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Il Resegone e i Piani d’Erna

Tutto il gusto della montagna tra relax e divertimento per le famiglie ai Piani d’Erna e le ascese più estreme sulle rocce verticali del monte manzoniano
Il Resegone e i Piani d’Erna

Varese: crederai ai tuoi occhi

Capolavori di arte e fede a Varese

Romagnese

Romagnese si presenta con le caratteristiche del borgo medievale anche se la sua origine è molto più antica essendo attestati ritrovamenti di origine romana. Molta della sua fortuna è dovuta all'ascesa del casato dei Dal Verme. Il casato dei Dal Verme governò questi territori e fece erigere il trecentesco Castello. Oggi, a testimonianza dell’antico splendore, sono rimasti due edifici che un tempo facevano parte del castello: la torre, e una costruzione in arenaria, con un bel portale ottocentesco. Nel comune di Romagnese, a 950 metri di altitudine, sulle pendici del Monte Pietra di Corvo, suggestivo affioramento di scura roccia vulcanica, si può visitare il Giardino Botanico di Pietra Corva. Si tratta di un Giardino nato per la conservazione e l'adattamento di piante montane originarie non solo delle Alpi ma anche di altri sistemi montuosi quali l'Himalaya e le Ande e che, grazie al particolare microclima della località si sono ambientate perfettamente. Una piccola parte della Riserva Naturalistica del Monte Alpe (Rete Natura 2000) si trova nel Comune di Romagnese, confinante con i Comuni di Menconico e Varzi ed è gestita da ERSAF - Regione Lombardia. Il casato dei Dal Verme governò questi territori e fece erigere il trecentesco castello. Oggi, a testimonianza dell'antico splendore, sono rimasti due edifici che un tempo facevano parte del castello: la torre, sede degli uffici comunali, e una costruzione arenaria, con un bel portale ottocentesco. Nella torre del castello di Romagnese si trova il  Museo dell'Appennino Lombardo delle quattro province. L'idea alla base della creazione di questo museo è ritrovare e conservare le tradizioni: vi si conservano utensili, arnesi, attrezzi e macchinari usati un tempo nel mondo agricolo e artigianale del territorio. La chiesa parrocchiale è dedicata a San Lorenzo e presenta una tela attribuita a Palma il Giovane e un peculiare altare ligneo detto "del Rosario". Tra i tanti oratori che circondano il paese merita una visita quello della Penicina dedicato alla Madonna di Caravaggio. La facciata in stile pisano è costruita a fasce alterne in cotto e arenaria. Le lesene risalgono al XVI secolo.
Romagnese

In Valsassina ai Rifugi Shambalà e Vittoria

L’Alpe Giumello (dal dialetto "giumel", cioè "gemello") è un’ampia distesa erbosa a nord della Valsassina alle pendici meridionali del Monte Muggio, l’itinerario proposto è un ottimo percorso nella natura con molteplici panorami sul Lago di Como, la Valsassina e la Grigna.   Si parte dalla Frazione di Indovero, dal parcheggio ci si immette lungo la strada che sale all’Alpe Giumello, si passa a fianco dell’incantevole Chiesa di San Martino e, percorsi 8 km, pochi metri oltre il cartello di benvenuto, si trova il Rifugio Shambalà dalla cui terrazza si gode un favoloso panorama sulla Grigna Settentrionale e tutta la Valsassina.Si prosegue in salita e si oltrepassa l’ampio parcheggio, si scende lungo la mulattiera alberata affiancando alcune tipiche casette montane di pietra e a breve si arriva al Rifugio Capanna Vittoria, anche da questo punto panoramico la vista è incantevole ed in un angolo della terrazza si trova un cerchio, entrando nel mezzo si possono osservare i nomi di tutte le montagne e località visibili. Si prosegue lungo la strada lasciata in precedenza e dopo un breve sterrato si arriva all’abitato di Alpe Chiaro, si va oltre dove il sentiero compie un’ampia curva a destra, svelando panorami sempre più vasti sul Lago di Como, qui le montagne si specchiano dell’acqua.Al termine del sentiero si trova uno spiazzo panoramico dove ci si può fermare per fare qualche foto al lago e in lontananza al Gruppo del Monte Rosa. Si ritorna al parcheggio e si prosegue a sinistra lungo il secondo breve tratto di sterrato che corre su una dolce dorsale erbosa, da questo punto favorevole si è letteralmente circondati dalle montagne tra cui il Legnone, il Pizzo dei tre Signori e sopra la Croce di Muggio a quota 1800 metri. L’escursione termina tornando al parcheggio, si scende lungo la strada dell’andata e al primo tornante si percorre la strada agrosilvopastorale che scende di quota, passa per l’Alpe Giumello, prosegue all’ombra di castagni e faggi centenari, affianca il Santuario della Madonna di Pomalecchio e poco dopo arriva al parcheggio lasciato alla partenza.Per i meno allenati o per chi desidera fare una facile pedalata con la famiglia, è possibile raggiungere l’Alpe Intelco in auto evitando la salita da Indovero riducendo l’itinerario e dal lì in un’ora circa percorrere l’itinerario di 4 km e poche manciate di metri di dislivello su larghi sterrati e sentieri.
In Valsassina ai Rifugi Shambalà e Vittoria

Passeggiata per tutti sul «Balcone d'Italia»

Escursione in Val d'Intelvi
Passeggiata per tutti sul «Balcone d'Italia»

Verso lo storico albergo del Pertüs

Un piacevole itinerario ad anello tutto da vivere quello che porta dal piccolo comune di Carenno sino all’ex Grande albergo del Pertüs.   Un edificio affascinante e dalla storia emblematica, scelto come luogo di soggiorno dal turismo del primo Novecento venne definitivamente chiuso negli anni Ottanta e così cristallizzato in quell'epoca di grande successi. Partendo dalla Ca’ Martì, la quattrocentesca sede del museo nel centro di Carenno, si arriva all'oratorio di San Domenico, rinomato perché affrescato all’interno dall’unica allegoria macabra esistente nel Lecchese. Con una breve deviazione, è visitabile la cava Garghentini, storico giacimento di calcare dolce per edilizia.Imbocchiamo il sentiero 815 che sale lungo le pendici del monte Ocone: si incontrano una cava di «spolverino» (l’intonaco di un tempo), il nucleo rurale di Monte Basso, la ben conservata calchera dell’Ocone e l’omonima e cava, posta proprio in corrispondenza del piano di faglia che divide la dolomia del gruppo del Resegone dal calcare di Zu.Transitando dallo storico passo degli Spagnoli o del Pertugio (appunto il Pertüs, nel dialetto locale), si giunge all’ex Grande albergo, a 1.183 metri di quota, meta turistica a 5 stelle di un tempo. Lungo il percorso della Dol (Dorsale orobica lecchese), si arriva in seguito alla Forcella Alta, col suo caratteristico laghetto e i ristori che consentono di rifocillarsi.Per tornare verso Carenno si può seguire il sentiero 817, uno degli antichi percorsi che presenta ancora ben conservati tratti di rissöl, la tipica selciatura in uso sulle mulattiere della zona. La Valle Imagna, con il suo notevole patrimonio storico e naturale, regala angoli suggestivi a chi è alla ricerca di pace e divertimento in montagna.
Verso lo storico albergo del Pertüs

Un sentiero davvero per tutti

Dalla Forcella Bassa di Carenno (Lecco) fino all’ex convento del Pertüs, circa 1.500 metri davvero alla portata di tutti.   La maggior parte del sentiero a utenza ampliata ha il fondo in cemento, un marciapiede protetto senza barriere architettoniche che può essere percorso sia da persone disabili in carrozzina sia da famiglie con passeggini. Per coloro che hanno difficoltà di vista, ciechi o ipovedenti, il sentiero ha lunghi tratti affiancati da corrimano e verranno installati dei rivetti per segnalare interruzioni e la presenza di cartellonistica in braille. Punto di appoggio è il bar ristoro al laghetto del Pertüs, a Costa Valle Imagna (Bergamo). Lì è possibile parcheggiare auto e pulmini e imboccare la strada da Forcella Alta (1.309 m) a Forcella Bassa. Alcuni mezzi riescono a percorrere anche questo tratto, che è una carrareccia, ma per facilitare il transito Comune di Carenno e Comunità montana Lario orientale e valle San Martino lo sistemeranno fino all’inizio del sentiero per tutti, con possibilità di parcheggio. Dalla Forcella Bassa (1.167 m), davanti alla casa di Romilda, parte il percorso a utenza ampliata. Ha un lieve dislivello ed è immerso nella natura: il panorama spazia dai laghi alla Pianura padana. Poco più sotto, bianchissimo nel verde, c’è il santuario della Forcella di Boccio dedicato alla Madonna della Cintura, il cui tetto è stato rifatto dai volontari e inaugurato nel 2017 durante la festa di fine agosto. Più avanti le località Ca’ Rasmì (1.182 m) e Pertusino (1.180 m), per poi giungere all’ex convento (1.192 m). Da qui si può scegliere di fare ritorno alla Forcella Bassa dall’itinerario a utenza ampliata oppure, per chi non ha difficoltà a muoversi su un tradizionale percorso montano, rientrare sul sentiero 571 della Dol-Dorsale orobica lecchese, leggermente più in quota, passando per il monte Picchetto (1.310 m) e di nuovo al laghe o del Pertüs. (Ph: Laura Benaglia)
Un sentiero davvero per tutti

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