• Food & Wine
    • Active & Green

Valtellina, una storia d’uva e di roccia

Lì dove il fiume Adda getta le sue acque a formare il Lago Lario, nella confluenza della Valchiavenna e della Valtellina, ha inizio un percorso enogastronomico e naturalistico di primo ordine.

Con l'inaugurazione della nuova tangenziale della SS 36, il viaggio sulla superstrada sollevata che da Morbegno porta a Tirano ci dà la dimensione della grandiosa meraviglia che comincia ad apparire davanti ai nostri occhi man mano che ci dirigiamo verso nord.

Questa è terra antica... La denominazione "Tellina vallis" compare per la prima volta in un testo di Ennodio, vescovo di Pavia, degli inizi del VI secolo. Ormai tutti gli studiosi di storia e di toponomastica sono d'accordo nell'affermare che il nome derivi dal latino curiale "Vallis Tellina, Vallistellina", che significa Valle di Teglio. Teglio è appunto un antico centro abitato che domina la media valle dell'Adda. I primi insediamenti stabili si devono ai Liguri, seguiti, forse fra il XII ed il IX secolo a.C., dagli Etruschi. In particolare, Virgilio, Plinio il Giovane e Marziale narrano di come, in età pre-romana, i primi insediamenti liguri avevano importato in Valtellina le loro tecniche tradizionali di coltivazioni su terrazzamenti. In Liguria, nelle Cinque Terre il sistema dei terrazzamenti è stato costruito con soltanto pietre e terra del posto, creando una superficie di circa 2000 ettari, in una fascia costiera che arriva fino all'altezza di 500 metri sul livello del mare, partendo a volte da pochi metri dalla riva. Un lavoro che ci lascia a bocca aperta!!!

Una volta insediati in Valtellina, questi liguri hanno applicato nelle pareti rocciose delle Alpi le stesse tecniche costruttive utilizzate sulla costa tirrenica, trasformando la montagna e creando circa 820 ettari di muretti coltivati, distribuiti su pendii rocciosi che si estendono da ovest a est, dal basso verso l’alto (dai 300 metri fino a sfiorare gli 800).  
I muretti accolgono piccole porzioni di terra - spesso estese per poche decine di metri - in cui è radicata la vite che dialoga con la roccia. La roccia sostiene il terrazzamento, la vite sostiene la roccia: in questo legame si ritrova il ruolo del viticoltore, protagonista di un mosaico di interconnessioni, con il territorio, il paesaggio, la bellezza e il vino.

Innanzitutto, quel che oggi a noi salta agli occhi è che i terrazzamenti stanno soltanto a sinistra, mentre a destra vediamo soltanto la vegetazione naturale tipica. I terrazzamenti vengono posizionati in questa maniera per un'ovvia ragione di sfruttamento massimo della luce del sole, che arrivando da destra, al mattino presto inonda la montagna a sinistra. E quindi, quanto più esposta al sole, più zuccheri avrà l'uva e di conseguenza, migliore sarà la qualità del vino.

In queste condizioni geografiche e climatiche così specifiche si è adattato perfettamente il Nebbiolo, un vitigno autoctono a bacca nera del Piemonte, coltivato soprattutto nelle colline di Langhe-Roero, ma anche in alcune regioni limitrofe del Piemonte, come la Lombardia (in Valtellina, appunto, con il nome di Chiavennasca). Queste uve coltivate nelle terrazze producono pregiate bottiglie di vini che sono diventati il simbolo della Valtellina: Il Sassella e l'Inferno.

Secondo una leggenda, quando i muretti a secco venivano costruiti con i grossi sassi raccolti sul posto, che servivano a rifrangere il calore del sole - ottenendo così l'aumento della temperatura - il vino ottenuto veniva denominato “SASSELLA”. Se invece le terrazze venivano costruite con le grosse pietre di colore verde raccolte nell’alta valle, il riflesso del calore del sole era quindi molto più forte per via della pregiata prerogativa di queste pietre, generando così una vendemmia ancora più generosa. Per via di questo maggior calore il vino ottenuto veniva chiamato "INFERNO".

Ma la perla più pregiata della Valtellina è invece lo SFORZATO, un passito che si ottiene dai migliori grappoli di uve Nebbiolo, scelti in fase di vendemmia dopo un’accurata selezione.

Subito dopo la vendemmia, che avviene abitualmente con leggero anticipo rispetto alle normali produzioni, il raccolto viene disteso per circa tre mesi su fruttai/graticci all’interno di locali asciutti e ben ventilati. Il particolare nome di questo vino deriva proprio dalla tecnica di “forzare” la maturazione e l’appassimento delle uve. Dopo la fase di appassimento l’uva avrà sviluppato fragranze aromatiche particolari, concentrando i succhi e arrivando a perdere addirittura il 40% del proprio peso. A questo punto sarà pronta per la pigiatura. Infine, seguono almeno 20 mesi di invecchiamento e affinamento all’interno di botti in legno e in bottiglia, dove il vino arriverà a raggiungere una gradazione di 14%.

Vediamo che in questi territori, dietro ogni gesto esiste una tradizione che affonda nel passato le sue radici più profonde, proprio come i vigneti aggrappati sulla montagna. Generazioni di contadini hanno modellato il territorio adattandolo al bisogno, hanno assecondato il paesaggio senza violarlo. Ed è proprio per il ruolo culturale, ambientale ed estetico che questi terrazzamenti hanno ottenuto il riconoscimento di Paesaggio Rurale Storico. Un titolo che completa il riconoscimento acquisito nel 2018 per “L’Arte di costruzione dei Muretti a secco", come Patrimonio Mondiale Immateriale dell’Umanità.

Tutto ciò non ti fa venire la voglia di fare un giro per le cantine valtellinesi? E pensare che non abbiamo neanche parlato dei pizzoccheri e della bresaola, due altre saporitissime specialità valtellinesi!

-

Ph: teglioturismo.com

Testo a cura di EDDY BEDENDO, guida abilitata ConfGuide-GITEC 

Se questo racconto ti è piaciuto, CLICCA QUI per scoprire le sue varie proposte d'itinerario.

Dello stesso tema

Sapori sui laghi di Como e Varese

Laghi e montagne. Piatti saporiti, eredità della cultura contadina. Gusta i sapori del Lago di Como e di quello di Varese
  • Food & Wine
Sapori sui laghi di Como e Varese

La ricetta del giorno

Ogni giorno una nuova ricetta da provare della tradizione lombarda
  • Food & Wine
La ricetta del giorno: oggi si mangia...

Zucca Bertagnina di Dorno

A Dorno, la coltura della zucca vanta una tradizione antica. In particolare storicamente veniva coltivata una zucca denominata “Bertagnina”.
  • Food & Wine
Zucca Bertagnina

Cosa fare in Franciacorta

Terra di vino, di natura e di storia tra Bergamo e Brescia. Franciacorta un'esperienza che lascia appagati tutti i sensi.
  • Food & Wine
Guida alle attività da fare in Franciacorta

Crotti in Valchiavenna

Alla scoperta delle Cantine naturali formatesi sotto i massi di antiche frane da cui spira il "sorel"
  • Food & Wine
Valchiavenna@inLombardia_Adobestock

Risotto e rane

Un piatto simbolo della tradizione lomellina
  • Food & Wine
Risotto e rane

Suggestioni culinarie d’inverno

Sei esperienze gastronomiche tra profumi avvolgenti, preparazioni conviviali, deliziose degustazioni e sapori tipici della tradizione lombarda
  • Food & Wine
Suggestioni culinarie d’inverno

Il Butalà

Piatto dell'Appennino Pavese composto da gnocchi di patate Deco del Brallo e tartufo nero di Menconico
  • Food & Wine
Il Butalà

Una gita a Lodi tra piatti e prodotti tipici

Lo Chef Simone Virtuani e i segreti per cucinare un risotto perfetto 
  • Food & Wine
Una gita a Lodi tra piatti e prodotti tipici

Ricetta Zuppa alla Pavese

La zuppa alla pavese, sapore di piatti antichi, quelli che nascevano dai pochi ingredienti a disposizione
  • Food & Wine
Zuppa Pavese, la zuppa che conquistò il Re

A tavola con le ricette di “recupero” della tradizione lombarda

Le ricette della cucina tradizionale lombarda che utilizzano pane, riso, carne, formaggi e ortaggi avanzati per trasformarli in nuove gustose pietanze
  • Food & Wine
A tavola con le ricette di “recupero” della tradizione lombarda

Strada del Vino e Sapori del Garda

Da Limone a Peschiera, nell’entroterra della sponda lombarda. In viaggio sulla strada del vino e dei sapori del Lago di Garda
  • Food & Wine
Strada del Vino e Sapori del Garda

Dove mangiare i piatti tipici varesotti

Le caratteristiche geografiche del varesotto si rispecchiano nelle ricette della gastronomia locale.
  • Food & Wine
Varese e dintorni: dove mangiare

San Colombano DOP Bianco

  • Food & Wine
San Colombano DOP Bianco

A caccia di sapori in Valtellina

Boschi frondosi e acque termali. Alpeggi che regalano grandi formaggi, carni e vini corposi.
  • Food & Wine
A caccia di sapori in Valtellina

Oltrepò Pavese

Buon cibo, ottimo vino, borghi medioevali. L' Oltrepò Pavese sorprende e conquista col suo fascino.
  • Food & Wine
Oltrepò Pavese: un triangolo di confine

Strada del Vino San Colombano

Vini e prodotti della Pianura Padana. La Strada del Vino San Colombano è un percorso di eccellenze dalla storia centenaria
  • Food & Wine
Strada del Vino San Colombano

Strade del Vino e dei Sapori di Lombardia

La Lombardia è stata una delle prime regioni italiane che ha sviluppato concretamente l’idea di Strade del Vino promuovendone la realizzazione
  • Food & Wine
Rassegna percorsi enogastronomici

8 sagre estive da non perdere

In giro per sagre alla scoperta di una regione ricca di tradizioni e tutta da... gustare!
  • Food & Wine
Sagra di San Giovanni - Ossuccio - Isola Comacina

Tour dei sapori del Lago d’Iseo

Il Lago d’Iseo è ricco di natura, storia, cultura, ma è anche terra dai sapori unici. Inizia a degustarla partendo da qui.
  • Food & Wine
Tour dei sapori del Lago d’Iseo