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Il Cammino delle Colline Moreniche

Un percorso di 170 km alla ricerca delle radici storiche e culturali tra le province di Mantova e Brescia.

Visitare il Parco Oglio Nord

Un Parco tutto da scoprire, nel cuore della Pianura Padana, che custodisce tratti di ambienti di sicuro pregio naturalistico.
Dal Sebino alla scoperta del Parco Oglio Nord

Dalla città di Bergamo all’Albenza

Tappa della DOL, Dorsale Orobica Lecchese, dalla città di Bergamo ad Almenno San Bartolomeo
1. Dalla città di Bergamo all’Albenza

Monte San Giorgio e Monte Orsa

Un’escursione tra giacimenti fossili, trincee storiche e un verde incontaminato, nel cuore della provincia di Varese

La Pinacoteca Ambrosiana, visita ai capolavori assoluti dell’Arte

Visita guidata alla Pinacoteca Ambrosiana, scrigno di arte e bellezza nel cuore di Milano
pinacoteca ambrosiana tour

Da Lodi a San Colombano al Lambro

Partendo da Lodi, la città vi accoglie con il suo suggestivo centro storico dal cuore medioevale. La maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta, con la sua facciata gotica e le torri che si ergono maestose, domina la scena. Nei dintorni, il Ponte Visconti si estende sul fiume Adda. Si può ammirare una flora ricca di querce, pioppi e acacie e, allo stesso tempo, si possono avvistare garzette, aironi e cigni che si posano lungo i corsi d’acqua.Arrivando a San Colombano al Lambro, è possibile visitare il suo affascinante centro storico e scoprire le tradizioni di pascolo che ancora oggi caratterizzano questa comunità. Qui, il Castello di San Colombano si erge imponente, testimone di secoli di storia e cultura, offrendo un panorama mozzafiato sulle colline circostanti. Il Borgo del comune di San Colombano al Lambro, con le sue stradine acciottolate e le vivaci piazzette, vi farà immergere in un’atmosfera autentica, dove è facile perdere la cognizione del tempo.Le colline di San Colombano al Lambro, ricoperte di vigneti e uliveti, offrono numerose opportunità per passeggiate e degustazioni di prodotti locali, rendendo la visita ancora più memorabile. La sua atmosfera tranquilla e genuina farà sentire parte di un territorio che custodisce con orgoglio le sue radici. Il percorso in bicicletta – in collaborazione con FIAB Lodi Ciclodi Partenza dal Piazzale della Stazione di Lodi. Si esce da Lodi andando a destra per Viale Trento Trieste, poi dopo 200 m prendere a destra Via Nino Dall’Oro e subito dopo imboccare con inversione a U il sottopasso ciclabile che porta in Viale Pavia. Proseguire diritto sulla pista ciclabile, poi oltre il semaforo fino alla rotonda dove si prende a sinistra Via della Marescalca. Al semaforo, attraversare Viale Europa e proseguire diritto fino al passaggio ciclopedonale sotto la tangenziale. Usciti dal tunnel andare a sinistra e poi a destra prendere la continuazione di Via della Marescalca che porta a Cornegliano Laudense in Via XXV Aprile fino a incrociare la SP186. Girare a sinistra sulla provinciale per 200 m, poi prendere la stradina a destra Via Villa Squintana. Proseguire fino ad incrociare la SP23 e prendere a destra la pista ciclabile che porta ad attraversare il Canale Muzza in località Tripoli. Attraversato il canale, risalire leggermente sul lato opposto e prendere il sentiero alberato a sinistra che costeggia una roggia e porta sulla SP23. Prendere a destra un sentiero parallelo alla SP23 che termina su strada asfaltata nella zona industriale di Massalengo. Proseguire diritto lasciando la SP23 alle spalle fino ad arrivare ad una rotonda. Prendere la seconda uscita a destra, e proseguire diritto in Strada Longa 209, poi Via Padre Marco e in fondo a sinistra Via Turati che porta sulla SP23. Al semaforo prendere la pista ciclabile a destra, proseguire fino oltre la rotonda, poi attraversare la SP23 al passaggio ciclopedonale e andare a destra sulla pista ciclabile a fianco della SP23 fino a Borghetto Lodigiano. Si entra nell’abitato percorrendo prima Via Roma, poi Via Mazzini fin dopo la chiesa, per prendere poi a destra Via Garibaldi (inizio del tratto di percorso “variante colline”). Proseguire diritto fino alla rotonda sulla SP23, attraversare e prendere verso destra la pista ciclabile che continua poi a sinistra a fianco della SP125 per Graffignana. Al termine della pista ciclabile tenere la sinistra per arrivare al ponte ciclopedonale sul fiume Lambro. Attraversare l’abitato di Graffignana percorrendo prima Via Lodi, poi a destra Via Cavallotti, attraversare il semaforo e proseguire diritto per Via Miradolo poi SP189 per circa 3 km, poi girare a sinistra all’altezza di una cappelletta in direzione San Colombano. All’incrocio con Via dei Boschi in discesa sulla sinistra, si prosegue diritto su Strada Vicinale dei Chiavaroli. Dopo circa 2 km si incrocia Via Capra che si prende a sinistra in discesa e termina in paese in Via Milano. Andare a destra per entrare nell’abitato ed arrivare in centro in Piazza del Popolo. Il ritorno inizia dal Municipio in Via Monti, poi a destra in Via Steffenini, poi a sinistra in Via Battisti fino ad immettersi sulla SP23 andando a sinistra in direzione Lodi. Si prosegue, attraversando il fiume, fino alla frazione Casoni dove al semaforo si gira a destra in Via dei Molini che si segue per circa 1 km fino ad imboccare sulla sinistra la pista ciclabile che corre a fianco di Via Cavoure porta a Borghetto Lodigiano. Passato il cimitero si entra nell’abitato, sia gira prima a destra in Via Dante e poi a sinistra in Via Cavallotti che porta in centro dove si riprende Via Mazzini per uscire dal paese in direzione Lodi ripercorrendo per circa 3 km il percorso dell’andata fino alla rotonda che incrocia la SP190 e si prende a destra in direzione di Ossago Lodigiano. Dopo circa 4 km si entra nel paese che si attraversa e si prende all’uscita la pista ciclabile che corre a fianco della SP107 in direzione Lodi. Si arriva a San Martino in Strada, si prosegue sempre diritto attraversando il paese e imboccando all’uscita il proseguimento della pista ciclabile che prima passa sotto la SP186 e poi prosegue a sinistra lungo la SP107 sempre verso Lodi. Si entra in Lodi in Via Piermarini, zona centro sportivo, alla rotonda si gira a destra per passare sotto la ferrovia, poi a sinistra la pista ciclabile in Viale delle Rimembranze. Arrivati alla rotonda prendere a sinistra in Viale Agnelli, proseguire in Viale IV Novembre e poi ancora a sinistra in Viale Dante per tornare alla stazione.

Cammino di San Colombano

Un itinerario che attraversa l’Europa sulle orme di San Colombano
Cammino di San Colombano

I Beni FAI della provincia di Varese

Tesori di cultura in un contesto naturale mozzafiato
Fotografia aerea di Villa Panza a Varese, che mostra l'edificio principale con la sua elegante architettura neoclassica e il giardino geometrico curato. L'immagine include siepi, aiuole simmetriche, fontane e un ampio parco con alberi rigogliosi, circondato da edifici storici e il paesaggio urbano sullo sfondo.

Cima Comer, dove migrano i rapaci

Cima Comer è una montagna di modeste dimensioni che sorge sulla sponda ovest del Lago di Garda. L’escursione per raggiungere la sua vetta non è eccessivamente complicata, è percorribile in tutte le stagioni e soprattutto è ricca di splendidi scorci sulla parte meridionale del lago. Nelle giornate più limpide è infatti possibile scorgere in lontananza la lingua di terra di Sirmione, mentre, girandosi a Ovest, sono ben visibili tutte le montagne della sponda veneta, dominate dallo splendido monte Baldo.Il trekking è inoltre arricchito dalla possibilità di visitare l’eremo di San Valentino, posto a 770 m di quota e incastonato in una delle ripide pareti di roccia di questa zona. Il sentiero è lungo circa 8 km (sola andata), il dislivello è di circa 800 m, in quanto si parte dalla località Sasso a 484 m di altezza per salire alla cima Comer che è a 1.279 m di altitudine, non si tratta quindi di una passeggiata adatta a tutti, è richiesto un poco di allenamento. Esistono diverse varianti per allungare l’escursione, rendendola così più semplice, oppure per accorciarla, affrontando tratti molto più ripidi e diretti. Si consiglia inoltre di attrezzarsi con acqua prima di iniziare l'escursione, perché una volta raggiunta la vetta non ci sono zone di ristoro. Il sentiero ha inizio dal piccolo borgo di Sasso. Per arrivarci bisogna raggiungere il paese di Gargnano, per poi deviare sulla strada SP9. Dopo numerosi tornanti e circa 7 km si individua sulla destra l’indicazione per Sasso.Dopo aver percorso quasi completamente il paese si può parcheggiare nei pochi parcheggi gratuiti disponibili, posti in prossimità di un bar. Si tratta solamente di circa 15 parcheggi, quindi in alta stagione non sarà difficile trovarli completamente occupati, in tal caso bisognerà tornare indietro e lasciare l'auto in una delle numerose piazzole o in altri parcheggi gratuiti posti qualche centinaio di metri prima. Si inizia a camminare nelle strette vie dell’abitato seguendo le indicazioni per Cima Comer, fino al raggiungimento di una fontanella con un lavatoio. Superata la fontana si imbocca il sentiero numero 31 che si estende inizialmente in un piccolo uliveto e successivamente tra alcuni alberi da frutto. Dopo poche decine di metri il fondo diventa sassoso e si entra in un fitto bosco che chiude completamente la vista sul lago e sulle montagne circostanti. La mulattiera si fa sempre più stretta e la pendenza aumenta a mano a mano che si prosegue. Nelle giornate asciutte il sentiero è di facilissima percorrenza anche in discesa. In caso di fondo bagnato bisogna invece fare attenzione ai numerosi sassi lisci che potrebbero renderlo scivoloso. Sono assolutamente consigliate delle calzature adatte e dei bastoncini da trekking.Dopo circa 20 minuti si giunge ad una sorta di terrazza naturale che consente di avere un’ottima vista su Gargnano, la catena del Monte Baldo e il lago di Garda meridionale. La veduta è realmente incantevole, ma questa escursione è letteralmente disseminata di punti simili, che ovviamente si fanno sempre più spettacolari con l’aumentare della quota. Si prosegue senza troppe difficoltà per qualche altro minuto fino a raggiungere il primo bivio. Sulla sinistra prosegue il sentiero 31 verso cima Comer, sulla destra i cartelli indicano la presenza dell’eremo di San Valentino. La deviazione verso questo piccolo luogo di culto è assolutamente consigliata per via del contesto paesaggistico eccezionale all’interno del quale è inserito. Il sentiero per raggiungerlo dura solamente 10 minuti, ma diviene abbastanza ripido ed è formato prevalentemente da grossi gradoni di roccia. Per aiutare la discesa è stato piazzato anche un cordino metallico nei punti più scoscesi. Non si tratta comunque di un sentiero pericoloso, ma bisogna avere gamba ferma e fare attenzione. Si scende quindi lungo una scalinata di roccia naturale, tornati nuovamente in piano si giunge a una piccola porta in legno posta al centro del sentiero. Un masso fissato ad una sorta di carrucola tiene chiusa la porta, per superarla bisogna quindi spingerla con un po’ di forza. Varcata la porta solamente un’ultima salita molto ripida su fondo pietroso ci separa dall’eremo. Giunti finalmente alla nostra meta il sentiero si allarga, lasciando lo spazio a un piccolo praticello circondato da cipressi, dove sorge l’eremo di San Valentino. La struttura è molto modesta ed è costituita solamente da una cappella, una sacrestia, e altre tre stanze di cui una adibita a deposito. Ma è come sia stata eretta a ridosso di una grande parete rocciosa, in un posto così inaccessibile ed isolato, a lasciare veramente incantati.La storia narra che l’eremo fu costruito nel 1650 dagli abitanti di Gargnano che nel 1630 erano riusciti a fuggire dalla peste rifugiandosi su queste montagne. Da antichi documenti pare che, nel corso dei secoli, l'eremo fu abitato da almeno tre eremiti. Dopo una breve visita alla cappella e alle stanze ci si rimette in cammino. In questo punto si ha la possibilità di proseguire lungo il sentiero attrezzato che dall’eremo sale rapidamente verso un punto panoramico chiamato Pulpito, per poi ricongiungersi nuovamente con il sentiero 31. Questo tratto è classificato come EEA (escursionisti esperti con attrezzatura), c’è la possibilità di tornare sui propri passi per ricongiungersi al precedente bivio e proseguire sul 31 salendo in mezzo ai boschi.In entrambi i casi dopo 20/30 minuti ci si ritrova nella stessa posizione all’interno di un fitto bosco. Percorrere questa zona a inizio autunno è veramente emozionante per i molteplici colori degli alberi, per le foglie rosse cadute sul terreno e per i rari ricci di castagne che ogni tanto si possono trovare lungo il sentiero.Questa parte del tratto 31 si fa abbastanza ripida e il sentiero si restringe molto. Non si può dire che sia complicato, ma la salita costante potrebbe iniziare a far sentire la fatica. Giunti in un’area pianeggiante è ben evidente il secondo bivio di questa escursione. Girando a destra si prosegue lungo il 31, ora classificato come EE, proseguendo a sinistra si imbocca il 31a che, allargando la strada, permette di raggiungere il Rifugio Alpini di Gargnano. Entrambi i tratti portano in circa un’ora a Cima Comer.Bisogna quindi decidere se affrontare il sentiero più diretto e impegnativo di destra o quello più lungo e semplice sulla sinistra. Il consiglio è quello di scegliere un tratto per l’andata e poi percorrere l’altro durante la discesa.Si decide quindi di girare a sinistra e si prosegue per qualche minuto in mezzo al bosco con salita costante, per poi tornare in piano lungo un tratto molto più battuto e largo. Il sentiero si tramuta nuovamente in mulattiera e dopo pochi minuti esce dal bosco aprendo la vista a degli ampi prati verdi e ad una strada. Questa zona è infatti raggiungibile dalla stretta, ma comunque asfaltata, via Brano. La strada è il modo più rapido per raggiungere il Rifugio Alpini di Gargnano che sorge proprio a pochissimi metri dal parcheggio.Costeggiando la carreggiata e superando i parcheggi si giunge quindi alla struttura del rifugio. L’area è attrezzata con diversi tavoli, bagni, fornelli, ampi spazi per fare una grigliata e un vasto spiazzo. Il tutto è recintato e accessibile solamente se è presente un gestore. Non si tratta infatti di un rifugio nel senso classico del termine. Gli alpini di Gargnano tengono aperta la struttura, consentono a tutti di utilizzare la legna, i fornelli e l’area per grigliare, ma non mettono a disposizione bevande o cibo.È richiesta inoltre una piccola donazione sulla base degli strumenti utilizzati. Dopo una breve pausa si prosegue lungo il sentiero 32 che, appena dopo il rifugio, entra nuovamente nei boschi lungo il versante occidentale di Cima Comer.La salita non è ancora terminata, in quanto per arrivare alla cima mancano ancora circa 250 m di dislivello. Il sentiero 32 affronta questo tratto con un paio di tornanti molto ampi, ma la salita sarà sempre costante e lungo l’ultimo tratto anche abbastanza impegnativa. Dopo circa 40 minuti si esce finalmente dal bosco e ci si porta sulla cresta del monte.Proprio alla fine del sentiero si trova una panchina, una bacheca e un piccolo terrazzo in legno costruito su di una roccia e posto nel punto più panoramico della cima.Questa curiosa costruzione viene chiamata “Osservatorio di Cima Comer” proprio perché da questa zona sarà molto facile osservare il volo di svariati uccelli rapaci, in particolare di falchi.Ovviamente questo balcone panoramico è anche ideale per osservare il paesaggio. Da qui non esistono ostacoli e la vista spazia da Riva del Garda a Sirmione fino al massiccio del monte Bondone; sotto i colori intensi del lago che variano da stagione in stagione e da ora in ora. È veramente emozionante trovarsi in una posizione così privilegiata e poter ammirare l'immensità di questo lago. Non tutte le giornate saranno ugualmente adatte per poter osservare questo panorama a perdita d’occhio: la parte meridionale del lago di Garda nei periodi più caldi dell’anno è generalmente coperta da una fitta foschia. Se si ha modo di salire dopo un temporale o dopo una giornata particolarmente ventosa state però certi che non rimarrete delusi. L’osservatorio non è però il punto finale dell’escursione, bisogna percorrere ancora qualche decina di metri in salita per raggiungere la punta effettiva di Cima Comer, sulla sommità della quale è piazzata una piccola croce bianca.Lo spiazzo sulla cima non è molto ampio e i tratti pianeggianti sono limitati. È però presente una panchina e alcune rocce dove potersi sedere per mangiare qualcosa.Da qui la visuale sul lago viene parzialmente coperta da un gruppo di alberi, ma proprio di fronte alla panchina si estende lo scorcio migliore sul monte Baldo.Dopo una pausa, anche per poter immortalare il paesaggio da ogni angolazione possibile, si può iniziare ad affrontare la discesa. Nel percorso viene descritto il tratto EE (sentiero 31) evitato durante la salita.Si scende dalla cima portandosi nuovamente all’osservatorio, da qui si individua facilmente sulla destra un tratto che scende in maniera abbastanza decisa (segnavia numero 31).Si inizia a scendere quindi lungo un sentiero abbastanza stretto e con fondo roccioso. I numerosi tornanti di questo primo tratto rendono la discesa un po’ meno ripida ma permettono anche, dopo ogni curva a sinistra, di portarsi a filo della cresta sulla parete a strapiombo. Questi brevi tratti molto frequenti sono estremamente suggestivi in quanto consentono di sporgersi per ammirare le immense pareti di roccia verticali di Cima Comer, ma permettono anche di avere una vista sempre leggermente diversa sul lago.Si scende quindi intervallando sezioni in un rado bosco, con sezioni sulla roccia a ridosso del limite della cresta. Perdendo quota la traccia si fa poco chiara, anche per via delle numerose foglie che coprono il terreno, le indicazioni rosso bianche sono però abbastanza frequenti e consentono di non imboccare mai il sentiero sbagliato. Entrando nel bosco le vedute sul lago diventano sempre più rare, anche se in questa zona un piccolo sperone di roccia nascosto dai rami degli alberi crea quello che probabilmente è il miglior scorcio fotografico di tutta la salita: viva roccia a strapiombo, foglie colorate sugli alberi, i piccoli paesini sulla riva bresciana ed in secondo piano l’immensità del lago. Con un unico scatto si riesce a riassumere tutte le caratteristiche di questa uscita. Proseguendo in discesa ci si ritrova al bivio con il 31a. Da qui il percorso è identico a quello già fatto in salita. Come già detto il fondo è ricco di rocce e radici che, se non bagnate, non creano alcun problema. In caso di pioggia alcuni tratti potrebbero diventare però un po' problematici.Dopo 1’:40’ dalla partenza dalla cima si sta tornando a scorgere i tetti delle case del paese di Sasso e dopo pochi minuti si è nuovamente al parcheggio. - Ph: Stefano Poma
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Palazzo Verbania

Dopo alcuni anni di restauro, Palazzo Verbania raccoglie, di nuovo, l’eredità di tanta storia: ospita l’archivio letterario di Vittorio Sereni e le carte di Piero Chiara, entrambi, di questo palazzo, a vario titolo, debitori. Inoltre mostre d'arte, sala conferenze, sala lettura, video-installazioni e l'ufficio turistico all'ingresso.
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Matrimonio intimo in Lombardia: per un "Sì, lo voglio!" in famiglia

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