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Il Museo Civico Carlo Verri

Tradizioni e resti archeologici a Biassono
Il Museo Civico Carlo Verri di Biassono

Villa Reale di Monza

Prima tappa per una visita al Parco di Monza non può che essere la Villa Reale
Villa Reale di Monza

Seveso e la storia di San Pietro Martire

Seveso, una roncola, un Santo e una festa
Seminario San Pietro - Seveso (MB)

Andiamo, è tempo di… pedalare!

L’autunno è la stagione migliore per scoprire la Lombardia, rigorosamente in bicicletta
Settembre, andiamo, è tempo di… pedalare!

Tignale

In splendida posizione sul lago di Garda su un altopiano di ulivi e frutteti, si compone di sei piccoli nuclei insediativi.
TIGNALE_Panorama_LIB_Ufficio unico del turismo

Il Teatro Antonio Belloni: un gioiello della Brianza

Nasce in Brianza, a Barlassina, alle porte di Milano, il teatro Antonio Belloni definito uno scrigno musicale, dedicato all’opera.    L’idea è di Marco Belloni erede di una dinastia di mobilieri che dal 1875 creano mobili di pregio.  Ha disegnato e poi costruito il Teatro d’Opera più piccolo al mondo dedicandolo a suo padre.  Il teatro è stato realizzato con materiali di pregio, ha un’acustica perfetta al fine di farlo diventare uno tra i più eleganti. Marco Belloni aveva le idee chiare sin da subito: voleva un vero teatro d’opera, in grande stile anche se di piccole dimensioni. Il teatro può ospitare fino a quasi cento spettatori. La pianta del teatro è rettangolare. Come i Teatri di Corte, vuole essere un luogo di ritrovo e di scambio culturale. L’elegante arredamento del teatro con stucchi, rose, elementi decorativi che solitamente non si trovano nei teatri d’opera, è collegato a Barlassina e alla storia di questo comune. Infatti, attraverso questo teatro si racconta un pezzo di territorio lombardo: Barlassina. Il Teatro Antonio Belloni, nato come Teatro di Corte, è però oggi anche meta ambita per gli appassionati d’opera che vengono non solo dalla Lombardia ma anche da regioni vicine e dalla Svizzera e inoltre ha gemellaggi importanti con istituzioni culturali e musicali internazionali. Le proposte sono quelle di un format esclusivo, quello degli Spettacoli Narrati. Musica e narrazione sono strettamente intrecciate. Il teatro ha anche la Piccola Accademia in cui bambini e ragazzi imparano a cantare, recitare e danzare. E’ spesso sede di eventi per privati ed aziende.  Proprio per questo c’è una sala ricevimenti che può ospitare, come il teatro quasi cento persone. Il Direttore Artistico è Andrea Scarduelli. Sul sito del teatro è possibile consultare la programmazione della stagione. 

Un giro in moto fra gli Appennini del Pavese

Questo giro in moto riguarda il Passo Penice, itinerario molto famoso tra i motociclisti del Nord Italia.   Partiamo da Pavia, la città delle Cento Torri, dell'Università e del famoso Ponte Coperto. È proprio da qui, dove il Naviglio sfocia nel Ticino, che inizia l’itinerario, lungo complessivamente circa 130 Km e che esplora gli Appennini del Pavese, fino a raggiungere una vera e propria icona del mototurismo, il Passo Penice e il suo famoso santuario.Si parte da Pavia verso Il ponte di ferro detto "Della Becca" che sorge sul fiume Po, appena dopo la confluenza con il Ticino in Comune di Mezzanino, e che appunto collega la pianura pavese con le terre dell'Oltrepò Pavese. Superato il ponte ci dirigiamo verso Broni fino a raggiungere la nostra prima tappa, il lago di Trebecco (giusto al confine tra Lombardia ed Emilia); parcheggiate le nostre moto potremo fare una passeggiata sulla diga del Molato oppure rilassarci sulla piccola spiaggia della Chiesetta.Dopo aver costeggiato il lago, si prosegue sulla strada verso il Passo del Penice, il percorso è un susseguirsi di curve e salite e discese, un paradiso per i bikers. Facile farsi prendere la mano nelle curve e controcurve, ma ricordiamoci sempre che su questa strada possono passare anche mezzi di una certa dimensione. Pertanto, prudenza ed attenzione.Dopo essere arrivati in cima al passo, potremmo fermarci per fare qualche foto e visitare il Santuario mariano dedicato al Nome di Maria in vetta al Monte Penice, sul confine tra l’Emilia-Romagna e Lombardia, tra le province di Piacenza e Pavia, si trova ad un'altezza  di 1460 metri  e permette di godere di viste panoramiche a 360° davvero uniche sugli Appennini e sulle valli circostanti. Qui siamo quasi più vicini al mare di Genova che a Milano. Nella zona ci sono ristoranti, osterie e trattorie dove provare gli ottimi piatti locali come il salame di Varzi. Sulla strada del ritorno ci dirigiamo verso Varzi.  La strada in moto è ancora accattivante, con molte curve, ma man mano che ci si avvicina alla pianura diventerà sempre più lineare. Una volta raggiunta Voghera, il viaggio proseguirà e terminerà a Pavia, una passeggiata per il centro di questa bellissima cittadina è il modo migliore per completare questo itinerario alla scoperta delle colline dell’Oltrepò Pavese. - (Ph:  marco_dondero)  

Il Balcone delle Alpi

La meta di questo itinerario è il faro Voltiano di Brunate in provincia di Como.     Il faro Voltiano fu costruito dall'ingegnere Gabriele Giussani nella frazione San Maurizio di Brunate. Dopo 100 anni dalla sua morte, fu un dono del genio comasco al suo cittadino Alessandro Volta. Il faro ha una forma ottagonale ed è una torre alta 29 metri che domina l'intera vallata sottostante. Di notte, il faro illumina Como e la vallata di fasci bianchi, rossi e verdi. Da qui si può ammirare uno splendido panorama della città di Como delle montagne circostanti e della pianura Padana.  Per raggiungere Brunate da Milano sarebbe meglio evitare l’autostrada a causa del traffico e passare per i paesi, ci si mette più tempo ma è anche più divertente. Una volta raggiunta la città di Como si prosegue per le vie del centro storico, e si viene attratti dalla voglia di scoprirne i segreti. E’ consigliata una visita  ai migliori musei della città di Como. Il Museo Archeologico Paolo Giovio e il Museo Storico Giuseppe Garibaldi mostrano i resti ritrovati negli scavi archeologici della zona e portano il visitatore in un racconto tra epoche risorgimentali e moderne.  Oppure, ancora più liberamente, una bella passeggiata sul lungolago di Como (parzialmente impegnato dai lavori di protezione della città dalle piene del lago), che si può spingere fino in cima alla diga foranea che ospita il famoso monumento dell’architetto Daniel Libeskin, e proseguire ancora oltre verso nord lungo la stupenda passeggiata lungolago (da non perdere una occhiata all’imbarcadero ed all’hangar degli idrovolanti, che molto spesso solcano i cieli del Lario).  Chiude la narrazione di Como il Museo della Seta, che presenta un percorso espositivo riguardante tutta la filiera storica della produzione della serica comasca. Dopo la visita alla città di Como seguiamo le indicazioni per Brunate ed è qui che inizia la salita, la strada è ripida ed i tornanti sono stretti, si raccomanda prudenza, inoltre, se ci si va di domenica si rischia di fare la coda anche in moto perché le auto in alcuni punti faticano a transitare. Un curioso aneddoto sul faro Voltiano raccontato dagli anziani del paese è quello che narra del caso diplomatico sorto a causa dello sconfinamento prodotto dal fascio di luce tricolore al di là del confine Svizzero che generò una disputa tra le avvocature Italiane e Svizzere, infatti per un periodo di tempo il faro fu spento. Attualmente il faro è in funzione ed il suo fascio luminoso tricolore è visibile a decine di chilometri di distanza.  (Ph: lakecomotourism.it)

Il museo dei vigili del fuoco

Tra i tanti musei che è possibile visitare a Milano c’è anche quello dei pompieri, che racchiude una serie di oggetti e auto d’epoca di non poco valore, soprattutto storico.   I pompieri, da sempre, rappresentano un mito, degli eroi, non solo agli occhi dei bambini ma anche dei grandi.Ogni anno si svolge la festa dei pompieri, dedicata a Santa Barbara, la Santa protettrice dei pompieri, generalmente nella caserma principale di Milano o in una di quelle più grandi dove tutti sono invitati a parteciparvi e ad ammirare alcuni cimeli e auto storiche di un tempo.In origine il museo si trovava in una delle sale del Castello Sforzesco successivamente trasferito nella scuola della caserma di via Ansperto, già dall'anno 1885 sede principale del Comando.Ci furono poi dei cambiamenti: il museo non solo riuscì a sopravvivere alla seconda guerra mondiale ma contribuì anche con le sue pompe a vapore, un tempo installate su carri di soccorso a cavalli, a prestare soccorso durante i bombardamenti aerei sulla città di Milano.Oggi il museo dei pompieri e di ciò che resta di quegli anni si trova nel comando dei pompieri di via Messina. Un grande contributo al museo è stato dato dagli stessi vigili del fuoco in pensione che si sono dedicati  alla raccolta e al recupero di oggetti o alla cura dell’ambiente stesso del museo.Il “nuovo” museo fu inaugurato il 4 dicembre 1998 con la partecipazione di Sua Eminenza il Cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano.I più interessanti cimeli della storia del Corpo, dal XVIII secolo ai nostri giorni, si trovano esposti in una raccolta che testimonia l'evoluzione continua dei macchinari, delle apparecchiature di telefonia e radiocomunicazione, delle tecniche antincendio e di soccorso alla protezione personale dei Vigili.Un museo dedicato ai vigili del fuoco garantisce la trasmissione agli odierni e futuri vigili del fuoco di un domani di una ricca eredità di conoscenza e progresso tecnologico che si tramanda nel corso degli anni. (Ph: youreporter)

Un angolo di paradiso sul Monte Puscio, in provincia di Como

Per gli amanti delle passeggiate, non troppo impegnative, e per chi è alla ricerca di un posto facile da raggiungere dove poter trovare pace e godere di un bellissimo paesaggio, il Monte Puscio con la sua croce di Maiano è il luogo ideale.   Si trova poco lontano dal monte Bollettone e dal monte Palanzone, in provincia di Como e offre un bel panorama su tutta la pianura Padana.Dista circa un’ora da Milano e si può lasciare l’auto al parcheggio di Albavilla Alpe Vicerè. Da qui inizia il percorso. Sono circa 300 metri di dislivello con un po' di sali e scendi. Per arrivare alla croce di Maiano si segue la strada fino al rifugio Capanna Mara. Da lì, alla destra del rifugio, dove c’è la bandiera dell’Italia, per chi vuole c’è il piccolo sentiero che porta alla croce di Maiano.Qui la strada cambia un po' e questo, se vogliamo, è il pezzo di cammino un po' più impegnativo.Il tempo di percorrenza dal parcheggio Alpe Vicerè alla croce di Maiano è di circa un’ora e mezza sia all’andata che al ritorno. Una volta arrivati al rifugio Capanna Mara conviene fare l’ultimo pezzo di strada che porta alla Croce perché il posto è veramente bello. Alla fine del sentiero ci si trova davanti ad uno spiazzale dove gia da lontano si intravede la croce con il suo altare. Solo la vista che c’è da lassù merita la camminata. Siamo a circa 1200 metri di altezza e si può ammirare sia il lago di Pusiano che il lago di Annone. Davanti alla croce c’è un piccolo altare che la rende ancora più suggestiva. La croce, ben visibile anche dai paesi sottostanti, venne posata nel 1964 insieme al piccolo altare utilizzato durante la S. Messa che, come da tradizione, viene celebrata il primo maggio di ogni anno. La croce, grande, fu ricavata dalle vecchie rotaie della tranvia Stecav, in funzione dal 1912 al 1955, che collegava Como con Lecco, passando per il centro cittadino di Erba-Incino. Se non ci siete mai stati provate questa passeggiata e di sicuro non resterete delusi. 

Dall’altopiano al lago

Antichi sentieri: il sentiero del Porto ed il sentiero delle operaie

Il Faggio di Cassiglio

Nelle foreste delle Orobie Occidentali è custodito l’elegante ed imponente Faggio di Cassiglio, un gioiello arboreo da scoprire.