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In vetta al Triangolo Lariano

Dal borgo di Civenna incontrando massi erratici per salire al Monte San Primo, che domina il Lario.
Ranuncoli e vista sul Lario dal San Primo

Tra massi erratici dimenticati

Dalla Regia saliamo ai Monti di Sorto per arrivare alla Prea Nairöla, dai Monti di Mezzovico raggiungiamo il Sasso del Lupo.
La Chiesa dei SS. Epimaco e Gordiano e l'antica scalinata che porta alle frazioni alte di Blevio

A San Michele e San Martino

Itinerario in bici con partenza e arrivo a Casalzuigno
A San Michele e San Martino

Al Rifugio Vivione da Schilpario

Interessante itinerario con partenza e arrivo a Schilpario, in provincia di Bergamo
Al Rifugio Vivione da Schilpario

Marathon Trail Orobie

La Marathon Trail Orobie copre un tracciato di 42 km. Si parte da San Pellegrino e risalendo la Valle Merlonga tocca il Rifugio Gesp allo Zucco per poi scendere a Zogno. Di nuovo in salita per il Monte Castello, transitando da Endenna, Somendenna, Miragolo San Marco e Miragolo San Salvatore. Il passaggio dal Santuario del Perello e dal Valico di Salmezza sopra Selvino immette sul medesimo itinerario della GTO fino all’arrivo in Città Alta a Bergamo.  
Marathon Trail Orobie

In Val Taleggio verso la Bocchetta di Regadur

Itinerario lungo il sentiero CAI 120, in Val Taleggio, Bergamo
In Val Taleggio verso la Bocchetta di Regadur

Dai Piani dell'Avaro ai Laghi di Ponteranica

Itinerario in Alta Valle Brembana, fino a Gerola Alta
Dai Piani dell'Avaro ai Laghi di Ponteranica

Giro del Monte Grem

La partenza in auto è da Villasio, frazione di Gorno in Valle del Riso. Giunti nella piazzetta in centro, i cartelli indicano di prendere a destra per “Rifugi Alpini - Alpe Grem” e seguendoli si giunge al parcheggio di “Baita Alpe Grem” a 1.200 m di quota. Si parte per stradetta e subito si incontra la nuova segnaletica che ci indica il cammino (Cima Grem - sentiero CAI 239).     Mentre si sale si incontrano altri cunicoli e un paio di pozze d’abbeverata. Siamo nei pressi della Baita di Mezzo (1.447 m), posizionata sulla costa panoramica di fronte all’Alben.Seguendo le indicazioni, si sale il pascolo sino a incontrare il sentiero CAI 223 che sale da Zambla e che si fonde con il nostro. Si prosegue raggiungendo la Baita Alta di Grem (1.631 m, 1 h 10’ dalla partenza). Si riprende salendo oltre la baita per 200 metri, poi si lascia il tracciato principale e si piega a sinistra su un sentiero che volge verso lo scavo minerario e il costone che porta in vetta (vedi paletti bianco-rossi indicatori).Seguendo i paletti il sentiero diventa più ripido e in breve porta sull’anticima (1.967 m, 40’ dalla Baita Alta). Non resta che percorrere la cresta sulla Val Serina, fino alla svettante croce metallica (2.049 m, 2 h 20’ dalla partenza). Una meritata sosta per ammirare il Pizzo Arera, poi si riparte sul versante opposto, puntando alla selletta che separa il Monte Grem dal Monte Foppazzi. In 10 minuti si è alla Sella, dove la segnaletica CAI 223 ci indica la via per il Bivacco Mistri. La camminata è facile e, per praterie fiorite, si è al Bivacco Mistri (1.780 m, privato e aperto il fine settimana).Visitata la galleria dell’acqua, si prende il CAI 263 che, con altri 20 minuti ci porta al Bivacco Tellini. La discesa continua, sempre sul 263, sul ripido prato per piegare poi a destra e addolcirsi nel rado bosco per pervenire sui pascoli alti prima di raggiungere la strada in località Pozza Piasöla (1.144 m, percorsa all’andata).Ora bisogna risalire la strada per quasi 2 chilometri e poi si arriva alla macchina. Caratteristiche del percorsoLocalità di partenza: Baita Alpe Grem, Villasio 1.200 m, BGDislivello: 850 mTempo di percorrenza: A/R 5 hDifficoltà: EPunti d'appoggio: Bivacchi Mistri e Tellini, se apertiCartina Kompass: n° 104 Per ulteriori dettagli: CAI di Bergamo Gruppo Valle del Riso
Giro del Monte Grem

Alle baite e praterie del Monte Alto

L’escursione parte al termine di via Valzelli, nella stazione turistica del Monte Pora in alta Valle Seriana (1.489 m). Superata la sbarra, si prende la sterrata che in mezz’oretta porta alla baita Valmezzana (1.477 m). Alex, l’alpeggiatore, è un ottimo casaro e vende formaggio, burro e salame da urlo.     Si riparte, poi, ritornando indietro una cinquantina di metri, per prendere la sterrata che sale alla pozza d’abbeverata; la si supera per circa 500 metri e poi si imbocca a sinistra il tratturo che sale nei prati, con direzione sud-Est (15’ dalla Baita). Sempre su questa traccia, si oltrepassa un capanno da caccia e in breve si raggiungono le praterie del Magnolini. Ora il Pizzo Formico, l’Alben, il Vaccaro e la Presolana paiono coccolare questo incantato ambiente. Pochi minuti e si è al rifugio Magnolini (1.612 m, 1 h 10’ dalla partenza).Gustata la pausa, si riparte in direzione del Monte Alto (vedi indicazioni CAI) e diritti per pascoli maculati da bassa vegetazione e cespugli di rododendri, in meno di mezz’ora si è sulla tondeggiante vetta (1.723 m). Qui la piastra geodetica ci indica dal Monte Rosa all’Adamello, passando per ogni significativa vetta delle Orobie. Si prosegue verso Nord con la Presolana, il Visolo e i monti Scalvini di fronte, scendendo verso il nuovo rifugio Pian della Palù (1.593 m, 30’ dalla vetta). Si prosegue salendo per ottima stradina alla pozza e alla baita del Termen posta sulle piste da sci.Ora lo straordinario giro volge al termine e, passando sul retro della struttura, una stradina e poi la pista da sci, in breve ci portano agli eleganti condomini di Malga Alta di Pora (1.456 m) e, in discesa per via Pian del Termen, si sbuca sulla via Valzelli che, presa in salita, in pochi minuti conduce al parcheggio da cui siamo partiti. E per ben finire... suggeriamo una deviazione e breve visita al suggestivo santuario Madonna delle Grazie di Lantana. Un edificio del 1400 che al suo interno presenta affreschi del XV secolo e un’interessante Via Crucis. Per ulteriori dettagli: CAI Castione - info@caicastione.it
Alle baite e praterie del Monte Alto

Alle falde del Monte Valletto

Per la strada della Val Brembana si supera Cusio, imboccando la salita verso i Piani dell’Avaro . A circa tre quarti della salita, presso la “Curva degli sciocc”, si parcheggia. Il tracciato si presenta come una gradinata (CAI 108). Si parte e, vinti i gradini, si entra nel bosco: il sentiero si spiana e, con direzione NO, supera una valletta con acqua e giunge ai pascoli di Casera Valletto dirimpetto al Pizzo di Giacomo. Si prosegue in salita lungo la traccia nella prateria ritrovandosi in breve al raccordo con la mulattiera che sale da Ornica (vedi cartello segnalatore CAI 107). Superata la sorgente San Carlo, ci si inoltra nella Valle di Salmurano, pervenendo ai pascoli dove si nota il rudere della baita del Piano.Si prosegue lungo il tracciato che si snoda nell’ampia conca per giungere al bivio fra l’antica mulattiera che porta al Passo di Salmurano e il sentiero verso il rifugio Benigni. Si va a destra verso il Passo di Salmurano, dove si apre la finestra sulla Valle del Pescegallo, su Gerola e sulla barriera delle Alpi Retiche, con i suoi giganti di granito e ghiaccio (2.017 m, 1h 40’ dalla partenza).Si riprende a destra camminando a fianco delle trincee della linea Cadorna. Superato il traliccio dell’alta tensione, si continua a mezza costa e si raggiunge un ampio costone che discende per ripido pascolo. Terminata la discesa, si prosegue in piano e s’incontra la baita Alta (1.197 m).Ora bisogna recuperare una cinquantina di metri di dislivello per raggiungere la sella erbosa posta fra il Monte Triomen a sinistra e il Monte Avaro a destra. Noi puntiamo su quest’ultimo piegando a destra. Bastano una decina di minuti e si è in vetta. Goduta la panoramica pausa, si ritorna alla sella e si piega a destra, seguendo il CAI 101.Dopo 20 minuti si giunge al bivio con il CAI 109 che scende ai Piani. Lo si impegna e si giunge dopo un’ora al laghetto, dove si trova l’albergo Rifugio Monte Avaro a 1.650 metri. Si riparte seguendo la strada che scende verso Cusio, affianca la casina in legno con il campanile finlandese e in circa 2 chilometri di discesa, porta alla località Sciocc, punto di partenza. Per ulteriori dettagli: CAI Alta Val Brembana - tel. 0345 82244
Alle falde del Monte Valletto

Fra laghi e rifugi del Diavolo

Partendo da Carona in Alta Valle Brembana, conviene parcheggiare a monte del paese (via Carisole), laddove, nei pressi di un ampio tornante, si stacca dalla strada (segnavia 210) la gippabile che sale al lago del Prato (1.650 m), dove si sdoppia con quella che continua per il Lago di Fregabolgia, servendo il rifugio Calvi.     Si imbocca questa stradetta e in breve si giunge alla frazione di Pagliari (1.313 m). Si attraversa il borgo e, salendo lungo la carrareccia, si transita ai piedi della cascata che scende dalla Valle Sambuzza. La strada prosegue in freschi boschi e allungandosi verso il Lago del Prato (1.650 m; 1 h 30’). Qui si prende a sinistra il segnavia 224, direzione Rifugio Longo. Alcuni tornanti aprono su grandi vedute sul Pizzo del Becco, poi inizia una lunga traversata sotto il Monte Masoni. Basterà ancora un’oretta di piacevole camminata per raggiungere il rifugio (2.026 m; totale 2 h 30’).Da qui si riparte, salendo con il segnavia CAI 246 al lago del Diavolo (2.142 m, 20’ dal rifugio). Poi si prende la salita alla Selletta che raggiungiamo dopo tornantini e passaggi su pietraia. Siamo ora di fronte ai Pizzi del Diavolo, del lago Poris, del Grabiasca e alla lunga costiera del Monte Cabianca. Laggiù, sui pascoli, brillano il lago Rotondo e il rifugio Calvi, nostri prossimi obiettivi.La discesa è lunga, dapprima, verso Nord, poi dopo una decisa piega a destra si scende sino a toccare la baita vecchia dell’Armentarga e successivamente si attraversa il fiume Brembo che solca la Val Camisana. La discesa prosegue ora sul lato opposto, solcando una sorta di giardino botanico naturale e attraversando alcuni dossi rocciosi. Eccoci al piccolo sbarramento davanti al lago Rotondo e al rifugio Calvi (2.015 m, 2 h dalla Selletta).Dopo la pausa si riparte, stavolta per costeggiare il lago Fregabolgia (CAI 225) sino alla diga e, superatala, via con la discesa sino al Lago del Prato, dove ritroviamo il bivio per il rifugio Longo. Si continua per i Dossi, per la cascata e per il borgo di Pagliari, ed eccoci alla macchina. Per ulteriori dettagli: CAI Alta Val Brembana - tel. 0345 82244
Fra laghi e rifugi del Diavolo

L'abbraccio al Corno Branchino

La partenza avviene a circa un chilometro a monte di Valcanale, frazione di Ardesio, laddove, superato l’elegante laghetto, la strada compie una curva e, poco oltre il ponte, è sbarrata.   Si imbocca, verso destra, l’evidente stradetta (segnavia CAI 220) che si snoda in una luminosa pineta con squarci sulle cime di Fop e di Valmora. A 1.292 metri si incontra la Baita Pianscuri. Sempre su stradetta, si sale fino a trovare sulla destra, in prossimità di una curva, una sorgente d’acqua fresca (1.350 m circa); ancora qualche minuto di salita e poi si sbuca nella conca del Rifugio Alpe Corte (1.410 m, 45’ dalla partenza). Lasciato il rifugio riprendiamo la stradetta per il Passo/Lago Branchino (CAI 218) che porta all’alpeggio di Neel. Si tocca la baita bassa, siamo su un terrazzo panoramico sul gruppo dell’Arera da una parte e sull’intera valle dall’altra. Si prosegue sulla stradetta che ricalca anche il “Sentiero delle Farfalle” e, in breve, si è alla Malga di Neel di Mezzo dove si possono acquistare formaggi di monte. La salita continua: a monte abbiamo i fioriti pendii del Corno e, di fronte, il Rifugio che, in breve, raggiungiamo (1.796 m, 1 h 15’ dall’Alpe Corte). Ristorati, eccoci al laghetto e, poco più sopra, al Passo di Branchino. Il giro continua scendendo per praterie sino ad avvicinarsi alle crepe e caverne del Corno di Branchino, dove fuoriescono acqua e flussi d’aria ristoratori. Raggiungiamo le Baite di Mezzeno (1.600 m, 45’ dal Passo), poi si riparte per il Passo di Marogella, percorrendo la stradetta d’accesso sino al ponticello, poi saliamo a destra (vedi indicazioni CAI 270 A).Per pascoli, con una lunga diagonale, si prende quota. Giunti al Passo di Marogella (1.896 m), si apre l’Alta Valle della Corte. La discesa è disagevole e ripida per almeno mezz’ora, poi, una volta nel bosco, tutto torna nella norma e, giunti all’incrocio con il CAI 216 ci si può rilassare. In breve si è al rifugio e in mezz’ora si è al parcheggio.
L'abbraccio al Corno Branchino