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La Presolana a fil di Cresta

Indispensapile l’attrezzatura alpinistica: casco, imbrago, ramponi, doppia piccozza, chiodi da ghiaccio, mezze corde da 45 metri o meglio ancora da 60, cordini e materiale per la calata in doppia.   È fondamentale essere al corrente delle condizioni della neve ed è sconsigliata, dati i molti tratti esposti, con neve fresca o non stabile. Descrizione dell'itinerarioSi parcheggia l’auto al passo della Presolana (Bergamo). Attraverso il sentiero, prima nel bosco e poi su prati, si tocca il rifugio Baita Cassinelli (1.568 m). Si procede sull’itinerario 315 nella valle dell’Ombra, sotto la parete sud della Presolana. Si supera il bivacco Città di Clusone (2.050 m) e, poco sopra, la cappella Savina, da dove su ghiaioni si arriva alla grotta dei Pagani. Alla destra di quest’ultima comincia la via alpinistica. Si sale lungo la via normale della Presolana occidentale arrampicando su facili roccette (IIº), con qualche breve tratto attrezzato con catene. Un traverso su cengia spezza il ritmo fino a riprendere nuovamente su roccette (II°-III°) lungo il ripido pendio che porta alla cresta sommitale. Comincia qui la traversata in cresta che porta, come prima meta, alla vetta della Presolana occidentale (2.521 m). Dopo un tratto delicato ed esposto si incontra un passaggio attrezzato dove ci si cala. Si prende poi di nuovo ripidamente quota e si attraversano a mezza costa alcuni facili pendii che conducono, dopo una breve risalita, alla cima della Presolana del Prato (2.447 m). Si procede un’altra volta su cresta fino al delicato canalino che scende al passo del Gatto. Si risale ora all’interno di un altro ripido canalino dal quale si raggiunge nuovamente la cresta e, su terreno meno difficoltoso, la vetta della Presolana centrale (2.517 m). La parte restante di cresta, interrotta da un’altra breve calata, fa guadagnare la vetta della Presolana orientale (2.491 m). Si segue sempre la cresta e, con un traverso potenzialmente delicato, ci si porta sul pendio che conduce all’intaglio per il monte Visolo (2.369 m), che si raggiunge rimontando un altro breve tratto di cresta. Termina qui la via alpinistica e seguendo il sentiero si rientra al rifugio Baita Cassinelli e al passo della Presolana.  
La Presolana a fil di Cresta

Da Tartano alla Scima de Cavisciöla

Un’escursione lunga, con un discreto sviluppo e dislivello. Non troppo impegnativa, ma che comunque richiede un buon livello di preparazione fisica e di capacità di valutare le condizioni della neve, in brevi tratti su ripidi pendii. Un percorso solitario immerso in luoghi incantati e diretto verso una vetta a cui le cartine ufficiali non attribuiscono nemmeno una denominazione, ma che la gente del posto chiama in dialetto «Scima de Cavisciöla».Siamo a Tartano (Sondrio). Dalla piazza si raggiunge la contrada Biorca dove si lascia l’auto in un ampio parcheggio. Con pendenze trascurabili si procede verso sud-ovest lungo la strada sterrata sulla destra del torrente, corrispondente al sentiero 113 che conduce al passo Pedena. Dopo circa due chilometri si giunge alla contrada Barbera, sul lato opposto della contrada Bagini.Proseguendo dritti si entra in val Budria. Dopo un altro facile tratto di circa due chilometri la valle termina e ci si trova di fronte a un’alta barriera rocciosa. La si aggira stando sulla destra con un ripido e tortuoso sentiero alle pendici del monte Pedena. Va prestata attenzione alle condizioni della neve in alcuni ripidi canali. Si raggiunge un balcone panoramico di pascoli in prossimità delle baite di Saröden (1.976 m) sotto la sella del passo Pedena (2.234 m).Ci si dirige verso est fino allo stretto intaglio della bocchetta di Lago (2.202 m), dopo aver oltrepassato il pizzo del Vento (2.235 m). Alla cima del monte Tartano (2.292 m) si gode un’ottima discesa fino al pianoro della casera di Sona Alta. Da lì si risale fino a raggiungere la sella della dorsale orobica che separa la province di Sondrio e Bergamo. Si continua fino alla diramazione che a est conduce alla cima di Lemma (2.348 m) e alla val Lunga di Tartano e a sud alla cima dei Siltri (2.175 m) e alla val Brembana. La cima finale è chiamata in dialetto «Scima de Cavisciöla» o di Lemma occidentale (2.266 m), anche se la vetta è quotata, ma non nominata dalla cartografia dell’Istituto geografico militare. Si trova a circa 200 metri a nord-est del più conosciuto pizzo Rotondo (2.237 m).La discesa è lungo la val di Lemma, costeggiando nella parte finale la strada che affianca il torrente Tartano fino a raggiungere il ponte di località Barbera e proseguire fino all’auto sull’itinerario iniziale.  
Da Tartano alla Scima de Cavisciöla

Da Valbondione al tetto delle Orobie

Siamo in Alta Valle Seriana e lasciamo l’auto in uno dei parcheggi di Valbondione in provincia di Bergamo.   Oltrepassate le ultime case della frazione Sambughera (937 metri), sulla sinistra comincia il sentiero (segnavia 301). Anche qui vi è possibilità di qualche parcheggio a lato della strada. Scendiamo al fiume Serio e, superato un ponticello, il tracciato si sviluppa a tornanti lungo il ripido versante boscoso. È un continuo entrare e uscire dal bosco, prendendo quota con decisione. Salendo incontriamo i segnavia che indicano diritto il rifugio Coca, la nostra meta, e a destra Maslana e il Rifugio Göi del Cà. Usciti definitivamente dal bosco, e attraversato il torrente, si procede inizialmente con un’altra sostenuta salita affiancata da alcune protezioni. Il rifugio è proprio sopra di noi. Superiamo un piccolo invaso dell’Enel e poco dopo i segnavia indicano a sinistra il rifugio Coca, che raggiungiamo in circa 2,30 ore di cammino, con un ultimo zig zag, breve, ma ancora ripido. Per chi invece punta alla vetta del pizzo Coca occorre risalire la valle fino al lago omonimo (2.108 m – segnavia 302). Comincia qui la parte più impegnativa. Proprio di fronte al bellissimo specchio d’acqua alpino ci si alza verso destra (segnavia 323), superando la ripida pietraia e un canalino con facile arrampicata. Poi un terreno più agevole, ma sempre dalla pendenza impegnativa, caratterizza l’itinerario fino alla bocchetta del Polledrino (2.670 m). Attraversiamo ora la conca che conduce alla soprastante bocchetta del Camoscio (2.719 m) dove inizia la via alpinistica per l’ascensione al pizzo. Soltanto per escursionisti esperti, con passaggi di difficoltà I e II. Si affronta subito un camino di circa una trentina di metri. Dopodiché si susseguono tratti di sentiero e roccette e gradoni di roccia. Infine, ancora su sentiero e roccette si guadagna la croce di vetta (3.050 m). (Ph: Matteo Zanga)
Da Valbondione al tetto delle Orobie

Un sentiero davvero per tutti

Dalla Forcella Bassa di Carenno (Lecco) fino all’ex convento del Pertüs, circa 1.500 metri davvero alla portata di tutti.   La maggior parte del sentiero a utenza ampliata ha il fondo in cemento, un marciapiede protetto senza barriere architettoniche che può essere percorso sia da persone disabili in carrozzina sia da famiglie con passeggini. Per coloro che hanno difficoltà di vista, ciechi o ipovedenti, il sentiero ha lunghi tratti affiancati da corrimano e verranno installati dei rivetti per segnalare interruzioni e la presenza di cartellonistica in braille. Punto di appoggio è il bar ristoro al laghetto del Pertüs, a Costa Valle Imagna (Bergamo). Lì è possibile parcheggiare auto e pulmini e imboccare la strada da Forcella Alta (1.309 m) a Forcella Bassa. Alcuni mezzi riescono a percorrere anche questo tratto, che è una carrareccia, ma per facilitare il transito Comune di Carenno e Comunità montana Lario orientale e valle San Martino lo sistemeranno fino all’inizio del sentiero per tutti, con possibilità di parcheggio. Dalla Forcella Bassa (1.167 m), davanti alla casa di Romilda, parte il percorso a utenza ampliata. Ha un lieve dislivello ed è immerso nella natura: il panorama spazia dai laghi alla Pianura padana. Poco più sotto, bianchissimo nel verde, c’è il santuario della Forcella di Boccio dedicato alla Madonna della Cintura, il cui tetto è stato rifatto dai volontari e inaugurato nel 2017 durante la festa di fine agosto. Più avanti le località Ca’ Rasmì (1.182 m) e Pertusino (1.180 m), per poi giungere all’ex convento (1.192 m). Da qui si può scegliere di fare ritorno alla Forcella Bassa dall’itinerario a utenza ampliata oppure, per chi non ha difficoltà a muoversi su un tradizionale percorso montano, rientrare sul sentiero 571 della Dol-Dorsale orobica lecchese, leggermente più in quota, passando per il monte Picchetto (1.310 m) e di nuovo al laghe o del Pertüs. (Ph: Laura Benaglia)
Un sentiero davvero per tutti

Piste del Corniolo

Le piste più adrenaliniche e suggestive del comprensorio Montecampione, con ampi panorami sulle Prealpi Lombarde
Pista del Corniolo - Montecampione

Montagna

La montagna lombarda come non l'avete mai vista: un mondo da vivere in tutte le stagioni dell'anno
Montagna

Da Seriate a Palazzolo

Questo itinerario ha come elemento caratterizzante la meravigliosa vista paesaggistica rappresentata dal passaggio del fiume Serio nel suo medio tratto a partire da Seriate e connotato dalla presenza di un’alternanza di zone agricole e zone naturaliformi. Altrettanto affascinante il percorso lungo il fiume Oglio nel tratto che si incassa nella sua profonda gola appena dopo la sua uscita dal Lago d’Iseo. Non mancano, poi, le attrattive culturali dei principali centri abitati della provincie di Bergamo e Brescia. Il percorso comincia dalla stazione di Seriate e si conclude alla stazione di Palazzolo sull'Oglio. Per il ritorno si può usufruire del servizio ferroviario o superare l'Oglio sulla passerella affiancata alla ferrovia e seguire la ciclovia dei laghi in direzione d Bergamo.Il percorso segue l'itinerario del Parco del Serio, sulla sponda destra, sino a Romano di Lombardo. Da qui si supera il paese parallelamente alla ferrovia per raggiungere l'Oglio, seguendo l'antico percorso del fosso bergamasco. Una volta raggiunto Cividate Al Piano si prosegue verso nord, sulla sponda destra dell'Oglio per raggiungere la meta, Palazzolo sull'Oglio. ITINERARIO Distanza: 48,100 kmDifficoltà: facileFondo stradale: 75% sterrati, anche duri in alcuni brevi tratti, 25% asfalto Dislivello: 248 m  in salita, 312 m  in discesa (pendenza max: 7.9%, -4.8% Pendio medio: 0.9%, -0.8%)Profilo altimetrico: min 121 - max 248Adatto a: per tuttiTipologia di bicicletta consigliata: MTB, ibrida con buoni copertoniDurata media: 4 h ALCUNI PUNTI DI INTERESSE Parco Regionale del SerioIl Parco del Serio è un parco naturale che si sviluppa da Seriate lungo il fiume Serio fino alla sua foce nell'Adda. La fauna del parco presenta ancora significative presenze, da annoverare infatti è la presenza di una trentina di specie acquatiche, rettili e mammiferi.Info utili: Sede del Parco - Piazza Rocca, 1 - Romano di Lombardia (BG)Sito internet: www.parcodelserio.itGeolocalizzazione su mappa: 45.59722, 9.88446 (sede) Castello di Romano di LombardiaConsiderato uno degli edifici storicamente più interessanti dell'intera zona, la Rocca è caratterizzata come ogni castello di pianura di quattro torri e di un cortile interno. La struttura aveva prettamente una funzione militare e solamente in seguito avrà funzione abitativa, quando verrà scelta dai podestà veneti come dimora. Info utili: Comune di Romano di Lombardia, Piazza Giuseppe Longhi.Sito internet: www.comune.romano.bg.itGeolocalizzazione su mappa: 45.59722, 9.88446 Parco Regionale dell’Oglio NordIl Parco dell’Oglio Nord tutele il territorio lungo il fiume dalla sua uscita dal Lago d’Iseo sino al confine con Ostiano dove inizia il Parco Regionale dell’Oglio Sud. Tra i mammiferi sono stati avvistati la volpe e lo scoiattolo. Copiosa è l'avifauna.Info utili: Piazza Giuseppe Garibaldi, 1 – Orzinuovi (BS) Telefono: 030 9942033Sito internet: www.parcooglionord.itGeolocalizzazione su mappa: 45.404006, 9.925116 (sede) Rocca di Cividate al PianoRisalente al XII secolo, di questa fortificazione si conservano oggi alcuni tratti di muro in ciottoli fluviali, tracce di fossati e resti del portale d’ingresso. La sua elevata posizione permetteva il controllo delle vie della pianura bresciana.Info utili: Comune di Cividate al Piano, Piazza Giovanni XXIII.Sito internet: www.comune.cividatealpiano.bg.itGeolocalizzazione su mappa: 45.55593, 9.83549 Rocca Magna di Palazzolo sull'OglioCostruita sulla riva sinistra dell’Oglio tra il IX e il X secolo, fu una vera e propria rocca, detta Rocha Magna (ovvero un fortilizio occupato da un presidio militare), inserita nell’antico sistema di fortificazioni a difesa del castrum Palatioli.Info utili: Comune di Palazzolo sull'Oglio, Via XX Settembre, 32.Sito internet: www.comune.palazzolosulloglio.bs.itGeolocalizzazione su mappa: 45.59722, 9.88446 Chiesa di Santa Maria Assunta a Palazzolo sull'OglioEretta su un edificio precedente, il progetto venne indetto dalla stessa città di Palazzolo, che organizzò la nuova costruzione tra il 1751 e il 1782. Venne progettata dal celebre architetto Giorgio Massari. Geolocalizzazione su mappa: 45.59844, 9.88358
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