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Valle del Bitto di Albaredo

Storia, antichi mestieri e tanta natura
Valle del Bitto di Albaredo

A scavalco del Monte Sasna

La partenza avviene da Nona, frazione di Vilminore (BG), ultimo borgo della Valbona. Dopo aver parcheggiato, si transita sul retro della chiesa di Nona (1.341 m), imboccando subito dopo, a sinistra, la Manina, una stradetta che sale in direzione del Passo della Manina. Questa strada risale la valle con pendenza costante, per una camminata di circa 1 h. Poco prima di giungere al grande edificio che ospitava i minatori (ora Baita Case Rosse), si piega a sinistra e si attraversa il torrente dove si trova la stradetta che continua fino al passo.Per i più allenati, invece, dopo il guado, si sale il pascolo seguendo i bolli gialli che compaiono tra i massi.Per tutti, un ulteriore sforzo e si raggiunge il culmine (1.796 m), accolti dalla chiesetta edificata nel 1949 in onore del “passaggio” a spalla della Madonna Pellegrina (1.796 m, 1h 15’ da Nona). Quassù un po’ di meritata pausa, poi dal Passo della Manina si prosegue verso destra (nord), seguendo la traccia immersa nell’erba. Si guadagna quota senza grosse difficoltà. Si giunge alla croce dell’anticima e poco oltre alla cima vera e propria, caratterizzata da una croce più piccola (2.229 m, 1h 15’ dal passo). Assaporato il panorama a 360°, si scende sulla costa nord-est opposta, seguendo scarse tracce di sentiero e sbiaditi bolli biancorossi (segnavia CAI n° 409) fino al colletto (2.139 m), da cui, tenendo leggermente la destra, si punta al laghetto sottostante (2.063 m) e poi, per tratturi, a una baita. Si seguono sempre i tratturi, che scendono direttamente su una dorsale. Ci si ricongiunge con la sterrata in piano e la si segue verso destra. Si raggiunge così il panoramico alpeggio di Baite Saline (1.768 m, 1 h dalla vetta) dal quale si scende lungo la stradetta sterrata nella valle del Gleno (vedi indicazioni sul muro della baita). Muovendosi nel fresco bosco di conifere, si transita dalle baite Esenne (1.555 m) e, con una serie di tornanti, si esce dai confini del Parco Regionale delle Orobie bergamasche, scendendo alla base del Sasna, lungo la stradetta cementata che si spiana in prossimità di Nona. Per ulteriori dettagli: CAI Valle di Scalve - tel. 348 9195290
A scavalco del Monte Sasna

A passeggio tra hotel e ville con meta Capanna Cao

Percorrendo questo itinerario si possono scoprire molte meraviglie inaspettate utilizzando mezzi di trasporto pubblico quali il treno e la funicolare, oltre alle proprie gambe naturalmente. Si lascia così a casa lo stress e ci si lascia abbracciare da panorami mozzafiato e luoghi pieni di storia. La stazione ferroviaria di Como Lago (205 m) di Trenord è raggiungibile con le linee da Milano Cadorna e da Saronno (Varese). In pochi minuti siamo alla funicolare Como-Brunate dell’Azienda tranviaria milanese che permette di salire ai 710 metri della località che domina il capoluogo. Brunate è raggiungibile in auto, su strada tortuosa e con pochi parcheggi. Da non perdere la piazzetta antistante la stazione di arrivo della funicolare, con lo storico Hotel Milano in fase di ristrutturazione. Basta guardarsi intorno e balzano agli occhi le ville in stile Eclettico e Liberty che hanno segnato un’epoca. Pochi passi nella vicina Via Roma permettono di raggiungere, oltre a stupendi belvedere, la famosa fontana Campari, una delle tre rimaste delle 12 costruite negli anni Trenta dalla storica ditta produttrice di apertivi. A pochi metri c’è la villa Giuliani, costruita nel 1910 nella seconda stagione del Liberty italiano. Risalendo verso la Chiesa di Sant’Andrea apostolo, che contiene affreschi seicenteschi di Giampaolo Recchi, si scorge Villa Duca Rosasco Veronelli. Un percorso pedonale collega Via Roma con Via del Pissarottino, passeggiata storica dei villeggianti. La via dà accesso a Villa Marinoni Schimidlin, a Villa Baldi-Scolari e a numerose altre ville in stile Liberty o Eclettico. È ora di imboccare la mulattiera per San Maurizio che, sfiorando ville, locande e alberghi costruiti nell’epoca d’oro di Brunate, permette di raggiungere la bella piazza con la chiesa di San Maurizio e salire allo straordinario belvedere del Faro voltiano con il vicino Parco Marenghi. Si imbocca via alle Colme che porta alla Capanna Cao-Club alpino operaio (955 m) sorta nel 1922. Proseguendo sul sentiero si arriva alla dorsale che dal Pizzo Tre Termini, passando per le cime dei Monti Boletto, Bollettone e Palanzone, conduce al Monte San Primo. Poco dopo la Capanna Carla parte il sentiero che porta a Monte Piatto e da vedere c’è la pietra pendula, a Piazzaga e, infine, sul Lago a Torno attraversando la zona dei massi avelli. - Ph: Matteo Zanga
A passeggio tra hotel e ville con meta Capanna Cao

Anello del Poncione di Ganna

L’escursione al Poncione di Ganna è una delle più belle gite che si possono intraprendere nel territorio della provincia di Varese. Un’esperienza adatta a tutti, basta non prendere la deviazione della direttissima, e il panorama che si conquista è garantito come uno dei più belli della zona. La salita è semplice e abbastanza breve, per i più allenati è possibile allungare il trekking fino al Monte Minisfreddo ed è possibile salire direttamente dalla Valganna avventurandosi sulle tracce di un vecchio sentiero ormai in disuso consigliato solo ad escursionisti esperti. La partenza è dal parcheggio gratuito di Via al Poncione, località Alpe Tedesco, Comune di Cuasso al Monte. Da qui si inizia a piedi lungo il sentiero alla destra del parcheggio che entra nel bosco. Salendo, alla pietra miliare, si gira a sinistra e si arriva ad un crocevia indicato da un grosso masso, si sale ancora verso sinistra, fino ad incontrare la deviazione per il Poncione. Proseguendo si arriva ad un secondo cartello, in prossimità di una panca in legno, si prende la deviazione indicata e si affronta la direttissima, una ripida salita che nell'ultimo tratto può richiedere anche l'uso delle mani per arrampicarsi ed arrivare proprio davanti alla croce del Poncione. Per chi vuole seguire un sentiero più tranquillo è possibile procedere alla precedente deviazione e dopo qualche centinaio di metri trovare un'altra deviazione per salire sempre a destra dal sentiero utilizzato anche per scendere e tornare al parcheggio. Dopo aver ammirato il paesaggio che spazia dal Monte Generoso e dal Lago Ceresio fino alla Valganna con i laghi di Ganna e Ghirla si scende proseguendo sul sentiero che dopo la croce scende in direzione del Monte Minisfreddo. Qui si trova un belvedere che dà sulla strada che dalle Grotte di Valganna arriva a Ganna. Proseguendo ancora si arriva ad un cartello del Parco delle Cinque Vette che indica Cavagnano. Si scende a sinistra del cartello sul sentiero fino ad incontrarne un altro riportante il sentiero 475 con indicazione Alpe Tedesco a 25 minuti. L’anello si chiude incontrando, dopo qualche centinaio di metri, di nuovo la deviazione per la direttissima, qui si prosegue il sentiero fino a tornare al parcheggio. - Ph: Mirko Costantini
Anello del Poncione di Ganna

Il fascino del Borgo d'Oro

Borgo Santa Caterina dal 2019 è ufficialmente tra i Borghi più belli d’Italia
Il fascino del Borgo d'Oro

Val Sanguigno e il Rifugio Gianpace

Il sentiero amico dell’acqua

Via Francisca del Lucomagno

La Via Francisca del Lucomagno è un’antica via, storicamente documentata, che dal centro Europa collegava, in Italia, la pianura padana, attraversando il territorio elvetico. Quando gli spostamenti avvenivano a piedi o a cavallo, questo percorso rappresentava un raccordo molto importante per collegare il nord ed il sud delle Alpi, perché utilizzava il Passo del Lucomagno, il più basso delle Alpi Lepontine, e aveva un tracciato più breve rispetto ad altre Vie. Ebbe il suo massimo impiego tra VIII e il XIII secolo.  Nella attualizzazione moderna, la Via Francisca del Lucomagno inizia a Costanza e finisce a Pavia dove si innesta sulla Via Francigena, verso Roma. 510 Km, di cui 135 in territorio italiano. Tra i personaggi storici che percorsero qualcuno annovera anche San Colombano, morto a Bobbio nel 615, ma certamente la utilizzarono i monaci negli spostamenti tra i diversi conventi ed abbazie presenti lungo il tracciato, i mercanti e i pellegrini nel tragitto verso Roma.  Questa Via, al nord delle Alpi viene chiamata “La Via degli Imperatori” perché gli imperatori germanici del Sacro Romano Impero, della dinastia ottoniana, da Ottone I, il Grande a Enrico II, il Santo e, successivamente anche Federico Barbarossa, la percorsero più volte con i loro eserciti, per raggiungere il Regno d’Italia, di cui erano re.  La Via Francisca del Lucomagno inoltre è stata fondamentale per la storia della Chiesa e dell’Europa, poiché attraverso questo cammino, molti Vescovi raggiunsero Costanza nel 1414, dove si svolse il Concilio Ecumenico che pose fine allo Scisma d’Occidente.   L'esito del progetto di attualizzazione e valorizzazione, in Italia, della Via Francisca del Lucomagno, riscoperta dall'Associazione Internazionale Via Francigena (AIVF),  iniziato nel 2015, ha fatto nascere un Cammino di 135 Km, ben segnato, ben strutturato, con circa 50 strutture recettive di diversa tipologia e con tutti gli strumenti di comunicazione, molto apprezzato dai camminatori-pellegrini che lo percorrono e corredato di siti UNESCO, parchi e aree protette, beni storici, artistici, culturali e religiosi di grande pregio.  (Immagine di copertina: @albanomarcarini) Percorrendo come “Pellegrini di speranza” questo itinerario durante l’anno del Giubileo 2025 si potrà fare sosta presso quattro chiese giubilari: Santuario del Sacro Monte di Varese  Basilica di Santa Maria Nuova ad Abbiategrasso (MI) Basilica di San Pietro in Ciel d'oro a Pavia  A poche centinaia di metri dalla conclusione del percorso sarà possibile visitare anche la la Cattedrale di Santo Stefano Martire e Santa Maria Assunta della Diocesi di Pavia. Informazioni sulle proposte organizzate sul percorso del cammino durante l’anno giubilare al sito web: www.laviafrancisca.org  

Lodi

Un territorio ricco di storia, tradizioni agricole e paesaggi che incantano
Lodi

Vigevano

Un gioiello rinascimentale nel cuore della Lomellina

Santa Caterina Valfurva

Dal telemark allo snowboarding, alle passeggiate in quota. In Valtellina, Santa Caterina Valfurva è meta ideale per ogni tipo di sport
Santa Caterina Valfurva - Parco Nazionale dello Stelvio

Lombardia, con le guide alpine

Trekking. Rifugi. Animali selvatici. Arrampicate, alpinismo o ritmi più lenti. Goditi la Lombardia a spasso con una guida alpina
Guide alpine - Valmalenco - Sondrio

Ecomuseo Adda di Leonardo

Museo all'aperto lungo il Naviglio di Paderno in cui riscoprire le vicende storiche, artistiche e naturalistiche del territorio
Ecomuseo Adda di Leonardo, Musei Milano