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Nei borghi della Val Brembilla

Alla scoperta dei borghi della val brembilla
Nei borghi della Val Brembilla

Rododendri in Val Gerola

Avventure tra natura selvaggia, abeti e larici
Rododendri in Val Gerola

Risalire l'Adda

Un viaggio dalla pianura alle Alpi
Risalire l'Adda

Un percorso ad anello dal Madonna delle Nevi

Un itinerario sotto la neve...tutto da scoprire
Un percorso ad anello dal Madonna delle Nevi

Valle del Bitto di Albaredo

Storia, antichi mestieri e tanta natura
Valle del Bitto di Albaredo

Giro del Monte Grem

La partenza in auto è da Villasio, frazione di Gorno in Valle del Riso. Giunti nella piazzetta in centro, i cartelli indicano di prendere a destra per “Rifugi Alpini - Alpe Grem” e seguendoli si giunge al parcheggio di “Baita Alpe Grem” a 1.200 m di quota. Si parte per stradetta e subito si incontra la nuova segnaletica che ci indica il cammino (Cima Grem - sentiero CAI 239).     Mentre si sale si incontrano altri cunicoli e un paio di pozze d’abbeverata. Siamo nei pressi della Baita di Mezzo (1.447 m), posizionata sulla costa panoramica di fronte all’Alben.Seguendo le indicazioni, si sale il pascolo sino a incontrare il sentiero CAI 223 che sale da Zambla e che si fonde con il nostro. Si prosegue raggiungendo la Baita Alta di Grem (1.631 m, 1 h 10’ dalla partenza). Si riprende salendo oltre la baita per 200 metri, poi si lascia il tracciato principale e si piega a sinistra su un sentiero che volge verso lo scavo minerario e il costone che porta in vetta (vedi paletti bianco-rossi indicatori).Seguendo i paletti il sentiero diventa più ripido e in breve porta sull’anticima (1.967 m, 40’ dalla Baita Alta). Non resta che percorrere la cresta sulla Val Serina, fino alla svettante croce metallica (2.049 m, 2 h 20’ dalla partenza). Una meritata sosta per ammirare il Pizzo Arera, poi si riparte sul versante opposto, puntando alla selletta che separa il Monte Grem dal Monte Foppazzi. In 10 minuti si è alla Sella, dove la segnaletica CAI 223 ci indica la via per il Bivacco Mistri. La camminata è facile e, per praterie fiorite, si è al Bivacco Mistri (1.780 m, privato e aperto il fine settimana).Visitata la galleria dell’acqua, si prende il CAI 263 che, con altri 20 minuti ci porta al Bivacco Tellini. La discesa continua, sempre sul 263, sul ripido prato per piegare poi a destra e addolcirsi nel rado bosco per pervenire sui pascoli alti prima di raggiungere la strada in località Pozza Piasöla (1.144 m, percorsa all’andata).Ora bisogna risalire la strada per quasi 2 chilometri e poi si arriva alla macchina. Caratteristiche del percorsoLocalità di partenza: Baita Alpe Grem, Villasio 1.200 m, BGDislivello: 850 mTempo di percorrenza: A/R 5 hDifficoltà: EPunti d'appoggio: Bivacchi Mistri e Tellini, se apertiCartina Kompass: n° 104 Per ulteriori dettagli: CAI di Bergamo Gruppo Valle del Riso
Giro del Monte Grem

Ciclabile della Val Seriana

La pista ciclabile della val Seriana è una via ciclo pedonale lunga 32 chilometri, un “serpentone” che percorre la bassa valle Seriana da Ranica (5 chilometri da Bergamo) a Clusone. E’ quasi completamente su sede propria e perlopiù con fondo in terra battuta o sterrata, la maggior parte del tragitto si trova sulle sponde del fiume Serio che lo attraversa di tanto in tanto con ponti pedonali caratteristici. Il percorso è ben segnalato con cartelli indicativi ed informativi lungo tutto il percorso, bisogna fare un poco di attenzione a non perdere la via nei brevissimi tratti su marciapiede e su strada. La partenza avviene a Ranica, raggiungibile anche caricando le bici sulla TEB. Percorso un breve tratto di asfalto parallelo alla ferrovia, si raggiunge velocemente la parte totalmente su sede propria e sterrata.Dopo Albino si attraversa un parco e si affianca la centrale elettrica e la bocca di presa del canale. Raggiunto il ponte di ferro di Gavarno si può scegliere di proseguire su entrambe le sponde del fiume dove le due diramazioni si ricongiungono in località Saletti.Si prosegue lungo la sponda orografica sinistra del Serio, si attraversa l’area picnic di Pradalunga e più avanti si cambia nuovamente sponda percorrendo l’antico ponte di pietra recuperato appositamente per la ciclabile. Si prosegue pedalando lontano dal traffico automobilistico raggiungendo la località dell’Isola dello Zio Bruno.Un bel tratto sotto le piante ci porta al parco della Busgarina, poi a numerose aree picnic e infine si raggiunge Colzate.Oltrepassata la provinciale con il sottopasso si pedala lungo un tratto tra la strada ed il fiume e si arriva nell’area commerciale di Ponte Nossa, dove trovate l’ufficio turistico Promoserio val Seriana Val di Scalve. Arriva ora il tratto più impegnativo dell’intero percorso: la salita verso l’altopiano di Clusone! Un breve strappo e si è però alla rotonda, da dove si prosegue lungo i campi e poi a ridosso della collinetta fino a raggiungere il termina della ciclabile.Raggiunto il termine della ciclabile potete approfittarne per una visita al centro di Clusone oppure proseguire su strade secondarie fino al passo della Presolana o salire al rifugio san Lucio.  
Ciclabile della Val Seriana

Attorno al Campagano

Il punto di partenza è a circa un chilometro a monte del paese di Valcanale, frazione di Ardesio (Bergamo), laddove, superato il laghetto, la strada compie una curva e, poco oltre il ponte, è sbarrata.   Si imbocca verso destra la stradetta (segnavia CAI 220) che si snoda in una luminosa pineta con squarci sulle cime di Fop e di Valmora. Si sale fino a trovare sulla destra una sorgente d’acqua fresca (1.350 m circa). Ancora qualche minuto di salita e poi si sbuca nella conca del rifugio Alpe Corte (1.410 m, 45’ dalla partenza). Da qui si imbocca la stradina, ideata come percorso per diversamente abili (CAI 216) e la si segue sino al bivio dove la si lascia per seguire il sentiero che porta al Rifugio Laghi Gemelli. Si prosegue sino al primo ponticello di legno gettato sul torrente Acqualina. Qui troviamo la tabella metallica che ci indirizza per il Giro del Campagano (CAI 365 A, 15’ dal rifugio). Senza varcare il ponte seguiamo i segnavia, dapprima a fianco del fiume, poi in salita verso destra. Qui, dopo qualche minuto si è sui bordi alti dei pascoli precedentemente attraversati in basso. Poi il sentiero è netto e si snoda nel bosco e, dopo una ventina di minuti sbuca sui pascoli occidentali del Monte Campagano, a circa 1.600 metri, presso il Roccolo di Corte. Stando al limitare del bosco si intraprende la traversata che ci porta alla Baita di Campagano. Il proseguimento della traversata offre passaggi da Indiana Jones e un lungo lavoro di scavalcamento di arbusti. Poi eccoci all’Alpe di Zulino Alto (1.600 m, 2 h 45’ dalla partenza). Il ritorno al rifugio lo facciamo scendendo fra i prati che portano all’alpeggio di Zulino basso (1.441 m). Attraversato l’alpeggio, sempre con il segnavia 265 A ci si abbassa ancora, sino a incrociare il sentiero CAI 265 che proviene dal rifugio Alpe Corte. Qui, chi ha fretta, continua la discesa su Valcanale (40’), invece chi vuole chiudere l’anello si piega a destra per attraversare la pineta e si raggiunge il rifugio Alpe Corte. Da qui si arriva al parcheggio seguendo la stessa strada dell’andata.  
Attorno al Campagano

La Valle San Martino dai colli di Palazzago

Proponiamo un itinerario facile, alla portata di tutti, che ci porta alla scoperta della Valle San Martino, sul confine con la Valle Imagna.   I recenti lavori di pulizia e di manutenzione del sentiero, uniti alle chiare identificazioni lungo tutto il tratto, rendono questo tracciato facilmente accessibile e percorribile a chiunque. È adatto ad adulti e bambini, ma anche agli appassionati della mountain bike. Il dislivello da affrontare è di circa 280 metri. Siamo nella frazione collinare di Gromlongo, a Palazzago (Bergamo), e dopo circa 200 metri dalla chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Rocco e Sebastiano si incontra un ampio pianoro verde dove si distingue una casa di color rosso mattone, adibita ad agriturismo. Qui si trova «Il Belvedere», che domina le colline della Valle San Martino ed è anche il punto di partenza per l’escursione. Ci addentriamo nel prato verde tenendo sempre la destra, costeggiano il ruscello Rienza. Dopo pochi metri incontriamo una piccola edicola con incisa una preghiera dedicata al viandante, un buon auspicio per chi va a esplorare il territorio. Subito dopo curviamo a destra, dove il sentiero sale leggermente per poi uscire sulla strada asfaltata. La attraversiamo tendendo la nostra sinistra e poi subito a destra dove la strada, dopo circa 300 metri, diventa sterrata e ci addentriamo nel bosco. Lì si incontra un bel sentiero in ciottolato, ora la pendenza diventa più sostenuta, ma soltanto per un breve tratto, per giungere al primo vigneto, dove si affaccia sul monte Linzone. C’è anche una casetta con una panchina di pietra.Proseguiamo sino a incontrare le indicazioni del sentiero Cai 861 in direzione Valmora. Sempre in salita, ma sul comodo sterrato, arriviamo in località Picco Alto dove converge anche la strada asfaltata che avevamo attraversato all’inizio. La vista cade sulla Valle Imagna e si distinguono la chiesetta di Brocchione, piccola frazione di Palazzago, e Roncola San Bernardo. Incontriamo la segnaletica del sentiero 861, ma curviamo a destra seguendo il bosco. Arrivati a un bivio e in prossimità di una piccola casetta teniamo la sinistra dove c’è un roccolo che domina dall’alto. Sempre diritti, arriviamo a una casa (civico 13) e curviamo a sinistra. Il sentiero scende e osserviamo le colline dalle quali siamo partiti, con in primo piano i vigneti della società agricola «Le Driadi» che ha recuperato la bellezza di questo territorio rimuovendo rovi e cespugli. Scendiamo verso il fondo della collina fino a incontrare una vecchia abitazione con un affresco della Madonna. Si vedono le colline di Pontida, facilmente raggiungibili da qui. Ancora per pochi minuti proseguiamo fino alla frazione Belvedere per concludere questo giro ad anello in poco più di un’ora.
La Valle San Martino dai colli di Palazzago

Da Colere alla Malga Polzone

Un nuovo tracciato di scialpinismo alla portata anche dei principianti di questa disciplina, un percorso alternativo che permette di raggiungere poi gli itinerari più in quota senza passare per le piste da sci battute dai responsabili degli impianti e frequentate dagli appassionati di sci alpino. La novità arriva da Colere, in Valle di Scalve. A questo itinerario dal paese alla Malga Polzone in piena sicurezza e, soprattutto, in perfetta armonia con gli altri frequentatori della località, hanno lavorato l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Benedetto Bonomo, il Club alpino italiano (ai sopralluoghi hanno preso parte il presidente della sezione di Bergamo, Paolo Valoti, e quello della sezione di Clusone, Claudio Ranza, oltre ai rappresentanti del Cai della Valle di Scalve Stefano Magri e Davide Bonicelli). Il tracciato che consente di praticare lo scialpinismo in sicurezza prende il via proprio dal piazzale del parcheggio degli impianti di risalita di Colere ski area 2.200, i cui rappresentanti ribadiscono l’assoluto divieto a risalire le piste. Anche dal sito web sottolineano: «Seguire il percorso tracciato skialp, info in biglietteria».Alla frazione Carbonera di Colere, proprio nei pressi del parcheggio degli impianti di sci, si sale lungo la strada forestale che porta verso la Malga Polzone.Al primo incrocio con le piste di discesa, si tiene la traccia a sinistra, dietro alle lance di innevamento programmato, per proseguire ancora a sinistra sul sentiero Cai 404, per circa un chilometro, fino a quota 1.290 metri circa, appena sopra cascina Frassineto.A questo punto intermedio si attraversa con attenzione la pista da sci e si risale la traccia provvisoria nel bosco, contrassegnata con un nastro fino alla Malga Polzone.Dall’arrivo della seggiovia si esce dietro la rete di protezione, e si continua fino alla Malga di Conchetta, da dove è poi possibile proseguire per i diversi itinerari scialpinistici che si sviluppano in questa zona: al pizzo di Petto per esempio, ma anche alla Vigna Vaga, al monte Ferrantino, al monte Ferrante e al rifugio Cai «Luigi Albani». Tutti itinerari che, a questo punto, non toccano più le piste da sci. Grazie al tratto alternativo iniziale, il tracciato di Colere consente ora una piena convivenza tra appassionati di skialp e gli altri sportivi.
Da Colere alla Malga Polzone

La Presolana a fil di Cresta

Indispensapile l’attrezzatura alpinistica: casco, imbrago, ramponi, doppia piccozza, chiodi da ghiaccio, mezze corde da 45 metri o meglio ancora da 60, cordini e materiale per la calata in doppia.   È fondamentale essere al corrente delle condizioni della neve ed è sconsigliata, dati i molti tratti esposti, con neve fresca o non stabile. Descrizione dell'itinerarioSi parcheggia l’auto al passo della Presolana (Bergamo). Attraverso il sentiero, prima nel bosco e poi su prati, si tocca il rifugio Baita Cassinelli (1.568 m). Si procede sull’itinerario 315 nella valle dell’Ombra, sotto la parete sud della Presolana. Si supera il bivacco Città di Clusone (2.050 m) e, poco sopra, la cappella Savina, da dove su ghiaioni si arriva alla grotta dei Pagani. Alla destra di quest’ultima comincia la via alpinistica. Si sale lungo la via normale della Presolana occidentale arrampicando su facili roccette (IIº), con qualche breve tratto attrezzato con catene. Un traverso su cengia spezza il ritmo fino a riprendere nuovamente su roccette (II°-III°) lungo il ripido pendio che porta alla cresta sommitale. Comincia qui la traversata in cresta che porta, come prima meta, alla vetta della Presolana occidentale (2.521 m). Dopo un tratto delicato ed esposto si incontra un passaggio attrezzato dove ci si cala. Si prende poi di nuovo ripidamente quota e si attraversano a mezza costa alcuni facili pendii che conducono, dopo una breve risalita, alla cima della Presolana del Prato (2.447 m). Si procede un’altra volta su cresta fino al delicato canalino che scende al passo del Gatto. Si risale ora all’interno di un altro ripido canalino dal quale si raggiunge nuovamente la cresta e, su terreno meno difficoltoso, la vetta della Presolana centrale (2.517 m). La parte restante di cresta, interrotta da un’altra breve calata, fa guadagnare la vetta della Presolana orientale (2.491 m). Si segue sempre la cresta e, con un traverso potenzialmente delicato, ci si porta sul pendio che conduce all’intaglio per il monte Visolo (2.369 m), che si raggiunge rimontando un altro breve tratto di cresta. Termina qui la via alpinistica e seguendo il sentiero si rientra al rifugio Baita Cassinelli e al passo della Presolana.  
La Presolana a fil di Cresta

Da Tartano alla Scima de Cavisciöla

Un’escursione lunga, con un discreto sviluppo e dislivello. Non troppo impegnativa, ma che comunque richiede un buon livello di preparazione fisica e di capacità di valutare le condizioni della neve, in brevi tratti su ripidi pendii. Un percorso solitario immerso in luoghi incantati e diretto verso una vetta a cui le cartine ufficiali non attribuiscono nemmeno una denominazione, ma che la gente del posto chiama in dialetto «Scima de Cavisciöla».Siamo a Tartano (Sondrio). Dalla piazza si raggiunge la contrada Biorca dove si lascia l’auto in un ampio parcheggio. Con pendenze trascurabili si procede verso sud-ovest lungo la strada sterrata sulla destra del torrente, corrispondente al sentiero 113 che conduce al passo Pedena. Dopo circa due chilometri si giunge alla contrada Barbera, sul lato opposto della contrada Bagini.Proseguendo dritti si entra in val Budria. Dopo un altro facile tratto di circa due chilometri la valle termina e ci si trova di fronte a un’alta barriera rocciosa. La si aggira stando sulla destra con un ripido e tortuoso sentiero alle pendici del monte Pedena. Va prestata attenzione alle condizioni della neve in alcuni ripidi canali. Si raggiunge un balcone panoramico di pascoli in prossimità delle baite di Saröden (1.976 m) sotto la sella del passo Pedena (2.234 m).Ci si dirige verso est fino allo stretto intaglio della bocchetta di Lago (2.202 m), dopo aver oltrepassato il pizzo del Vento (2.235 m). Alla cima del monte Tartano (2.292 m) si gode un’ottima discesa fino al pianoro della casera di Sona Alta. Da lì si risale fino a raggiungere la sella della dorsale orobica che separa la province di Sondrio e Bergamo. Si continua fino alla diramazione che a est conduce alla cima di Lemma (2.348 m) e alla val Lunga di Tartano e a sud alla cima dei Siltri (2.175 m) e alla val Brembana. La cima finale è chiamata in dialetto «Scima de Cavisciöla» o di Lemma occidentale (2.266 m), anche se la vetta è quotata, ma non nominata dalla cartografia dell’Istituto geografico militare. Si trova a circa 200 metri a nord-est del più conosciuto pizzo Rotondo (2.237 m).La discesa è lungo la val di Lemma, costeggiando nella parte finale la strada che affianca il torrente Tartano fino a raggiungere il ponte di località Barbera e proseguire fino all’auto sull’itinerario iniziale.  
Da Tartano alla Scima de Cavisciöla