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Sul Monte Farno al Rif. Parafulmine

In sella fino al Lago di Endine
Sul Monte Farno al Rif. Parafulmine (copy)

Giro ad anello dal Rifugio Elena Tironi a Rosello

Il percorso prevede un giro ad anello di circa 2/3 ore all’interno della Foresta di Valgrigna, appartenente alla Provincia di Brescia. Lungo il percorso si incontrano pannelli esplicativi relativi alla fauna tipica di questa ricca area.   Si parte dal Rifugio Tironi a Rosello, scendendo lungo una strada sterrata fino alla Malga Rosello di Mezzo; si svolta a destra lungo la stessa strada fino a Malga Roselletto, preannunciata da un pannello esplicativo “Mustelidi, Lepri e Volpe”. Da qui si procede tenendo la malga sulla sinistra, attraversando l’intero pascolo in salita, finché il prato termina nel bosco, dove potremo guadare il torrente su un ponticello di legno. Incontriamo il pannello “Cervo e Cinghiale”, successivamente “Aquila e Orso” e la Malga Rosellino. Qui il circuito faunistico si sovrappone al 3V Var. Bassa, che collega il Rifugio Tironi al Bivacco Bassi. Incontriamo ancora i pannelli “ Camoscio e Coturnice”, “ Miglioramenti Ambientali”, “I Piciformi”, “ I Tetraonidi” e si ritorna al Rifugio.Il circuito può essere percorso in ambo i versi.
Giro ad anello dal Rifugio Elena Tironi a Rosello

Giro naturalistico intorno a Castione

Il primo tratto, dalla Val di Tede a Lantana, si compie in circa venti minuti ed è particolarmente piacevole e paesaggistico, mentre da Romentaregh a Canechet, il sentiero richiede una ventina di minuti per essere completato.   Il resto del percorso è un misto di asfalto, sterrato, single trake, con alcuni tratti dove la MTB si spinge o si porta a braccio.Un consiglio in più: visita i cortili e i vicoli di Rusio, la cura e la bellezza del posto valgono sicuramente la sosta. La discesa chiuderà in bellezza l’escursione: tutta in pineta da Canechet a Ombregno.Giudizio di Gian Pietro Mosconi che ha testato e collaudato per il tracciato Il punto di partenza è il parcheggio basso del parco di Fino del Monte. Guardando il ristorante, andiamo a SX, seguiamo la strada, superiamo il campo sportivo e poi andiamo sempre avanti fino allo stop.Qui giriamo a SX fino all’incrocio con via Chiesa dove prendiamo a DX, dopo poco a SX in via S. Antonio e sempre avanti fino allo stop. Andiamo a SX in via Papa Giovanni, pochi metri poi a DX in via Pozzo, 100m e ancora a DX in salita e seguiamo la strada che più avanti diventa sterrato.Seguiamo lo sterrato, al primo bivio andiamo a SX, sempre avanti seguendolo fedelmente, superiamo un torrente, e andiamo sempre avanti fino a incrociare la carrareccia. Pieghiamo verso SX a questo punto, tenendo la discesa fino all’incrocio, dove troveremo le indicazioni a DX per la Val di Tede bassa, e le seguiamo.Per qualche km possiamo seguire le indicazioni per Lantana, fino ad incrociare il bivio che prendiamo a DX. Qui inizia il sentiero e in questo tratto di circa venti minuti, si spinge la MTB fino a ritrovarci al piazzale di Lantana.Dal piazzale andiamo a SX verso il paese, deviamo a DX in via Lantana, allo stop a SX in via Papa Giovanni XXIII, allo stop a DX, e seguiamo il provinciale che sale verso il passo della Presolana. Dobbiamo arrivare circa all’altezza dell’albergo Pineta per trovare sulla SX la via Cantoniera e il sentiero da seguire.Imbocchiamolo e procediamo per Via Belotti, superiamo via Coste, un altro tratto di sterrato e in fondo alla discesa proseguiamo a DX in via S. Pellico e poi sempre avanti in via Denzil.In cima alla strada troveremo a SX le indicazioni e lo sterrato per Rusio. Arrivati a Rusio, (di questa frazione vi consigliamo di visitare ogni vicolo) scendere a DX verso l’ingresso del paese, superare il ponte, sempre avanti in via Rusio, poi a SX in via S. Rocco.Arrivati allo stop a SX e allo stop successivo a DX verso il centro di Castione. Superato il centro, andiamo a DX verso la chiesa parrocchiale in via S. Bernardo, sempre avanti poi a DX in via Romentaregh.Attenzione alla deviazione successiva.Durante la salita in via Romentaregh, si può notare un sentiero sulla collina alla nostra sx che passa vicino a un traliccio della corrente, noi dobbiamo prendere quel sentiero. Questo sentiero ha l’ingresso dopo aver attraversato un campo.Il campo da attraversare è prima di una bella casa in stile tirolese con giardino sul davanti, e l’ingresso del sentiero è vicino alla recinzione anteriore di questa casa. Seguiamo il sentiero che ci costringe a portare la MTB per circa dieci minuti, al primo bivio andiamo a DX, superiamo la valletta, risaliamo e troveremo una bella mulattiera di Canechet da seguire a SX. Al bivio andiamo a SX, una bella e lunga discesa ci porterà fino a Ombregno.Raggiunta la strada andiamo a DX verso Fino del Monte, al primo rondò piccolo, prendiamo a DX la via Masù e Pret e la seguiamo fedelmente fino alla deviazione, dove troveremo le indicazioni a SX per la Chiesetta degli alpini di Fino del Monte. Appena finito il ciottolato, a sx si va alla chiesetta, piccola e davvero caratteristica, che potrete fermarvi a visitare. Noi proseguiamo diritti e teniamo lo sterrato di SX, lo seguiamo fedelmente fino a incrociare la Mulattiera che sale da Rovetta al Blùm. Scendiamo a SX e usciti dal bosco andiamo sempre avanti in via Zenier, allo stop a SX, poi a DX in via Foppa al Verde verso il centro di Rovetta e seguiamo a SX la strada principale via Fantoni per Fino del Monte, superiamo la chiesa, poi a SX nel piazzale e subito a DX, sempre avanti poi a DX sotto il ponte e giù fino al parco nostro punto di partenza. Fare attenzione alle deviazioni evidenziate.Valutare bene le condizioni meteo prima di partire.
Giro naturalistico intorno a Castione

Da Parre al Monte Vaccaro

Itinerario naturale in Alta Valle Seriana
Da Parre al Monte Vaccaro

Lungo la Via del latte

Dal parcheggio saliamo verso il centro di Castione della Presolana, oltrepassato il municipio deviamo a sinistra seguendo le indicazioni per Rusio.Venti metri prima del parcheggio di Rusio, troviamo a sinistra il sentiero CAI 317 (via del Latte) molto ben segnalato e che seguiamo fedelmente. Questo primo tratto di circa 4 km è molto impegnativo per il dislivello e la pendenza della strada forestale.Superiamo prima Malga Pozzetto e poi Malga Presolana, da qui seguiamo il sentiero CAI 319 (via del Latte), il Pas del Soc e Malga Cornetto.In questo tratto di sentiero dovremo portare la MTB per circa trenta minuti. Arrivati alla Malga bassa di Cornetto, prendiamo a sinistra la strada forestale per raggiungere la Malga Cornetto.Ora affrontiamo una lunga e impegnativa discesa verso il Passo della Presolana. Raggiunta la strada provinciale, andiamo a destra e seguiamo la strada principale, in una lunga e bella discesa che ci porterà al nostro punto di partenza.  
Lungo la Via del latte

Da Pizzino al Rifugio Gherardi

Percorso in montagna, adatto a tutti
Da Pizzino al Rifugio Gherardi

Da Branzi al Rifugio Laghi Gemelli

Sentiero del Partigiano, alla volta del Rifugio Laghi Gemelli
Da Branzi al Rifugio Laghi Gemelli

Alla scoperta del Pizzo Tornello

Un’escursione lunga, ma che sa ripagare di tutti gli sforzi compiuti grazie alla tranquillità e alla bellezza da cui si viene circondati durante la camminata.   La Val di Scalve nasce direttamente dalle pendici della Regina delle Orobie, la Presolana, ed è la valle bergamasca più isolata dalla pianura: un piccolo scrigno in cui godersi un giorno di pausa dal mondo. La partenza avviene dal piccolo paese di Vilmaggiore. Da subito il sentiero inizia a salire ripido, immerso in abetaie ampie e ricche di fauna. Dopo 400 metri di dislivello gli alberi si diradano e lasciano spazio ad ambie radure e ad una stupenda vista sulla Nord della Presolana.Seguendo sempre il sentiero ben segnato da bolli e ometti, si raggiunge la deviazione per la baita di Varro e subito dopo l’omonimo lago, un bellissimo specchio d’acqua cristallina che riflette le cime circostanti! Il sentiero continua fino alla sella che divide il Tornone dal Tornello, da cui si imbocca la facile cresta verso nord e si raggiunge infine la assai panoramica vetta. Per la via di discesa si può infine optare per una deviazione verso il vicino rifugio Tagliaferri, dove godersi un meritato pasto a base di prodotti locali!
Alla scoperta del Pizzo Tornello

Sui luoghi della Prima Guerra Mondiale

Questo itinerario è interessante, sia da un punto di vista naturalistico e paesaggistico, sia da un punto di vista storico, per le notevoli testimonianze risalenti alla Prima Guerra Mondiale.   L’itinerario inizia a Viggiù, in provincia di Varese, dove si può lasciare la propria automobile all’inizio della mulattiera “Sentiero degli Alpini”, dopo una cappella votiva per poi proseguire a piedi, sempre su strada asfaltata, ma vietata alle auto, per un paio di tornanti; questa strada porta ad un sentiero che devia a destra e sale nel bosco. Si procede per alcuni tornanti, circondati da alberi, fino a scorgere un piccolo sentierino che porta al primo belvedere sul Porto Ceresio e il suo lago. Ritornando, sui propri passi, fino al sentiero principale, si continua a percorrerlo fino ad incrociare nuovamente la strada asfaltata. Qui è possibile procedere a sinistra sulla strada per arrivare alle grandi antenne e alla cima del Monte Orsa, oppure scendere dalla strada asfaltata (consigliata al ritorno) o procedendo per una strada che porta alla cannoniera principale sotto il Monte Orsa. Prendendo per la cima del monte e prima di arrivare alle grandi antenne si vede un primo cancello in ferro che permette di entrare in una delle gallerie scavate a difesa del monte, è possibile visitarla in sicurezza ma serve una torcia.Uscendo dalla galleria, dopo aver salito un facile tratto su rocce, si può ammirare la croce di ferro del Monte Orsa e la magnifica vista sul Ceresio, il ponte di Melide e Lugano. Dopo una pausa, per ammirare il panorama, si continua a destra della croce, il sentiero qui è un po’ nascosto dalla vegetazione che si dirada però velocemente in discesa, vicino alla cresta del monte, fino ad arrivare ad un punto dove si costeggia la strada Cadorna.Ripercorrendo a ritroso questo tratto si possono esplorare le postazioni di artiglieria sotterranee (una attrezzata con un grande cannone da campagna 105/22 modello 14/61 ridotto da obice da campagna austroungarico) oppure è possibile proseguire lungo il sentiero, che conduce alle trincee della Linea Cadorna. Qui un dedalo di gallerie sotterranee e scalette portano in alto dove si può ammirare il panorama sul Ceresio, oppure a piccole fessure create per le mitragliatrici, nascoste al nemico nella vegetazione ben tenuta.Si procede poi verso la parte delle trincee che portano al Monte Pravello con un susseguirsi di scorci e una salita in trincea che alterna sentiero a scalette sempre ben tenute, seguendo le indicazioni bianche e rosse sulle rocce, oppure la ben più larga strada Cadorna all’interno del bosco con la chiara cartellonistica. Arrivati in cima al Monte Pravello si scorge la croce di sasso e la guardiola in cemento posta a controllo del confine con la Svizzera, appena dopo un cartello rosso in metallo. Da qui, ancora una volta, si apre il panorama sul Ceresio, sul Canton Ticino col ponte di Melide, il Monte San Giorgio (UNESCO) e Lugano più a destra.Scendendo da dove si è arrivati, appena sotto la cima del Pravello, è possibile scegliere di scendere seguendo la strada Cadorna sterrata, ampia e con bassa pendenza fino a raggiungere il Rifugio Monte Pravello.Si prosegue incrociando nuovamente la strada asfaltata e questa volta la si segue in discesa incontrando sul percorso altre gallerie tutte da esplorare e ad un tornante, la deviazione per l’interessante “cava La Brusata”, recuperata dall’associazione “Amici del Monte Orsa”. Da queste cave si estraeva fin dal 1400 la “pietra grigia” che è andata ad ornare i più importanti monumenti italiani e del mondo, tra cui alcune colonne del Duomo di Milano, della Mole Antonelliana a Torino e della Cattedrale di Lugano.I massi estratti venivano portati ai laboratori nel sottostante paese di Saltrio su carri appositamente costruiti trascinati da buoi e qui trasformati dalle abili mani di artisti della pietra in colonne, capitelli, acquasantiere, altari e portali.Ritornando alla strada asfaltata si prosegue godendosi i panorami che si aprono verso i paesi di Saltrio, Viggiù e Cantello, fino a ritornare al parcheggio a lato strada dove abbiamo lasciato l’automobile. Ci vogliono un'ora per salire e scendere dal Monte Orsa, 20 minuti per passare dall’Orsa al Pravello, e va dedicato, il resto del tempo disponibile, per esplorare la Linea Cadorna con le sue gallerie e cannoniere.
Sui luoghi della Prima Guerra Mondiale

Lungo le Tee, nella valle delle pecore

Questo itinerario è caratterizzato dalla presenza delle Tee, antiche abitazioni in legno molto suggestive, utilizzate in passato dai pastori nel periodo estivo, ora in buona parte ristrutturate. Le Tee sono caratteristiche della val Federia, una vallata poco frequentata in inverno poiché priva di impianti di risalita e piste da sci ma che merita di essere conosciuta e vissuta per i suoi splendidi paesaggi innevati. Il percorso che le vedrà protagoniste si può percorrere facilmente con ciaspole ai piedi, lungo un tracciato ben visibile e costantemente segnalato da pali verdi e rossi. Il momento ideale per iniziare il percorso è quello di metà mattinata quando il sole lo illumina e l’aria si scalda, inoltre la vallata si trova dietro un alto promontorio che, in stagione invernale, nasconde il sole già verso le 14 del pomeriggio, mentre il fondovallenon viene mai irraggiato. Si consiglia di non vestirsi eccessivamente per il primo tratto poiché molto soleggiato e in salita, ma di coprirsi bene nel tratto di ritorno poiché la differenza di temperatura è rilevante. Val Federia letteralmente significa “la valle delle pecore”, infatti in un passato non molto lontano questo territorio era gestito principalmente da pastori i cui pascoli si estendevano per quasi 63.000 ettari. La valle era anche una zona di grande valore commerciale grazie ai numerosi passi montani, il più importante dei quali è il passo di Cassana. Quest’ultimo mette in contatto il livignasco con l’Engadina, un passo ricco di storia soprattutto nel contesto delle guerre di Valtellina (1620-36) in cui le tre Leghe Grigie tentarono di riprendersi la Valtellina e i Contadi di Chiavenna e Bormio dopo l’insurrezione dei nobili cattolici del 1620. Va lasciata la propria automobile al parcheggio P3 a Ponte Calcheira, poi si prosegue a piedi lungo la strada per qualche decina di metri fino a raggiungere, sulla destra, l’inizio del cammino opportunamente segnalato da un cartello verde col simbolo degli itinerari per ciaspole. Ci si inoltra in salita nello splendido bosco di larici affiancato dal torrente Valle del Saliente, si segue il percorso senza alcuna difficoltà, essendo ben visibile e marcato grazie ai pali segnaletici di colore verde. Il primo tratto di salita è piuttosto ripido ma nulla di impegnativo e in poco tempo, dopo una rilassante escursione nel bosco, si sbuca all'aperto costeggiando le prime caratteristiche baite in legno e pietra. Le pendenze in questo tratto si fanno più agevoli e, a mano a mano che si sale, il paesaggio alpino si apre a 360 gradi regalando emozioni uniche. Dietro si può ammirare il lato più a nord di Livigno incastonato dai monti innevati, ma la vista più spettacolare è quella che vi si apre di fronte e che si rivela poco a poco lungo la camminata mostrando la vallata in ogni sua angolazione. Lungo il percorso si possono vedere le impronte lasciate nella neve dagli animali selvatici, e, per i più appassionati, è divertente cercare di scoprire a quale specie appartengano.Raggiunta la parte più elevata della passeggiata, circa 2050 m di altitudine, il sentiero prosegue in leggera discesa inoltrandosi ben presto in un bosco di larici. Una volta che si esce dal bosco si oltrepassano delle baite: in lontananza, in fondo alla vallata, con i suoi 3050 m di altitudine troneggia il Pizzo del Leverone la cui vista lascia senza parole. Qualche scatto di ricordo e si prosegue fino a raggiungere una svolta a sinistra, poco oltre ad una bellissima Tea, la Tea da Memi, un piacevole punto di ristoro dove gustare piatti tradizionali e caserecci.A questo punto comincia il tratto che riporta indietro fino al parcheggio. Nei primi metri bisogna prestare un po’ di attenzione perché il cammino prosegue lungo una corta ma ripida discesa. Arrivati in fondo si piega a sinistra costeggiando dapprima la strada per un breve tratto, dopodichè, poco prima della splendida chiesetta di Federia, bisogna solitamente togliere le ciaspole poiché si deve proseguire per circa 500 metri lungo la strada che in inverno è completamente ghiacciata. Poco prima di un nucleo di baite, sulla destra si trova il paletto verde che indica il tratto finale del percorso, bisogna rimettersi le racchette da neve e proseguire in discesa lungo il torrente Federia fino a raggiungere il ponte Calcheira da dove è cominciata la camminata. Importante: secondo nuove norme, per le attività di sci alpinismo e ciaspolate, a partire dal primo gennaio 2022 è obbligatorio portare con sé il dispositivo Artva comprensivo di pala da soccorso e sonda (per eventuale pericolo slavine o valanghe).
Lungo le Tee, nella valle delle pecore

Palazzo del Podestà

All’ombra del Campanone di Bergamo, in Piazza vecchia, il Palazzo del Podestà vi racconta una storia dalle origini lontane:la storia del Cinquecento!
Al suo interno il Museo storico del Cinquecento

Rocca di Bergamo

Sorge sul colle di Sant'Eufemia, la Rocca di Bergamo ha sempre avuto una funzione difensiva. Un luogo di insediamenti celtici e romani.
Rocca di Bergamo