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Villa Mirabello e Museo Archeologico

Giardini Estensi di Varese

Il faggio secolare di Lanzada e l'Alpe Ponte

Valmalenco

Montebello della Battaglia

Il territorio di Montebello della Battaglia, diviso fra pianura e colli verdeggianti, è stato teatro di moltissimi episodi storici di grande rilevanza. Inoltre la fertilità del terreno allo sbocco della Valle Coppa vede la presenza di interessanti nuclei rurali e cascine storiche che rendono unico il suo paesaggio. II 20 maggio 1859 i cavalleggeri piemontesi e le truppe di fanteria francesi si scontrarono tra Montebello e Genestrello con il 5° Corpo d'Armata austriaco respingendone valorosamente i ripetuti attacchi. La battaglia fu tanto importante da condurre, di lì a poco, alla creazione del reggimento dei "Lancieri di Montebello". Il 20 maggio 1882 sul campo della battaglia fu inaugurato un piccolo Ossario che custodisce i resti dei caduti dei tre eserciti. La battaglia ha ispirato il racconto mensile "La piccola vedetta lombarda" contenuto nel romanzo Cuore di Edmondo De Amicis. Il commovente racconto prendeva spunto dalla storia vera di un ragazzo delle campagne vogheresi che si era proposto di salire agilmente su un albero per scrutare l'avanzata delle truppe austriache, esponendosi così al loro fuoco e poi resistendo eroicamente e morendo fra le braccia di un ufficiale italiano, come prima vittima della battaglia. Il Castello Beccaria di Montebello della Battaglia: residenza nobiliare dell’Oltrepò pavese, fu costruito verso la fine del Quattrocento a Montebello, feudo dei Beccaria, nobile e noto casato italiano, per volere di Galeazzo Maria Sforza Visconti, Duca di Milano. Nei secoli successivi la proprietà appartenne a diverse famiglie nobili: i Bellocchio che vi dimorarono per circa tre secoli, i De Ghislanzoni per oltre cento anni e, infine, i Premoli.
Ossario dei Caduti di Montebello della Battaglia

XVI Concorso Triennale Internazionale di liuteria

4 settembre - 10 ottobre 2021

Dascio- San Fedelino

Percorrendo un tratto dell’antica Via Regina si raggiunge San Fedelino: tempietto romanico sulle rive del Lago di Mezzola
dascio sorico tempietto san fedelino lago di mezzola

Il Lago Maggiore

In bicicletta da Laveno a Luino

Trezzo d'Adda: cosa vedere?

Una piacevole giornata alla scoperta di Trezzo sull'Adda: il centro storico, le ville, il fiume e la centrale Taccani.
Trezzo d'Adda: cosa vedere in un giorno

Zucca Berrettina di Lungavilla

A Lungavilla viene coltivata una zucca chiamata ‘Capé da prèvi’, cappello da prete, per la forma che richiama il copricapo dei sacerdoti
Zucca Berrettina di Lungavilla

Marone

I primi abitanti di questo paese si insidiarono a metà della costa, in frazioni alte e lontane dai torrenti. Ci sono testimonianze che, in epoca romana, sorgessero insediamenti con alte mura e resti di terme, poi danneggiati nel 1906 durante la costruzione della ferrovia Iseo-Edolo. Già nel ’400 vi si lavorava la lana e così da grezzi panni si passò a coperte di maggior pregio. Un secolo dopo, per mezzo di forni fusori, ebbe inizio la lavorazione del ferro proveniente dalla Valcamonica, che veniva poi esportato via lago. In questo stesso periodo il paese visse una svolta attraverso l’utilizzo del porto, nel quale giungevano legname e carbone direttamente dai boschi che salivano fino al monte Guglielmo. Grazie alla presenza di terra follonica, l’argilla usata per la sgrassatura della lana, a fine ‘700 a Marone si confezionavano coperte e si lavoravano tele, dando lavoro a circa 90 persone. Nell’Ottocento si sviluppò di molto l’impresa della lana, soprattutto relativamente alla produzione di feltro. E ancora oggi esiste l’industria dei feltri che, abbinata allo sfruttamento dei giacimenti di dolomia, ha modificato molto il paesaggio. Da visitare San Pietro in Vinculis, la prima parrocchiale di Marone, costruita nel ‘400 su uno sperone del monte Vesto, in luogo di un castello distrutto nel ’200.Vi sono inoltre la Chiesa del cimitero di Vello, anch’essa del ’400, parrocchiale del piccolo borgo, con un campanile a bifore; e il Santuario della Madonna della Rota, situato in una gola della valle dell’Opol e costruito nel ‘500 inglobando una precedente chiesetta del ‘400. Vi si trovano anche la Parrocchiale di San Martino di Tours (consacrata nel 1754 e con un campanile datato 1874 e alto 24 metri), oltre ai ruderi della villa Romana: una preziosa testimonianza dal passato dell’antichità maronese, in località Vela, dove i resti di questo edificio romano del I secolo d.C. si estendono per circa ottanta metri con terrazze digradanti verso il lago. Infine si ricorda la chiesa di S. Eufemia del 1715, la parrocchiale di Vello: borgo molto piccolo, con un porticciolo caratteristico, situato sulla litoranea per Pisogne. Dal punto di vista morfologico e naturale, non passano inosservati il Monte Guglielmo (il più elevato monte della cerchia del Sebino con i suoi 1946 metri), per raggiungere il quale si percorre un sentiero con panorami mozzafiato, e l’itinerario dell’Antica Via Valeriana, probabilmente di origine romana: una mulattiera che ha rappresentato per millenni il passaggio obbligato verso nord e verso la Valtrompia, recuperata e riaperta nel 2002 per presentarsi oggi come un armonioso incontro tra paesaggio, arte e storia.

Sentiero delle cascate

Nella Valle di Gaina a Monticelli Brusati si sviluppa il Sentiero della Cascate, un percorso naturalistico ad anello di particolare interesse. Esso a caratterizzato dalla presenza di un piccolo canyon lavorato dall'erosione del torrente che scorre nella zona e da una serie di piccole cascate. L'itinerario prende il via dalla frazione di Gaina, dove un segnavia di colore bianco e rosa con Ia scritta SC conduce lungo una stradina, prima asfaltata e poi sterrata, al suggestivo torrente. I percorsi proposti sono due, ma quello da noi descritto è indicato come "Variante per Esperti" per l'andata e "Variante B" per it ritorno. II sentiero si abbassa verso il torrente, percorrendo il piccolo canyon. Passati sotto una nicchia in cui è custodita una Madonnina, alternando ripetuti passaggi del corso d'acqua, si arriva alla prima scala metallica situata alla destra di una cascata. Dopo averla risalita, si precede affiancati da alcune stratificazioni rocciose, superando, con l'aiuto di catene e pioli metallici, una stretta forra lavorata dall'acqua, fino a raggiungere un'altra cascata che chiude la vallata. Ci si arrampica a sinistra, aggirando Ia cascata con l'utilizzo di una lunga catena: è questo il passaggio più impegnativo del percorso da affrontare con cautela. Poco dopo, il sentiero raggiunge un'altra suggestiva cascata, nei pressi della quale si trova una testa scolpita nella roccia, chiamata "Mostasù". Si sale la seconda scala metallica a sinistra della cascata e, superatala, si prosegue lungo un sentiero attrezzato con cavo metallico plastificato, che riconduce al torrente. Si attraversa il corso d'acqua e si esce dal bosco, raggiungendo prima delle costruzioni in muratura e poi una radura erbosa. Da qui, seguendo le indicazioni "Variante B", si risale ancora un tratto la valle fino ad incontrare nuovamente il torrente. Lo si attraversa per l'ultima volta, portandosi sulla sponda destra e si completa il giro rientrando a Gaina. II Sentiero della Cascate è percorribile in tutti i periodi dell'anno, ma sono preferibili la primavera e l'estate ed è sconsigliabile intraprendere il percorso durante i giorni piovosi. Si suggerisce l'uso di scarponcini da trekking e del moschettone per effettuare il tratto di sentiero attrezzato.
Sentiero delle cascate

Sulla strada della Valcalepio

L’ itinerario prende il via da Sarnico, importante centro commerciale e turistico, che conserva ancora tracce ben visibili dell’urbanistica medievale: portali, arcate, strette viuzze, antiche torri e la chiesa di San Paolo con affreschi del XV secolo. La parrocchiale settecentesca è dedicata a San Martino de Tours e presenta opere di importanti artisti; mentre gli amanti dello Stile Liberty possono ammirare tre ville, il mausoleo e la facciata della scuola materna, a firma dell’architetto Sommaruga.  Lasciando il lungolago verso Viale Orgnieri, si imbocca via Manzoni che domina dall’alto il fiume Oglio e si attraversa la pittoresca località Fosio, con la diga, le antiche dimore e il mulino seicentesco. La strada sale ripidamente e si arriva a Villongo, posto all’inizio della Valle del Guerna, dove si trova la Parrocchiale della SS Trinità con pregevole statua della Madonna del Fantoni, la Chiesetta romanica di Sant’Alessandro e gli affreschi del Romanino in casa Bonduri.  Da qui, si seguono le indicazioni per Adrara San Martino, nella cui vallata dominano chiese e santuari imponenti e silenziosi. Vale la pena una sosta al nucleo storico di Sant’Alessandro in Canzanica, monumento nazionale dal 1967.  Nel centro di Adrara San Martino si svolta a sinistra in direzione di Foresto Sparso, rinomato per la sua attività florovivaistica, per raggiungere il Colle di San Giovanni delle Formiche, dove si trova l’omonimo santuario.  Per continuare l’itinerario, si torna a Foresto Sparso e, attraversando il Comune di Villongo si giunge a Gandosso, dove si trova il Santuario della Madonna del Castello. Attraverso un piacevole paesaggio collinare ricoperto di vigneti, si arriva a Grumello del Monte, importante tappa della “Strada dei vini e dei sapori della Valcalepio”. Si consiglia una visita al castello, antica fortezza dei Gonzaga.  Ritornando in direzione del lago, si passa per Castelli Calepio, dove merita una sosta il Castello dei Conti Calepio, inserito in un piccolo borgo medioevale.  L’itinerario prosegue in direzione di Credaro, dove si trovano le chiese romaniche di San Fermo e di San Giorgio e la cittadella medievale di Castel Trebecco, e si conclude in località Castione a Sarnico dove, nella piccola chiesa dei SS Nazario e Rocco, sono custoditi affreschi di inestimabile valore.
Sulla strada della Valcalepio -Ph: visitlakeiseo.info

Percorso verde in Franciacorta

L’intero percorso è segnalato da cartelli con la scritta “Percorso Verde-itinerario Franciacorta Brut” . Lasciamo l’auto nel parcheggio della chiesa Parrocchiale, attraversiamo la strada provinciale e ci immettiamo sulla ciclabile Brescia-Paratico.  All’ingresso di Paratico, all’altezza del primo semaforo pedonale, svoltiamo a sinistra in via Tengattini e, raggiunto il semaforo successivo, attraversiamo nuovamente la strada provinciale e raggiungiamo il centro del paese e la Parrocchiale. Scendiamo a sinistra in direzione di Capriolo, seguendo le indicazioni della pista ciclabile Paratico-Palazzolo. Giunti nel centro di Capriolo, proseguiamo in salita verso il Castello (che si raggiunge dopo 500 mt.) e all’altezza di via Colzano, svoltiamo a destra in discesa e raggiungiamo il centro di Adro. Giriamo a sinistra prima in via Carota e poi in via Santa Maria fino allo stretto incrocio con via Cave, che imbocchiamo a destra per inoltrarci lungo il rilievo collinare.  Proseguiamo su sterrato fino alla chiesa di S. Eufemia e, allo stop, svoltiamo a sinistra in via S. Bonomelli e sempre dritti fino ad entrare nell’abitato di Colombaro. Superata la Chiesa Parrocchiale, ammiriamo alla nostra destra l’ampio panorama con il lago, Monte Isola e sullo sfondo il Monte Guglielmo. Alla piccola rotonda svoltiamo a sinistra per un ultimo strappo che in poche pedalate ci riconduce a Clusane.
Percorso verde in Franciacorta - Ph: visitlakeiseo.info