Ho trovato 367 risultati per Laghi in Lombardia autunno

Lago Maggiore Storie antiche

Reperti dell’età del ferro, testimonianze dell’era glaciale, monumenti di archeologia industriale, bambole dal Settecento a oggi: il basso Verbano
@inlombardia

Scopri l'Alto Garda bresciano

Paesi a strapiombo sull'acqua, con vedute da vertigini. E strade scavate nella roccia, aspre come...
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Lago di Como: Bellagio, la perla

Località tra le più amate al mondo, si trova sul promontorio centrale del lago, da dove si possono raggiungere via battello o traghetto le sponde dei due rami del Lario
Lago di Como: Bellagio, la perla

Fiume Ticino

Il Ticino nasce in Svizzera. La sua sorgente principale è in testa alla val Bedretto, al Passo di Novena, a circa 2.480 metri di quota, mentre un’altra sorgente è nei pressi dell’Ospizio del San Gottardo e si congiunge alla prima ad Airolo. Da qui il fiume prosegue in territorio elvetico scorrendo in una valle ben conservata (da vedere le gole di Stalvedro e del monte Piottino) fino all’imbocco della Piana di Magadino, dove viene imbrigliato in argini che ne fanno un banale canale fino al delta con cui sfocia nel Lago Maggiore. Qui il fiume riprende, anche se solo per poche centinaia di metri, la sua naturalità, dando origine ad una zona umida di interesse internazionale, ai sensi della Convenzione Ramsar: la Riserva Naturale Federale delle Bolle di Magadino (www.bolledimagadino.com). Una volta uscito dal bacino del Verbano, nei pressi di Sesto Calende (VA), il Ticino attraversa tutta la pianura padana, incidendola profondamente e termina, dopo aver lambito Pavia, nel Po, in località Ponte della Becca (PV). Il territorio del Ticino sublacuale può essere geomorfologicamente e naturalisticamente suddiviso in cinque zone principali: l’anfiteatro delle colline moreniche o zona collinare; il pianalto terrazzato o altopiano asciutto; la zona di alta pianura; il piano generale terrazzato, o pianura irrigua che comprende la fascia dei fontanili ed infine la valle del fiume propriamente detta. Il terrazzo principale che raccorda la valle alla pianura circostante ha un’altezza che decresce da 40 a 15 m circa. All’interno della valle si possono individuare terrazzi minori di cui il più evidente va da Magenta a Besate (MI). Si può anche procedere ad una suddivisione in senso longitudinale dell’asta del fiume, questa volta in tre comparti: dal Lago Maggiore alla Maddalena di Somma Lombardo (VA), il Ticino scorre formando meandri incassati in gole profonde, incise nei depositi morenici; dalla Maddalena a Motta Visconti (MI) ha un andamento anastomizzato con un letto largo in alcuni punti fino a tre chilometri e numerose isole ghiaiose e sabbiose create da rami e canali che si intrecciano cambiando continuamente morfologia; infine, da Motta Visconti alla confluenza con il Po, il Ticino presenta un tracciato meandriforme e tocca la massima complessità. Il corso del fiume è in costante evoluzione, soggetto a incessanti modificazioni e con un equilibrio dinamico che è elemento fondamentale per il mantenimento del valore ecologico del fiume e della sua vallata. Negli ultimi venti chilometri il fiume torna a corso unico, anche se abbastanza tortuoso, con sponde ben definite all’interno della piana alluvionale. Interventi di contenimento delle sponde con pietre e blocchi in cemento, iniziati massicciamente dagli anni Cinquanta, hanno di fatto limitato la nascita di nuove “lanche”. Queste sono parti del fiume, in corrispondenza di anse, pian piano escluse dal percorso della corrente e in seguito del tutto isolate dal corso del fiume. Le vecchie lanche tendono ad interrarsi a causa di sedimenti che si depositano nel corso delle piene, diventando terreno fertile per la vegetazione palustre, che, inevitabilmente, ostruisce e colma i fondali. Una serie di progetti adottati dal Parco sta lentamente riportando il fiume in condizioni di elevata naturalità. La colonizzazione antropica delle sponde, con le conseguenti attività economiche legate alla presenza dell’uomo, hanno portato a modificare, ma solo in minima parte se paragonato ad altri fiumi padani, il tracciato naturale del corso del Ticino; ciò è avvenuto sia a causa degli scavi in alveo, oggi per fortuna vietati, sia a causa delle arginature, che per i forti prelievi idrici. Sicuramente, la trasformazione antropica più appariscente è data dal complesso reticolo di derivazioni e di canali realizzati sia a scopo irriguo, sia per l’utilizzo da parte degli impianti idroelettrici. Le principali opere artificiali che interessano la Valle del Ticino sono i Canali Cavour, Regina Elena, Langosco e Sforzesco in sponda piemontese, e i Canali Industriale, Villoresi, il ramo Marinone e i Navigli Grande e di Bereguardo, nel territorio lombardo (link ai Navigli).

5 cose da fare a Mandello

La città dei motori ti accoglierà tra acqua e montagne
borgo mandello lario

Le ville Liberty di Sarnico

Diversamente da quanto osservabile in altri laghi lombardi, il lago d’Iseo non presenta una significativa presenza di dimore signorili. Tuttavia a Sarnico è possibile ammirare un originale nucleo di costruzioni Liberty a firma dell’architetto milanese Giuseppe Sommaruga che nel piccolo centro lacustre lasciò alcuni tra i più alti prodotti della sua arte e non mancò di suggestionare la decorazione pubblica e privata di molta architettura locale. Giuseppe Sommaruga arrivò a Sarnico grazie alla lungimiranza e alle cospicue possibilità economiche della famiglia Faccanoni. Nel 1897 l’ingegnere Pietro Faccanoni (con i fratelli Giuseppe e Luigi) era direttore di un’impresa italiana deputata alla costruzione di acquedotti e di altre opere pubbliche a Vienna. Sommaruga venne chiamato a Sarnico, per la prima volta, nel 1907 per la trasformazione di una vecchia filanda in una villa liberty. Alla morte del proprietario la villa, sita al numero 1 di via Orgnieri, fu acquistata da un altro privato che la conservò in tutto il suo originario splendore. La planimetria della villa di Pietro Faccanoni e la sua facciata ricordano le ville fiorentine del Quattrocento. Le decorazioni floreali su nastri che attraversano l’edificio e che seguono la curvatura degli archi sono, invece, tipiche del Liberty. La recinzione esterna in ferro battuto insegue, con estrema coerenza, i motivi liberi e svolazzanti dell’“arte nuova”, frutto della collaborazione con il fabbro Alessandro Mazzucotelli, un vero genio del ferro battuto che accompagnò l’architetto durante quasi tutta la sua esperienza professionale. Allo stesso modo l’interno della villa è decorato e arredato con una fine boiserie e mobili a muro frutto dell’ingegno dell’ebanista Eugenio Quarti. I soffitti sono decorati con la tecnica del cemento graffito in forma di motivi floreali. Sempre nel 1907, Sommaruga iniziò la realizzazione della villa di Giuseppe Faccanoni. Questo è, probabilmente, il vero capolavoro sarnicense dell’artista milanese ed è, al contempo, una delle più alte realizzazioni della sua intera carriera. Situata al numero 56 di via Vittorio Veneto, la villa è immersa in un suggestivo e ampio giardino. Distribuito su due piani, arricchito di mansarde, terrazze, bovindi (quasi cantorie rinascimentali) e torre, l’edificio presenta l’ingresso principale sull’angolo smussato prospiciente il lago. Diversi tipi di pietre rivestono la struttura e animano l’andamento irregolare della villa, decorata, anche in questo caso, da fasce in cotto e in maiolica. Una serie di figure scolpite di animali più o meno riconoscibili (una sorta di bestiario di sapore medievale), popola questo “villino per scapolo”. Il richiamo, simbolico, alla struttura di una nave obbedisce a un preciso intento e a una solida complicità tra architetto e committente. La tentazione di una lettura esoterica è facile e immediata. Il visitatore si trova immerso in un’atmosfera quasi magica e il senso di smarrimento pervade l’ospite disorientato e alla perenne ricerca di un “vera” entrata. Spettacolare il cancello d’ingresso, in ferro battuto: oltre ai consueti nastri si ritrova il gusto per la rappresentazione naturale attraverso la raffigurazione di un campionario di fiori e di incauti insetti catturati da strane ragnatele. Al numero 5 di Via Predore è situato, infine, l’imponente edificio di Villa Luigi Faccanoni (ora Surre). I motivi delle precedenti ville vengono, qui, ingigantiti a dismisura. L’apparato scenico diviene trionfale e l’alta torre “medicea” svetta in posizione di dominio sul vicino lago. Le decorazioni assumono anche il “non colore” dell’oro e la vastità degli spazi obbliga ad alzare lo sguardo. Un discorso a parte merita il Mausoleo Faccanoni del 1907 presso il cimitero di Sarnico: l’edilizia funeraria fu, anche per Sommaruga, un passaggio obbligato. Nel piccolo complesso cimiteriale sarnicense l’architetto milanese edificò una sepoltura laica, quasi uno ziqqurat orientale senza segni cristiani. La struttura è decorata con sculture e fregi dello scultore milanese Ambrogio Pirovano.    
Le ville Liberty, Sarnico - visitlakeiseo

Teatro Sociale di Stradella

«Un teatro sorto come per incanto e d’un’eleganza che mai ebbe l’eguale» Così le cronache dell’epoca salutarono, nel settembre 1846, l’inaugurazione del Teatro Sociale di Stradella, con le note dell’Ernani diretta da Angelo Mariani, noto maestro concertatore e direttore d’orchestra che tanta parte avrà nel melodramma italiano del ‘grande Ottocento’. Il Teatro venne costruito grazie all’iniziativa di alcuni maggiorenti della città, che avevano costituito, due anni prima, la «Società per l’erezione del teatro». Ne facevano parte: l’avvocato Baldassarre Locatelli, l’avvocato Agostino Depretis, il conte Arnaboldi Gazzaniga, l’ingegner Giuseppe Sabbia, l’ingegner Callisto Longhi, l’ingegner Antonio Visini, l’ingegner Battista Coelli ed “altri nativi del Borgo”. Essi acquistarono, a nome e per conto della «Società degli azionisti», «un sedime della superficie di una pertica circa denominato l’ospizio». Su quest’area progettarono la costruzione del nuovo edificio. La società era composta da 44 azionisti le cui «azioni furono determinate di diverso valore a seconda dei palchetti […] che variava per la diversità dell’ordine, della posizione e anche dell’ampiezza». Il valore complessivo delle azioni inizialmente fu di lire 58.400 e si dichiarava che gli azionisti dovessero «considerarsi proprietari speciali ed esclusivi di ciascun palchetto e comproprietari del comune ed indiviso restante edificio». Costruito su progetto dell’architetto Giovanbattista Chiappa, autore di importanti opere, sia private sia pubbliche, a Pavia, Lodi e Milano, l’edificio ricalca la tipologia del teatro neoclassico in voga nel secolo. Il modello è dichiaratamente il Teatro alla Scala, costruito nel 1778 dal Piermarini.La sede del teatro occupa la parte centrale di un sobrio edificio neoclassico di grandi dimensioni con facciata intonacata e marcapiani. La facciata, concepita per essere vista dalla piazza, è tripartita, con la parte centrale lievemente rientrante e arricchita da un balconcino a balaustrini. Notevole è il portale d’ingresso con sovrastante bassorilievo in pietra con maschere e strumenti musicali a fianco di una lira centrale. Il teatro è organizzato con atrio d’ingresso (da cui dipartono le due scale a rampe curve che portano ai corridoi d’accesso ai palchi), platea a forma di ferro di cavallo e palcoscenico al piano terreno, tre ordini di palchi con balconate di legno e il loggione. Originariamente la platea era chiusa in alto da una cupola decorata, demolita nel 1910, per costruire, su progetto dell’architetto milanese Cesare Brotti, il terzo ordine di palchi e il loggione. Il soffitto è impreziosito da un grande rosone di stile neoclassico. Il ridotto si trova all’altezza della seconda fila di palchi. Questi ultimi sono 44, tanti quanti erano all’origine i soci della “Società del teatro”; i posti attualmente recuperati sono circa 300. Merita sicuramente un cenno il pregevole sipario storico, con scene da I promessi sposi realizzato nel 1846 dal pittore milanese Felice De Maurizio, scenografo, calcografo e incisore, autore della Pala d’altare della Chiesa del Crocefisso di Milano e Conservatore della Pinacoteca di Brera dal 1867 al 1882. Il sipario, realizzato nel 1844, misura otto metri di larghezza e sei in altezza. La scena, che raffigura il matrimonio di Renzo e Lucia, si svolge sullo sfondo del lago di Como e rappresenta i due sposi che, in abiti seicenteschi dai colori vivaci, avanzano al centro del dipinto, preceduti da un gruppo di ‘bravi’ che con lunghi fucili sparano in aria. Gli sposi sono attesi da Agnese, madre di Lucia, e da Fra Cristoforo sulla soglia della chiesa. Da alcuni documenti d’archivio si apprende che la stagione principale, inaugurata nel 1846, era quella d’autunno e nel periodo della vendemmia, quando il concorso dei forestieri era molto alto, si allestivano anche balli e spettacoli di marionette. La peculiarità dell’istituzione era infatti quella di aprirsi a espressioni artistiche variegate ed eterogenee, non solo all’opera lirica, talora con scopi ben precisi e nobili, proposte da circoli locali. Nel 1857, ad esempio, la Drammatica Compagnia Toscana decise di destinare l’incasso di due rappresentazioni – Lo gran Cornelio e La guerra delle mogli contro i mariti fumatori – a beneficio degli abitanti di Portalbera rimasti toccati da una grande alluvione del Po; il Circolo di Ricreazione e l’Unione delle Arti e del Commercio idearono invece a più riprese nel corso delle varie stagioni l’organizzazione di imponenti balli per raccogliere fondi da destinare, gli uni, in beneficenza e, gli altri, alla cassa pensioni della società stessa. In tale contesto la costante attività teatrale aveva favorito lo sviluppo del «Caffè del Teatro» e di altre iniziative come quella del Gabinetto di Lettura che fu il primo passo per la costituzione di una biblioteca. Nel settembre 1899 venne inaugurata una nuova fila di posti a sedere numerata e prenotabile con un supplemento di 10 centesimi al costo del biglietto di ingresso. In tal modo il teatro poté accogliere anche spettacoli sportivi tra cui il saggio dell’Accademia di scherma che fece emergere, tra i suoi tiratori più illustri, il maestro stradellino Luigi Colombetti.Proprio nel 1910, quando si aggiunse il quarto ordine o loggione, il teatro fu luogo della raccolta di fondi da destinare ai senza tetto del terremoto di Sicilia. I gestori organizzarono conferenze, ospitarono la presentazione di brani letterari e favorirono le rappresentazioni drammatiche tra cui quella ideata dalla Compagnia dialettale condotta da Francesco Grassi, padre di Paolo Grassi fondatore del Piccolo Teatro.   L’intensa vita artistica che ruotava attorno all’istituzione incentivò anche la costituzione di compagnie locali: nel novembre 1918 nacque la Compagnia Filodrammatica Città di Stradella sotto la direzione artistica di Ritù Rizzi, compagnia che fu stabile per circa vent’anni, mentre nel 1939 fu fondata, sempre dalla stessa artista, la Compagnia Operettistica Città di Stradella, che debuttò con l’operetta Primarosa di Giuseppe Pietri, mietendo successivamente consensi con gli allestimenti dei più famosi titoli: La vedova Allegra, Il paese dei campanelli, Cincillà, Scugnizza, Il conte di Lussemburgo. Tra il 1930 e il 1934 l’attività teatrale fu sostituita da un programma di proiezioni cinematografiche mentre negli anni successivi ogni forma di spettacolo cessò definitivamente a causa degli eventi bellici. Solo nel secondo dopoguerra l’attività riprese con feste da ballo per il carnevale che si affiancarono alle proiezioni cinematografiche.Nel 1949 il teatro fu dichiarato monumento nazionale in quanto considerato «un esempio caratteristico di architettura interna teatrale della prima metà del secolo XIX».‘Bene culturale’ di prestigio, dunque, e, insieme, spazio deputato alla promozione delle attività dello spettacolo, il nostro teatro ha l’ambizione di proporsi come un tassello fondamentale di un progetto di valorizzazione complessiva del patrimonio storico-culturale di un territorio. Non solo, quindi, teatro come spazio di consumo, più o meno tradizionale, ma come luogo dinamico, aperto alle diversità delle arti e alle culture del mondo. Un vero e proprio «cantiere della mente». La costruzione del Teatro Sociale è coincisa con il passaggio di Stradella da borgo a città. Il Teatro è diventato in varia misura, a metà Ottocento, il simbolo del dinamismo economico e della vivacità culturale, di una città che entrava prepotentemente nei tempi nuovi della raggiunta unità nazionale. Una città – scriveva il 20 gennaio 1871, il “Cittadino Vogherese” – che “secondando il proprio genio, ha compiuto da pochi anni opere di considerazione che la fecero salire in molta reputazione di avanzamento”. Ebbene, allo stesso modo, il teatro potrà testimoniare, oggi, di una città (e di un territorio) che, volendo salire ancora “in molta reputazione di avanzamento”, possono – e devono – mantenersi fedeli custodi del proprio passato e del proprio patrimonio storico-artistico ed essere, al tempo stesso, città e territorio vivi, attivi e proiettati nel futuro, sapendo leggere e ripensare con intelligenza la loro storia. A cura di Pierangelo Lombardi  Fonte: www.teatrosocialestradella.it
Teatro Sociale di Stradella

Su e giù per il Lago d’Iseo

Il lago d’Iseo, uno dei grandi laghi lombardi, si trova ai piedi della Val Camonica, diviso a metà tra la provincia di Brescia e quella di Bergamo.   Ha la particolarità di possedere l’isola lacustre più grande d'Italia, Monte Isola, accompagnata da altri due isolotti minori (Loreto e San Paolo) sono due piccole isole che fungono da satelliti sui lati nord e sud. Imissario ed emissario del lago d’iseo è il fiume Oglio. Impossibile non ricordare il grandioso evento avvenuto nel 2016 con l’installazione dei “Floating Piers” dell’artista Christo, visitata nel corso della sua apertura da oltre 1,5 milioni di visitatori. Questo itinerario permette di fare un giro completo del Sebino con partenza e arrivo a Sarnico (facilmente raggiungibile uscendo a Palazzolo sull'Oglio dall'autostrada A4), visitando i principali borghi sull’acqua e le più suggestive riserve naturali.Sarnico è uno dei borghi più caratteristici del Lago d'Iseo, con le sue piazze, strade pittoresche, il lungolago e i negozi tipici. Da visitare in particolare il borgo storico della “Contrada”, con il suo dedalo di viuzze e piccole piazzette. Sarnico è la sede storica dei cantieri navali Riva, famosi in tutto il mondo ed i cui bellissimi motoscafi sono stati immortalati in molti film. Da Sarnico proseguiamo lungo la litoranea occidentale, dopo pochi minuti ed un paio di gallerie alternate a tratti di costa con insenature e spiaggette troviamo Tavernola Bergamasca con il grazioso e tipico lungolago. Una terrazza sul porto, dal lato opposto della strada, porta al centro storico. Dopo Tavernola si fa tappa a Riva di Solto, con il suo bellissimo panorama verso Monte Isola. E’ uno dei centri più belli di questa zona, con il suo lungolago adattissimo a passeggiate in tutta tranquillità. Consigliata una visita all'orrido del Bogn. È un’insenatura dallo splendore mozzafiato che rappresenta una delle sorprese naturalistiche più attrattive del lago d’iseo, con rocce a precipizio e acque cristalline che bagnano una piccola spiaggia di sassi. Si raggiunge dall’abitato di Riva di Solto passeggiando in direzione Lovere lungo la suggestiva promenade. Da Riva di Solto, si prosegue verso Costa Volpino, il punto più a nord del lago, dove il Fiume Oglio si getta nelle acque del lago.Sulla strada del ritorno si può proseguire sulla sponda bresciana. Una prima tappa assolutamente consigliata è alle Piramidi di Zone, un'area naturale protetta caratterizzata dalla presenza dei “camini delle fate”, risultato della forza erosiva dell'acqua. Tutta l’area è stata è stata dichiarata riserva regionale, e rappresenta un'importante e famosa attrattiva turistica locale. L'ingresso alla riserva è gratuito e sono presenti in loco brevi itinerari facilmente percorribili a piedi al fine di poter ammirare al meglio la bellezza delle Piramidi. Proseguendo sulla sponda Bresciana si arriva ad Iseo, cittadina sviluppata in riva al lago, conserva ancora oggi la conformazione dell’antico borgo in cui spiccano castello Oldofredi, la Pieve di Sant’Andrea e la centralissima piazza Garibaldi. Se si vuole fermarsi per il pranzo nel territorio del lago d’Iseo si trovano molti ristoranti tipici dove assaggiare i sapori di una volta, tra cui la polenta con selvaggina o carne allo spiedo, i casunzei, tipici ravioli ripieni di uova, formaggio e verdura, ancora rane, lumache e molto altro. Probabilmente il piatto più famoso del lago è la “Tinca all’Iseana”.  

Fare sport a Varese

Dal canottaggio sul lago al volo a vela. Dal ciclismo al trekking. Dal golf all’equitazione. I consigli per fare sport a Varese

Un viaggio nel cuore del Piccolo Mondo Antico

Scoprire Valsolda, ne vale la pena. È un borgo incantevole, nascosto in un angolo del Ceresio conosciuto come il “Piccolo Mondo Antico”. Questo pittoresco paese, situato in provincia di Como, offre una combinazione unica di storia, cultura e natura.   La sua posizione privilegiata e il microclima particolare ne fanno una meta ideale per chi cerca tranquillità e bellezza. Il viaggio inizia con una visita a Villa Fogazzaro Roi, parte del circuito del FAI, dove immergersi nelle atmosfere narrate nei romanzi di Antonio Fogazzaro. Le stradine del paese condurranno attraverso un percorso storico e letterario che parte dal Santuario della Caravina a Cressogno, luogo di pellegrinaggi dal XVII secolo, fino a San Mamete, caratterizzato da una pittoresca piazzetta con portici e dalla chiesa dei Santi Mamete e Agapito con il suo campanile romanico.Proseguendo lungo il lago, si raggiunge ad Albogasio inferiore, da dove parte un itinerario tematico che evoca i luoghi descritti in “Piccolo mondo antico”, culminando nella visita alla suggestiva Villa Fogazzaro Roi a Oria.Valsolda offre anche altre perle come la Cappella di San Martino, soprannominata la piccola Cappella Sistina della Lombardia. Nel borgo medievale di Castello, si potrà ammirare la chiesa di San Martino e visitare il museo di Casa Pagani, dedicato al celebre pittore Paolo Pagani. Per gli amanti della natura, imperdibili sono gli itinerari escursionistici nella Foresta Demaniale di Valsolda, ricca di una straordinaria biodiversità.Il borgo di Castello, con le sue case disposte a semicerchio su una rocca, offre scorci incantevoli e una vista mozzafiato sul lago. Questo borgo medievale, un tempo sede di un castello ora scomparso, ha dato i natali a numerosi artisti che hanno lasciato un’impronta significativa in Italia e in Europa. Le loro case, tra cui quelle dei Fontana e di Domenico Merlini, sono ancora visibili e testimoniano l’importante eredità culturale di Valsolda.Valsolda il “Piccolo Mondo Antico del Ceresio”- COMO.Da visitare, appunto, Villa Fogazzaro Roi, bene appartenente al circuito del FAI. Il paese si trova in una posizione privilegiata con un micro clima unico. Lungo le sue stradine è possibile ripercorrere i luoghi narrati nei romanzi di Antonio Fogazzaro. Dal Santuario della Caravina a Cressogno, meta di pellegrinaggi fin dal ‘600, si giunge a San Mamete con la sua pittoresca piazzetta con i portici, la chiesa dei Santi Mamete e Agapito, con il suo campanile romanico. Passeggiando sulla riva del lago si raggiunge Albogasio inferiore, da dove inizia un percorso tematico che rievoca i luoghi di “Piccolo mondo antico” e culmina con la visita di Villa Fogazzaro Roi ad Oria.Valsolda – Cappella di San Martino, la piccola Cappella Sistina della LombardiaAd Albogasio si raggiunge il borgo medievale di Castello con la chiesa di San Martino, la piccola Cappella Sistina della Lombardia e, in più il museo di Casa Pagani. Per gli amanti della natura immancabili gli itinerari escursionistici della Foresta Demaniale di Valsolda con il suo patrimonio faunistico e botanico. Valsolda – Borgo Castello - COMOBORGO MEDIEVALE DI CASTELLO: Posto su una rocca con le case a semicerchio, il borgo medioevale di Castello offre splendidi scorci interni e una vista impagabile sul lago. Chiamato così per la presenza in epoca medioevale di un castello (poi distrutto), è sede del Museo Casa Pagani, casa natale di Paolo Pagani, uno dei pittori più importanti del Seicento lombardo, che ha lasciato il suo testamento spirituale nell’affrescodella volta della chiesa di S. Martino, capolavoro del barocco italiano. Castello ha dato i natali a molti architetti e scultori che hanno lavorato in Italia e in Europa. Si possono vedere ancora le loro case come quelle dei Fontana o quella di Domenico Merlini. Lavena Ponte Tresa – VARESE.Da qui parte la pista ciclabile della Valganna e Valmarchirolo, un percorso piuttosto facile che conduce alla scoperta di un’area di particolare rilevanza ambientale, punteggiata di interessanti monumenti storici.Chi ama i cammini, da Lavena Ponte Tresa si snoda quello della Via Francisca del Lucomagno, un’antica via romana longobarda che da Costanza, nel centro Europa, porta a Pavia passando dalla Svizzera. Il tracciato è ben segnalato e in sicurezza. La Via può essere percorsa tutto l’anno, a piedi o in bicicletta. Alla meta, a Pavia, la Francisca prosegue verso Roma con la Via Francigena. Lungo il tragitto è possibile visitare beniUnesco, parchi naturali, beni artistici e storici. Lago di Piano/Carlazzo – COMO.Di notevole interesse naturalistico, la Riserva rientra nei confini comunali dei paesi di Carlazzo e di Bene Lario. Si estende intorno al Lago di Piano che, se pur di modeste dimensioni, è ricco di numerosi habitat naturali e offre paesaggi di incantevole bellezza. Nell’oasi sono presenti uccelli, anche di pregio, come il picchio, l’upupa, la civetta, il falco di palude; sono presenti anche scoiattoli, lepri, volpi, tassi, martore, donnole, faine, cervi e caprioli. Il principale punto di informazione (e di parcheggio) è alla casa della riservadove vi è la possibilità anche di vedere un piccolo museo naturalistico. Il Lago di Piano è parzialmente costeggiato dalla pista ciclabile che collega Porlezza a Bene Lario, per proseguire fino a Menaggio e al Lago di Como. Il Museo Etnografico del Latte/Carlazzo – COMO.È una particolare collezione di forme per la lavorazione del burro, dosatori, zangole e tanti altri strumenti inerenti alla raccolta, conservazione e lavorazione del latte. Il museo è allestito in una grande stanza al piano terra dell’edificio, che fu sede originaria della Latteria Sociale di Carlazzo. Oltre agli strumenti e agli attrezzi, particolarmente interessante il registro dei soci. Pista ciclabile Porlezza Menaggio – COMO.Con i suoi 13,5 chilometri la ciclabile che collega il Lago Ceresio con il Lago di Como è sicuramente un itinerario green tra i più frequentati dagli escursionisti che si muovono sulle due ruote. Si snoda lungo la ex ferrovia che univa Porlezza con Menaggio, inaugurata nel 1884, un mezzo di trasporto che permise di incrementare il turismo del nord Europa verso la regione dei laghi. Da una tratta sterrata che attraversa ecosteggia il lago di Piano, la ciclabile unisce i paesi di Porlezza, Carlazzo e Bene Lario, dove si trova la stazione di Bene-Grona, un’area verde e incontaminata. La tratta può essere percorsa anche a piedi. Borgo dipinto Claino con Osteno – COMO.Claino con Osteno si trova nella parte bassa della Valle Intelvi, lungo l’itinerario per raggiungere il “Ceresio” e si compone di due borghi: Claino è la parte più alta, da cui si domina un panorama mozzafiato e Osteno quella che costeggia il lago Ceresio. Da visitare a Claino il Borgo dipinto, un piccolo museo a cielo aperto in continua evoluzione dove gli artisti contribuiscono alla valorizzazione con opere uniche e singolari. Ipannelli esposti sulle facciate delle case, colorano e danno vita al centro storico. La frazione di Osteno offre una spiaggetta naturale dove poter praticare gli sport d’acqua. Nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo son0 custoditi il Tabernacolo e la Madonna col Bambino dello scultore rinascimentale Andrea Bregno. Tra le chiese quella di San Vincenzo e la cappella di Santa Giulia. Gli amanti del trekking potranno scegliere diversiitinerari e, lungo il torrente Lirone, potranno lanciarsi in esperienze di canyoning. A Osteno sono visitabili le Grotte di Rescia, un patrimonio naturale incontaminato. Le sette Grotte di Rescia, unite in un unico complesso agli inizi del ‘900, si snodano lungo un percorso turistico di 500 metri alle pendici dei monti, sul versante orientale del Lago Ceresio. Queste caverne, già dal ‘700, furono meta di turisti provenienti da tuttaEuropa, rappresentano una rarità a livello nazionale e ciò in relazione alla loro origine: si tratta infatti di una cavità originata all’interno di colate di travertino, conosciuto impropriamente come “tufo”. L’azione dell’acqua, perdurata nel corso degli anni, ha scavato una serie di vuoti nel travertino depositandovi spettacolari concrezioni. Le Grotte di Rescia offrono la possibilità di osservare da vicino la “vita” di unagrotta. Brusimpiano - VARESE.È un piccolo borgo diviso in due dal torrente, con due distinti centri storici: Brusimpiano e Brusinetto. È gettonatissimo in estate per le sue spiagge. Non bisogna dimenticare la piscicoltura, meta ogni anno di centinaia di turisti e scolaresche. Importante ricordare che da qui passa la Linea Cadorna della I Guerra Mondiale. Porto Ceresio- VARESE.Ideale per raggiungere in battello tutte le località italiane e svizzere, offre una passeggiata di due chilometri sul lungolago. Per gli amanti del trekking l’escursione lungo il Sentiero dei Fossili. Anche qui è ben visibile la Linea Cadorna della I Guerra Mondiale. (Ph: Arianna Augustoni) 

Isolino Virginia

Siti palafitticoli preistorici nell'Arco Alpino, culla della società
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Borghi Lecco

Lecco è un territorio che offre località ricche di storia, arte e cultura. Lecco è il lago con i tanti borghi
I borghi a Lecco, piccoli gioielli da scoprire