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Mantova e dintorni: le 10 località più visitate nel 2019

Quando finalmente si programma un viaggio per visitare Mantova e dintorni, insorge un grosso problema: come scegliere fra tutte le meraviglie che sorgono in questo ricco territorio?  Nella Provincia di Mantova non c’è solo lo splendido capoluogo, città medioevale che nasce dall’acqua, ma vi si trovano infatti incantevoli borghi dagli aspetti più variegati. E’ l’eterogeneità il fil rouge che lega tutto il territorio mantovano, rappresentata dalle innumerevoli tracce architettoniche ed artistiche che la storia ha lasciato: dai leggendari palazzi, come Palazzo Te e Palazzo Ducale, alle chiese; dalle torri alla casa del Rigoletto e a quella del Mantegna luoghi che non solo raccontano quell'affascinante passato popolato dai Gonzaga, dai Bonacolsi e da Matilde di Canossa, ma che ospitano esposizioni ed allestimenti poliedrici. Ma l’eterogeneità di questo territorio è data anche dal suo rigoglioso patrimonio naturalistico, dove le sue distese verdissime e il suo fiume, il Mincio, si fondono con un’ampia gamma di piste ciclabili.Infine non si dimentichi i sapori genuini delle sue specialità enogastronomiche che non necessitano di presentazione: i tortelli alla zucca, il risotto al tartufo, la sbrisolona… Queste prelibatezze vi aspettano nelle mille sagre e fiere che animano un territorio accogliente e particolarmente ospitale. Siete pronti per immergervi in questo fantastico viaggio che vi condurrà a vivere momenti incredibili? Eccovi allora un piccolo aiuto … vi presentiamo le 10 destinazioni più visitate del territorio mantovano secondo i dati ufficiali dell’ISTAT inerenti le presenze turistiche nel 2019, riferiti ai soli esercizi alberghieri e non alberghieri, con l’esclusione della categoria “altri alloggi privati’’. Siete curiosi? Allora partiamo subito!! (Immagine di Copertina: Ph @viaggi.corriere.it) 

Le contesse al Polirone

Matilde di Canossa e Lucrezia Pico della Mirandola
Le contesse al Polirone - Tomba di Matilde - San Benedetto Po

Strada Vino e Sapori Valtellina

Una strada panoramica tra i vigneti terrazzati
Strada vino e sapori Valtellina, percorriamola insieme

Lago di Comabbio

Un'oasi felice per gli amanti degli sport d'acqua
Lago di Comabbio

Parona

Piccolo centro della Lomellina, situato tra i territori di Vigevano, Mortara e Cilavegna, Parona conta circa 2.000 abitanti, distribuiti in un'area di 9,34 kmq. ad un'altitudine di 113 metri sul livello del mare (clicca qui per la piantina del centro abitato). Parona è un borgo di origine antica, che nel volgere di pochi anni si è trasformato, da paese rustico ed in un certo senso "vecchio", in un comune moderno, dinamico ed ospitale. Col passare degli anni, infatti, l'economia del paese si è andata gradualmente modificando: da centro agricolo qual era, è diventato poco per volta un paese di piccoli artigiani ed imprenditori, nonchè paese residenziale per i numerosi operai che lavorano nei vicini centri lomellini. Parona sta ridefinendo in questi anni la sua identità, ma rimane un paese a misura d'uomo, immerso in una campagna che crea scenari sempre nuovi e suggestivi, con alcune particolarità che meritano di essere conosciute. Il bambino di cera Degna di nota è la Chiesa parrocchiale, dedicata a San Pietro Apostolo, ricca di pregevoli affreschi. Nell'altare della Madonna, entro una bella urna di legno dorato, si venera un Bambino Gesù di cera del 1700 (nella foto a lato, in una esposizione per il Natale), che è stato posto nella Basilica della Natività di Betlemme e deposto nella notte di Natale, nel luogo stesso dove i pastori adorarono il celeste infante. La chiesa conserva inoltre la maestosa tela "Tibi dabo claves", del pittore paronese Lorenzo Toma; dello stesso autore le quattordici tele della Via Crucis, lungo la navata centrale. Caratteristica anche la Chiesa di San Siro, da anni non più utilizzata per le funzioni religiose, il cui campanile (foto in alto) è considerato simbolo di Parona, essendo stato scelto come emblema raffigurato sulle confezioni delle "Offelle di Parona". A Parona esisteva anche un Castello, in cui dimorarono alcune famiglie feudatarie, di cui però rimane ben poco. Piazza Nuova Tra le opere architettoniche di rilievo, in primo piano si inserisce Piazza Nuova (foto a lato); inaugurata nel 1989, ha ridato un nuovo volto al centro del paese. Nel nostro piccolo paese sono ancora evidenti, tuttavia, i segni del proprio passato rurale, che ci rimandano ad un tempo neanche tanto remoto, in cui la vita di tutti i giorni era difficile, ma semplice e genuina, con le sue tradizioni tramandate di padre in figlio, di cui parte essenziale era l'aspetto religioso. Un filo comune che legava tutte le persone era la lingua utilizzata, il dialetto, parlato veramente da tutti, dalle persone anziane ai bambini; questa parlata è ormai praticamente scomparsa tra le giovani generazioni. La cascina Scocchellina Per scoprire il trascorso rurale del paese può essere interessante una visita nella parte orientale, ove si trovano le tracce del mondo rurale paronese, ad iniziare dal mulino Santo Spirito, per poi proseguire con le vicine cascine ancora in funzione: la Cascina Castello o "Cascinino" e la Cascina Scocchellina (nella foto) che prende il nome dai ritrovamenti archeologici, "cocci", nella zona circostante. Vi è poi la Cascina Scoglio, che racchiude all'interno numerosi e suggestivi gruppi marmorei ispirati a scene di mitologia agreste, della fine anni venti, nonché affreschi raffiguranti le quattro stagioni. Lungo la statale per Vigevano, si trova la Cascina Naìna, ora adibita a ristorante, in cui si notano, oltre alle decorazioni sugli edifici, i comignoli, riproducenti in modo molto fedele quelli di piazza Ducale di Vigevano. Più difficili da ritrovare sono gli aspetti gastronomici caratteristici della nostra zona, anche se in questi ultimi decenni sia a Parona, con l'ormai famosa Sagra dell'Offella, sia in altri paesi della Lomellina, si tengono varie manifestazioni per la riscoperta e la tutela dei prodotti tipici. Dal punto di vista ambientale, degno di nota sono il Bosco Acqualunga con il vicino Parco Nuovi Nati ed il Bosco Rampi. Oltre al già citato Lorenzo Toma, vi sono altri personaggi degni di nota, benefattori della nostra Comunità; vissuti a Parona nel XIX secolo, hanno legato il loro nome ad una parte della storia del nostro piccolo borgo. Dal punto di vista culturale, sono da segnalare diverse opere letterarie pubblicate da autori locali: alcune ricerche sul nostro borgo realizzate dagli storici Mario Rampi ed Angelo Gravanaldi, due raccolte di poesie, composte da Lino Negri e da Paola Bellavite, una fiaba pubblicata da Carla Masutti ed una pubblicazione per ragazzi ("Il mio paese") edita dalla Pro Loco, che ogni anno ne dona copia ai ragazzi che frequentano la prima classe elementare. E' anche stato completamente risistemato l'Archivio storico comunale. E, per finire le presentazioni, non possiamo non accennare alle manifestazioni che la nostra Pro Loco organizza nel corso dell'anno, prima fra tutte la già citata; "Sagra dell'Offella", il primo fine settimana di ottobre, la cui prima edizione risale al 1969. Più recenti, ma sempre di grande attrattiva, sono due altri eventi molto importanti: "Parona téra böna", che si tiene la prima domenica dopo Pasqua, e "Un paese per giocare", il 2 giugno. Ultima nata in casa Pro Loco una grandiosa "Caccia al Tesoro". (Fonte Proloco Parona www.parona-lomellina.it) Photo: Alessandro Vecchi / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)

Castiglione Olona e il complesso della Collegiata

Il borgo di Castiglione Olona ha origini antichissime: fu castrum romano, quindi villaggio conteso dai Visconti e dai Torriani che a lungo si combatterono per avere il predominio su questo territorio posto lungo le rive del Fiume Olona. Entrando nel borgo vi sembrerà di camminare in un’epoca lontana: da non perdere la Chiesa di Villa o del SS. Corpo di Cristo, il Palazzo Branda Castiglioni, i fotogenici ruderi della porta che immetteva nell’antico castello e il complesso della Collegiata composto principalmente dalla chiesa e dal battistero. La chiesa in stile gotico-lombardo a croce latina fu dedicata nel 1425 alla Vergine e ai Santi Stefano e Lorenzo. All'interno si notano nelle vele dell’abside "Le storie della Vergine" affrescate da Masolino da Panicale. Sempre nell'abside affreschi di scuola toscana. Il Museo della Collegiata ospita preziosi oggetti sacri e alcune interessanti opere artistiche. Da segnalare anche la manifestazione estiva del Palio dei Castelli con rievocazione storica in costume che si svolge al Castello di Monteruzzo, location interessante e sede di numerosi eventi.  INFO UTILI MUSEO CIVICO BRANDA CASTIGLIONI INDIRIZZO: Piazza Garibaldi - Castiglione Olona ORARI DI APERTURA: dal 1° Ottobre al 31 Marzo: da martedì a sabato 9.00 - 12.00, 15.00 - 18.00, domenica 15.00 - 18.00  // dal 1° Aprile al 30 Settembre: da martedì a sabato 9.00 - 12.00, 15.00 - 18.00, domenica e festivi 10.30 - 12.30, 15.00 - 18.00. BIGLIETTI: Intero € 3  //  ridotto € 2 per ragazzi dai 6 ai 14 anni e gruppi minimo 20 persone  //  gratuito per bambini fino ai 6 anni, cittadini residenti in Castiglione Olona. Il biglietto di ingresso è comprensivo della visita al MAP Museo Arte Plastica.    Cani di taglia piccola ammessi se tenuti in braccio nel rispetto delle norme generali concernenti l'igiene e la tutela dell'incolumità pubblica* *Informazioni fornite dall'Ente di riferimento. Per ogni esigenza rifarsi al regolamento del Museo. INFO UTILI MUSEO DELLA COLLEGIATA ORARIO INVERNALE (1 ottobre – 31 marzo)Da martedì a sabato dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 14.30 alle 17.30 ORARIO ESTIVO (1 aprile – 30 settembre) Da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 18.00 Domenica e festivi (tutto l’anno) dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 18.00 Prima domenica del mese Orario continuato dalle ore 10.00 alle 18.00 Lunedì chiuso BIGLIETTI:  6 euro intero. Ingresso ridotto per gruppi 4 euro. Informazioni e prenotazioni: tel. 0331 858903 - e-mail: info@museocollegiata.it      
http://www.vareseturismo.it/sites/default/files/styles/image_800x500/public/coll...

5 Cose da fare nell’Alto Lago di Como

L’area settentrionale del Lago di Como ti stupirà!
cosa fare alto lago como

Tour in A35: Melzo

Melzo, caratteristica cittadina che si trova a pochi minuti di auto da Milano e Bergamo, risale presumibilmente al periodo etrusco. Il nome Melzo, infatti, ricorda il nome di “Melpum”, antico insediamento etrusco che viene citato da Plinio il Vecchio nella sua opera “Naturalis Historia” del I sec. d.C. anche se non esiste alcun ritrovamento archeologico che lo possa confermare.
melzo

Corbetta

Un borgo da scoprire vicino a Milano
Santo Stefano Ticino, arte e agricoltura

Le Pertiche

ll territorio delle Pertiche, le cui origini risalgono al Medioevo, rappresenta la cerniera territoriale tra Vallesabbia e Valtrompia

Porana

Immersa nella quiete delle campagne dell'Oltrepò, un viaggio nella cultura e tradizioni enogastronomiche pavesi
Porana, Borghi Pavia

Montecalvo Versiggia

Montecalvo Versiggia sorge in posizione collinare, di fronte all'antico borgo di Soriasco. La storia del paese si intreccia e coincide sino alla fine del XVII secolo con quella del suo castello, appartenuto per secoli ai Beccaria, che oggi si presenta come elegante e austero palazzo signorile. Nella seconda metà dell’Ottocento, la produzione vitivinicola inizia ad assumere un grande rilievo nell’economia locale e a imporsi nel paesaggio quasi come una monocoltura. Oggi Montecalvo Versiggia si colloca al primo posto fra i comuni oltrepadani produttori di Pinot, insieme a Rocca de’ Giorgi e Canevino. La chiesa della Madonna dell'Uva sorse nel XII secolo, su un poggio isolato, non lontano dal paese, ed era allora dedicata a Sant'Aiessandro. Nel Seicento ospitava le sepolture dei Beccaria. Nella seconda metà dell'Ottocento, quando la produzione vitivinicola iniziò ad assumere un grande rilievo nell'economia locale e a imporsi nel paesaggio quasi come una monocoltura, la La famiglia Pisani Dossi, proprietaria del castello e delle sue pertinenze, vi collocò la tela della Madonna dell'uva, commissionata a Tranquillo Cremona, e successivamente trafugata: l'attuale affresco risale agli anni Ottanta del Novecento. Ogni anno presso quest'antica pieve si celebra solennemente la conclusione della vendemmia con una grande festa. Da ricordare l’originale Museo del Cavatappi. L'esposizione sistemata in un vecchio edificio, annesso alla chiesa parrocchiale di S. Alessandro, un tempo adibito a canonica e in seguito a scuola elementare, raccoglie oltre 200 esemplari che vanno dai primi del Settecento fino ai giorni nostri. Photo:  Centro del Pinot Nero
Montecalvo Versiggia