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Castello Visconteo di Abbiategrasso

Visita uno dei castelli di delizia dell'antico Ducato di Milano
Castello Visconteo, Abbiategrasso

Gera d'Adda: leggende che scorrono tra Adda e Milano

Tra il fiume Adda e la Martesana i luoghi raccontano la storia e l’operosità della Lombardia
Gera d'Adda: leggende che scorrono tra Adda e Milano

Passeggiata Ca' branchi- Somasassa- Caven- Tresenda

Difficoltà: facileTipologia: mistoTempo di percorrenza: 2 ore e 30 minutiAdatta a famiglie con bambini Dall’abitato di Teglio, si segue la strada provinciale verso Tresenda sino alla frazione di Ca’ Branchi, dove si imbocca la strada che scende a sinistra, seguendo le indicazioni per il laghetto di Somasassa. Si può lasciare l’auto presso il parcheggio del lago di pesca sportiva. Si prende la strada sterrata che scende verso valle e, dopo poche decine di metri, si può ammirare un antico e ampio castagneto da frutto. Dopo circa 500 metri, si scorge alla propria destra il campanile della chiesa di San Gottardo, mentre sul versante orobico, si può osservare la frazione di Carona e, più a destra, incastonato tra due declivi, il campanile della frazione di Bondone.  Deviazione per CavenAll’inizio della strada in cemento,  si prende la via sulla propria destra che scende ripida verso valle, snodandosi tra i vigneti terrazzati dove si produce il vino Valgella, prestigioso Valtellina Superiore docg. Proprio presso questi terrazzi vitati sono state ritrovate le stele di Caven appunto, reperti preistorici di grandissimo pregio, visionabili oggi nelle sale di Palazzo Besta. Comincia ora un tratto in discesa, che prosegue sovrastando la frazione di Tresenda, verso la fine del quale si può ammirare alla propria sinistra una ceppaia di celtis australis (bagolaro) incastonata in una porzione rocciosa frastagliata. Proseguendo in leggera salita, l’area coltivata a vite lascia spazio ai frutteti - meleti in particolare - e ad antichi terrazzamenti di castagno da frutto. Dopo circa 1.300 m di percorso si giunge a una postazione panoramica sulla parte orientale della valle, dove si possono chiaramente sorgere in successione gli abitati di Boalzo, Bianzone, Villa di Tirano, Tirano (sovrastata dalla mole del Monte Massuccio) e, sul fondo, il conoide di Sernio. In corrispondenza di un ruscello, inizia il percorso di ritorno. All’incrocio con la strada che porta da Balzo a Teglio si prosegue a sinistra, costeggiando il ruscello e sul tornante si continua sull’asfalto in leggera salita. Affrontati i due tornanti in salita, si apre un’ampia selva castanile, punto ideale per una breve sosta ombreggiata. Al bivio che segue, si prosegue a sinistra seguendo la strada principale e, alla propria destra, si può ammirare  un’antica cappella votiva. Si risbuca dunque alla piana di Somasassa. Al bivio si può scegliere se proseguire verso sinistra e concedersi una visita al borgo di Somasassa,  oppure se continuare verso destra, riportandosi verso il punto di partenza. Dopo circa 20 minuti di cammino, si imbocca il sentiero sterrato sulla sinistra che costeggia il lago di Somasassa e riconduce al parcheggio. Clicca il link qui sotto per scoprire il prossimo percorso!
Somasassa

L'oratorio di San Biagio a cascina Rossate

Lungo il canale della Muzza, nascosto nei campi, si trova un piccolo e affascinante oratorio, dalle proporzioni classico-rinascimentali, alcuni ritengono che sia stato progettato da un giovane Bramante insieme a Bartolomeo Suardi, anche conosciuto come Bramantino. La pregevole architettura è singolare nella sua ubicazione perché si tratta di un contesto di nucleo rurale quasi sperduto in queste campagne dell’alto lodigiano. L’itinerario qui proposto segue il canale della Muzza, uno dei più antichi della pianura Padana, una delle sue sezioni risale, infatti, al tempo dei romani. Lo scorrere delle sue acque accompagnerà la pedalata fino a raggiungere l’abitato di Lavagna, antico feudo dei Visconti, e terminando all’oratorio di San Biagio. È da tenere a mente che quest’ultimo rimane aperto sabato, domenica e festivi dalle 13 alle 16.30. La macchina è da lasciare nel comune di Paullo, nei pressi della casetta dell’acqua vicino al Parco Tarcisio. Si salta subito in sella e si segue via Martiri Villa Pompeiana e, appena superata la curiosa chiesa di San Tarcisio, svoltiamo a sinistra lungo via A. Manzoni. Poco dopo si raggiunge l’incrocio con via Alcide de Gasperi, a sinistra, e via Santa Maria Mazzarello, a destra, qui la corsa pare doversi interrompere per lavori ma è invece possibile passare attraverso il cantiere e, raggiungere l’incrocio con la Paullese. Qui bisogna attendere il verde ad un semaforo particolarmente lento per attraversare la provinciale e raggiungere la frazione di Conterico.Da Conterico si prende la ciclabile sterrata lungo il canale e la si segue fino all’abitato di Lavagna. La vista lungo il canale regala incantevoli scorci sulle Orobie e le montagne del Lario. In particolare, all’altezza di una esse del corso d’acqua, si può scorgere il Resegone, che visto da qui quasi non si riconosce. Le acque del canale sono limpide e non è raro vedere qualche cigno. Ci si rimette in marcia e si passa sotto la tangenziale. Si continua ancora sulla sterrata quando, quasi all’improvviso, compare, tra gli alberi, l’oratorio di San Biagio che rimane dal lato opposto del canale. Si prosegue e, in poco tempo, raggiungiamo il ponte che permette di guadagnare la sponda opposta della Muzza. Qui vi è la silenziosa frazione di Lavagna, un borgo sospeso nel tempo. Si passa la parrocchia dell’abitato e si prende la via Rossate che ci accompagna lungo diversi campi sino alla nostra destinazione.L’oratorio di San Biagio si erge, con aria umile, nel verde ambiente della cascina Rossate, piccolo ma di una bellezza sommessa che affascina ed emoziona. L’aria rustica dei mattoni a vista si sposa alla complessa struttura in modo piacevolmente inaspettato. Vedendo l’affresco sbiadito dal tempo sulla facciata non resta che pensare a come fosse cinquecento anni fa.Curiosando un po’ nei dintorni ci si accorge che si può fare il giro nei campi circostanti e andare a vedere il lato opposto. Terminata l’esplorazione si può tornare alla macchina seguendo lo stesso itinerario dell’andata. Poco dopo aver lasciato l’oratorio il panorama si apre con le Orobie che fanno da sfondo alle quattro case di Rossate: una vista mozzafiato. - Immagine di copertina: @mattiabedetti
L’oratorio di San Biagio nel verde ambiente della cascina Rossate

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Madesimo

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Itinerario tra i vigneti valtellinesi

Questo percorso inaugura una serie di itinerari parte del progetto InTERRACED – net di Interreg, una collaborazione Svizzera-Italia nata per valorizzare un paesaggio di grande valenza ambientale: il terrazzamento. Tra le varie tipologie di terrazzamento sarà possibile ammirare, lungo questo sentiero, quello tipico del versante retico valtellinese. Queste costruzioni fanno parte della cultura montana della zona e sono testimonianza di tecniche costruttive tradizionali, frutto di impareggiabile conoscenza tecnica, materica e delle specificità ambientali e naturali del luogo. La viticoltura valtellinese è proprio possibile grazie a queste soluzioni ingegnose che addolciscono pendenze proibitive e portano la vite al limite delle sue possibilità vegetative, sfruttando ogni centimetro disponibile del terreno montano per questa coltura. In piazza Matteotti ad Ardenno, incrocio tra la via che porta in Val Masino e la via Duca D’Aosta che porta verso il centro, la comodità di un parcheggio pubblico diventa il punto di partenza del tracciato. La via comunale Duca d’Aosta incrocia sulla sinistra la via Calchera che porta ai piedi del versante. Lungo questa via che sale leggermente s’intravedono i primi terrazzi, molti di questi ormai fagocitati dal bosco. Questo comune è tra quelli che nel passato non ricadevano nell’area Docg per questo è il territorio che più di altri ha perso superficie vitata (oltre 70%). Lungo questa via si possono ammirare anche impianti di uliveti che hanno rimpiazzato i vigneti e hanno il compito di mantenere vivo il terrazzo. Arrivati all’incrocio con via Cavour si prende quest’ultima e si sale tra i vecchi nuclei dai tetti in piode, per poi prendere via Magiasca, che si percorre fino a via Cavallari, da dove inizia la parte sentieristica del tracciato.Il sentiero attraversa in verticale il pendio, tra vecchi terrazzi vitati e impianti a uliveti e frutta varia che, intersecando vecchi nuclei, raggiunge la contrada Gaggio posta a 550 m/slm. Si sale ancora per altri 150 metri di quota, si attraversa il torrente Gaggio e si entra nel territorio comunale di Buglio in Monte. La direzione del sentiero punta decisamente verso est e si attraversa l’abitato di Buglio, posto su una magnifica balconata che domina la piana della valle dell’Adda. Tra vecchi nuclei, prati e boschi si attraversa la val Primaverta per entrare nel territorio di Berbenno in Valtellina.Tra antichi maggenghi e boschi di castagno, dopo circa 2 km, si arriva al balcone della contrada Maroggia. Questa è una tipica e pregevole vecchia contrada, in parziale stato di abbandono, che dà il nome alla sottozona “Maroggia”. Si prosegue attraversando il torrente Vignone e dopo circa 200 m si giunge sul versante terrazzato di Monastero. Le superfici vitate aumentano e si inizia a respirare quell’aria fatta di fatiche antiche e attuali. Dopo la contrada dei Piasci si prosegue sempre verso est, tra piccoli vecchi nuclei, spazi coltivati a prati per giungere nel cuore dell’area terrazzata di Berbenno tra vigneti antichi, qualche nuovo impianto e ulivi. Sempre proseguendo ad est tra fontane e lavatoi si attraversa la parte vecchia della frazione di Regoledo e si prende la stradina detta Credee per iniziare il sentiero che porta al torrente Finale, dove appare la zona degli antichi “Mulini” che offrono uno spaccato di un passato non troppo lontano.Il sentiero ci riporta dentro la vecchia contrada di Polaggia. Si prosegue verso Postalesio tra prati, nuovi vigneti, mirtilli e meleti e si attraversa il torrente Caldenno giungendo al piccolo borgo di Postalesio, per poi puntare verso Castione Andevenno. Appena sopra l’abitato di Postalesio si possono ammirare le “piramidi di Postalesio. Castione assieme al comune di Sondrio, Montagna in Valtellina e Poggiridenti rappresentano il cuore dell’area vitata valtellinese, dove si trovano le più note e conosciute aree produttive Sassella, Grumello e Inferno. Da Castione in avanti, fino a Poggiridenti, si è immersi e rapiti completamente dalla bellezza dei terrazzi e l’azione dell’uomo, che ha rubato alla roccia per coltivare, è percepibile anche agli occhi del distratto. Terrazzi, vecchi mulini, incisioni rupestri, ponti sospesi, castelli medievali, nulla manca in questo tragitto immersi in queste tre aree a docg. Nel comune di Castione e più precisamente nella località Vendolo è possibile visitare il “mulino della Rosina” recentemente restaurato e visitabile. Da Castione verso est si percorrono le frazioni fino a giungere alla località Grigioni e qui inizia il viaggio dentro quella che è ritenuta l’area più pregiata della produzione vitivinicola valtellinese: il Sassella. Terrazzi mozzafiato a strapiombo sulla valle proseguono senza sosta. Prima di giungere Triasso, al confine tra i due comuni e all’incrocio tra via Grigioni e via Moroni, 200 metri ad ovest si può visitare il “Parco archeologico tra le vigne terrazzate”. La frazione di Triasso, già in comune di Sondrio, merita una visita essendo un borgo sospeso nel tempo, al servizio della viticoltura, circondato da castagneti secolari e che nel periodo di ottobre riprende vita durante la vendemmia. Si prosegue lungo la strada delle Sasselle fino alla parte bassa della frazione di Sant’Anna. Siamo nel cuore del Sassella e qui il panorama rapisce il viaggiatore. Si prosegue quindi verso nord raggiungendo la località Mossini. Dal 2021, grazie alla realizzazione della “passerella pedonale sulle cassandre” del torrente Mallero, è possibile arrivare alla località Ponchiera e ritrovarsi sui vigneti dei “Dossi Salati” nel cuore della denominazione Grumello. Il nuovo ponte “tibetano” è diventato in poco tempo un’attrazione meta di turisti che, grazie alla passerella, ha scoperto luoghi e angoli vitati sconosciuti. La strada interpoderale della “Sassina” attraversa in diagonale la parte alta della denominazione Grumello. Il panorama dall’alto permette di vedere la chiesa di Sant’Antonio e il famoso Castel Grumello. La visita al castello permette di ammirare anche la parte bassa della denominazione Grumello a strapiombo sulla valle dell’Adda. Proseguendo il cammino si arriva nel comune di Poggiridenti patria della denominazione Inferno, che si stende ai piedi del viaggiatore in tutta la sua verticalità. Il confine tra Poggiridenti e Tresivio non è percepibile perché i due comuni si abbracciano ed è proprio sul confine dei due comuni che appare in tutta la sua maestosità la “Santa Casa Lauretana”, una chiesa che sembra quasi “stonare” per lo sfarzo e il fascino che emette. Il viaggio continua attraversando il centro storico di Tresivio e, appena dopo l’abitato, il viaggiatore viene colpito dal verde intenso dei meleti. Stiamo, infatti, viaggiando verso il comune di Ponte in Valtellina, paese che per primo, negli anni 50’ ha trasformato il proprio conoide, da prato a meleti, dando i natali alla mela di Valtellina conosciuta anche con il nome di Melavi.Il sentiero si tiene alto sul conoide di Ponte, attraverso meli e vigneti e permette di ammirare fino al confine con Chiuro i tetti in piode di serpentino che caratterizzano questo borgo dalla storia antica. Una visita al centro storico di Ponte è obbligatoria. Il torrente Val Fontana obbliga a percorrere la strada provinciale 21, fino alla frazione Castionetto di Chiuro, per circa 500 metri. Chiuro è da sempre la capitale vinicola della valle. Le maggiori cantine enologiche sono concentrate in questo territorio (oltre 60% dell’intera produzione vinicola) trova qui la sua produzione.Appena a monte dell’abitato di Castionetto merita una visita la “Torre di Castionetto” appartenuta alla famiglia ghibellina dei Quadrio e risalente ad epoca compresa tra il XII e il XV secolo.Dalla frazione di Castionetto si scende verso la Chiesa di San Bartolomeo dove termina il nostro viaggio attraverso la storia e la bellezza di vigneti unici.
Itinerario tra i vigneti valtellinesi

48 ore a Cremona e provincia!

Un itinerario per scoprire l'essenza della pianura lombarda