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Attorno al monte Toazzo

La partenza avviene da Lizzola (1.258 m), in alta Val Bondione, ramo laterale della Val Seriana (BG). Dal retro della chiesa parrocchiale si stacca in salita una breve stradetta (CAI 306); fatte poche decine di metri si prende il sentiero che sale verso il vecchio skilift e raggiunge il bosco che sovrasta il paese. Qui una segnaletica ci indirizza nella pineta che porta sulle prime pietraie e sulle grandi finestre che si affacciano sul Redorta e sul Coca. Dopo un bel tratto si lascia il bosco per godere di grandi vedute sulla Valmorta, sulla cascata del Serio e sul Pizzo Cappuccello (1.700 m circa, 1 h 30’ dalla partenza); si continua avvicinandosi alla testata della valle.Dopo 2h 15’ si giunge a quota 1.700 metri dove si incrocia il sentiero CAI 304 che collega il rifugio Curò al Passo Manina - rifugio Albani. Si piega a destra e si arriva al Colle delle Miniere (1.920 m, 1 h 30’ dalla partenza). Il panorama merita una sosta. Dal crinale si discendono, con numerosi tornanti, i pascoli di Passevra, con la baita omonima.Stando alti sopra la baita sulla nostra destra, perdiamo quota fino a raggiungere il torrente Bondione (1.580 m, 30’ dal Colle delle Miniere), dopo aver attraversato un torrentello formante una piccola pozza d’acqua limpida (Marmitta dei Giganti). Su un ponticello si attraversa il torrente Bondione, portandosi sul versante opposto della valle. Qui, vi è il sentiero che risale la valle di Bondione fino al Passo di Bondione.Continuando lungo il segnavia 304, si risalgono, invece, verso destra (SO), i pendii del Monte Crostaro e del Monte Sasna sino alla Baita del Crostaro (1.701 m, 30’ dal fondovalle). Superata la baita si risalgono i pendii sovrastando i pascoli e la Baita bassa di Fles. Superando alcuni imbocchi di miniera, poco sotto il sentiero, si raggiunge il crinale del Passo della Manina (1.799 m, 40’ dalla Baita del Crostaro) e la chiesetta posta su un dosso erboso poco oltre. Si torna indietro per un centinaio di metri dove, su un masso, troviamo l’indicazione per la ripida discesa CAI 307. In un’oretta si è finalmente a Lizzola.
Attorno al monte Toazzo

Chiese di Albosaggia

Santa Maria dei Mosconi è stata per lungo tempo punto di riferimento per pastori, viandanti e cavatori delle miniere di ferro. La chiesa di Santa Caterina sorge lontano dalle abitazioni e domina la valle dall'alto di un terrazzamento sostenuto da possenti muraglioni.

Passeggiata tra i meleti in fiore

La fioritura dei meleti in Valtellina è uno straordinario risveglio primaverile della natura che popola in aprile il versante retico delle Alpi, dalla provincia di Sondrio alla Svizzera. Lungo questo confine naturale, i conoidi dei comuni di Ponte in Valtellina, Bianzone e Sernio-Lovero, fertili concavità alluvionali a forma di ventaglio, sono ideali per la diffusione di terrazzamenti, dove vitigni e alberi di mele consolidano la tradizione contadina valtellinese.    Con l’arrivo della primavera, nella Media Valtellina sboccia un vero e proprio mare fiorito, tra le pennellate di petali rosa e bianchi dei fiori di melo, che sprigionano un profumo delicato e dolce nella frizzante aria montagnina. Si crea quindi l’atmosfera perfetta per passeggiare o pedalare in bicicletta tra i meleti, intrecciando vie fiorite lungo un percorso dove poter scegliere la propria tappa di partenza e dedicare una giornata all’esplorazione. Cologna, Sernio, Lovero, Villa di Tirano, Chiuro, Ponte in Valtellina, Tresivio sono luoghi dove riscoprire la magia delle fioriture.   Questa escursione floreale offre il suo meglio con un tempo soleggiato, ma può anche rivelarsi un’opportunità per esplorare borghi locali caratteristici in caso il maltempo sorprenda la gita fuori porta. Tra questi merita una visita Ponte in Valtellina, antico comune il cui affascinante centro storico è rimasto sospeso in un tempo lontano. Le strade ciottolate, le vecchie corti e i palazzi nobiliari disabitati disegnano un ambiente magico, in cui scoprire chiese storiche e godersi un tipico pranzo nei ristoranti del posto. A poco più di 15 minuti in auto da Sondrio e 20 minuti da Tirano, Ponte in Valtellina è poi al centro tra le due località, per un’esplorazione primaverile che unisce natura e storia.   
Ph: I Mille

Fiumelatte

A Varenna scopri il fiume più corto d'Italia e visita la sua sorgente immersa nella natura.
Fiumelatte Varenna

San Colombano DOP Bianco

Questo vino è ottenuto da uve Chardonnay (min. 50%) e Pinot nero (min. 10%). È prevista la tipologia Frizzante. Scheda tecnica Colore: giallo paglierino leggermente scarico, con riflessi verdognoli, brillante e tendente al cristallino;Profumo: abbastanza intenso e persistente, floreale su fondo fragrante;Sapore: piacevolmente secco, di fresca acidità, non troppo morbido ma nell’insieme di corpo equilibrato. A persistenza aromatica finale è media e lascia la bocca pulita. RIFERIMENTI STORICI Il primo importante riferimento legato alla coltivazione delle terre della Collina di San Colombano risale al 1371 ed è attribuito a Galeazzo Visconti, che ne iniziò la bonifica. Ma la pratica della viticoltura risale al 1500 grazie all’opera di evangelizzazione compiutadal frate irlandese Colombano che insegna agli abitanti della zona la coltivazione della vite. Fra il XVI e il XVII secolo la vite rappresenta il fulcro dell’economia locale e nel 1800 la fama dei vini diSan Colombano è riconosciuta da enologi esperti ed estimatori che li paragonano ai vini della Valtellina. ABBINAMENTI Il San Colombano DOC Bianco è ideale con antipasti, pesce d’acqua dolce e piatti di carne bianca. ZONA DI PRODUZIONE La collina di San Colombano è un rilievo isolato, che si alza nel mezzo della Pianura Padana di circa 75 metri tra il Lambro e l’Olona. È collocata a sud di Milano, tra la Pianura Lodigiana e la Bassa Pavese. La zona di produzione comprende i comuni di tre province: Miradolo Terme e Inverno Monteleone (Pavia), Graffignana e Sant’Angelo Lodigiano (Lodi), San Colombano al Lambro che è rimasto isola milanese, dopo la costituzione della provincia di Lodi nel 1995. STRADE DEL GUSTO DI RIFERIMENTO Strada del Vino San Colombano e dei Sapori Lodigiani.

Alpe Campagneda e Alpe Prabello- In giro per alpeggi

Valmalenco

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