Guadagnini, databile alla seconda metà del XIX secolo. Ai suoi lati due tele di ambito bergamasco del XVIII secolo raffigurano a sinistra I santi Fabiano, Rocco e Sebastiano e a destra I santi Antonio di Padova, Fermo e Antonio abate.   Francesco Nezosi
Chiesa di San Colombano, vista sagrato - ph: giulia danesi - visitlakeiseo

Tour in A35: Ospitaletto

Ospitaletto è il luogo in cui è bello abitare e dove lavoro e occupazione trovano ogni giorno importanti conferme. Tra i monumenti da visitare sicuramente merita la parrocchiale, la biblioteca e il Municipio. Obbligatoria infine è una sosta a Lovernato e il suo bellissimo Santuario dedicato alla Vergine Maria.
Ospitaletto

Giancarlo Sangregorio: casa-atelier dello scultore

Sesto Calende: alla scoperta del raffinato artista milanese che scelse di vivere circondato da cave di pietra.
Giancarlo Sangregorio: la splendida casa-atelier

Matrimonio sul Lago di Garda

Viste incantevoli, borghi storici, castelli da fiaba: la sponda lombarda gardese è cornice ideale per matrimoni di charme
Matrimonio sul Lago di Garda

Costa Jels ed ecomuseo delle miniere di Gorno

Museo di storia e tradizione: per un viaggio dello zinco tra alpeggi e miniere del Comune di Gorno (BG)
Ecomuseo Miniere Gorno

Milano, città a colori

Scopriamo insieme quanto è colorata Milano
Milano, città a colori - street art a Nolo

Con le due ruote tra Mantova e il Mincio

Oggi andremo a percorrere un itinerario adatto per una giornata di relax in pieno spirito contemplativo, grazie alle bellezze che circondano Mantova e seguendo le anse del fiume Mincio; il tour complessivamente ha una lunghezza di circa 160 Km.   L’itinerario parte da dove nasce il fiume Mincio, sul Lago di Garda e più precisamente a Peschiera del Garda, facilmente raggiungibile dall’autostrada Milano - Venezia. Imboccata la strada regionale SR249 e attraversate le località di Borghetto sul Mincio e Valeggio sul Mincio - sempre in Veneto -  si intraprende la Via I Maggio in direzione Mantova. Questa zona, nel Medioevo, rappresentava un territorio di confine ed era costantemente oggetto di contese tra le Signorie di Milano, Mantova e Verona, anche a causa della presenza di uno dei più comodi e sicuri guadi del fiume Mincio. Riprendiamo il nostro percorso, passando da Pozzolo sul Mincio attraversiamo il Parco del Mincio, nel cui territorio si intrecciano storia, archeologia, arte, ambiente. Il nostro tragitto prosegue imboccando la “SP21” in direzione Goito, Maglio, Longhini e giungiamo finalmente a Mantova. Questo importante capoluogo è stato nominato nel 2016 Capitale Italiana della Cultura, ed in precedenza Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, grazie alle eredità artistiche e monumentali lasciata dalla nobile famiglia dei Gonzaga, che ne hanno fatto il fulcro del Rinascimento italiano e la capitale europea a quei tempi più importante. Durante la visita alla città potrai scoprire il Palazzo Ducale, con la Camera degli Sposi dipinta da Mantegna, la casa in cui visse l’artista, la Rotonda di San Lorenzo, la chiesa più antica di Mantova e la Basilica di Sant’Andrea progettata da Leon Battista Alberti. Mantova è ricca di storia e nel passato era considerata un avamposto strategico; lo testimoniano i tanti castelli che punteggiano la città e la provincia, tra i quali il più importante è il Castello di San Giorgio, uno dei monumenti simbolo di Mantova: fu residenza di Isabella d'Este e accolse artisti del calibro di Mantegna, Leonardo da Vinci e Ludovico Ariosto.Conclusa la visita a Mantova inforchiamo nuovamente le nostre moto e ci dirigiamo a Sabbioneta passando per la “SP409”, una meravigliosa città “ideale” a misura d’uomo, creata dal nulla nella seconda metà del Cinquecento da Vespasiano Gonzaga Colonna, là dove non c’era altro che malaria e paludi da bonificare. Questo microscopico mondo sembra slegato dall’ambiente rurale che lo circonda: è un lembo di terra sabbiosa (da cui il nome del borgo) bagnato dal Po e dall’Oglio.  Tutto è incredibile: la galleria coperta, con l’eternità impressa in ogni pietra, il delizioso Teatro all’Antica, le meravigliose stanze del Palazzo Ducale con i soffitti lignei in elaborato stile manierista, su cui Vespasiano posò l’ultimo sguardo, il palazzo Giardino o il suo mausoleo. Parliamo del pranzo, ora, ricordandoci che siamo in una Provincia in cui la parola enogastronomia è tutta a lettere maiuscole. Innanzitutto i vini bianchi e rossi; qui si produce anche il Lambrusco Mantovano.  Il consiglio è di assaggiare proprio la cucina tipica del mantovano, in particolare, è definita "di prìncipi e di popolo": raffinata per la corte dei Gonzaga, ma anche popolare, poiché sa trarre anche dagli ingredienti poveri, gusto e spessore. Le erbe selvatiche vengono usate per condire i capunsei, gnocchi di pane, o per insaporire frittate e crespelle. Molto apprezzati sono anche i tortelli di zucca conditi con mostarda (quella mantovana è con le cotogne). Il ripieno degli agnolini invece è sempre diverso a seconda della zona in cui li si assaggia. Da ricordare che Mantova è terra di produzione del vialone nano, riso pregiato con cui si fanno risotti spettacolari, cotti con il metodo alla mantovana. Chi ama i salumi apprezzerà la Coppa DOP, il Salame Mantovano DOP, il Cotechino Vaniglia e la Salamella Mantovana, da accompagnare con dell'ottimo vino rosso. Tra i formaggi eccelle il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Per stomaci pronti a tutto, come non ricordare il “gras pistà”, oppure il pesce gatto fritto; invece chi desidera restare più leggero apprezzerà il luccio in salsa. Alla fine di questa guida non possono mancare i dolci: possiamo assaggiare il "sugolo", un budino all'uva e la sbrisolona, a base di mandorle, e gli altri numerosi dolci tipici della zona. A questo punto non ci resta che proseguire il tragitto pianeggiante arrivando dopo qualche chilometro a Rivarolo, per poi continuare per Peschiera del Garda dove si conclude il nostro viaggio.  Questo itinerario è sì percorribile in una giornata, ma il consiglio è quello di concedersi un intero weekend, soprattutto per fermarsi a Mantova, città che andrebbe scoperta in almeno una giornata intera.

Alla scoperta di Varese

In questo tour in moto faremo un breve itinerario per i motociclisti nella provincia di Varese ricca di attrazioni culturali.   La prima tappa del nostro tour una volta arrivati a Varese è il Sacro Monte che si può raggiungere in Moto, parcheggiando in via Prima Cappella, per iniziare la salita dal basso, oppure presso il Piazzale Pogliaghi, posto alle spalle del Santuario, in cima. Le quattordici cappelle che ciaccompagneranno durante la salita sono tutte dedicate ai misteri del Rosario e sono delle opere artistiche eccezionali.Ognuna ha una propria architettura, curata nei minimi particolari, che conserva all’interno sculture e dipinti. Superata l’ultima cappella, ci troviamo dinnanzi alla salita che porta al Santuario e al borgo di Santa Maria del Monte. I lavori per la costruzione del Viale delle Cappelle del Sacro Monte di Varese iniziarono nel novembre del 1604, ma la Fabbrica del Santissimo Rosario fu ufficialmente inaugurata il 25 marzo 1605. L'ideazione della Via Sacra, ad opera del padre cappuccino Giambattista Aguggiari, permetteva di offrire ai pellegrini un percorso strutturato che, oltre ad alleviare la fatica della salita, prima condotta lungo sentieri disagevoli, consentiva di giungere al santuario con buoni frutti spirituali. Parlando del Sacro Monte non ci si può dimenticare dello scenario naturalistico che lo circonda. Collocato su una collina alle spalle di Varese, nelle belle giornate si può ammirare buona parte della Pianura Padana e le montagne lombarde fino a quelle della bergamasca e della Valtellina. Dopo la visita al sacro Monte si prosegue imboccando la sp62 in direzione Brizio, la prossima tappa è uno dei principali valichi delle Prealpi Lombarde noto sia agli sportivi che agli appassionati delle due ruote: il Passo del Cuvignone. La strada per il passo è stretta e polverosa, l'asfalto è scheggiato, i tornanti sono molto stretti e di solito ogni tanto è necessario il piede a terra in qualche curva.Si raggiunge così il Passo del Cuvignone a 1.036 m di altezza, dove ci si immerge un mondo incontaminato, privo di traffico, in un valico tra il Monte Nudo e i Pizzoni di Laveno. Arrivati in cima non vi sono né parcheggi né punti di ristoro, non si può fare altro che procedere per Laveno Mombello, la capitale turistica della sponda orientale del Lago Maggiore, è nota per il suo porto turistico che la mette in contatto con la sponda piemontese.È situata tra il blu del Maggiore e il verde dei monti che ha alle spalle, tra cui l’importante Monte Sasso del Ferro, famoso per la cabinovia. Laveno è considerata anche un importante centro di produzione di ceramiche e porcellane, tra i maggiori in Italia e in Europa. La costa varesotta è stata storicamente definita “sponda magra” per contrapporla, un po' dispregiativamente, alla “sponda grassa” piemontese con riferimento al valore turistico.La costa est del lago e i paesi lombardi offrono una tranquillità invidiabile oltre a diverse perle di grande fascino e importanza turistica. Dopo aver ammirato e immortalato il panorama meraviglioso, possiamo mangiare in uno dei ristoranti o trattorie, assaggiando qualche ricetta tipica del Lago Maggiore come pesce persico, che viene preparato e servito con il risotto, il lavarello, conosciuto anche con il nome di coregone. Il nostro tour continua con una visita al Monastero Santa Caterina del Sasso, o Eremo di Santa Caterina del Sasso.Abbarbicato a strapiombo su una parete rocciosa a picco sul lago, l'Eremo di Santa Caterina del Sasso è senza dubbi uno tra gli scenari più suggestivi del Lago Maggiore. L'edificio attuale ha una struttura davvero singolare, frutto della fusione di tre cappelle, che erano originariamente distinte e che sono sorte in epoche differenti. La nostra guida ci accompagnerà alla scoperta delle molte storie legate a questo luogo ricco di testimonianze storiche e artistiche. Arte, storia e natura si integrano splendidamente in questo luogo magico proteso verso il Golfo Borromeo, Stresa e le isole, grazie alla particolare posizione, ai luoghi suggestivi e alla vista unica sul Lago Maggiore, il Monastero sembra davvero creato per ritrovare la propria pace interiore e far respirare la tranquillità.  (Ph: Malpensa24)

Tenda con vista

Alla riscoperta delle vacanze in campeggio, un modo sano per riconciliarsi con la natura e vivere a un ritmo più lento.
Guida ai migliori campeggi sul Lago di Garda

Visconti e Spagnoli in terra bergamasca. Da Briano Gera d'Adda a Caravaggio

Itinerario alla scoperta della bassa bergamasca occidentale, che comprende i territori di Brignano, Pagazzano e Caravaggio, sotto il possesso della famiglia dei Visconti prima, per poi passare alla dominazione spagnola. Questa area geografica si estende tra i fiumi Adda e Serio, in una zona dove la presenza di risorgive è una costante tanto da prendere il nome di pianura “irrigua”.  Itinerario circolare che inizia e termina a Bregnano Gera d'Adda. Il percorso si presenta completamente pianeggiante. E si svolge in quella parte della bergamasca che sino all'arrivo di Napoleone Bonaparte restò sotto il dominio prima dei Visconti e poi degli Spagnoli. Lungo il percorso si potranno ammirare straordinari ma pochissimo conosciuti monumenti come il Castello di Pagazzano o il Palazzo Visconti a Brignano Gera D'Adda. ITINERARIODistanza: 44,700 kmDifficoltà: facileFondo stradale: asfalto, sterratoDislivello: +44 m, -44m (Pendenza max: 4.2%,-2.9%, Pendio medio: 0.5%, -0.5%)Adatto a: tuttiTipologia di bicicletta consigliata: MTB, ibridaDurata media: 4 h ca. ALCUNI PUNTI DI INTERESSE Parco Regionale del SerioIl Parco del Serio è un parco naturale che si sviluppa da Seriate lungo il fiume Serio fino alla sua foce nell'Adda. La fauna del parco presenta ancora significative presenze, da annoverare infatti è la presenza di una trentina di specie acquatiche, rettili e mammiferi.Info utili: Piazza Rocca, 1 - Romano di Lombardia (BG).Sito inernet: www.parcodelserio.itGeolocalizzazione su mappa: 45.59722, 9.88446 (sede) Palazzo Visconti a Brignano Gera D'AddaEdificio ascrivibile alla fine del Cinquecento, realizzato su preesistenze fortificate. Recentemente è stato restaurato ed ospita al pianterreno la sede municipale. Il piano nobile offre numerose sale affrescate, che lo rendono una delle pagine più riuscite del barocco lombardo.Info utili: Comune di Brignano Gera d’A., Via Vittorio Emanuele II, 36/A.Sito internte: www.comune.brignano.bg.itGeolocalizzazione su mappa: 45.54357, 9.64868 Chiesa di Sant'Andrea a Brignano Gera D'AddaE' l’edificio più antico del paese ed è citato già in una bolla pontificia del 1120. Nel corso dei secoli ha subito diversi interventi, che ne hanno modificato l’assetto originario. Il portico è quattrocentesco, l'interno, ad aula unica, presenta alcune decorazioni ad affresco. Di particolare rilievo sono i lacerti conservati sul frontone e nell’abside.Info utili: Comune di Brignano Gera d’A., Via Vittorio Emanuele II, 36/A.Sito internte: www.comune.brignano.bg.itGeolocalizzazione su mappa: 45.54466, 9.64948 Castello Visconteo a PagazzanoEdificato molto probabilmente dai conti Martinengo e passato nei secoli di proprietà in proprietà, è stato acquistato nel 2000 dal Comune di Pagazzano. Il castello ora propone numerose attività didattiche ed è anche sede di mostre.Info utili: Castello di Pagazzano, Piazza Castello 1, Pagazzano (BG).Sito internet: www.castellodipagazzano.itGeolocalizzazione su mappa: 45.53203, 9.67002 Santuario di Santa Maria del Fonte a CaravaggioL’immenso complesso è stato eretto a partire dal XVI secolo sul luogo di una miracolosa apparizione della Vergine ad una contadinella. L’interno è a una sola navata, a croce latina, di stile classico. Pregevoli sono le pitture di Giovanni Moriggia e Luigi Cavenaghi.Info utili: Santuario: Via Papa Giovanni XXIII, Caravaggio (BG).Sito internet: www.santuariodicaravaggio.itGeolocalizzazione su mappa: 45.48145, 9.63084 Chiesa dei Santi Fermo e Rustico a CaravaggioEdificata probabilmente su un edificio preesistente, la costruzione della chiesa risale al XIII secolo. È considerato l'edificio di culto più antico del borgo e dalle caratteristiche della facciata si comprende chiaramente che rispecchia i canoni del gotico lombardo.Info utili: Piazza Santi Fermo e Rustico, 6, Caravaggio (BG).Sito internet: www.parrocchiadicaravaggio.itGeolocalizzazione su mappa: 45.49679, 9.64507
Visconti e Spagnoli in terra bergamasca. Da Briano Gera d’Adda a Caravaggio

Fuori porta nel Parco del Mincio

In bici o via fiume. Una guida per una gita fuori porta sul Parco del Mincio. Alla ricerca delle cicogne bianche e dei fiori di loto