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Siti palafitticoli preistorici delle Alpi

Villaggi preistorici eccezionalmente conservati

Montecalvo Versiggia

Montecalvo Versiggia sorge in posizione collinare, di fronte all'antico borgo di Soriasco. La storia del paese si intreccia e coincide sino alla fine del XVII secolo con quella del suo castello, appartenuto per secoli ai Beccaria, che oggi si presenta come elegante e austero palazzo signorile. Nella seconda metà dell’Ottocento, la produzione vitivinicola inizia ad assumere un grande rilievo nell’economia locale e a imporsi nel paesaggio quasi come una monocoltura. Oggi Montecalvo Versiggia si colloca al primo posto fra i comuni oltrepadani produttori di Pinot, insieme a Rocca de’ Giorgi e Canevino. La chiesa della Madonna dell'Uva sorse nel XII secolo, su un poggio isolato, non lontano dal paese, ed era allora dedicata a Sant'Aiessandro. Nel Seicento ospitava le sepolture dei Beccaria. Nella seconda metà dell'Ottocento, quando la produzione vitivinicola iniziò ad assumere un grande rilievo nell'economia locale e a imporsi nel paesaggio quasi come una monocoltura, la La famiglia Pisani Dossi, proprietaria del castello e delle sue pertinenze, vi collocò la tela della Madonna dell'uva, commissionata a Tranquillo Cremona, e successivamente trafugata: l'attuale affresco risale agli anni Ottanta del Novecento. Ogni anno presso quest'antica pieve si celebra solennemente la conclusione della vendemmia con una grande festa. Da ricordare l’originale Museo del Cavatappi. L'esposizione sistemata in un vecchio edificio, annesso alla chiesa parrocchiale di S. Alessandro, un tempo adibito a canonica e in seguito a scuola elementare, raccoglie oltre 200 esemplari che vanno dai primi del Settecento fino ai giorni nostri. Photo:  Centro del Pinot Nero
Montecalvo Versiggia

Tour in A35 Brebemi: Covo

Covo è un comune situato nella provincia di Bergamo che fin dall'epoca romana collegava Milano a Brescia attraverso Cassano d'Adda. Questa zona è famosa per il suo patrimonio artistico e culturale, essendo stata abitata sin dalla preistoria come dimostrano i numerosi reperti archeologici rinvenuti in loco. In particolare, sono stati trovati importanti resti risalenti all'epoca romana.
Tour in A35 Brebemi: Covo

L'oasi di spinadesco

Nel Comune di Spinadesco, sulla riva sinistra del fiume Po, a sud dell’abitato, è presente un’area appartenente alla rete di protezione ambientale europea detta “Rete Natura 2000”. Essa è costituita da una Zona di Conservazione Speciale, dapprima istituita come Sito di Interesse Comunitario e destinata alla tutela di specie selvatiche e dell’habitat o ambiente naturale, e da una Zona di Protezione Speciale deputata alla tutela degli uccelli. Queste aree protette, comprese tra il fiume e l’argine maestro, tutelano superfici rivierasche del Po, per circa 300 ettari. Sulla stessa area, un tempo esisteva una riserva di caccia; nel 1994 la provincia di Cremona vi aveva già istituito un’oasi naturalistica, nota come “Spiaggioni di Spinadesco”, con lo scopo di proteggere gli animali che popolano le spiagge, le lanche e i boschi e consentire alla fauna selvatica che qui vive o transita nelle migrazioni di trovare rifugio per la riproduzione e la sosta. Dal punto di vista morfologico il sito comprende un ecosistema creato dal fiume Po e che tende a modificarsi in occasione di ogni piena quando la portata del fiume può raggiungere valori massimi fino a trenta volte superiori alla sua portata ordinaria.In condizioni di magra, infatti, il fiume scorre all’interno del solco che attraverso l’azione erosiva delle proprie acque ha inciso nella pianura, solco che risulta delimitato da vere e proprie scarpate dette scarpate morfologiche o scarpate a terrazzo. Quando tuttavia il fiume si ingrossa, a seguito di abbondanti e persistenti precipitazioni, le acque superano il livello della scarpata di riva, invadono la golena e arrivano fino all’argine maestro, a volte molto vicino alla sommità dell’argine stesso.In questi casi, il percorso del fiume, che in condizioni ordinarie scorre lento e serpeggiante formando continue anse e meandri, può subire improvvisi mutamenti provocati dall’aumento sia della portata dell’acqua, che della velocità della corrente.Può succedere, infatti, che il fiume tracci un nuovo solco rendendo rettilineo il suo percorso, in tal caso il vecchio meandro può rimanere completamente o parzialmente isolato formando una lanca. Questo bacino d’acqua, con la tipica forma a luna, nel tempo si riduce e si separa dal fiume a causa dei depositi fluviali, mentre le sue sponde si rivestono di vegetazione. Quest’ultima, con il passare degli anni tenderà a ingombrare completamente la lanca fino a determinare il suo interramento.

Da Cassano a Lodi sulla sponda dell'Adda

Dalla stazione ferroviaria di Cassano d’Adda si percorre l’angusta passerella sul canale delle Muzza per poi scendere a sinistra e imboccare la strada d’argine puntando a nord e al centro di Cassano.   Giunti al ponte sull’Adda lo si attraversa e si segue la ciclabile che scende lungo Via Rivolta, poco oltre la si attraversa, in Località Cascate, seguendo sempre su ciclabile la via omonima verso sud, ad una santella si segue la ciclabile che svolta a sinistra e percorre Via San Pietro Cascine, poco prima dell’omonimo borgo si svolta a destra, sempre su ciclabile, lungo Via Cascina Belvignate, e quindi ancora a destra sulla strada provinciale 130, ci si ritrova nuovamente sulla via per Rivolta, si svolta a sinistra e si scende, dopo 600 metri circa, poco oltre il cartello che segna l’ingresso in provincia di Cremona, la si abbandona e, a una sbarra, si imbocca un sentiero che, sulla destra, attraversa un fosso e poi lo costeggia, in mezzo ai campi, sino sulle sponde del Fiume Adda. Seguendo fedelmente la sterrata che percorre l’argine del fiume si giunge ai resti del ponte vecchio e al Parco della preistoria di Rivolta d’Adda, il tracciato prosegue su strada sterrata con un evidente segnaletica direzionale che accompagna fino alle porte di Lodi, si pedala immersi nel verde, attraversando boschi golenali lambiti dalle acque dell’Adda e affacciandosi su paesaggi agricoli dalle geometrie regolari, scandite da fossi e da filari, si giunge presto alle storiche opere di presa del Canale Vacchelli, per poi proseguire oltre tra i coltivi e le golene che bordano il fiume, la strada sterrata termina nei pressi di alcune cave di ghiaia dove si sbuca sulla provinciale che unisce Boffalora a Lodi quindi si svolta a destra e si percorre la ciclabile che conduce al ponte sull’Adda e al centro storico di Lodi dove c’è il giro di boa e ci si può godere una meritata pausa.
Da Cassano a Lodi sulla sponda dell'Adda

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