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Chiese di Albosaggia

Santa Maria dei Mosconi è stata per lungo tempo punto di riferimento per pastori, viandanti e cavatori delle miniere di ferro. La chiesa di Santa Caterina sorge lontano dalle abitazioni e domina la valle dall'alto di un terrazzamento sostenuto da possenti muraglioni.

L'antico Giovello

Le pietre verdi della Valmalenco, da secoli estratte e lavorate nell'omonima area geografica, erano e sono tuttora parte integrante di una realtà sociale, culturale ed economica che affonda le sue radici nella immemorabile tradizione artigianale raccolta e trasmessa per secoli di padre in figlio. Il muro di pietra naturale che separava la conca di Chiesa dall'alta valle fu denominato "Giovello". In età medioevale qualcuno osservò che gli strati di roccia affiorati si presentavano marcatamente divisi in lamelle molto sottili. Fu così che i Malenchi, già esperti nello scavo delle locali miniere di ferro, sperimentarono le prime tecniche di scavo e lavorazione del Serpentinoscisto. L'enorme volume di deposito detritico che ricopre tutta l'area è lo scarto di lavorazione delle numerose miniere sotterranee. Diverse centinaia di persone umili e caparbie, aggregate in originali forme di corporazione dette "compagnie", per secoli, ogni mattina all'alba si sono incamminate verso le miniere ad affrontare il duro lavoro di cavatore e spaccapietre. Il prodotto realizzato è la "pioda della Valmalenco" che, grazie alle caratteristiche fisico meccaniche uniche, alla secolare durata e al pregievole aspetto estetico, trova un impiego assai diffuso nelle coperture dei tetti. Le fasi della produzione manuale della Pioda, caratterizzate da una gestualità precisa e costante e dal particolare suono sprigionato durante la lavorazione, sono rimaste immutate nel corso dei secoli. L'area dell' antico "giovello" è stata definitivamente abbandonata alla fine degli anni '80 ed è attualmente oggetto di un progetto di valorizzazione che include il ripristino della sentieristica, la collocazione di cartelli informativi ed il ripristino di un laboratorio e di una miniera da adibirsi a museo: un percorso che permetta al visitatore di immergersi nelle radici di un'attività che ha segnato profondamente la vita sociale ed economica della Valmalenco.

10 motivi per visitare Varese

Arte contemporanea o grotte da esplorare. Parchi, laghi e borghi dipinti. 10 buoni motivi per visitare Varese

Valganna e Valcuvia: tra natura e storia

Due valli attraversate da cammini d’altri tempi e immerse in una natura rigogliosa

Montecalvo Versiggia

Montecalvo Versiggia sorge in posizione collinare, di fronte all'antico borgo di Soriasco. La storia del paese si intreccia e coincide sino alla fine del XVII secolo con quella del suo castello, appartenuto per secoli ai Beccaria, che oggi si presenta come elegante e austero palazzo signorile. Nella seconda metà dell’Ottocento, la produzione vitivinicola inizia ad assumere un grande rilievo nell’economia locale e a imporsi nel paesaggio quasi come una monocoltura. Oggi Montecalvo Versiggia si colloca al primo posto fra i comuni oltrepadani produttori di Pinot, insieme a Rocca de’ Giorgi e Canevino. La chiesa della Madonna dell'Uva sorse nel XII secolo, su un poggio isolato, non lontano dal paese, ed era allora dedicata a Sant'Aiessandro. Nel Seicento ospitava le sepolture dei Beccaria. Nella seconda metà dell'Ottocento, quando la produzione vitivinicola iniziò ad assumere un grande rilievo nell'economia locale e a imporsi nel paesaggio quasi come una monocoltura, la La famiglia Pisani Dossi, proprietaria del castello e delle sue pertinenze, vi collocò la tela della Madonna dell'uva, commissionata a Tranquillo Cremona, e successivamente trafugata: l'attuale affresco risale agli anni Ottanta del Novecento. Ogni anno presso quest'antica pieve si celebra solennemente la conclusione della vendemmia con una grande festa. Da ricordare l’originale Museo del Cavatappi. L'esposizione sistemata in un vecchio edificio, annesso alla chiesa parrocchiale di S. Alessandro, un tempo adibito a canonica e in seguito a scuola elementare, raccoglie oltre 200 esemplari che vanno dai primi del Settecento fino ai giorni nostri. Photo:  Centro del Pinot Nero
Montecalvo Versiggia

Turismo accessibile per l'Arte Rupestre della Valle Camonica

Suggerimenti di visita per persone con disabilità ed esigenze specifiche
Incisioni rupestri

Turismo accessibile sul Lago Maggiore

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Rocca di Angera

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Abbazia di Maguzzano

Chiese a Lonato del Garda
Abbazia di Maguzzano ph. Renato Roberti

Parco dei Laghi Fossili di Sovere

Il Parco dei Laghi Fossili, un archivio di pietra in Val Borlezza, nella zona di Pianico-Sellere, ci racconta la natura di ottocentomila anni fa per un periodo di cinquantamila anni. Riconosciuto a livello internazionale come uno dei siti più importanti per la ricostruzione della storia dell’ambiente e del clima nelle Alpi, offre un’eccezionale registrazione della biodiversità vegetale costituita da foglie e pollini fossili. Sedimenti che oggi osserviamo disposti in sottilissime coppie di strati neri (stagione fredda) e bianchi (stagione calda) alternati che si ripetono senza interruzione per uno spessore di oltre 10 metri: un vero e proprio libro della natura che, nella porzione oggi visibile, conta 41.600 pagine (due pagine per anno) che si sono potute interpretare con i moderni metodi di ricerca delle scienze della terra e dell’ambiente. In questo parco nel 2001 è stato portato alla luce lo scheletro completo di cervo fossile che oggi si può ammirare al Museo Caffi di Bergamo. Grazie alla creazione di itinerari didattici e non, i visitatori possono conoscere e toccare con mano questo meraviglioso giacimento, perlustrando e imparando a leggere uno a uno i 20.800 sottilissimi strati (varve): uno dei "calendari" di pietra più lunghi al mondo, che soltanto nella sua parte visibile, documenta almeno ventimila anni.   Come accedere al parco Vi si accede dal campo sportivo di Sovere dalla strada provinciale SP 53 Lovere-Clusone. Adiacente al campo sportivo vi è un ampio parcheggio libero. Una deviazione a gomito (stretta per chi proviene da Clusone), segnalata dalla pensilina della fermata Sovere Canneto della linea SAB Lovere, immette in Via Gen. Dalla Chiesa e poi in Via Canneto. Poiché l’accesso al campo sportivo è praticabile solo per i pullman turistici piccoli da 30 posti, per i pullman grandi si consiglia di far scendere i visitatori alla suddetta pensilina (200 metri dal campo) oppure all’innesto con Via Canneto (100 metri dal campo). Con mezzi pubblici: linea SAB Lovere Clusone, fermata Sovere Canneto.
Parco dei laghi di Sovere - ph: visitlakeiseo.info

Mantova e il risveglio dei fiori di loto

Appena fuori Mantova, il Borgo di Grazie è uno scrigno di tesori d’arte nell’incantevole scenario del Lago Superiore del Mincio

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