- Arte e Cultura
Villa Alessia a Palidano di Gonzaga
Scopri a Palidano, frazione di Gonzaga (Mantova), Villa Alessia: dimora settecentesca che racconta secoli di storia, arte e nobiltà.
E legante e imponente, immersa in un parco di oltre due ettari, Villa Alessia — già Maraini-Guerrieri — è una delle più affascinanti dimore storiche del territorio mantovano. La sua storia è intrecciata con quella della frazione di Palidano, un tempo semplice “corticella” agricola dei Gonzaga, e si snoda lungo più di mille anni di vicende, che hanno visto alternarsi imperatori, monaci, conti e illustri famiglie lombarde.
lE ORIGINI DI PALIDANO: LA "CORTICELLA" AGRICOLA
Molto prima che sorgesse l’attuale villa settecentesca, Palidano era un piccolo insediamento rurale sorto ai margini dell’antico Po Vecchio. Le prime testimonianze risalgono al IX secolo, quando la località è citata come Lictora Paludana, ovvero “litorale della palude”, a indicare la sua posizione su un terreno umido e golenale.
Nei secoli, il toponimo mutò in Lecto Paludano e poi Paludano, fino a divenire Palidano nel XIX secolo.
La corticella medievale, nucleo originario del borgo, sorgeva sul sito dell’attuale rustico della villa e del suo giardino. Era difesa da una palizzata in legno e da un terrapieno, a protezione sia dalle razzie sia dalle frequenti alluvioni. Attorno a essa si estendevano campi coltivati, magazzini e stalle, in una tipica organizzazione agricola di corte padana.
DAL MEDIOEVO, AI GONZAGA, AGLI ZANARDI
La storia della tenuta è lunga e complessa. Fin dall’Alto Medioevo, numerosi proprietari si avvicendarono sul territorio:
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Angilberga, moglie dell’Imperatore Ludovico II (865 d.C.);
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le monache benedettine del monastero di San Sisto a Piacenza (877 d.C.);
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il Vescovo di Reggio (942 d.C.);
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Adalberto Atto di Canossa (976 d.C.) e la sua discendente Matilde di Canossa;
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il Monastero di Polirone (1116 d.C.);
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la famiglia Bonacolsi (1280 d.C.);
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e infine i Gonzaga (1328 d.C.), che ne mantennero il possesso fino al 1707.
Dopo la caduta dei Gonzaga, i beni furono confiscati dall’Impero Austriaco e donati, nel 1708, alla famiglia Zanardi, insignita del titolo di Conti della Virgiliana.
Furono proprio gli Zanardi a trasformare radicalmente il complesso. Nel 1746, Ignazio Zanardi — grazie anche alla dote della moglie Ippolita Ballati-Nerli — avviò un ambizioso progetto di ristrutturazione che durò sedici anni, culminando nella costruzione della grande Villa padronale e del parco.
Nel 1768 fu realizzato anche il corpo d’ingresso in stile “austriaco”, con un affresco dedicato all’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, oggi purtroppo perduto.
La villa, di impianto rettangolare e due piani, si distingue per la facciata severa e armoniosa e per gli interni riccamente decorati. Il salone centrale, a doppia altezza, è dominato da una torretta che ne evidenzia la monumentalità. Le pareti sono ornate da affreschi settecenteschi attribuiti, secondo alcune fonti, al pittore carpigiano Pietro Mazzoccoli, mentre altre li riconducono al paesaggista veronese Giuseppe Canella.
Accanto al corpo principale sorge il rustico cinquecentesco, l’edificio più antico del complesso, caratterizzato da un lungo porticato di diciassette archi e da un elegante cornicione a dentelli: è qui che un tempo sorgeva la prima “corticella” agricola, cuore originario di Palidano.
Il vasto giardino settecentesco, di circa 22.000 metri quadrati, si estende alle spalle della villa con un disegno regolare e prospettico. Siepi di carpini e bossi delimitano ampie zone a prato e vialetti sinuosi, che conducono fino al tempietto-belvedere in stile neoclassico, vero gioiello architettonico del complesso.
Questo piccolo edificio ovale, affiancato da due torrette laterali con scale a chiocciola, era il luogo prediletto dai proprietari per la contemplazione del paesaggio. Nell’Ottocento ospitò anche le riunioni dell’Accademia Rustico Eridanea, fondata da Anselmo Zanardi e Marianna Guerrieri Gonzaga per lo studio degli astri: nelle notti d’estate, sotto la volta stellata, i membri dell’accademia si riunivano per osservare il cielo, tra scienza e poesia.
I GUERRIERI GONZAGA
Nel 1809, la tenuta passò ai Guerrieri Gonzaga, famiglia mantovana di antica nobiltà, imparentata con i Gonzaga fin dal Cinquecento.
Figura centrale di questo periodo fu Marianna Guerrieri Gonzaga, donna colta e raffinata, che trasformò la villa in un salotto letterario frequentato da intellettuali e patrioti del Risorgimento. Alla sua morte, nel 1832, la proprietà passò ai nipoti Anselmo e Carlo Guerrieri Gonzaga, entrambi impegnati nella vita politica e culturale del nuovo Regno d’Italia.
Durante l’esilio in Svizzera, Carlo conobbe Emma Hohenemser, pedagoga tedesca e figura di spicco del pensiero educativo europeo. Il loro matrimonio unì due grandi famiglie e una comune visione idealista, basata sulla cultura, la libertà e la riforma sociale.
Dalla loro unione nacque Maria Guerrieri Gonzaga, donna di grande spessore umano e culturale, che sposò Clemente Maraini nel 1900.
Maria fu amica e collaboratrice di Maria Montessori, con la quale condivise l’impegno per la tutela dell’infanzia e la riforma dell’assistenza infermieristica.
Proprio a Palidano, all’interno del teatrino di famiglia, nacque nel 1929 la “Casa dei Bambini Carlo Guerrieri Gonzaga”, dove furono sperimentati i primi arredi e materiali didattici montessoriani. Da quell’esperienza nacque, anni dopo, la celebre ditta Gonzagarredi Montessori, che ancora oggi diffonde nel mondo il metodo educativo di Maria Montessori.
VILLA ALESSIA OGGI
Oggi Villa Alessia rappresenta uno dei più significativi esempi di architettura residenziale lombarda del Settecento.
Il complesso, con il suo giardino storico e il tempietto-belvedere, custodisce il ricordo di secoli di storia, di famiglie illustri e di donne straordinarie che hanno segnato la cultura italiana ed europea.
Tra le sue mura, dove un tempo risuonavano le voci dei Gonzaga e dei Maraini, sopravvive l’eredità di un luogo in cui arte, scienza e umanesimo si sono intrecciati, rendendo Palidano uno dei gioielli più preziosi del territorio mantovano.
Credits:
Le fotografie sono di Eloisa Ruffi.
Orari
Da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 20.00