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Al Rifugio Monte Poieto, tra due valli

Per scavalcare il Monte Poieto saliamo da Cantul, passando per la Corrugare, nota palestra d’arrampicata. Un accesso facile e praticabile che consente la visita al mondo dolomitico della Cornagera. Raggiunto Selvino posto sull'altopiano che sovrasta la Val Seriana in provincia di Bergamo, si parcheggia nei pressi della bidonvia del Monte Poieto che parte a sud di Aviatico, proprio come la via Cornagera che imbocchiamo subito in salita. Dopo 100 metri, a un trivio, seguiamo il ramo di centro. Dopo poco, la via si restringe a sentiero che sale nel bosco in direzione levante. In meno di mezz’ora si è alla base dei ghiaioni che cingono i quattro principali torrioni di roccia calcarea della nota Cornagera. Si risale tale pendio stando al limitar del bosco e in breve si è alla base delle guglie. Si prosegue salendo per entrare nel “labirinto”. Verso il limite settentrionale del labirinto, troviamo l’indicazione “Buca della Carolina”, e qui ci caliamo. Questa fessura prende a stringersi al punto che ci passa al massimo una taglia 56/58. Si passa sul sentiero che, in salita, porta alla sommità del Monte Poieto, permettendoci di vedere dall’alto l’osservatorio astronomico di Ganda e il Monte Rena. Una piccola cappella e un grande albergo, con l’arrivo della bidonvia, presidiano la sommità e offrono al turista ogni confort. Si riparte affiancando il lato settentrionale del rifugio Monte Poieto, seguendo il segnavia CAI 519 per il Monte Succhiello. Su stradetta sterrata ci si cala nel bosco sino a una radura, poi si segue il sentiero marcato che si abbassa nella faggeta. Eccoci nel bosco di faggi. Dopo una ventina di minuti arriviamo all’incrocio con la cementata che sale da Aviatico. Non scendiamo subito, ma pieghiamo a destra e, in discesa, arriviamo al laghetto della Forca. In stagione, nel centro della pozza, crescono “quasi spontanee” colorate ninfee che ingentiliscono l’ambiente. Ancora in discesa su cementata si giunge su via Alben e all’abitato. Non ci rimane che raggiungere per strada provinciale il parcheggio alla bidonvia. - Ph: Margherita Pelizzari
Al Rifugio Monte Poieto, tra due valli

Falesia di Predore

Bellissima falesia, situata sulla sponda bergamasca del lago d'Iseo, con esposizione sud. Questa nota falesia è composta da diversi settori, con vie adatte a tutti i gusti, dai principianti (nel settore centrale) ai climber più esperti (il settore Aladino, con la via Sogni di gloria 8c). Altri settori da menzionare sono I gradoni ed il settore azzurro, una balconata immensa posta sopra il Settore Centrale e da non perdere nelle soleggiate giornate invernali.La roccia è un calcare compatto, a buchi e reglettes. Predore è raggiungibile da Milano o da Brescia, uscendo dal casello di Palazzolo sull'Oglio (A4 MI-VE, 22km dopo Bergamo) e proseguendo per Sarnico, lungo la sponda bergamasca del lago d'Iseo in direzione Lovere. Dopo il paese di Predore, proseguire per circa 2 km, e parcheggiare sulla destra in prossimità di un piccolo spiazzo in corrispondenza di una villa se si vuole arrampicare presso il settore Aladino. Per il settore centrale è possibile parcheggiare in uno spiazzo sulla destra poco avanti rispetto alla villa (c’è un cartello indicante l’accesso alla falesia. Attenzione, ci sono pochi posti auto). Da qui salendo per un paio di minuti si raggiunge il settore. Per il settore azzurro, bisogna invece proseguire sul sentiero che devia verso destra. Da qui, passando su di un ponticello, si giunge ad un sentiero che dopo essersi alzato devia a sinistra raggiungendo la terrazza sommitale. La falesia è composta da 7 settori. Le vie più frequentate si dividono tra il settore Centrale (il settore più semplice, con una ventina di vie, dal 4a al 7b, di lunghezza variabile, fino a 20m), Aladino (circa una ventina di vie di circa 20-25m, con grado variabile dal 6a+ all’8c) ed Azzurro (o alto). Questo è il settore più panoramico e con maggiore potenzialità. Ci sono circa una trentina di vie, dal 5c all’NL. La lunghezza delle vie si aggira intorno ai 25-30mt.
falesia_predore_roger_adventure-4- ph visitlakeiseo

Parco Adda Nord: in attesa del risveglio

Tradizioni invernali al Parco Adda Nord
Parco Adda Nord: in attesa del risveglio - ph Andrea Boarato

Dal Resegone ai Campelli

Tappa della DOL, Dorsale Orobica Lecchese, fino ad oltre 1.500 metri di altitudine
3. Dal Resegone ai Campelli

Vigolo

Tranquillo paesino situato in collina sulla sponda occidentale del lago, proprio di fronte a Monte Isola, Vigolo offre svariati scorci panoramici, montani e lacustri. Un ambiente naturale ancora incontaminato, il silenzio e l’aria fine fanno di Vigolo un luogo da visitare e in cui soggiornare, all’insegna della genuinità e della tradizione. COSA VEDEREVigolo, grazie alla sua invidiabile posizione, offre soprattutto un gran numero di attrazioni dal punto di vista naturalistico. Tuttavia, è in questo contesto che si possono ammirare alcune opere architettoniche di particolare rilievo. Prima fra tutte, la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, patrona di Vigolo: contiene tele di A. Cifrondi (sec. XVII), affreschi di U. Mirigliani e T. Poloni e l’altare in marmo nero della Bottega dei Manni di Rovio; il coro invece è opera del Ceretti. Di particolare bellezza e di rilievo storico è la chiesetta dedicata a San Rocco, costruita dopo la peste del 1630 in ringraziamento allo scampato pericolo dell’epidemia. Anch’essa restaurata recentemente, contiene un prezioso altare dedicato a Sant’Antonio. Alla periferia del paese, troviamo il Santuario della Madonna di Loreto, detta anche Madonna del Dosso, proprio in riferimento al colle su cui è sorto nel 1834. Infine, da ricordare è la chiesetta situata sul Colle del Giogo, di proprietà privata e recentemente recuperata dopo un periodo di abbandono. Annessa vi è una palazzina, antica sede di prelati, oggi adibita ad uso agricolo. COME ARRIVAREIn bus - Vigolo è servito dalla compagnia Bergamo Trasporti. Corsa C40a - orari su: www. bergamotrasporti.it

MTB-Fusine, Valmadre

Fusine, La Madonnina, Casa Borghetti, Dosso di Sopra, Valmadre, Le Tecce, Baita Forni, Casera Dordona, Passo Dordona - ritorno a Fusine

Tour dei passi Alpini

Questo spettacolare tour si sviluppa nella zona orientale della provincia Orobica, partendo proprio dal capoluogo, Bergamo.   Attraversando la città seguire le indicazioni  per Seriate, un paesino di 5 km di distanza, da dove è possibile prendere la SS 42 verso Trescore Balneario e Spinone al Lago, affacciato sul lago d'Endine, incantevole specchio d'acqua circondato dalle meravigliose montagne bergamasche. Riprendendo la SS 42 si può continuare a costeggiare il lago per attraversare la Valmaggiore, uno straordinario eden verde che si sviluppa verso il lago d'Iseo fino a Costa Volpino. Da qui la strada abbandona il lago dirigendosi verso le montagne incrociando Darfo Boario Terme, paesino quasi incastrato tra le montagne, reso celebre dalle proprie acqua termali. Dopo una visita a questo splendido paesino possiamo raggiungere Cividate Camuno, sede del parco Barberino, che si colloca nell'angolo formato tra il fiume Oglio e la collina del parco stesso. L'ultimo tratto del percorso si snoda ancora sulla statale nel tratto da Cividate Camuno a Capo di Ponte, passando per Breno, che merita una visita soprattutto per il castello che sovrasta la città, rendendo ancora più bello questo ultimo tratto della Valle Camonica. Cosa visitare: Malonno: Palazzo Celeri-Martinengo torri e forno Fusorio. Parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita. Grande tempio edificato a partire dal 1731. Edolo: ll centro del paese è ricco di negozi questo piccolo borgo a pochi passi dalla  Svizzera è lideale per raggiungere le mete turistiche preterite da gli sciatori. Mù: piccolo paese di fronte a Edolo caratteristico per le abitazioni e le case molto curate, ottimo punto panoramico. Luogo ricco di fascino e mistero, famoso anche per i roghi delle streghe avvenuti nel medioevo. Teglio: paesaggi incantati tra le montagne. Tirano: Cattedrale della Madonna. Tovo  Sant'Agata: famoso per il castello e la torre. Sondalo: ogni anno meta di motoraduni che accolgono 9000 moto e 15.000 motociclisti. (Ph Ig: ppere11)

Adda con Leonardo

Questo tour costeggia la riva occidentale del fiume Adda verso sud, per poi risalire sulla riva orientale.   ll giro parte da Imbersago, verso sud atraversando Robbiate arriviamo a Paderno d'Adda. Seguendo i paesini lungo la sponda occidentale del fiume scendiamo verso Colnago fino a incrociare la SP2, prendendola in direzione Trezzo d'Adda. Da qui possiamo concederci una deviazione a Vaprio d'Adda, dove Leonardo visse per 7 anni, per poi risalire il fiume e dirigersi verso Crespi. Prendiamo, da qui la SP 170 e da qui  possiamo cavalcare il nostro bolide a due ruote per una venfina di kilometri,fino ad arrivare a Brivio, termine del nostro itinerario. Cosa visitare: Imbersago: Circondato dalle colline e da boschi di castagni, con vista sulle Grigne e sul Resegone. Famosoil traghetto disegnato da Leonardo da Vinci che tunziona solo con la corrente del fiume. Paderno d'Adda: Situato all'interno del Parco Adda nord, dove si trova anche l'ecomuseo Adda di Leonardo vi si trova inoltre il ponte di Paderno, del 1887/89, dove adesso passa la linea terroviaria Seregno Bergamo, definito una meraviglia dell'ingegneria. Inoltre tamosissimo il naviglio di Paderno, del 1777. Trezzo d'Adda: Torre millenaria dove mori Barnabòo Visconti, oltre al Castello Visconteo del 1300. Vaprio d'Adda: Vi visse Leonardo Castle of 1300. tra il 1507 e il 1513, sono da evidenziare il passato e i resti lasciati dall'Artista. Inoltre èè situato nel ParcoAdda nord, ideale per itinerari e passeggiate nel verde. Crespi d'Adda: Villaggio operaio costruito dalla famiglia Crespi, a ridosso della loro tabbrica di cotone.Vi sono case, scuole e addirittura una Chiesa. Brivio: Centro storico con un piccolo borgo antico ebraico sulla sponda del fiume, un bel percorso ciclabile e pedonale di 3,5 km. 

Sulla Vetta del Monte Barro

Paesaggi e storia nel lecchese
Sulla Vetta del Monte Barro

Cattedrale di Sant’Ambrogio

Delimita il lato orientale della piazza Ducale, con la sua grandiosa facciata barocca
Duomo di Vigevano, Chiese Pavia

Da Tartano alla Scima de Cavisciöla

Un’escursione lunga, con un discreto sviluppo e dislivello. Non troppo impegnativa, ma che comunque richiede un buon livello di preparazione fisica e di capacità di valutare le condizioni della neve, in brevi tratti su ripidi pendii. Un percorso solitario immerso in luoghi incantati e diretto verso una vetta a cui le cartine ufficiali non attribuiscono nemmeno una denominazione, ma che la gente del posto chiama in dialetto «Scima de Cavisciöla».Siamo a Tartano (Sondrio). Dalla piazza si raggiunge la contrada Biorca dove si lascia l’auto in un ampio parcheggio. Con pendenze trascurabili si procede verso sud-ovest lungo la strada sterrata sulla destra del torrente, corrispondente al sentiero 113 che conduce al passo Pedena. Dopo circa due chilometri si giunge alla contrada Barbera, sul lato opposto della contrada Bagini.Proseguendo dritti si entra in val Budria. Dopo un altro facile tratto di circa due chilometri la valle termina e ci si trova di fronte a un’alta barriera rocciosa. La si aggira stando sulla destra con un ripido e tortuoso sentiero alle pendici del monte Pedena. Va prestata attenzione alle condizioni della neve in alcuni ripidi canali. Si raggiunge un balcone panoramico di pascoli in prossimità delle baite di Saröden (1.976 m) sotto la sella del passo Pedena (2.234 m).Ci si dirige verso est fino allo stretto intaglio della bocchetta di Lago (2.202 m), dopo aver oltrepassato il pizzo del Vento (2.235 m). Alla cima del monte Tartano (2.292 m) si gode un’ottima discesa fino al pianoro della casera di Sona Alta. Da lì si risale fino a raggiungere la sella della dorsale orobica che separa la province di Sondrio e Bergamo. Si continua fino alla diramazione che a est conduce alla cima di Lemma (2.348 m) e alla val Lunga di Tartano e a sud alla cima dei Siltri (2.175 m) e alla val Brembana. La cima finale è chiamata in dialetto «Scima de Cavisciöla» o di Lemma occidentale (2.266 m), anche se la vetta è quotata, ma non nominata dalla cartografia dell’Istituto geografico militare. Si trova a circa 200 metri a nord-est del più conosciuto pizzo Rotondo (2.237 m).La discesa è lungo la val di Lemma, costeggiando nella parte finale la strada che affianca il torrente Tartano fino a raggiungere il ponte di località Barbera e proseguire fino all’auto sull’itinerario iniziale.  
Da Tartano alla Scima de Cavisciöla

Rododendri in Val Gerola

Avventure tra natura selvaggia, abeti e larici
Rododendri in Val Gerola