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Dal fiume Serio in bici fino al Rifugio Santamaria

Quella che proponiamo è una pedalata attraverso paesaggi fantastici, il verde delle praterie d'alta quota, gli abeti e le faggete fanno da scenario lungo tutto il percorso. Partenza e arrivo sono al centro sportivo di Ponte Nossa, in ** Alta Val Seriana**, nella Bergamasca. Seguiamo la ciclovia in direzione di Clusone, ma la abbandoniamo dopo circa 2,5 chilometri, portandoci sulla sponda opposta del fiume Serio. Prendiamo quota verso il centro storico di Parre e lo attraversiamo. Si prosegue oltre la Valle Fontagnone, ignorando i segnavia 240 e, inizialmente, 241 per imboccare una ripida rampa cementata. Poco prima della Chiesetta di Sant’Antonio ci immettiamo sull’itinerario 241 e, sempre impegnati su inclinazioni importanti, arriviamo al Monte Alino (1.146 m). La meta successiva, usciti dal bosco e immersi tra prati e pascoli, è il Rifugio Monte Vaccaro (1.520 m). Si rimane sul sentiero 241, su fondo sterrato che richiede, per un breve tratto sconnesso, di spingere la mountain bike. Tornati in sella ci facciamo guidare dalla lunga diagonale che indirizza al Rifugio Santamaria in Leten. Si incontra, spingendo per un altro po’ la due ruote prima di scollinare ed entrare in valle Nossana, la Baita della Forcella (1.720 m). Poi è la volta della Baita del Fop (1.595 m), dove termina la sterrata. Il percorso rimonta in forte pendenza fino a un crinale e richiede, per un centinaio di metri di dislivello, di caricarsi la bici in spalla. A mezzacosta, un poco pedalando e un poco bici alla mano, varchiamo la valle giungendo alla base di una parte scoscesa che obbliga a rimettere la bici sulle spalle.Guadagniamo il pianoro che si apre ai piedi del Passo del Re e della cima di Leten e per pascoli eccoci al Rifugio Santamaria in Leten (1.765 m). Affrontiamo in discesa il tracciato 242 incontrando alcuni passaggi stretti tra le pietre affioranti. Ci si inoltra in una faggeta e giunti sul fondo della vallata, di nuovo tra i pascoli, si passa sull’altro versante. Dalla Baita de Süra (1.280 m) ci abbassiamo in modo deciso, lungo sezioni più scorrevoli che si alternano ad altre più tecniche. Più avanti svoltiamo a destra al bivio che indica la malga di Piazza Manzone (870), inserendoci sul segnavia 245. Prima di Bratte, frazione di Premolo, si scende invece a sinistra per superare il fondovalle e riguadagnare metri arrivando a toccare Cossaglio di Parre. Lasciato alle spalle il paese torniamo in breve tempo al fiume Serio, che oltrepassiamo all’altezza della Chiesa di San Bernardino. - ph: Maurizio Panseri
Dal fiume Serio in bici fino al Rifugio Santamaria

In bicicletta da Col d'Anzana alla Val Fontana

Quota massima 2420 mDislivello totale della salita 880 mDislivello totale della discesa 1450 mLunghezza complessiva delle salite 7,5 kmLunghezza complessiva delle discese 12,7 kmLunghezza complessiva dell’itinerario 20,2 kmTempo di percorrenza 5 - 6 hPedalabilità 90% L’itinerario, quasi tutto su single trail, è il primo tratto di un percorso  molto  più  lungo  che  una  volta  completato  darà  ai  bikers  la  possibilità  di  partire  dalla  Svizzera  percorrendo  tutta  la  Valtellina  in  quota  lungo  le  Alpi  Retiche  e  arrivare  finalmente  al  Lago  di  Como.  La  partenza  è  dalla  Val  Saiento,  laterale  della  Valposchiavo  (Grigioni).  Si  sale  fino  al  Col  D’Anzana,  che  segna  il  confine  tra  Svizzera  e  Italia  e  che  si  può raggiungere anche dalla Provincia di Sondrio partendo da  Bianzone  attraverso  la  strada  che  sale  prima  a  Nemina  e  poi,  diventando  sentiero,  fin  sotto  il  colle  stesso.  L’attraversata iniziale, che corre lungo il tracciato militare del Sentiero  Italia  fin  sopra  Prato  Valentino,  permette  di  ammirare  un ampio panorama verso sud che abbraccia la catena delle Orobie  Valtellinesi  e  della  Media  Valtellina.  Alla  nostra  de-stra lasciamo prima il passo di Meden e poi i contrafforti che scendono dal Monte Combolo e dal Monte Calighe per arrivare sopra gli impianti sciistici di Teglio. Nella seconda parte invece  ci  si  addentra  nella  solitaria  e  profonda  Val  Fontana  per poter poi scendere a valle. Si parte in salita su strada sterrata dal parcheggio auto di Pescia Bassa a quota 1810 m. Poco dopo il rifugio Anzana (2050 m) si prende sulla sinistra il sentiero ben tracciato che porta al Colle, ma che è solo in parte pedalabile. Dal Col D’Anzana (2233 m) si scende di alcuni metri (bacheca con mappa e indicazioni – segnavia n. 301). Sulla destra parte il sentiero che aggira  il  Monte  Cancano,  transita  sotto  il  passo  di  Meden  (2440 m), raggiunge gli impianti sciistici di Prato Valentino, da cui si può scendere su strada fino a Teglio, e imbocca un ripido tratto sotto il Dosso Lau (quota 2020 m) arrivando a Verdomana (1521 m). Si va a destra su sterrata (segnavia n. 302) attraversando la Val Rogna fino a raggiungere la località di Dalico (1465 m) sulla Costa di San Gaetano percorrendo un sentiero tra i boschi. Incrociamo la strada che sale da valle e, sempre verso ovest, imbocchiamo il lungo traverso su sentiero che si dirige verso nord e scende a Sant’Antonio in  Val  Fontana  (1253  m),  dove  ci  immettiamo  sulla  strada  che ci porta a Ponte in Valtellina. Clicca il link qui sotto per scoprire il prossimo percorso!

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Escursione nella neve incontaminata delle Orobie
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L'anello dei laghi

Un itinerario su due ruote immersi in un'atmosfera unica.
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Tra filari di vite dalle perfette geometrie che attraversano piccoli paesi ricchi di storia, tradizioni, cascinali, cantine e segni dell'operosità umana: scopri la Franciacorta
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Itinerario Brescia e Lago d'Iseo

Soprannominata "Leonessa d'Italia" sfodera grandi doti turistiche grazie al suo ricco patrimonio artistico e ambientale
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Faro di Brunate

Sulla sommità del Monte Tre Croci, in località San Maurizio a Brunate, troneggia, con una storia quasi centenaria, il Faro di Brunate. Progettato nel 1927 dall’ingegnere Gabriele Giussani, è il regalo con cui la città di Como celebrò il suo illustre cittadino Alessandro Volta, a 100 anni dalla sua morte.   Per questo motivo il faro è conosciuto anche come Faro Voltiano, a ricordare il legame profondo tra Como e la scienza.  Con una pianta ottagonale, la torre è alta ben 29 metri e domina tutta la vallata sottostante. Dal tramonto all’alba la lanterna del Faro emette, alternati, fasci di luce verdi, bianchi e rossi che richiamano i colori della bandiera italiana e ne fanno un simbolo di memoria e identità.  All’interno, una scala a chiocciola di 143 gradini conduce verso due balconate circolari da cui è possibile ammirare non solo le città limitrofe di Chiasso e Cernobbio, ma anche la parte occidentale della catena alpina fino al Monte Rosa e, in giornate particolarmente limpide, addirittura la Madonnina sul Duomo di Milano. Sebbene si possa raggiungere la terrazza panoramica per godere della vista mozzafiato, purtroppo al momento non è possibile visitare l'interno del Faro e salire la scalinata a causa di lavori di ristrutturazione. Tuttavia, una valida alternativa, che permette di godere egualmente dell’atmosfera comense, può essere esplorare i paesaggi che circondano la torre attraverso un percorso di trekking.  L’ esperienza inizia già dal viaggio per raggiungere Brunate: la storica funicolare, attiva dal 1894, collega il centro di Como al piccolo borgo in pochi minuti, superando un dislivello di oltre 500 metri e regalando panorami mozzafiato durante la salita. Giunti a Brunate, il sentiero verso il faro si snoda lungo una mulattiera panoramica, immersa tra boschi di castagni, betulle e pini. Il percorso, di circa 1,2 chilometri, è adatto a tutti e offre numerosi punti di sosta dove ammirare il panorama sulla città, il lago e le montagne circostanti. Durante la camminata, si incontrano piccole cappelle votive, testimonianza della profonda spiritualità che ha sempre caratterizzato questi luoghi, e si respira un’atmosfera di pace e silenzio, lontano dal caos cittadino. La terrazza panoramica alla base del Faro è il luogo ideale per una pausa rigenerante, un picnic o semplicemente per lasciarsi incantare dal tramonto che tinge il lago di sfumature dorate e rosate. 
Ph: I Mille

Romagnese

Romagnese si presenta con le caratteristiche del borgo medievale anche se la sua origine è molto più antica essendo attestati ritrovamenti di origine romana. Molta della sua fortuna è dovuta all'ascesa del casato dei Dal Verme. Il casato dei Dal Verme governò questi territori e fece erigere il trecentesco Castello. Oggi, a testimonianza dell’antico splendore, sono rimasti due edifici che un tempo facevano parte del castello: la torre, e una costruzione in arenaria, con un bel portale ottocentesco. Nel comune di Romagnese, a 950 metri di altitudine, sulle pendici del Monte Pietra di Corvo, suggestivo affioramento di scura roccia vulcanica, si può visitare il Giardino Botanico di Pietra Corva. Si tratta di un Giardino nato per la conservazione e l'adattamento di piante montane originarie non solo delle Alpi ma anche di altri sistemi montuosi quali l'Himalaya e le Ande e che, grazie al particolare microclima della località si sono ambientate perfettamente. Una piccola parte della Riserva Naturalistica del Monte Alpe (Rete Natura 2000) si trova nel Comune di Romagnese, confinante con i Comuni di Menconico e Varzi ed è gestita da ERSAF - Regione Lombardia. Il casato dei Dal Verme governò questi territori e fece erigere il trecentesco castello. Oggi, a testimonianza dell'antico splendore, sono rimasti due edifici che un tempo facevano parte del castello: la torre, sede degli uffici comunali, e una costruzione arenaria, con un bel portale ottocentesco. Nella torre del castello di Romagnese si trova il  Museo dell'Appennino Lombardo delle quattro province. L'idea alla base della creazione di questo museo è ritrovare e conservare le tradizioni: vi si conservano utensili, arnesi, attrezzi e macchinari usati un tempo nel mondo agricolo e artigianale del territorio. La chiesa parrocchiale è dedicata a San Lorenzo e presenta una tela attribuita a Palma il Giovane e un peculiare altare ligneo detto "del Rosario". Tra i tanti oratori che circondano il paese merita una visita quello della Penicina dedicato alla Madonna di Caravaggio. La facciata in stile pisano è costruita a fasce alterne in cotto e arenaria. Le lesene risalgono al XVI secolo.
Romagnese

Il Resegone e i Piani d’Erna

Tutto il gusto della montagna tra relax e divertimento per le famiglie ai Piani d’Erna e le ascese più estreme sulle rocce verticali del monte manzoniano
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Infopoint Terre del Vescovado

I borghi, le vigne e i colli del Serio
Terre del Vescovado