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Il borgo Pagazzano

Una perla da scoprire nella pianura bergamasca

Borghi e palazzi: l’architettura del Rinascimento

Al termine di decenni di contese, con operazioni militari che avevano coinvolto anche l’area sebina, la pace di Lodi nel 1454 stabilisce il confine fra gli stati milanese e veneziano lungo l’Adda e dà vita per la Lombardia orientale alla dominazione della Repubblica. Un trentennio di calma relativa darà un forte impulso alle attività economiche, grazie anche all’apertura di nuovi e più ampi mercati offerti all’interno del nuovo quadro degli stati regionali. La nuova situazione politica e, soprattutto, le nuove tecniche militari con l’introduzione dell’artiglieria provocano il progressivo abbandono delle mura di difesa dei principali centri, che fino al secolo precedente erano mantenute in funzione e, anzi, in alcuni casi costruite ex-novo. Questi fattori, uniti naturalmente all’evoluzione del gusto e delle mode, creano le condizioni per nuovi tipi di insediamento, che sostituiscono o, in certi casi, modificano l’edilizia medioevale. Il caso più significativo è senza dubbio quello di Lovere, che costituisce per l’epoca rinascimentale un unicum. L’abitato medioevale era compreso nella cerchia di mura ampliata nel Trecento; nel corso del Quattrocento, grazie alle condizioni economiche particolarmente favorevoli derivanti da una fiorente attività di lavorazione della lana, l’abitato viene ampliato con la costruzione dei nuovi quartieri del Borgo. Le più importanti famiglie del paese portano le proprie residenze fuori dalle mura trecentesche, con nuovi edifici più comodi, in posizione più salubre, dotati di broli e giardini. L’addizione occupa lo spazio fra il centro antico e la Valvendra, dove già erano insediate alcune attività artigianali, incentrandosi lungo l’asse viario corrispondente all’attuale via S. Maria. Da questo viene tracciata ortogonalmente una serie di vie secondarie verso il lago che costituisce la maglia per l’insediamento dei nuovi edifici. In genere i palazzi sono pensati per ospitare anche parte delle attività artigianali e commerciali praticate dai proprietari. L’uso di corpi di fabbrica di dimensioni adeguate consente ad esempio di ospitare ai piani alti i telai in legno (le cosiddette ciodere) su cui venivano posti i panni di lana per l’asciugatura: per questo motivo troviamo diverse logge aperte, che consentivano una buona ventilazione per accelerare questa fase del lavoro, che in precedenza si svolgeva in terreni aperti. I caratteri del nuovo modo di abitare e di produrre si possono cogliere poco oltre il Borgo nel palazzo che fu sede della Fabbrica Ferlendis, che lavorava panni di lana: l’orientamento del lato maggiore dell’edificio, dotato di portico e logge, privilegia l’affaccio verso sud invece che quello sul lago.  Palazzo Marinoni, dove risiedé lady Wortley-Montague durante i suoi soggiorni a Lovere (1749-1755), si estende fra il lungolago e l’asse del Borgo con una successione di cortili; il corpo di fabbrica principale, dalla caratteristica impostazione planimetrica a C e dotato di portico e loggia, si affaccia verso il lago. Più a monte, anche se con caratteri già seicenteschi, si trova Palazzo Bazzini, residenza di un’altra importante famiglia testimoniata a Lovere almeno dal XV secolo, che doveva possedere buona parte dei terreni in quest’area, se grazie alla donazione di una sua componente si poté edificare il vicino monastero di Santa Chiara. La costruzione del Borgo troverà completamento, a cavallo fra il XV e il XVI secolo, con l’erezione della basilica di Santa Maria, dovuta alle famiglie che stavano edificando il nuovo abitato. In scala più limitata, fasi di modifica su edifici preesistenti per adattarli alle nuove esigenze o insediamenti di nuove costruzioni si possono riconoscere in altri luoghi. Nel primo caso rientrano a pieno titolo le sistemazioni delle aree commerciali dei principali centri affacciati sul lago: gli spazi per i mercati della stessa Lovere, di Pisogne e di Iseo vengono dotati di portici lungo il perimetro, costruiti lungo i fronti degli edifici medioevali in sostituzione di botteghe o altre strutture che in genere venivano addossate alle case prospicienti le piazze. Per i nuovi porticati si mantenne un uso pubblico, fornendo ai mercati una superficie coperta a servizio dei fondaci retrostanti. Lungo la sponda bresciana meritano una visita le case rinascimentali di Marone e Sale Marasino. In riva al lago a nord del centro di Marone, si trova la Casa Ghitti di Bagnadore (il ramo familiare prende il nome dal torrente Bagnadore, che separava la casa dall’abitato di Marone). Costruita nel XVI secolo da esponenti della famiglia bresciana degli Irma (o Hirma), che qui erano proprietari di forni fusori e fucine da ferro, passa progressivamente ai Ghitti nel Seicento. Il fronte principale sul brolo presenta il sistema portico–loggia esteso alla parte centrale, con il consueto raddoppio delle campate al piano superiore. A imprenditori della lana è da attribuire un secondo edificio posto più a sud sempre lungo la riva del lago; nel Seicento risulta di proprietà Fenaroli e più tardi di altri Ghitti. In questo caso la successione del prospetto principale è portico ad archi, galleria chiusa e loggia con architrave all’ultimo piano, forse usata per la stenditura dei panni di lana. Il Palazzo Giugni è forse il più importante esempio di architettura pienamente rinascimentale di Sale Marasino: edificato verso il primo quarto del ‘500 probabilmente da Giovanni Francesco Averoldi, mercante nel settore della lana, passò successivamente ai Dossi, che praticavano la stessa attività. Il palazzo si affaccia sul brolo interno con un portico a 8 campate, raddoppiate dalla loggia superiore. Il salone al piano superiore presenta il tipico soffitto ligneo a travetti e tavolette dipinte e affreschi della scuola di Romanino. Gli stessi Dossi possedevano un’altra casa poco distante, oggi Mazzucchelli, di caratteristiche simili, con portico a 8 campate, databile probabilmente al tardo Cinquecento. Notevole anche la casa Turla, con portico e due ordini di logge: la superiore presenta le caratteristiche di una ciodera. Sempre nell’abitato di Sale si trovano altre case coeve: Casa Zirotti, Casa Belotti e un’altra casa in via Zirotti, notevole per il portico ad archi ribassati e doppia loggia. Un po’ discosto dall’abitato si trova poi, poco più a sud, uno degli edifici più interessanti dell’intero Sebino: il Palazzo Martinengo Villagana, iniziato nel tardo Cinquecento dai conti Secco d’Aragona, passò nel secolo successivo al ramo cittadino bresciano dei Martinengo della Pallata. È evidente la diversa natura del complesso rispetto alle residenze della borghesia rinascimentale. Si tratta qui di un palazzo da villeggiatura, costruito in riva al lago da esponenti della nobiltà lombarda (i Secco d’Aragona detenevano il feudo della Calciana Superiore, a quel tempo in territorio milanese) e quindi dotato, oltre che di parti residenziali padronali, di locali per la servitù, di attracco, di giardini. Il cortile interno, con porticato ad archi, è visibile dalla strada costiera. Il fronte principale è verso il lago ed è caratterizzato da un disegno simmetrico con portico e loggia centrale, a tre campate ed impostati su un architrave invece che sull’uso dell’arco a tutto sesto. All’interno il ricco apparato decorativo con pitture e stucchi è prevalentemente seicentesco. Ulteriori interessanti esempi di edilizia quattro-cinquecentesca si trovano su Monte Isola: a Peschiera le case Erba e Archetti, forse ritiro di alcuni esponenti degli Oldofredi di Iseo, dopo che l’instaurarsi del regime veneziano aveva provocato la decadenza della famiglia; a Carzano il Palazzetto Ducco (oggi Ziliani), residenza nel Cinquecento di un ramo della famiglia nobiliare proveniente da Trenzano; a Siviano alcune case in via Roma dotate di portici e logge. L’itinerario si può concludere a Iseo, con la visita alla piazza Garibaldi, tradizionale sede dell’importante mercato fin dall’età medioevale. Come a Pisogne, gli edifici perimetrali testimoniano la fase di riforma avviata nel XV e proseguita fino al XVIII secolo, con la realizzazione dei portici e il rinnovamento dei prospetti. Un ultimo capitolo interessante, sempre nel territorio di Iseo, è il Castello del Carmagnola a Clusane, che mostra gli interventi quattrocenteschi operati su un fortilizio basso-medioevale.   Alberto Bianchi

Nei borghi della Val Brembilla

Alla scoperta dei borghi della val brembilla
Nei borghi della Val Brembilla

La Valle Sabbia tra borghi e tesori nascosti

Pittoreschi panorami e suggestivi angoli naturali

Il Borgo delle Grazie

A pochi passi dal Castello Sforzesco, Ludovico il Moro voleva realizzare un quartiere per i suoi uomini di fiducia e un mausoleo per la sua famiglia. Del primo resta traccia nella casa degli Atellani, che ha aperto le sue porte in occasione di Expo 2015, facendo rinascere la vigna di Leonardo, e che ci lascia finalmente entrare in uno di quei giardini nascosti che spesso ci siano ritrovati a sbignare solo dall'esterno; del secondo, la meravigliosa tribuna della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, progettata dal Bramante a coronamento del monumento funebre di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, oggi alla Certosa di Pavia.

In bici tra antichi borghi della campagna cremonese

Le strette alzaie lungo il Delmona invitano a un viaggio lento, tra silenzi e scorci senza tempo. Da Derovere, tra borghi solitari, fino all’antico mulino di Castelfranco, la campagna sussurra storie di cascine e tradizioni.
Castelfranco d'Oglio

Borghi e Paesaggi dell'Alto Lodigiano

Una gita per pittoreschi borghi di campagna. Un'escursione lungo l'Adda e i suoi canali. Una passeggiata per pachi naturalistici. Questo e molto altro riserva ai suoi visitatori l'Alto Lodigiano. Un punto di partenza per scoprire i comuni a Nord di Lodi è sicuramente Zelo Buon Persico. Un giro per il paese  permette di scoprire  Piazza Italia, dove sorge la seicentesca Parrocchiale di Sant'Andrea Apostolo. Mentre fuori dal centro abitato si trova la più antica Chiesa dei SS. Cosma e Damiano (XIII secolo). Gli amanti della natura possono esplorare il Centro Parco di Villa Pompeiana, poco distante dalla Riserva Naturale il Mortone e il Parco Ittico Paradiso sempre a Villa Pompeiana (frazione di Zelo Buon Persico). Quest'uItimo è un ambiente incontaminato, tra laghetti, ruscelli, stagni, e fontanili, dove si possono incontrare germani reali, aironi, tassi, ghiri e molti altri animali. I più sportivi potranno dedicarsi a percorsi in bicicletta, tra le campagne dell'Alto Lodigiano, lungo il canale Muzza, nei dintorni o che si spingono verso Lodi. Al ritorno, per rilassarvi, gustatevi un drink in uno dei locali di Zelo Buon Persico. - ph ig:@next5ph
Borghi e Natura dell'Alto Lodigiano

La Valle Seriana: tra borghi antichi e natura incontaminata

A pochi chilometri da Bergamo, nel cuore delle Prealpi Orobiche, si estende la Val Seriana, tra borghi antichi, estese pianure e alte vette dalle quali ammirare panorami mozzafiato.

Cammino del Vescovado: vigne e borghi

Un percorso in 3 tappe alla scoperta delle Terre del Vescovado tra pittoreschi borghi, suggestivi colli e rinomate vigne
Cammino del Vescovado: vigne e borghi - credits: terredelvescovado.it

Una passeggiata nel borgo di Romano

Per la nostra escursione monumentale scegliamo il centro storico di Romano. Punto di partenza sono i parcheggi tra le vie Fratelli Calvi e Belvedere, quindi ci rechiamo alla rocca viscontea, situata a ridosso della cinta muraria in angolo nord-ovest.   Risale al 13° secolo, ma non è da escludere la presenza di un fortilizio realizzato il secolo prima. L’attuale aspetto, a pianta quadrilatera e dotata di quattro torri, è il frutto di continui rimaneggiamenti che si sono succeduti nel tempo. Dopo la rocca, visitiamo il palazzo della Ragione, in via Bartolomeo Colleoni 12. L’edificio, noto anche come palazzo della comunità o dell’arengo, era la sede del governo del borgo. La costruzione dell’edificio risale al 13° secolo, anche se l’aspetto attuale è frutto di continui rimaneggiamenti. Di interesse è il coronamento tardo gotico, realizzato in epoca viscontea, che corre sopra il leone di San Marco, testimonianza della dominazione veneta.Sempre in via Colleoni visitiamo anche i portici della Misericordia e Porta Brescia. Questo edificio fu voluto da Bartolomeo Colleoni nella seconda metà del 15° secolo e donato alla sua morte al Consorzio della Misericordia. La struttura, formata da sedici arcate, segue il preciso schema del fondaco veneziano, ovvero una struttura composta da botteghe al pian terreno, abitazioni al primo piano e legnaia nel sottotetto. Nel 1645 la torre medievale della Rocchetta che difendeva Porta Brescia, l’unica sopravvissuta alle demolizioni ottocentesche, crollò sulle ultime due arcate della struttura porticata provocando notevoli danni. La nostra visita a Romano prosegue nella basilica di San Defendente, adiacente alla parrocchiale. La sua costruzione risale al 1503. L’interno è caratterizzato da una navata centrale, coperta da una volta a botte e interamente affrescata alla fine del 18° secolo da Filippo Comerio. Il presbiterio è dell’architetto Gio Antonio Rossi Polissena. La decorazione delle pareti del coro, eseguita dopo il 1770 in trompe-l’oeil, è opera dei fratelli Galliari, pittori e scenografi. Raggiungiamo quindi palazzo Rubini, in via Comelli Rubini, voluto dal tenore Giovan Battista Rubini (1794-1854). Fu costruito in forme neoclassiche su progetto dell’architetto Pier Antonio Pagnoncelli nel 1845. La sala più importante è quella del pirata (per via di un dipinto presente sul soffitto), dove Rubini amava intrattenere con il canto i propri ospiti.
Una passeggiata nel borgo di Romano

Borgo Virgilio

Borgo Virgilio prende il nome dal celebre poeta dell'Eneide, nativo di queste zone del mantovano, ricche di fascino storico-culturale e paesaggistico. E' senz'altro un punto strategico per visitare Mantova e il Parco del Mincio, situati a pochi chilometri di distanza. Non mancano le attrattive se si decide di sostare in paese, soprattutto dopo l'Accordo di Programma per la realizzazione del progetto di rifunzionalizzazione e fruizione del Forte di Pietole. Di sicuro interesse è il Museo Virgiliano, strutturato in tre sezioni: la prima ospita una collezione di reperti archeologici di età romana ritrovati nel territorio (tra cui vasi cinerari, olle e monete), la seconda i dipinti di Ugo Celada, mentre l'ultima non poteva che essere dedicata all'opera e alla vita di Virgilio. Sempre sulla figura di Virgilio, si trova un monumento inaugurato nel 1884 alla presenza di un altro grande poeta: Giosué Carducci, che per l'occasione declamò uno straordinario discorso. Non troppo lontano dal monumento, a ridosso dell'argine del Mincio, c'è il cosiddetto Sasso di Virgilio, dove il poeta si riposava durante le sue passeggiate. Suggestiva dimora, eretta sui resti della casa del sommo poeta , è Corte Virgiliana, che fu anche prorietà dei Gonzaga. Di grande importanza storica è il Forte di Pietole (o Forte Napoleonico) costruito nel 1808 dal generale francese François de Chasseloup-Laubat, su ordine di Napoleone, a difesa di Mantova. Caratteristiche sono le gallerie di contromina che scorrono al di sotto della fortificazione. Potevano essere minate e fatte saltare in aria, con lo scopo di distruggere le forze nemiche al di sopra di esse. Anche la costruzione di Borgoforte è legata a esigenze difensive. L'intenzione degli austriaci era infatti quella di porre un freno alle scorrerie armate dei ferraresi-reggiani e modenesi.  Oggi è utilizzata come sede per attività culturali e ricreative. Gli appassionati di natura ed escursioni possono invece raggiungere la Riserva Naturale Vallazza e addentrarsi in sentrieri immersi nella vegetazione. Si consiglia il percorso ciclopedonale che conduce all'Area archeologica etrusca del Forcello, dove si trova una torretta alta circa 20 metri che offre uno sguardo d'insime sul territorio. - ph: Parco del mincio  
Parco del Mincio

Nel borgo di Nesso

Scorci comaschi da non perdere, in quel di Nesso
Nel borgo di Nesso