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Nelle Terre tra Oglio e Po

Il paesaggio fra l’Oglio e il Po ha una fascino molto particolare poiché, pur essendo immersi nella pianura, si riescono a scorgere nello stesso momento le Alpi e gli Appennini. C’è un sentire artistico comune del territorio, dovuto in special modo alla famiglia Gonzaga e a Vespasiano Gonzaga che fa di Sabbioneta la sua corte, trasformando quest'area in importante centro culturale ed artistico.  Da Casalmaggiore si segue l'argine del Po, in direzione di Cremona, sino a raggiungere Torricella del Pizzo. Prendiamo a destra, sulla strada sterrata sino alla provinciale, da percorrere per poche centinaia di metri con grande attenzione. A destra, seguiamo la strada sterrata e rientriamo a Scandolara Ravara e poi verso Casalponzone su strada secondaria sino a raggiungere Solarolo Rainerio.Da qui si segue la ciclabile fino a San Giovanni in Croce e, superata la ferrovia, si prende a destra sino alla periferia di Rivarolo Mantovano Proseguendo arriviamo nel centro di Rivarolo del Re e andiamo verso la zona industriale, al termine della quale inizia la strada sterrata. Al primo incrocio andiamo a destra fino al centro di Sabbioneta.Da qui la strada secondaria ci porta alla stazione di Casalmaggiore. ITINERARIODistanza: 51.2 km Difficoltà: facileFondo stradale: asfalto e sterratoDislivello: + 170 m, -169 m (Pendenza max: 2.1%, -2.7% Pendio medio: 0.4%, - 0.4%)Adatto a: tuttiTipologia di bicicletta consigliata: MTB e ibrida ALCUNI PUNTI DI INTERESSE Museo del Bijou a CasalmaggioreIstituito nel 1986 il Museo si trova nell’ex Collegio Santa Croce, fondato dai Padri Barnabiti nel XVIII secolo. Sono conservati oggetti d’ornamento e accessori prodotti dalle fabbriche di Casalmaggiore. Geolocalizzazione su mappa: 44.98573, 10.41611    Parco della Golena del Po tra Casalmaggiore e Martignana PoIl parco interessa le aree del fiume Po nei comuni di Casalmaggiore e Martignana Po. Permangono qui lembi di formazioni boschive con prevalenza di salice bianco, ontano nero e olmo.Geolocalizzazione su mappa: 44.98923, 10.40624    Chiesa di Santa Maria dell’Argine a CasalmaggioreDella chiesa originaria si conserva il solo campanile romanico mentre il resto dell’edificio risale a più ristrutturazioni e ampliamenti a partire dal XV° secolo. La facciata è oggi addossata all’argine maestro del Po.Geolocalizzazione su mappa: 44.99527, 10.40734    Chiesa della Madonna della Pace a Scandolara RavaraLa Chiesa antica risale alla seconda metà del quattrocento. Presenta una facciata in puro stile romanico-lombardo, in cotto. Gli affreschi sono capolavori pittorici del Pampurino. Geolocalizzazione su mappa: 45.05622, 10.29368    Museo dei Cordai a CastelponzoneNel Museo sono raccolti gli attrezzi usati nelle diverse epoche per la fabbricazione della corda, un vasto campionario di corde, manufatti e foto storiche che riprendono i cordai durante il loro lavoro.Geolocalizzazione su mappa: 45.06291, 10.31271    Villa Medici del Vascello a San Giovanni in CroceEretta nel 1407 la villa acquista prestigio tra XV e XVI secolo con Cecilia Gallerani, ritratta da Leonardo da Vinci nel 1488-90. Oggi la villa è sede di regolari visite guidate ed ospita eventi culturali.Geolocalizzazione su mappa: 45.07793, 10.37288  Villa Mina della Scala a CasteldidoneElegante villa dalla struttura quadrilatera con torri, torrette e mura di recinzione, è stata eretta da un componente del casato Schizzi nel 1596. Le decorazioni degli interni, invece, sono tutte Settecentesche.Geolocalizzazione su mappa: 45.07263, 10.40511   Cinta muraria di Rivarolo MantovanoLa Cinta è stata edificata tra il 1580 ed il 1590 grazie al riordino urbanistico voluto da Vespasiano Gonzaga. In origine composta da quattro coppe di torri merlate, oggi se ne conservano solo tre.Geolocalizzazione su mappa: 45.06886, 10.43169   Palazzo del Bue a Rivarolo MantovanoIl Palazzo Settecentesco è appartenuto a Giovanni del Bue, personaggio illustre di Rivarolo, che lo utilizzò come sua residenza fino al XIX secolo. Oggi è in uso al Comune come spazio al servizio della comunità.Geolocalizzazione su mappa: 45.07071, 10.43222   Palazzo ducale di SabbionetaEdificato nel 1559, fu la residenza di Vespasiano Gonzaga che alla sua morte lo lasciò in eredità alla figlia Isabella Gonzaga. All'interno si trovano degli affreschi di Bernardino Campi e Alberto Cavalli.Geolocalizzazione su mappa: 44.99946, 10.48975   Teatro dell'Antica di SabbionetaNel 1588 Vincenzo Scamozzi disegnò per il duca Vespasiano il progetto di un teatro di corte, che fu poi realizzato tra il 1588 e il 1590. Rimane oggi il primo esempio di teatro stabile in Europa.Geolocalizzazione su mappa: 44.99895, 10.48905    Chiesa dell'Incoronata a SabbionetaVenne costruita tra il 1586 e il 1588 sulle rovine di San Niccolò e fatta demolire da Vespasiano Gonzaga. Al suo interno è collocato il monumento funebre di Vespasiano, realizzato nel 1592 da Giovanni Della Porta.Geolocalizzazione su mappa: 44.99994, 10.48894 
Nelle Terre tra Oglio e Po

Borgarello

Borgarello si trova nel Pavese, nella pianura a nord di Pavia, lungo il Naviglio Pavese. In epoca viscontea fu incluso nel Parco Nuovo, vasta tenuta di caccia tra il Castello di Pavia e la Certosa.   Il Parco Visconteo Anticamente Barco (Barcho Vecchio) di Pavia, con un'ampiezza di 14 km2e un perimetro di 15 km, fu voluto da Galeazzo II Visconti dopo il 1360. Recintato con un muro di mattoni alto 4 braccia (due metri e mezzo), si estendeva dalla città verso nord sino a Cantone delle Tre Miglia (Borgarello), San Genesio e Due Porte. Una trentina d'anni dopo, il successore Gian Galeazzo ampliò il Parco sino a 22 km2, estendendolo verso Nord da tre a cinque miglia e costruì un nuovo muro, a proseguimento del primo, a racchiudere Torre del Mangano, Porta d'Agosto, Ponte Carate e Porta Chiossa. Il muro di cinta fu completato intorno al 1399: lungo quasi 25 km, aveva uno spessore di tre teste di mattone (quasi 90 cm), fondamenta profonde due braccia (circa m 1,25), era alto 4 braccia (due metri e mezzo) e terminava con un tettuccio alto un altro braccio. Alla costruzione e alla manutenzione del Parco furono necessarie massicce opere di sistemazione idraulica, opere di fine ingegneria, che come i Navigli milanesi anticiparono l'opera di Leonardo. Il parco era ricco di boschi, di querce, castagni, ontani e olmi. Un grande giardino di caccia, dai paesaggi magicamente intrecciati di natura e di artificio, nel quale persino i nomi dei luoghi vennero cambiati e quasi tutte le tracce più antiche si persero per celebrare le opere e le glorie della nuova famiglia di Signori, eccettuati solo il nome di Borgarello e le dediche delle due chiese di Borgarello e di Torre del Mangano a due "santi guerrieri": l'una a San Martino di Tours, santo legato ai pellegrinaggi, l'altra a San Michele (dedicazione tradizionalmente legata alla storia del Longobardi). Le porte del Parco conservano ancora il loro nome, a distanza di oltre sei secoli, mentre le tracce di dedicazioni più antiche sono sepolte e scomparse. Dopo Ludovico il Moro (1500) iniziò la decadenza del Parco. Dopo la battaglia di Pavia (1525), nel muro di cinta furono aperte numerose brecce, e poi ampi tratti di muratura caddero o furono asportati dai contadini per reimpiegarne i mattoni, sino alla sua totale demolizione. Il Naviglio Pavese Iniziato nel XVI secolo dagli Spagnoli e poi interrotto, il progetto fu ripreso in età napoleonica e ultimato sotto il governo austro-ungarico nel 1819. Fino all’ultimo dopoguerra fu importante come canale di irrigazione e come via di navigazione; chiatte trainate da cavalli trasportavano allo scalo milanese di Porta Ticinese la ghiaia del Ticino (e occasionalmente anche passeggeri disposti a un viaggio piacevole, ma lungo un’intera giornata). La navigazione era favorita dalla lievissima pendenza e dalla presenza di conche – di concezione leonardesca – per superare i dislivelli.  L’Alzaia, che costeggia il Naviglio, nei documenti dei secoli XV e XVI, era detta “la stradella del Duca” o “ stradella del Signore”. Fino a tempi recenti, dove ora è situato il ponte, un muretto in granito delimitava l’affaccio da Borgarello sull’Alzaia: il cosiddetto “sasso”. Da qui il modo di dire locale “d’la Rüsa al Sass” per indicare i due limiti estremi est e ovest del paese.  Lungo l'Alzaia del Naviglio Pavese scorre la ciclabile che  da Milano conduce, seguendo le acque del fiume per 30 km, alla Certosa di Pavia e con altri 6 km al centro storico di Pavia. Cascina Repentita Vestigia dell'antico Parco Visconteo sono ancora visibili presso la Cascina Repentita - già citata con questo nome in un atto del 1111 (probabilmente per il fatto che nell'Alto Medioevo ospitava, o aveva ospitato, una comunità di recupero per le "prostitute pentite di Pavia"), situata sulla strada interpoderale che collega la Cantone Tre Miglia ai borghi di S. Genesio e Mirabello, citata già in un atto del 25 gennaio 1111. Una cascina con la tipica base quadrata delle costruzioni rurali lombarde, rimaneggiata e con la parte storica in cattivo stato di conservazione. Tra le risaie e vicino alla linea ferroviaria. La rese famosa Francesco I, re di Francia. Questa è una cascina di importanza storica. Cercate la lapide che ne spiega le ragioni. La leggenda narra che la Zuppa alla Pavese nacque qui, preparata da una contadina, come piatto improvvisato; ne conoscete la ricetta? Lo scontro tra francesi e spagnoli è iniziato “sul far dell’alba”, chiudete gli occhi e immaginate i colori e i rumori della battaglia. Vuole la tradizione che il giorno della sua sconfitta Francesco I vagasse per le campagne attorno alla città, stanco e affamato ("Tutto è perduto, fuorchè l’onore e la vita, che è salva"). La vita gliel’avrebbe salvata una contadina, cui il sovrano si era rivolto per avere del cibo. "Sul fuoco del camino bolliva un brodo di barlande (borragine) e non di carne", merce rara per l'epoca, una fetta di pane casereccio, cotto la domenica nel forno comune con le altre donne della cascina, e un uovo fresco.  Il re apprezzò e firmò l'atto che lo allontanò per sempre da queste lande. Francesco I, tornato in patria dopo un anno di prigionia, introdusse a corte questa zuppa che ebbe un tale successo da divenire ben presto una celebre pietanza destinata a fama secolare. Fonte: Comune di Borgarello Photo: Comitato “Villa in Comune”

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