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Relax in Lombardia? Scopri 7 mete detox

@inlombardia - Terme di Sirmione, Lago di Garda

Siti palafitticoli preistorici dell'arco Alpino

Preziose testimonianze di design preistorico e di vita quotidiana nei siti archeologici Patrimonio dell'Umanità
Siti palafitticoli preistorici dell'arco Alpino

Terrazze del Duomo di Milano, tra guglie e archi rampanti

Tour guidato sulle Terrazze del Duomo, alla scoperta di tetti e guglie della cattedrale di Milano
Terrazze-Duomo-porte-chiuse-neiade-tour-events

Piatti tipici lombardi d'alta quota

Scopri i piatti tipici lombardi d’alta quota, fai un salto nella tradizione della cucina alpina e dai suoi autentici sapori
@inlombardia - Pizzoccheri Valtellina

Scopri l'Alto Garda bresciano

Paesi a strapiombo sull'acqua, con vedute da vertigini. E strade scavate nella roccia, aspre come...
www.livelagodigarda.it

Tra Napoleone Bonaparte a Napoleone III

L’itinerario ad anello porta alla scoperta del percorso seguito da Napoleone Bonaparte e da Napoleone III e dei rispettivi eserciti sulle colline moreniche del Basso Garda. Si concluse a Solferino, con la battaglia del 24 giugno 1859, la seconda guerra d’indipendenza quando fu presa la rocca del paese definita “Spia d’Italia”.  Il percorso inizia e termina da Piazza Castello a Solferino, nel punto in cui si concluse la battaglia che porterà poi all'unità d'Italia. Da qui, in direzione Madonna Della Scoperta, si segue la strada sino al termine della discesa, dove andiamo a sinistra su strada sterrata. Proseguiamo sino al Parco la Quiete e, lasciandolo sulla nostra destra, raggiungiamo la provinciale.Qui andiamo a sinistra e subito alla prima a destra fino al cimitero di Castel Venzago. Sul suo fianco prendiamo la strada per Lavagnone. Proseguiamo sempre su strada sterrata per raggiungere il parcheggio di un centro commerciale. Riprendiamo a salire sino alla base di Lonato.Da qui seguiamo le indicazioni per Castiglione e poi, su strade secondarie, Barche e poi Solferino. ITINERARIODistanza: 39.2 kmDifficoltà: facileFondo stradale: asfalto e sterratoDislivello: +587 m, -591 m ( Pendenza max: 17.1%, -17.4%, Pendio medio: 2.2%, -2.5%)Adatto a: tuttiTipologia di bicicletta consigliata: MTB e ibridaDurata media: 4 h ca. ALCUNI PUNTI DI INTERESSE La Rocca, il Museo Storico e la chiesa dell’Ossario di SolferinoIn questi luoghi sono conservati cimeli, armi, documenti e ossa dei caduti degli eserciti che si schierarono in battaglia il 24 giugno 1859 a Solferino durante la seconda guerra d’indipendenza.Info utili: http://www.prolocosolferino.it/Geolocalizzazione su mappa: 45.37188, 10.56382 Le palafitte Sito UNESCOLe prime tracce di frequentazione della zona risalgono al Neolitico e proprio sul Garda si trova la maggiore concentrazione di palafitte con più di 30 abitati dislocati sia sulle sponde del lago, sia nei bacini intramorenici. Il Museo Rambotti di Desenzano raccoglie i reperti che sono stati scoperti nel corso di varie ricognizioni e campagne di scavo nel sito palafitticolo del Lavagnone. Info utili: https://www.comune.desenzano.brescia.it/Amministrazione/Luoghi/Museo-Civ...Orari Museo archeologico Rambotti: visita il sito per maggiori informazioniTelefono: 030-9144529museo@comune.desenzano.brescia.itGeolocalizzazione su mappa: 45.43523, 10.53531 Rocca di LonatoLa Rocca sorge sulla parte meridionale del lago di Garda e sul centro storico del paese. La fortificazione, destinata prettamente ad esigenze di ordine militare e difensivo, si presenta come una delle più imponenti di tutta la Lombardia.Info utili: http://www.fondazioneugodacomo.it/it/castello-roccaFondazione Ugo da Como - Telefono: 030-9130060 E-mail: info@fondazioneugodacomo.itOrari: Da giugno al 30 settembre: tutti i giorni, dalle 10 alle 18.30; dal 1° ottobre al 31 maggio: sabato e domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 18.30.Geolocalizzazione su mappa: 45.46277, 10.48605 Casa del Podestà (Fondazione Ugo da Como) a LonatoRisalente alla metà del Quattrocento, l’edificio fu la sede amministrativa e residenziale per oltre 350 anni dei rappresentanti della Serenissima Repubblica di Venezia, cui era demandato il controllo del territorio.Info utili: http://www.fondazioneugodacomo.it/it/museo Geolocalizzazione su mappa: 45.46158, 10.48621 Castello di Castiglione delle Stiviere Della fortezza, sorta probabilmente su un antico castrum, rimangono la torre d’ingresso e alcuni resti della cerchia di mura con un torrione poiché nel 1706 durante la guerra di successione spagnola venne distrutta.Info utili: http://www.sistemamusealeprovinciale.mantova.it/index.php/risorse/scheda...Geolocalizzazione su mappa: 45.39203, 10.49273 Museo della Croce Rossa di Castiglione delle StiviereAll’interno dello spazio espositivo, posto nello storico palazzo Longhi, sono conservati gli oggetti (lettighe, barelle, ferri chirurgici, etc.) e i documenti che ricordano la nascita e lo sviluppo dell’organizzazione umanitaria internazionale.Info utili: http://www.micr.it/Geolocalizzazione su mappa: 45.38932, 10.49244
Tra Napoleone Bonaparte a Napoleone III

Calcio in provincia di Bergamo sulla A35

I murales, il castello medievale e la Chiesa di San Vittore.
Murales a Calcio

Museo Civico di Scienze Naturali “Alessio Amighetti”

Il Museo di Scienze Naturali di Lovere offre un’eccellente occasione per conoscere la grande ricchezza naturalistica del territorio camuno-sebino. Istituito dall’amministrazione comunale di Lovere nel 1996, è stato riconosciuto dalla Regione Lombardia nel 2004 come Collezione Museale ed è gestito dagli “Amici del Museo Civico di Scienze Naturali di Lovere”, un’associazione di volontariato culturale. È intitolato ad Alessio Amighetti, il sacerdote naturalista che nell’Ottocento con la Gemma subalpina fece conoscere le bellezze naturalistiche del lago d’Iseo. Raccoglie, conserva ed espone al pubblico reperti naturalistici con lo scopo di far conoscere il patrimonio naturalistico e storico del territorio e favorire lo sviluppo di una mentalità rispettosa delle risorse ambientali.   L’esposizione è articolata in diverse sezioni. La collezione degli uccelli presenta oggi 221 esemplari. La parte più consistente è composta di volatili presenti in habitat diversi del territorio dell’Alto Sebino. A questi si è aggiunta anche l’Aquila reale. Di notevole interesse sono gli uccelli acquatici, presenti con le famiglie degli Anatidi e degli Ardeidi abitatori delle zone umide a nord del lago; i rapaci diurni della famiglia degli Accipitridi e dei Falconidi e i notturni della famiglia degli Strigidi; una coppia di Gallo cedrone rappresenta la famiglia dei Tetraonidi. I mammiferi sono pochi e rappresentati da animali molto diversi per collocazione sistematica come, ad esempio, il cinghiale e il camoscio assieme a roditori e carnivori di piccola taglia. La sezione di Entomologia presenta alcuni diorami tematici, raccolte di diversi Ordini degli Insetti e due collezioni di Lepidotteri (per lo più dell’area Sebino-Camuna come il Parco della Foce dell’Oglio e del monte Cala). Per ragioni di conservazione la maggior parte delle cassette sono osservabili su richiesta. La cospicua collezione malacologica è composta da conchiglie di molluschi mediterranei classificati e rinominati seguendo la nomenclatura più aggiornata. Essa comprende conchiglie rappresentative di circa 400 specie di gasteropodi, 83 di bivalvi, 1 di scafopodi e 1 di cefalopodi. Ad essa si aggiungono alcuni esemplari di conchiglie oceaniche. L’Erbario Generale (consultabile su richiesta) si compone di 2345 campioni essiccati. I campioni più vecchi (1979) provengono dall’Alta Val Salarno (Valle Camonica). La maggior parte degli altri provengono dall’area sebina; a questi si aggiungono diversi campioni provenienti dal territorio camuno (Pizzo Camino e dalla Val Baione), dal monte Tremalzo sul lago di Garda e della zona del Passo Salmurano, sulle Orobie. La sezione dedicata alla mineralogia ospita una raccolta di circa 400 minerali appartenenti a otto famiglie mineralogiche provenienti dal territorio sebino, dalle Orobie e da località diverse del mondo. A questa si aggiungono una importante e cospicua collezione di “microcristalli” (circa 5000 campioni) osservabili in Museo con un microscopio stereo e una collezione di minerali pervenuta recentemente come donazione, da sistemare. Per ragioni di spazio la Sezione di Geologia non può avvalersi di una sala ad essa dedicata, tuttavia la rappresenta una nutrita collezione litologica e una vetrina contenente alcuni reperti paleontologici (bivalvi, ammoniti e pesci fossili). A questo si aggiunge il materiale, debitamente risistemato, proveniente dalla collezione Curioni affidata al Museo dal Comune che l’ha ricevuta in deposito dall’Accademia Tadini. Oltre alla sede espositiva in via Marconi, presso il Municipio, il Museo mette a disposizione una biblioteca e servizi informatici in piazza Vittorio Emanuele, nel centro di Lovere. Gli esperti del museo sono impegnati nella ricerca, nella classificazione di reperti, nella divulgazione scientifica; mantengono contatti con università ed enti di ricerca; forniscono consulenze alle amministrazioni locali, ma soprattutto promuovono attività divulgativa nelle scuole.   Aldo Avogadri  
Museo Civico di Scienze Naturali Alessio Amighetti

6 motivi per una gita a Segrate

Storia, attrazioni e curiosità riguardanti Segrate

In bicicletta tra le vie di Lodi

Alla scoperta dello stile Liberty su due ruote
In bicicletta tra le vie di Lodi

Con le due ruote tra Mantova e il Mincio

Oggi andremo a percorrere un itinerario adatto per una giornata di relax in pieno spirito contemplativo, grazie alle bellezze che circondano Mantova e seguendo le anse del fiume Mincio; il tour complessivamente ha una lunghezza di circa 160 Km.   L’itinerario parte da dove nasce il fiume Mincio, sul Lago di Garda e più precisamente a Peschiera del Garda, facilmente raggiungibile dall’autostrada Milano - Venezia. Imboccata la strada regionale SR249 e attraversate le località di Borghetto sul Mincio e Valeggio sul Mincio - sempre in Veneto -  si intraprende la Via I Maggio in direzione Mantova. Questa zona, nel Medioevo, rappresentava un territorio di confine ed era costantemente oggetto di contese tra le Signorie di Milano, Mantova e Verona, anche a causa della presenza di uno dei più comodi e sicuri guadi del fiume Mincio. Riprendiamo il nostro percorso, passando da Pozzolo sul Mincio attraversiamo il Parco del Mincio, nel cui territorio si intrecciano storia, archeologia, arte, ambiente. Il nostro tragitto prosegue imboccando la “SP21” in direzione Goito, Maglio, Longhini e giungiamo finalmente a Mantova. Questo importante capoluogo è stato nominato nel 2016 Capitale Italiana della Cultura, ed in precedenza Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, grazie alle eredità artistiche e monumentali lasciata dalla nobile famiglia dei Gonzaga, che ne hanno fatto il fulcro del Rinascimento italiano e la capitale europea a quei tempi più importante. Durante la visita alla città potrai scoprire il Palazzo Ducale, con la Camera degli Sposi dipinta da Mantegna, la casa in cui visse l’artista, la Rotonda di San Lorenzo, la chiesa più antica di Mantova e la Basilica di Sant’Andrea progettata da Leon Battista Alberti. Mantova è ricca di storia e nel passato era considerata un avamposto strategico; lo testimoniano i tanti castelli che punteggiano la città e la provincia, tra i quali il più importante è il Castello di San Giorgio, uno dei monumenti simbolo di Mantova: fu residenza di Isabella d'Este e accolse artisti del calibro di Mantegna, Leonardo da Vinci e Ludovico Ariosto.Conclusa la visita a Mantova inforchiamo nuovamente le nostre moto e ci dirigiamo a Sabbioneta passando per la “SP409”, una meravigliosa città “ideale” a misura d’uomo, creata dal nulla nella seconda metà del Cinquecento da Vespasiano Gonzaga Colonna, là dove non c’era altro che malaria e paludi da bonificare. Questo microscopico mondo sembra slegato dall’ambiente rurale che lo circonda: è un lembo di terra sabbiosa (da cui il nome del borgo) bagnato dal Po e dall’Oglio.  Tutto è incredibile: la galleria coperta, con l’eternità impressa in ogni pietra, il delizioso Teatro all’Antica, le meravigliose stanze del Palazzo Ducale con i soffitti lignei in elaborato stile manierista, su cui Vespasiano posò l’ultimo sguardo, il palazzo Giardino o il suo mausoleo. Parliamo del pranzo, ora, ricordandoci che siamo in una Provincia in cui la parola enogastronomia è tutta a lettere maiuscole. Innanzitutto i vini bianchi e rossi; qui si produce anche il Lambrusco Mantovano.  Il consiglio è di assaggiare proprio la cucina tipica del mantovano, in particolare, è definita "di prìncipi e di popolo": raffinata per la corte dei Gonzaga, ma anche popolare, poiché sa trarre anche dagli ingredienti poveri, gusto e spessore. Le erbe selvatiche vengono usate per condire i capunsei, gnocchi di pane, o per insaporire frittate e crespelle. Molto apprezzati sono anche i tortelli di zucca conditi con mostarda (quella mantovana è con le cotogne). Il ripieno degli agnolini invece è sempre diverso a seconda della zona in cui li si assaggia. Da ricordare che Mantova è terra di produzione del vialone nano, riso pregiato con cui si fanno risotti spettacolari, cotti con il metodo alla mantovana. Chi ama i salumi apprezzerà la Coppa DOP, il Salame Mantovano DOP, il Cotechino Vaniglia e la Salamella Mantovana, da accompagnare con dell'ottimo vino rosso. Tra i formaggi eccelle il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Per stomaci pronti a tutto, come non ricordare il “gras pistà”, oppure il pesce gatto fritto; invece chi desidera restare più leggero apprezzerà il luccio in salsa. Alla fine di questa guida non possono mancare i dolci: possiamo assaggiare il "sugolo", un budino all'uva e la sbrisolona, a base di mandorle, e gli altri numerosi dolci tipici della zona. A questo punto non ci resta che proseguire il tragitto pianeggiante arrivando dopo qualche chilometro a Rivarolo, per poi continuare per Peschiera del Garda dove si conclude il nostro viaggio.  Questo itinerario è sì percorribile in una giornata, ma il consiglio è quello di concedersi un intero weekend, soprattutto per fermarsi a Mantova, città che andrebbe scoperta in almeno una giornata intera.

Fiume Ticino

Il Ticino nasce in Svizzera. La sua sorgente principale è in testa alla val Bedretto, al Passo di Novena, a circa 2.480 metri di quota, mentre un’altra sorgente è nei pressi dell’Ospizio del San Gottardo e si congiunge alla prima ad Airolo. Da qui il fiume prosegue in territorio elvetico scorrendo in una valle ben conservata (da vedere le gole di Stalvedro e del monte Piottino) fino all’imbocco della Piana di Magadino, dove viene imbrigliato in argini che ne fanno un banale canale fino al delta con cui sfocia nel Lago Maggiore. Qui il fiume riprende, anche se solo per poche centinaia di metri, la sua naturalità, dando origine ad una zona umida di interesse internazionale, ai sensi della Convenzione Ramsar: la Riserva Naturale Federale delle Bolle di Magadino (www.bolledimagadino.com). Una volta uscito dal bacino del Verbano, nei pressi di Sesto Calende (VA), il Ticino attraversa tutta la pianura padana, incidendola profondamente e termina, dopo aver lambito Pavia, nel Po, in località Ponte della Becca (PV). Il territorio del Ticino sublacuale può essere geomorfologicamente e naturalisticamente suddiviso in cinque zone principali: l’anfiteatro delle colline moreniche o zona collinare; il pianalto terrazzato o altopiano asciutto; la zona di alta pianura; il piano generale terrazzato, o pianura irrigua che comprende la fascia dei fontanili ed infine la valle del fiume propriamente detta. Il terrazzo principale che raccorda la valle alla pianura circostante ha un’altezza che decresce da 40 a 15 m circa. All’interno della valle si possono individuare terrazzi minori di cui il più evidente va da Magenta a Besate (MI). Si può anche procedere ad una suddivisione in senso longitudinale dell’asta del fiume, questa volta in tre comparti: dal Lago Maggiore alla Maddalena di Somma Lombardo (VA), il Ticino scorre formando meandri incassati in gole profonde, incise nei depositi morenici; dalla Maddalena a Motta Visconti (MI) ha un andamento anastomizzato con un letto largo in alcuni punti fino a tre chilometri e numerose isole ghiaiose e sabbiose create da rami e canali che si intrecciano cambiando continuamente morfologia; infine, da Motta Visconti alla confluenza con il Po, il Ticino presenta un tracciato meandriforme e tocca la massima complessità. Il corso del fiume è in costante evoluzione, soggetto a incessanti modificazioni e con un equilibrio dinamico che è elemento fondamentale per il mantenimento del valore ecologico del fiume e della sua vallata. Negli ultimi venti chilometri il fiume torna a corso unico, anche se abbastanza tortuoso, con sponde ben definite all’interno della piana alluvionale. Interventi di contenimento delle sponde con pietre e blocchi in cemento, iniziati massicciamente dagli anni Cinquanta, hanno di fatto limitato la nascita di nuove “lanche”. Queste sono parti del fiume, in corrispondenza di anse, pian piano escluse dal percorso della corrente e in seguito del tutto isolate dal corso del fiume. Le vecchie lanche tendono ad interrarsi a causa di sedimenti che si depositano nel corso delle piene, diventando terreno fertile per la vegetazione palustre, che, inevitabilmente, ostruisce e colma i fondali. Una serie di progetti adottati dal Parco sta lentamente riportando il fiume in condizioni di elevata naturalità. La colonizzazione antropica delle sponde, con le conseguenti attività economiche legate alla presenza dell’uomo, hanno portato a modificare, ma solo in minima parte se paragonato ad altri fiumi padani, il tracciato naturale del corso del Ticino; ciò è avvenuto sia a causa degli scavi in alveo, oggi per fortuna vietati, sia a causa delle arginature, che per i forti prelievi idrici. Sicuramente, la trasformazione antropica più appariscente è data dal complesso reticolo di derivazioni e di canali realizzati sia a scopo irriguo, sia per l’utilizzo da parte degli impianti idroelettrici. Le principali opere artificiali che interessano la Valle del Ticino sono i Canali Cavour, Regina Elena, Langosco e Sforzesco in sponda piemontese, e i Canali Industriale, Villoresi, il ramo Marinone e i Navigli Grande e di Bereguardo, nel territorio lombardo (link ai Navigli).