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Teatro Amilcare Ponchielli

Opera, concerti, prosa, danza e molto altro in un gioiello neoclassico nel cuore di Cremona, il Teatro Ponchielli firmato Canonica

Hegedüs di Stradivari al Museo del Violino

Il violino Hegedüs, realizzato da Antonio Stradivari intorno al 1692, sarà esposto da domani (venerdì 22 settembre) a Cremona, al Museo del Violino, cui è temporaneamente affidato da un collezionista privato nell’ambito del progetto Friends of Stradivari. Appartiene a quella generazione di strumenti più grandi in cui il celebre liutaio cremonese abbandona la tradizione di Amati per un proprio modello di riferimento. Recenti studi condotti in Inghilterra, infatti, hanno individuato corrispondenze geometriche con la forma “PG”, la stessa utilizzata per la costruzione del celebre violino Messia 1716. La storia dell’Hegedüs è documentata dal 1801, quando Johan Betts ne annotò la proprietà del Capitano Coggan. È probabile si trovasse già a Londra, forse portato da uno dei musicisti italiani che, nel XVIII secolo, si trasferirono oltremanica. Lo strumento passò quindi al signor Wasborough di Bristol e, in seguito, a una famiglia chiamata Purrier, uno dei cui membri era musicista alla corte di re Giorgio III. Rimase in loro possesso fino alla metà del XIX secolo, quando fu venduto al dottor Selle, di Richmond, nel Surrey. Nel 1907 fu acquistato da Hill & Sons e, nel 1932, e ceduto a Robert Bower, quindi a Ferencz Hegedüs (1881-1944), famoso solista e direttore ungherese: nato a Fünfkirchen, figlio di due musicisti, studiò al Conservatorio di Budapest con Jenö Hubay. Il suo stile interpretativo aveva i caratteri tipici della scuola violinistica ungherese, ma questi tratti erano smorzati nelle interpretazioni di autori di epoca classica. Debuttò a Londra all’età di 16 anni. Visse in Svizzera fino al 1930, quindi si trasferì in Inghilterra. Nel settembre 1933 lo strumento fu presentato dalla famosa rivista di liuteria The Strad. Ora sarà possibile ammirarlo nello “Scrigno dei Tesori” del Museo del Violino fino alla prossima primavera.

I formaggi

Ben sei formaggi prodotti nel Cremonese hanno ottenuto il riconoscimento DOP (Denominazione di Origine Protetta): grana padano, provolone valpadana, taleggio, quartirolo lombardo, gorgonzola e salva cremasco.

Soncino, Rocca Sforzesca

Uno dei Borghi più belli d’Italia, con la sua antica Rocca Sforzesca
Rocca Sforzesca, Soncino

Navigazione Pizzighettone- Fiume Adda

Si torna a navigare, anche il sabato pomeriggio, sul fiume Adda, con partenza da Pizzighettone
Navigazione Pizzighettone - Fiume Adda

Il fiume Oglio tra storia, cultura e tradizione

Una giornata alla scoperta della pianura bagnata dal fiume Oglio: visita al borgo di Soncino e lavorazione della creta

Museo archeologico Platina

Il Museo di Piadena è il museo archeologico di riferimento per la parte orientale della provincia di Cremona. Presso questa istituzione infatti sono confluiti i materiali archeologici rinvenuti in un territorio - quello del Piadenese, del Casalasco e aree circostanti.

Ciclabile delle città murate

Da Soncino a Pizzighettone in bici, passando per città ricche di storia e cultura
Ciclabile delle città murate

Carate Brianza

Dalla Basilica dei Santi Pietro e Paolo a Villa Cusani Confalonieri, Carate Brianza è un piccolo scrigno da scoprire.
Villa Cusani Confalonieri, Carate Brianza

Costa de' Nobili

Costa de' Nobili sorge su un poggio circondato dai terreni sabbiosi e argillosi delle depressioni del Po e dell'Olona.  All'inizio del Duecento Costa divenne proprietà dei Pietra di Pavia. Risale ai secoli XIII-XIV il complesso del castello formato da due fabbricati (uno dei quali è l'antico Palazzo, sede del Municipio) uniti da una torre centrale. Ai lati d'innalzavano altre due torri, oggi mozzate. La torre centrale, alta 20metri, ma ridotta allo stato di rudere, insisteva sull'antico androne d'accesso al castello. Sulla Statale n. 234 che da Pavia conduce a Cremona, a circa 20 Km da Pavia, un bivio conduce a Costa de’ Nobili, piccolo centro del Pavese sorto su alcuni dossi di terreno sabbioso e argilloso che il Po e l’Olona hanno accumulato nel corso di millenni. Negli ultimi decenni molte di queste alture sono state livellate, perché usate come cave di sabbia per la costruzione di strade, argini di difesa dei due fiumi e come materiale per l’edilizia. Come rileva don Gianfranco Maschero-ni nel suo libro “Costa de’ Nobili Pietra e la chiesa di S. Maria Assunta” (Pavia 1982), furono i re longobardi, in specie Liutprando (VIII secolo), a favorire l’insediamento in queste terre selvagge e paludose, soggette a frequenti piene, legandole, mediante donazioni, ai monasteri benedettini di Santa. Cristina e del Salvatore in Pavia. Tra esse vi fu la località Costa, così chiamata originariamente per la sua posizione sopraelevata rispetto alla zona circostante.

La Via Francigena pavese in bici

La Via Francigena è stata per secoli il collegamento principale tra Roma e l’Europa, e continua a esserlo anche oggi se è vero che nel 2004 è stata proclamata dal Consiglio d'Europa “Grande Itinerario Culturale Europeo” e nel 2007 “Reseau porteur”, rete portante. Per la Provincia di Pavia il tratto pavese della Via Francigena (ma pure l’intero suo cammino) è un modello di riferimento nella valorizzazione e nel recupero architettonico e ambientale dell’intero patrimonio artistico e culturale della provincia. La Via Francigena è insomma una risorsa, da condividere e da proporre ai pellegrini e ai turisti così come agli stessi cittadini, mostrando quanto di più bello - le chiese,  i monumenti, l’Università, il fiume, i boschi - possiedono i territori che l’abbracciano. Il tratto della Via Francigena che attraversa la provincia di Pavia parte da Palestro, cuore della Lomellina, e arriva a Chignolo Po, per un totale di 126 chilometri che può essere affrontato in tre grandi tappe: la prima, lunga circa 42 chilometri, va da Palestro a Tromello; la seconda, di 32 chilometri, da Tromello a Pavia l’ultima (52 chilometri) da Pavia alla frazione Lambrinia di Chignolo Po. Tre percorsi quante furono le tappe fatte in terra pavese da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, nel suo viaggio di ritorno da Roma: Santa Cristina Bissone, Pavia e Tromello, rispettivamente la 40esima, la 41esima e e la 42esima delle 79 tappe totali del percorso europeo. L’itinerario descritto qui è stato pensato per chi ama viaggiare sulle due ruote; il percorso può essere affrontato sia con le mountain-bike che con le city-bike, e non presenta difficoltà altimetriche particolari: il dislivello massimo è inferiore ai 15 metri, con la quota massima di 121 metri a Palestro e la minima di 50 a Lambrinia, sull’argine del Po, ultima tappa del viaggio in terra pavese. Il punto di partenza è invece il ponticello in legno sul cavo Crocettone, al confine tra la provincia di Vercelli e la provincia di Pavia. In provincia di Pavia, il tratto ciclabile corre in prossimità di due linee ferroviarie, la Pavia-Mortara-Vercelli e la Pavia Codogno-Cremona, sulle quali è consentito il trasporto di biciclette. Sulle strade aperte al transito motorizzato si consiglia invece di usare sempre il casco e di percorrerle preferibilmente tra le 9 e le 11.30 del mattino e tra le 14 e le 17 del pomeriggio, per evitare gli orari di punta del traffico.
Ponte Coperto Pavia

Ciclovia del Parco Oglio Nord

Uscita A35 Calcio (da Milano) o Chiari Ovest (da Brescia).
Parco Oglio Nord