- Arte e Cultura
Alfonso Leto – SCREEN - pittura continua
Progetto espositivo ideato e prodotto dalla Fondazione Orestiadi di Gibellina
A cura di Ilaria Bignotti e Enzo Fiammetta
Sintesi della proposta espositiva
L’ Istituto di Alta Cultura Fondazione Orestiadi, nell’ambito dell’attività per l’anno 2025 propone il progetto culturale: “Alfonso Leto - SCREEN – pittura continua” aperta al pubblico dal 20 Settembre al 26 Ottobre 2025
La “Fondazione Orestiadi” di Gibellina, nella sua trentennale attività di promozione e di diffusione dei linguaggi contemporanei e nel continuo confronto con le realtà internazionali dell’arte e tra le forme espressive ad essa collegate sarà ospite della “Casa del Mantegna”, con una mostra personale di Alfonso Leto: un evento espositivo dal messaggio poliedrico offerto dalle opere di un artista originale che nel corso dei decenni ha stabilito con questa Fondazione un vivo rapporto di collaborazione e di presenza attiva nella nostra programmazione.
La mostra
Il corpo centrale dell’offerta espositiva è composto dalla produzione pittorica recente dell’artista realizzata su superfici provenienti dallo scarti elettronici (quali: monitor, tablet, televisori, dispositivi vari) che, attraverso il gesto salvifico e creativo del pittore, ritornano in altra forma, nobilitati, ad essere presidio di immagine e superfici perfettamente vocate per la costruzione dell’opera pittorica, anche in rapporto al messaggio ambientale che il riciclo estetico comunica.
Così ben scrive la curatrice Ilaria Bignotti:
«La pittura è screen: è schermo, scansiona, va oltre la superficie delle cose.
Screen-Pittura continua è il titolo della grande mostra di Alfonso Leto nella Casa del Mantegna di Mantova, dimora che l’artista rinascimentale costruì con geometrico, cristallino rigore e tensione al trascendentale: ab olympo.
Classe 1956, Alfonso Leto espone qui una selezione cospicua di opere recenti e molte di nuovo conio, inedite: una rassegna attesa, dopo la grande mostra del 2018 tenutasi a Palazzo Sant’Elia a Palermo, prodotta da Fondazione Orestiadi in occasione dell’edizione di Manifesta tenutasi a Palermo, nell’anno in cui la Città era Capitale Italiana della Cultura (…)
Queste opere, osservate singolarmente e in relazione le une alle altre, sono cariche di figurazione, trasudano simboli e la loro composizione invita al cortocircuito delle immagini e a scatenare una narrazione allucinata ma lucidissima. Tutto pare avere una logica superiore che va rintracciata nel labirinto iconografico dell’artista»
La sua pittura è sempre inattesa: imprevedibile, ci coglie impreparati. È in continua metamorfosi, continuamente chiama e sbuca da qualsiasi superficie.
Indomabile. Inarrestabile. Irregimentabile.
Scansiona i codici del dipingere e dell’intendere l’opera d’arte, ci costringe ad osservare le lastre del nostro tumefatto vedere».
Le opere
L’insieme delle opere, selezionate dall’artista con il contributo dei Curatori Ilaria Bignotti e Enzo Fiammetta è costituito da 45 opere pittoriche di piccolo e medio formato realizzate su materiali di scarto tecnologico. A queste opere si affianca, in un ricco di dialogo visivo, un gruppo di altre opere di Leto concepite su superfici più tradizionali, quali tele, tavole e ardesia, metalli. L’accostamento e la condivisione dello spazio espositivo tra questi gruppi di opere provenienti dall’attività più nota dell’artista, vuole costituire il filo di continuità iconografica e narrativa di una produzione apparentemente eterogenea ma intimamente coerente che fa della sua poliedricità la sua cifra di originalità.
L’omaggio a Mantegna
Per questa sua presenza espositiva nella Casa del Mantegna Alfonso Leto ha “dato vita” ai ritratti immaginari di Andrea Mantegna e della sua prima moglie Nicolosia Bellini (proveniente da una delle famiglie di artisti più importanti del Rinascimento italiano, strettamente relazionata con la formazione veneta di Andrea), in una doppia versione. “Immaginare oggi, sei secoli dopo (- scrive l’artista in una nota in catalogo -) una possibile fisiognomica di una delle coppie più iconiche del Rinascimento è un desiderio connaturato al gesto pittorico (mitologico-affettivo): un esercizio quasi medianico, da cui nascono due volti rinascimentali e cyborg dipinti su supporti estratti da schermi televisivi, come gran parte delle opere di questa mostra”.
I curatori:
Ilaria Bignotti: Ilaria Bignotti (Brescia 1979) è dottore di ricerca in Teorie e Storia delle Arti, visiting professor e docente su incarico presso sedi universitarie italiane e internazionali e curatrice scientifica di archivi d'artista di fama internazionale. Dal 2003 a oggi ha ideato, organizzato e curato progetti espositivi internazionali lavorando anche per estesi periodi e continuativamente con musei, istituzioni e fondazioni. Ha inoltre pubblicato oltre un centinaio di libri, tra i quali cataloghi d’arte moderna e contemporanea in occasione delle mostre curate, ha scritto diversi saggi e contributi in monografie scientifiche e cataloghi ragionati.
Enzo Fiammetta: È direttore del Museo delle Trame Mediterranee della Fondazione Orestiadi di Gibellina – premio ICOM 2011 per il miglior progetto di mediazione culturale in Italia – dove ha sviluppato fin dalla sua apertura, nel 1996, con Ludovico Corrao la sua ricerca sui caratteri comuni nella produzione artistica delle culture del Mediterraneo, che ha trovato spazio in numerosi progetti espositive nelle principali capitali del mondo arabo-mediterraneo: Algeri, Tunisi, Amman, Damasco, Beiruth, Cairo. Nella direzione del Museo collabora con Achille Bonito Oliva per le arti visive e Francesca Corrao per la poesia.
BREVI NOTE SU ALFONSO LETO
Nato a S.Stefano Quisquina nel 1956.
Formatosi, nell’ambiente artistico e sperimentale della Palermo degli anni ‘Settanta e ‘Ottanta, ha al suo attivo un percorso espositivo di grande interesse, con mostre personali e di gruppo in gallerie d’arte e sedi internazionali, (tra queste, Roma: Palazzo delle Esposizioni, Galleria Nazionale d’Arte Moderna; Bruxelles: Parlamento Europeo; Madrid: Istituto Italiano di Cultura; L’Avana: Fondazione Ludwig; New York: Air Space Museum; Palermo Albergo delle Povere, etc.). Edward Lucie Smith ha incluso il suo lavoro nell’ edizione 2001 di “Annual Development/New european artists” (ediz. Imprincta, Amsterdam, 2001).
Più volte presente nei programmi culturali ed espositivi della Fondazione Orestiadi di Gibellina, dove ha realizzato l’installazione “Meteoriti” (oggi in permanenza nel cimitero di Gibellina). Sue opere sono in collezioni private italiane e nei principali musei d’arte contemporanea siciliani. Il suo lavoro, negli anni è stato sempre testimoniato da contributi critici di qualità.
Nel 2009 le Fabbriche Chiaramontane di Agrigento espongono una selezione retrospettiva delle sue opere degli ultimi 10 anni. Nel 2018, Il programma di ‘Manifesta’ - Città Metropolitana di Palermo, gli dedica una ricca retrospettiva, nella sede di Palazzo Sant’Elia, prodotta dalla Fondazione Orestiadi, che raccoglie opere dal 1977 al 2018, a cura di Marco Meneguzzo.
L’evoluzione del suo lavoro è costantemente attraversata dal pulsare continuo di un’ironia meditata e originale (con opere quali: le tele marsupiali, i “codici fiscali dei poeti”, le pitture sottovuoto con gadget in offerta, la pittura su monitor di computer, visioni apocrife della religione). Un percorso che ancora oggi si evolve in una tensione capace di cambiare pelle e rivitalizzarsi. Il suo lavoro privilegia la pittura nell’equilibrio continuo tra concetto e stile, combinando spesso il mezzo pittorico, al concetto all’oggetto ai mezzi “extrartistici”.