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Percorso archeologico di Palazzo Martinengo

Lungo una discesa di 7 metri, dai resti di edifici medievali a quelli di epoca romana, per terminare con quelli di più antichi villaggi risalenti all'età del ferro.   Il percorso archeologico di Palazzo Martinengo si divide in due aree: nella prima (sale 1 e 2), accessibile dall'Infopoint di Brescia – Piazza del Foro, è possibile osservare i resti di una capanna di epoca celtica-preromana e una vasca termale di età flavia.Nella seconda (sale 3-4-5) si possono vedere il sistema di riscaldamento (ipocausto) dell'impianto termale e le vestigia di una "taberna" (bottega).Infine, nella sala n. 5, è apprezzabile nella stratificazione di pavimenti e muri una sovrapposizione di epoche, dalla più antica preromana a quella medioevale postromana. In questa sala, in origine cantina del palazzo seicentesco, è stato progettato l'allestimento multimediale Brixia Light Box, che crea un’apertura virtuale sul foro romano. Come in un’ideale scatola magica, ottenendo un effetto di immersione del visitatore nella realtà dell’edificio antico e del suo contorno in epoca imperiale, il contesto architettonico originale viene ricostruito per la prima volta sulla base di precisi riscontri scientifici.   Orari: dal lunedì alla domenica, visite accompagnate per gruppi di massimo 8 persone alle: 10.15; 11.00; 11.45; 12.45; 13.30; 14.15; 15.00; 15.45; 16.30; 17.15 Chiusure straordinarie: 1 gennaio, 25 dicembre Durata della visita: 30 minuti Info: infopoint.brescia@provincia.brescia.it 0303749916

Visita guidata lungo la Via Regia

In questa gita cammineremo sul tratto più affascinante della Via Regia, per secoli percorsa da viandanti e mercanti in viaggio tra Como e Bellagio. Inizieremo la giornata salendo in funicolare fino al borgo di Brunate dal quale si gode una magnifica vista sulla città e il lago. La nostra passeggiata, che si svolgerà  tutta su una mulattiera in leggera e costante discesa,  ci porterà prima al masso erratico Sass del Luf, una delle più importanti testimonianze naturalistiche della zona, e poi ad alcuni interessanti borghi come quello di Piazzaga. Tra boschi, radure e balconi panoramici sul Lario giungeremo a Torno dove prenderemo il battello per tornare a Como.

Castello Baradello, viaggio millenario splendido panorama

Passeggiata e visita guidata al castello medioevale del Baradello, simbolo della città di Como

Il Paradiso degli Asini

Nel paese di Albosaggia, a pochissimi km da Sondrio, è stato creato Il Paradiso Degli Asini, un'associazione a misura di famiglia che promuove  attività e passeggiate all'insegna di salute e benessere, un' esperienza a contatto con dolcissimi asinelli, il bosco e la natura. Si organizzano inoltre laboratori ambientali, riciclo creativo, fieno, sassi e arte, percorsi sensoriali alla scoperta del mondo agricolo.

Museo Verri- Biassono

Alla scoperta della vecchia Brianza tra tradizioni e resti archeologici.

Rifugio Brioschi per veri avventurosi

Questo percorso non è per tutti, soprattutto durante la stagione invernale e primaverile quando c'è presenza di neve e ghiaccio.   Bisogna essere allenati e avere l'attrezzatura adatta, ramponi e bastoncini oltre che molta attenzione ed esperienza. Seguendo le indicazioni per Pasturo, sulla strada provinciale 62, (tra Ballabio e Balisio) subito dopo il distributore, sulla sinistra prendere la strada sterrata con indicazioni "Rifugio Pialeral”. Imboccata la strada si può scegliere di parcheggiare qui, o salire di qualche centinaio di metri (attenzione alle buche) fino alla Cappella del Sacro Cuore. Posteggiata l’auto finalmente si inizia l'avventura a piedi lungo la strada carrozzabile, che sale con pendenza costante fiancheggiando alcune bellissime baite private. Raggiunto il bosco la strada diventa sentiero e sale a destra, sempre con chiare indicazioni per il Rifugio Antonietta al Pialeral e Rifugio Brioschi. In leggera salita il sentiero prosegue tra i faggi e dopo circa un’ora dalla partenza solitamente si raggiunge la prima neve e i bianchi prati dell’Alpe Cova. A seconda delle condizioni della neve potrebbero già essere necessari i ramponi. Lasciato alle spalle il tepore del rifugio si continua a salire lungo il sentiero, stavolta con pendenza più sostenuta, verso la nostra meta. Il Grignone si erge in tutta la sua bellezza, un gigante di neve e di ghiaccio. Si guadagna quota un passo alla volta, in un ambiente sempre più aspro e severo, dove naturalmente comanda la montagna. Dopo un’altra ora di cammino si raggiunge il bivacco Riva/Girani, posto a metri 1860, in Località Comolli.  Il bivacco è dotato di tavolo e panche, e permette all’escursionista di passaggio non solo trovare riparo in caso di maltempo, ma anche di poter preparare un tè caldo o un caffè, luogo ideale per riprendere fiato e preparaci psicologicamente e fisicamente per affrontare la parete più dura e impegnativa di tutta l'ascesa. Qui consiglio vivamente di indossare i ramponi/ramponcini e eventualmente anche la piccozza. Il Muro del Pianto ecco come si chiama questo tratto, chi conosce le Grigne e il Rifugio Brioschi ha dato questo nome e non servono altre spiegazioni per identificarlo, la pendenza varia dai 35 ai 45 gradi e un dislivello di ben 400 metri. Una salita che non fa sconti, da affrontare con la giusta energia e preparazione. Il tracciato è perfettamente segnato da paline indicatrici piantate nella neve e battuto ogni giorno da decine di alpinisti. È importante restare sempre sulla traccia e salire con passo lento e regolare, senza fretta. A seconda delle temperature la neve può presentarsi in maniera diversa ma non è mai da sottovalutare. Il culmine è la cresta della montagna, a metri 2270. La bellissima cresta prosegue a “fil di cielo”, tracciata da paline segnaletiche e corda, posizionate per impedire di avvicinarsi alle grosse cornici di neve presenti. Prestando la massima attenzione il percorso prosegue tra scorci mozzafiato, continuando sul crinale della montagna tra ripidi saliscendi, che ci condurranno direttamente alla croce di vetta, completamente congelata e cristallizzata dal vento, ai nostri piedi i Laghi di Lecco, Como e Pusiano, la Valtellina all’orizzonte, la Pianura Padana alle nostre spalle e davanti il massiccio del Monte Rosa con l’affilata punta del Cervino... una terrazza naturale meravigliosa e unica.Quando il cielo è terso è possibile ammirare anche il famoso Pizzo Badile.Pochi metri sotto la croce di vetta c’è il Rifugio Brioschi, avvolto da una coperta di neve e ghiaccio, costruito dal CAI di Milano.
Rifugio Brioschi per veri avventurosi

Villa Arconati

Descrizione Villa Arconati Tra le più maestose residenze di delizia lombarde, Villa Arconati sorge a Castellazzo di Bollate, a soli 12 km dal centro di Milano. Il suo parco - uno dei più bei giardini storici Lombardi conosciuti già nel Settecento grazie alle incisioni di Marc’Antonio Dal Re - è oggi luogo di confronto con la cultura contemporanea - grazie a eventi sociali, musicali e artistici - ma anche uno spazio ideale per rivivere le atmosfere passate con ombrosi viali alberati, specchi d'acqua rinfrescanti e sculture. Tra i suoi tesori il magnifico Teatro di Diana con i giochi d'acqua restaurati, la Fontana del Delfino, il Teatro di Andromeda, il Teatro Grande e il Teatro di Ercole, il labirinto di carpini e il parterre alla francese decorato con un motivo settecentesco. Il piano nobile ospita alcuni tra gli ambienti più riccamente decorati: la Sala di Fetonte con l'affresco settecentesco a trompe l'oeil dei Fratelli Galliari - primi scenografi del Teatro La Scala - la Sala da Ballo con eleganti stucchi e dorature a barocchetto lombardo, la Sala della Caccia, l'appartamento da parata con la splendida Sala Rosa, l'ala delle dame con la misteriosa Alcova e la Cappella privata. Al piano terra meritano senz'altro una visita la Sala Rossa - con l'imponente camino e l'atmosfera neorinascimentale tardo ottocentesca - e la Sala del Museo in cui troneggia la statua di Tiberio, tradizionalmente interpretata come l'effige di Pompeo Magno ai cui piedi morì Giulio Cesare. Molto interessanti l'Armeria e la Biblioteca, che conserva ancora oggi un fondo antico di circa 2000 volumi. Suggestive anche le Scuderie, impostate sulla base della scuderia ideale Leonardesca, con la fontana del Dio Nettuno. Quest'anno saranno aperti al pubblico per la prima volta il Gabinetto dell'Aurora con il più antico affresco in Villa e il Camerino funebre di Gaston de Foix, ricostruito in collaborazione con il Castello Sforzesco di Milano grazie ai gessi ottocenteschi concessi in comodato e alla statua del gisant della collezione originale della Villa. Grazie alla valorizzazione promossa da Fondazione Augusto Rancilio, la Villa e il giardino prendono nuova vita, per rappresentare un polo di riferimento e di attrazione per lo sviluppo culturale, creativo e sostenibile del territorio Milanese. Caffè Goldoni Il Caffè Goldoni offre ai visitatori un servizio di caffetteria in occasione delle aperture al pubblico e degli eventi, organizzando inoltre un gustoso Lunch per un’esperienza di visita da veri Signori d’altri tempi, con ampia scelta di primi e secondi piatti, contorni di verdure, sfiziosità dolci e salate, vino, bevande e caffè. Dalle ore 12:00 alle ore 15:00, in occasione delle domeniche di apertura. Il Lunch ha un prezzo ridotto per bambini sotto i 7 anni. L’accesso al Caffè Goldoni e al Lunch è un servizio riservato ai nostri visitatori, è necessario acquistare un biglietto d’ingresso. Bookshop Al piano terra vi attende il nostro Bookshop, con una selezione di libri, guide, idee regalo prodotte da realtà artigianali del territorio appositamente per noi, articoli di cancelleria sul tema del giardino e delle antiche dimore storiche. È possibile acquistare anche i cataloghi delle esposizioni organizzate da Fondazione Augusto Rancilio per i suoi ospiti. Visitate il nostro bookshop, alla ricerca di un ricordo della vostra esperienza da conservare per sempre! Punto Giochi per Bambini All'interno del parco monumentale, i nostri "piccoli" ospiti hanno a disposizione uno spazio dedicato al gioco e alla scoperta della natura. Descrizione biglietto di ingresso con visita autonoma Fondazione Augusto Rancilio è lieta di ospitare i visitatori nella Villa delle Meraviglie! Aperta tutte le domeniche, dalle 11:00 alle 19:00 con esposizioni d'arte e uno splendido Giardino storico in cui perdersi tra Arte, Natura e Bellezza. Il biglietto di ingresso con visita autonoma consente l'accesso a tutti gli ambienti della Villa e del Giardino monumentale - senza il supporto delle guide - per vivere tutta la giornata come i nobili ospiti del tempo. Date e Orari: Aperto tutte le domeniche fino al 15 dicembre 2024 Orario apertura : dalle ore 11 alle ore 19 (ultima ingresso ore 18) Info Ridotti: Il ridotto è valido per ragazzi da 11 a 17 anni, persone diversamente abili, possessori del biglietto di ingresso a Villa Litta, Veneranda Biblioteca Ambrosiana
villa arconati biglietti

In bicicletta da Aprica alla Val Belviso

Quota massima 2320 mDislivello totale della salita 1550 mDislivello totale della discesa 1550 mLunghezza complessiva delle salite 18 kmLunghezza complessiva delle discese 16,5 kmLunghezza complessiva dell’itinerario 35,4 kmTempo di percorrenza 6 - 8 hPedalabilità 80% Questo itinerario si sviluppa interamente in una valle della Catena Orobica Valtellinese, l’ultima a oriente. La Val Belviso è lunga, profonda e stretta, ma percorrendola in quota su sentiero verso sud,  dall’Alpe Magnolta  fino  al  Passo  di  Venerocolo,  ci  appare  luminosa e ampia. Verso ovest dall’altro lato domina la sagoma del Monte Torena, ultima grande cima delle Orobie, che si riflette  nelle  acque  del  grande  lago  artificiale  che  riempie  il  fondo-valle. Arrivati al Passo che ci separa dalla Provincia di Bergamo, troviamo dei laghetti naturali incuneati tra le rocce e i dossi erbosi. La discesa corre su sentiero solo per un tratto iniziale e poi si svolge su strada sterrata lungo tutta la valle, sia costeggiando il lago sia passando sotto lo sbarramento. In località San Paolo ci attende il Rifugio Cristina per una piacevole sosta. Si parte dal parcheggio degli impianti sciistici della Magnolta e si prende la sterrata che sale a sinistra della funivia. Il segnavia indica la Malga Magnolta e il Passo Venerocolo. La prima metà dell’ascesa  su  sterrata  è  pedalabile,  poi  dalle  baite  di  Corna  Alta (1457 m) fino all’arrivo della funivia (1870 m), diventa molto  più  ripida  e  richiede  qualche  pezzo  a  spinta.  Tutto  questo  tratto  in  salita  risulta  molto  faticoso,  ma  durante  la  stagione  estiva  possiamo  usufruire  degli  impianti  di  risalita  in  funzione fino alla Magnolta. Qui, a quota 1940, la traccia diventa un sentiero  in  piano,  entra  nel  bosco  e  piega  decisamente  verso  sud imboccando la Val Belviso. Ci sono circa 13 km di pedalata su  sentiero  in  piano  o  in  leggera  salita,  passando  dalla  Malga Magnola  (1997  m)  e  attraversando  la  Valle  del  Latte  e  la  Valle  di Pisa, facendo attenzione a qualche tratto esposto. Dal Passo di  Venerocolo  (2314  m)  la  prima  parte  della  discesa  è  ripida  e  poco scorrevole fino all’imbocco della sterrata a quota 2000 m circa sopra Malga di Campo (1816 m). La discesa lungo il lago artificiale e poi lungo il resto della Val Belviso non pone ostacoli al divertimento. Il percorso termina più in basso con la risalita su strada asfaltata da Ponte Ganda (906 m) all’Aprica. Clicca il link qui sotto per scoprire il prossimo percorso!

Museo delle Armi "Luigi Marzoli"

Il Museo delle armi “Luigi Marzoli”, allestito all’interno di una delle aree più antiche del Castello di Brescia, il Mastio Visconteo, ospita una delle più pregiate raccolte europee di armature e armi antiche. Armi bianche, armi da fuoco e armature raccontano da un lato la lunghissima tradizione bresciana nella produzione armiera, dall’altro ricostruiscono un percorso espositivo di 700 pezzi (parte dei complessivi 1090 pezzi del lascito disposto dall’industriale Luigi Marzoli). Lungo un percorso di 10 sale espositive, il Museo ripercorre la storia di un artigianato che tocca i confini dell’arte, partendo dall’armatura del Quattrocento, il secolo della cavalleria pesante, in cui elmi e corazze diventano elemento strategico. Ampia la rappresentanza di armature del Cinquecento, in cui cambiano le tattiche offensive e la costruzione delle mosse in battaglia diventa sempre più dinamica, richiedendo armature maggiormente confortevoli e leggere.  Fra le sale del Museo è possibile cogliere anche il riconoscimento sociale che le armi e le armature iniziano ad acquisire nelle parate pubbliche, come motivo di ostentazione e ammirazione. Lo testimonia la suggestiva ricostruzione, nella Sala detta “dell’alce”, dei due drappelli di scorta del cavaliere, formati da fanti e uomini a cavallo che armati di alabarde e ronconi aumentano il senso di spettacolarità dell’insieme.  Il gusto estetico non abbandona mai la mano artigianale, talvolta anzi prende il sopravvento sulle esigenze tecniche, come nelle due rotelle da parata cui è dedicata la Sala delle armature di lusso: rotelle di cui una siglata e datata 1563, ammirevoli per la lavorazione a sbalzo con sezioni dorate e il soggetto raffinato del Trionfo di Bacco, che ne fanno una vera opera d’arte.  Il percorso museale comprende anche la storia evocativa della spada, che da arma mista, da botta e da taglio, si evolve per diventare un sottile strumento per la scherma, come documentano gli esempi esposti dalla metà del Cinquecento al Settecento, sempre più funzionali e studiati per proteggere la mano del contendente.Di particolare importanza è la collezione di armi da fuoco, realizzate dai più famosi maestri di canne come i Cominazzo, i Chinelli, i Dafino e gli Acquisti, che testimoniano un lavoro di meccanica artigianale lungo i secoli.  Per gli amanti delle architetture e dell’arte antica, la visita al Museo delle Armi permette di apprezzare porzioni di affreschi di epoca viscontea che dorano le sale del Mastio. A creare un contesto espositivo carico di atmosfera è anche la coesistenza di un tempio romano del I secolo d.C., di cui è visibile il perimetro delle fondamenta e un’ampia scalinata.  CONTATTI+39 030 2977833+39 030 2977834cup@bresciamusei.com CUP Centro Unico PrenotazioniCUP attivo da lunedì a domenica dalle ore 10 alle ore 18Tel. 030 2977833/34 cup@bresciamusei.com  Per approfondimenti visitare il sito della Fondazione Brescia Musei e la scheda sul Museo delle armi su Google Arts & Culture
Museo delle Armi

Visita gli appartamenti della Villa Reale di Monza

Il percorso di visita comprende 28 stanze tra appartamenti e sale: un vero e proprio viaggio nella storia dagli Asburgo ai Savoia.

Da Lecco a Milano seguendo l'Adda

Un lungo ed affascinante percorso, che lascia ricordi indelebili in chi lo percorre
Da Lecco a Milano seguendo l'Adda

Mostra Permanente di Antiquariato

Cenni storici La costruzione del corpo centrale dell'edificio, commissionata all'architetto Giovanni Ruggeri dal conte Antonio Cavazzi della Somaglia, risale alla seconda metà del XVII secolo. Nel 1688, il conte lasciò la Villa in eredità al pronipote Paolo Dati che, divenuto conte Antonio della Somaglia, attuò l'ampliamento del palazzo, trasformandolo in una reggia maestosa.Al termine dei lavori (1749) la Villa comprendeva il corpo centrale ampliato (corte d'onore), una corte rustica, un cortile triangolare e il cortile degli scudieri, tuttora esistenti.Il complesso, autosufficiente grazie all'apporto di decine di servitori e di famiglie a servizio, comprendeva cucine, granai, lavanderie, pollaio, legnaia, scuderie, cavallerizza, fienile, cantine, agrumarie, orti, vigna, macelleria e ghiacciaia.Le parti di maggiore fascino erano quelle riservate agli appartamenti del proprietario e degli ospiti che comprendevano il salone delle feste, il teatro, la sala biliardo, l'oratorio, lo scalone d'onore; ambienti affrescati e riccamente arredati. Da non dimenticare i giardini che si estendevano sul retro della Villa, con mosaici e ninfei sino a raggiungere un attracco per le barche sul Po.Il Palazzo fu venduto all'inglese Riccardo Holt (1824) per l'impossibilità di mantenerlo a causa dei numerosi debiti della famiglia. Holt insediò nella Villa e nel paese alcune filande, trasformando la cavallerizza in fabbrica. L'inglese accumulò molti debiti e alla morte, nel 1847, la proprietà passò al suo maggiore creditore il conte Giulio Litta. La famiglia Litta Visconti Arese portò nuovamente il palazzo agli onori della vita mondana. Ancora una volta, i debiti contratti portarono alla vendita del Palazzo che aveva nel frattempo assunto il nome di Villa Litta. Nel 1897 il figlio del conte Giulio Litta vendette la proprietà a Guido Corti, che già amministrava questi beni. I problemi economici delle varie famiglie hanno portato allo spoglio e ad un uso non sempre consono della Villa. Basti pensare che il penultimo proprietario Federico Colombo la adibì ad allevamento di animali di vario genere e a magazzino per il grano.Nel 1970 Villa Litta fu acquistata dalla famiglia Carini, attuale proprietaria, che ha iniziato un lento, graduale recupero del palazzo, vincolato dalle Belle Arti come bene storico e artistico nazionale. CRITERI ESPOSITIVI - ITINERARIO DI VISITA Le aree visitabili sono concentrate nel corpo centrale dell'edificio, suddivise su due piani. Solitamente la visita ha inizio al pianterreno dove si trovano sette sale in sequenza. Dalla sala d'ingresso si accede al giardino terrazzato di cui è visitabile solo il primo livello.La visita alla mostra d'antiquariato prosegue al primo piano al quale si accede tramite lo scalone d'onore. Qui si possono ammirare il salone delle feste e altre tre sale.In tutte le sale si possono osservare gli affreschi e gli stucchi dei soffitti, arredi d'epoca, quadri, oggetti d'antiquariato, sculture lignee ed una raccolta di oggetti e curiosità (armi, giocattoli, utensili da lavoro ecc.) di varie epoche storiche.