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Lodi Vecchio sulle due ruote

Un giro in bici tra campagna, centri abitati e tanta bellezza
Lodi Vecchio sulle due ruote - blog Vivere Per Raccontarla - Francesca Guatteri

Fiori di maggio ad alta quota

6 itinerari da percorrere alla scoperta delle fioriture di questo mese tra le montagne della Lombardia
Fiori di maggio ad alta quota - in Lombardia

Parco Gola del Tinazzo- visite FAMILY

Visite guidate al Parco Gola del Tinazzo e alla sua forra fossile, attività family per stupire con la natura

Naviglio di Paderno

Il più breve tra i Navigli è anche il più complesso
Naviglio di Paderno

Ciaspolare in Valmalenco

Alpe Oro - Alpe Entova - Alpe Palù - Alpe Musella - Alpe Prabello - Lago di Chiesa
Ciaspolare presso l'Alpe Campagneda

Bivacchi in Val Malgina

BIVACCO PIAN DELLA VALLE Il bivacco Pian della Valle (1187 m s.l.m.) è stato costruito al limitare di uno spiazzo erboso tra i boschi in una delle valli più selvagge e meno conosciute della Valtellina, la Val Malgina. Una valle che si presta al canyoning, all'arrampicata anche su ghiaccio e all'alpinismo. Il bivacco, aperto tutto l'anno, è una costruzione in muratura formata da un solo locale, contiene un tavolo, sedie, stoviglie, un camino e della legna da ardere. Ci sono anche quattro letti di legno, ma mancano materassi e coperte. Una fontana antistante l'edificio fornisce l'acqua, seppur non sempre in quantità sufficiente. Sullo sfondo la Cima del Druet (m. 2913) e il Pizzo del Diavolo di Malgina (m. 2926) chiudono la testata dalle valle. A sinistra del Pizzo del Diavolo si apre il ripido e stretto Canalone di Malgina, il più lungo delle Orobie Valtellinesi, con i suoi 1400 metri di precipizio. Proseguendo oltre il bivacco bastano una ventina di minuti per giungere ai suoi piedi e poter ammirare anche alcune cascate. BIVACCO LA PETTA In val Malgina troviamo anche il Bivacco La Petta, a quota 1452 m s.l.m., in una radura alla destra del canalone della Val Malgina.  Il bivacco è una costruzione in pietra, che contiene un tavolato in legno con uno spazio sufficiente per 5/6 persone ed è munito di sacchi a pelo. Dispone inoltre di un tavolo in legno con relative panche, un armadietto, alcune stoviglie, legna e un angolo a terra dove è possibile accendere il fuoco. L'acqua va recuperata all'ultimo guado che si incontra. Il bivacco è aperto tutto l'anno, ma è consigliabile raggiungerlo nel periodo estivo quando il percorso è classificabile come EE; con neve o ghiaccio le difficoltà sono ben maggiori e richiedono attrezzatura adeguata. Photo: Davide Rossi

Valle del Livrio

Albosaggia

Cosa mangiare a Cremona e dintorni

I piatti tipici da provare nel Cremonese
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Castelli in Valtellina

Un tuffo nel passato fra castelli e torri in Valtellina
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Parco delle incisioni rupestri di Grosio-Grosotto

I colli tra i comuni di Grosio e Grosotto custodiscono la più importante testimonianza del passaggio di antiche popolazioni sul territorio valtellinese: il Parco delle Incisioni Rupestri, sulle cui rocce sono incise ben oltre 5.000 figure (alcune delle quali risalgono addirittura alla fine del Neolitico).   Osservando con attenzione si può trovare il simbolo per eccellenza del Parco: un uomo con uno scudo rotondo e una spada-bastone! L’attrazione che dà il nome al sito archeologico è la Rupe Magna che, scoperta nel 1966, con le sue 5.000 raffigurazioni antropomorfe, animali e geometriche, è una delle più grandi rocce incise di tutto l’arco alpino italiano. Al parco, sulla sommità sud del colle, sorgono altri due edifici rinomati sul territorio per il loro grande interesse storico: il Castello di San Faustino (detto anche Castello Vecchio), risalente al X-XI secolo, e il Castello Visconteo (detto anche Castello Nuovo), una struttura fortificata edificata fra il 1350 e il 1375 per ragioni strategiche e di difesa. Oltre alla notevole importanza culturale degli scavi archeologici e delle due fortezze, il Parco è inserito in un contesto paesaggistico di grande bellezza e interesse naturalistico e, grazie alla sua conformazione, soddisfa sia gli amanti della montagna all’aria aperta, sia gli appassionati di storia e arte antica. I pendii del Dosso dei Castelli, infatti, consentono di osservare da vicino una delle più rinomate tradizioni agricole valtellinesi: i terrazzamenti con murature a secco per la coltivazione della vite. Prima di andare via è d'obbligo concedersi un minuto per ammirare la splendida vista dalla Rupe Magna: un panorama dominato da alberi di castagno, tipici del paesaggio montano della Valtellina. Il parco sotto le stelle Il Parco diventa ancora più affascinante nelle sere d’estate con visite guidate notturne alla scoperta dei suoi tesori. I sentieri illuminati si snodano tra i vigneti del Dosso dei Castelli, i castagni secolari del Parco, il Castello Vecchio di San Faustino e il Castello Visconteo, per culminare sotto la Rupe Magna. Qui le incisioni rupestri emergono in tutta la loro imponenza e raccontano la tradizione valtellinese più antica.  Nel corso della serata ci si potrà fermare ad ammirare la volta celeste a occhio nudo: il Parco regala uno spettacolo unico, dove costellazioni, pianeti e scie luminose sembrano danzare sopra le rovine antiche. Un momento di contemplazione e meraviglia, in cui storia, natura e suggestione si intrecciano in un solo racconto.   
(Ph: I MIlle)

Piani d’Erna: dall’alto è un altro spettacolo

Un paradiso sopra a Lecco, il luogo ideale dove avvicinarsi alla montagna in tutte le stagioni.
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10 motivi per visitare Lecco

Sport sull’acqua e in montagna. Borghi romantici dove si respira cultura letteraria e religiosa. Ecco 10 motivi per visitare Lecco