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Tour Selvatico in Ebike

Il versante montuoso di Bellagio offre uno scenario unico che pochi visitatori riescono a vedere, a meno che non lo scoprano in bici! Pedala con noi, salendo da Bellagio, per esplorare la tranquilla bellezza del territorio. Il nostro tour percorre strade e sentieri divertenti che offrono una prospettiva autentica della zona. Lungo il percorso cercheremo di avvistare la fauna locale: cinghiali, camosci,volpi e visitare altre meraviglie naturali. Affronteremo alcune facili sezioni off-road e ci godremo un piccolo picnic con specialità locali e fresche una volta raggiunto un punto alto, dove potremo ammirare il bellissimo Lago di Como e apprezzare quanto abbiamo scalato! Questo giro segue la nostra mappa del percorso Ghisallo E-xperience, ma con alcune piccole variazioni per esplorare di più il "lato selvaggio".Partenza: 9:30 da Bike It! BellagioCosa è incluso: noleggio E-bike, guida, picnicPrezzo:  euro99 a persona

Mountain bike Spina Verde (MTB o E-Bike)

Immergiti nella natura e nella storia del parco naturale di Como

DramaTram

Visita teatrale a bordo di un tram storico degli anni ‘20

Val Bondone

La Val Bondone, attraversata dall’omonimo torrente, è una delle valli meno conosciute del Parco delle Orobie Valtellinesi ma che nasconde angoli di estrema bellezza.   Lasciando l’auto nel caratteristico borgo di Bondone (1200 m), dove è subito ben visibile la chiesa dedicata all’Assunta, la strada sale per il primo tratto tra boschi di abete rosso e larice fino ad arrivare alle baite di Monte Basso (1570 m). Continuando su un sentiero più ripido verso la malga di Cantarena (2070 m) la valle si apre e il paesaggio aspro evidenzia l’azione di modellamento delle rocce operata dai ghiacciai. In questa zona possiamo osservare diversi laghetti tra i quali il più importante è quello di Cantarena o del Selù a quota 2260 m. La Val Caronella e la Val Bondone sono Sito si Importanza Comunitaria, Rete Natura 2000. (Foto archivio Parco delle Orobie Valtellinesi)
bondone

Museo Mineralogico e Naturalistico

Scopri a Bormio un'incredibile raccolta di oltre 14.000 minerali provenienti da tutto il mondo.

Castelletto Circuit- Motodromo & Autodromo

Motodromo & Autodromo a Castelletto di Branduzzo

Train&Bike in Lombardia

Emozionanti avventure e rilassanti gite in sella ad una bici, alla scoperta delle bellezze lombarde
Train&Bike in Lombardia

In auto in Lombardia

Suggerimenti e itinerari per conoscere la regione percorrendola in auto
In auto in Lombardia

Alpe Meriggio, Alpe Campo Cervé e Lago della Casera- In giro per Alpeggi

Albosaggia

Val Caronella

La Val Caronella, all’interno del Parco delle Orobie Valtellinesi, offre itinerari escursionistici adatti a tutti con la possibilità di osservare stupendi panorami sulla media Valtellina. Raggiunto l’antico borgo di Carona (scendendo da Aprica verso Sondrio e deviando per la Val Belviso e successivamente per Carona), dove possiamo lasciare l’auto e ammirare l’antica chiesetta dedicata a S. Omobono risalente al 1400, inizia una strada sterrata che ci porta senza grossa fatica prima alle baite di Pra’ di Gianni (1350 m) e dopo poco all’area attrezzata di Pra’ della Valle (1370 m). Da questo punto è facile osservare e raggiungere le caratteristiche cascate per poi continuare su un sentiero più ripido e raggiungere la malga Caronella (1860 m). Per i più allenati il sentiero sale verso il passo di Caronella a quota 2600 metri (itinerario di 4/5 ore) per poi scendere per l’alta valle del Serio verso i bacini del lago del Barbellino dove si trovano il rifugio Barbellino e il Rifugio Antonio Curò.  La Val Caronella e la Val Bondone sono Sito di Importanza Comunitaria, Rete Natura 2000.
Val Caronella

Laghetti Sassersa e Val Ventina

Si riparte riprendendo la traccia a monte del laghetto Inferiore passando al grande masso che segnala un bivio, si trascura l’indicazione a sx che sale agli altri due Laghi di Sassersa prendendo quello dritto per il per il P.so Ventina. Si continua superando un’ulteriore conca tra pietraie grossi massi e qualche nevaio fino a raggiungere l’intaglio del P.so Ventina, caratterizzato alla sua dx da una roccia a forma di grossa scaglia. Dal passo si gode di un panorama grandioso sul gruppo del Disgrazia e sul suo ghiacciaio, nonché sulla splendida Val Ventina. La discesa in val Ventina è piuttosto ripida e a inizio stagione può presentarsi a tratti innevata, meglio informarsi prima sulle condizioni. Per la verità un nevaio è quasi sempre presente ma trovandosi nella parte bassa non crea problemi anche perché può essere facilmente evitato. Al termine della discesa si percorre un tratto che fiancheggia il filo della gigantesca morena del ghiacciaio (meglio non affacciarsi troppo) poi si cala gradatamente all’alpe Ventina incrociando prima il rifugio Ventina, poi il rifugio Gerli Porro. Lo stesso percorso si può intraprendere all'inverso.

Lungo le Tee, nella valle delle pecore

Questo itinerario è caratterizzato dalla presenza delle Tee, antiche abitazioni in legno molto suggestive, utilizzate in passato dai pastori nel periodo estivo, ora in buona parte ristrutturate. Le Tee sono caratteristiche della val Federia, una vallata poco frequentata in inverno poiché priva di impianti di risalita e piste da sci ma che merita di essere conosciuta e vissuta per i suoi splendidi paesaggi innevati. Il percorso che le vedrà protagoniste si può percorrere facilmente con ciaspole ai piedi, lungo un tracciato ben visibile e costantemente segnalato da pali verdi e rossi. Il momento ideale per iniziare il percorso è quello di metà mattinata quando il sole lo illumina e l’aria si scalda, inoltre la vallata si trova dietro un alto promontorio che, in stagione invernale, nasconde il sole già verso le 14 del pomeriggio, mentre il fondovallenon viene mai irraggiato. Si consiglia di non vestirsi eccessivamente per il primo tratto poiché molto soleggiato e in salita, ma di coprirsi bene nel tratto di ritorno poiché la differenza di temperatura è rilevante. Val Federia letteralmente significa “la valle delle pecore”, infatti in un passato non molto lontano questo territorio era gestito principalmente da pastori i cui pascoli si estendevano per quasi 63.000 ettari. La valle era anche una zona di grande valore commerciale grazie ai numerosi passi montani, il più importante dei quali è il passo di Cassana. Quest’ultimo mette in contatto il livignasco con l’Engadina, un passo ricco di storia soprattutto nel contesto delle guerre di Valtellina (1620-36) in cui le tre Leghe Grigie tentarono di riprendersi la Valtellina e i Contadi di Chiavenna e Bormio dopo l’insurrezione dei nobili cattolici del 1620. Va lasciata la propria automobile al parcheggio P3 a Ponte Calcheira, poi si prosegue a piedi lungo la strada per qualche decina di metri fino a raggiungere, sulla destra, l’inizio del cammino opportunamente segnalato da un cartello verde col simbolo degli itinerari per ciaspole. Ci si inoltra in salita nello splendido bosco di larici affiancato dal torrente Valle del Saliente, si segue il percorso senza alcuna difficoltà, essendo ben visibile e marcato grazie ai pali segnaletici di colore verde. Il primo tratto di salita è piuttosto ripido ma nulla di impegnativo e in poco tempo, dopo una rilassante escursione nel bosco, si sbuca all'aperto costeggiando le prime caratteristiche baite in legno e pietra. Le pendenze in questo tratto si fanno più agevoli e, a mano a mano che si sale, il paesaggio alpino si apre a 360 gradi regalando emozioni uniche. Dietro si può ammirare il lato più a nord di Livigno incastonato dai monti innevati, ma la vista più spettacolare è quella che vi si apre di fronte e che si rivela poco a poco lungo la camminata mostrando la vallata in ogni sua angolazione. Lungo il percorso si possono vedere le impronte lasciate nella neve dagli animali selvatici, e, per i più appassionati, è divertente cercare di scoprire a quale specie appartengano.Raggiunta la parte più elevata della passeggiata, circa 2050 m di altitudine, il sentiero prosegue in leggera discesa inoltrandosi ben presto in un bosco di larici. Una volta che si esce dal bosco si oltrepassano delle baite: in lontananza, in fondo alla vallata, con i suoi 3050 m di altitudine troneggia il Pizzo del Leverone la cui vista lascia senza parole. Qualche scatto di ricordo e si prosegue fino a raggiungere una svolta a sinistra, poco oltre ad una bellissima Tea, la Tea da Memi, un piacevole punto di ristoro dove gustare piatti tradizionali e caserecci.A questo punto comincia il tratto che riporta indietro fino al parcheggio. Nei primi metri bisogna prestare un po’ di attenzione perché il cammino prosegue lungo una corta ma ripida discesa. Arrivati in fondo si piega a sinistra costeggiando dapprima la strada per un breve tratto, dopodichè, poco prima della splendida chiesetta di Federia, bisogna solitamente togliere le ciaspole poiché si deve proseguire per circa 500 metri lungo la strada che in inverno è completamente ghiacciata. Poco prima di un nucleo di baite, sulla destra si trova il paletto verde che indica il tratto finale del percorso, bisogna rimettersi le racchette da neve e proseguire in discesa lungo il torrente Federia fino a raggiungere il ponte Calcheira da dove è cominciata la camminata. Importante: secondo nuove norme, per le attività di sci alpinismo e ciaspolate, a partire dal primo gennaio 2022 è obbligatorio portare con sé il dispositivo Artva comprensivo di pala da soccorso e sonda (per eventuale pericolo slavine o valanghe).
Lungo le Tee, nella valle delle pecore