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Giardini di Castello Quistini

Gli incantevoli giardini di Castello Quistini, dimora cinquecentesca tra le colline della Franciacorta, rifioriscono in primavera, in un’occasione unica di esplorazione artistica e culturale.   Durante i mesi di maggio e giugno, Castello Quistini apre le porte ai suoi eleganti giardini, offrendo ai visitatori un'esperienza unica tra natura, storia e benessere. Un percorso immersivo, che spazia dal labirinto di rose, composto da tre cerchi concentrici che ospitano oltre 1.500 varietà di rose antiche, moderne e inglesi, culminando in un gazebo centrale adornato da rose rampicanti Banksiae Alba e Banksiae Alba Plena.  La riscoperta di questo luogo magico e segreto è arricchita dal Giardino Bioenergetico, progettato dall'eco-designer Marco Nieri e dall'architetto Chiara Odolini, dove le piante sono disposte secondo principi che favoriscono il benessere psicofisico . Non meno affascinante è il Giardino Segreto delle Ortensie, che ospita varietà rare come Hydrangea involucrata e H. quercifolia, offrendo un angolo di tranquillità e bellezza. Completano l'esperienza il "brolo", un frutteto che conserva antiche varietà di frutti come il biricoccolo e il nashi, e un piccolo orto dei semplici con piante officinali tradizionali. Durante le visite guidate, i partecipanti possono scoprire queste meraviglie botaniche e ammirare sculture realizzate con materiali riciclati, che si integrano armoniosamente nel paesaggio.  Per ulteriori informazioni, visita il sito ufficiale del Castello Quistini.  
(Ph: I Mille)

Giardino botanico di Pietra Corva

Il Giardino di Pietra Corva, compreso amministrativamente nel comune di Romagnese in Oltrepò Pavese, è ubicato nel cuore del Sito di importanza comunitaria Sassi Neri-Pietra Corva, sul versante orografico destro della Val Tidone, a 950 m di altitudine, sulle pendici del Monte Pietra di Corvo, suggestivo e dirupato affioramento di scura roccia vulcanica che si erge sino a 1070 m. Lasciato il centro abitato di Romagnese, si procede in direzione della frazione Grazzi, superata la quale si raggiunge, in auto o in pullman, l’ampio piazzale adibito a parcheggio, ove sorge un confortevole "punto di ristoro". Infine, salendo un breve sentiero, si giunge di fronte alla rustica e caratteristica cancellata che immette al giardino. Al di là, tra conifere e faggi, si snoda un dedalo di piccoli sentieri tra aiuole e roccere, percorrendo i quali si possono ammirare innumerevoli piante che trovano dimora negli anfratti e nelle nicchie delle rocce. Sotto il profilo didattico educativo il Giardino di Pietra Corva si presta a diventare meta ottimale per gruppi con interessi naturalistici. La bellezza del luogo, l’impatto estetico, la ricchezza di forme e di colori lo rendono meta consigliabile per escursioni e gite; il visitatore potrà pertanto unire al piacere di una passeggiata nel verde dei boschi la possibilità di osservare piante rare o provenienti da luoghi lontani. Cosa osservare: Chi si accinge a visitare per la prima volta il Giardino di Pietra Corva certamente troverà qualche difficoltà nell’intuire i criteri della sua organizzazione: le specie presenti non sono distribuite seguendo una sola linea di intervento, ma la loro ubicazione risponde ad esigenze ecologiche, oppure ad un raggruppamento sistematico o geografico.Ci sembra opportuno quindi individuare una visita ipotetica, lasciando tuttavia all’interesse e alla fantasia di ciascun visitatore la possibilità di approfondire le eventuali tematiche indotte dalla visita o di scegliere percorsi legati ai propri interessi.Il sentiero di entrata conduce di fronte all’edificio adibito a foresteria ed al centro visita.Sul lato destro la superficie del giardino è quasi pianeggiante ed ospita numerose aiuole e roccere, un suggestivo stagno popolato da varie specie di anfibi, il vivaio; a sinistra il sentiero principale sale dolcemente e conduce alla porzione più elevata, dove su ghiaioni e rocce serpentinose, calcaree e silicee, vivono molte piante alpine.Un sentiero all’interno della faggeta, collega, nella zona alta, le due parti.Iniziamo l’ipotetica visita percorrendo il vialetto d’entrata in un sottobosco di rododendri (Rhododendron ferrugineum).Giunti di fronte al "rifugio" giriamo a destra.   Al termine del percorso si consiglia una visita al piccolo museo didattico annesso al rifugio; esso illustra le particolarità più interessanti del giardino ed inoltre descrive, con pannelli didascalici e piccoli diorami, l’ambiente collinare e montano dell’Oltrepo Pavese e piacentino. Come è nato: La storia di questo giardino è strettamente legata all’indimenticabile figura del Dott. Antonio Ridella, valente veterinario e cinofilo, ma anche naturalista e grande appassionato di botanica, che attorno al 1960 elaborò l’idea di creare un giardino botanico in questo lembo di territorio montano. L’amore per la botanica aveva accompagnato il Dott. Ridella fin dai tempi dell’Università e si era affinato nel tempo durante i suoi numerosi viaggi di esplorazione su Alpi, Carpazi, Pirenei e Ande, ove aveva potuto ammirare la bellezza delle piante di alta quota nella molteplicità dei loro adattamenti. Esperienze ricche ed irripetibili che raccontava agli amici e soprattutto ai bambini; racconti sicuramente colmi di passione ma insufficienti a descrivere ciò che aveva osservato. Via via si delineò così il progetto di un giardino dove raccogliere le piante di montagna affinchè le stesse potessero essere mostrate ad un pubblico interessato. La realizzazione richiese molta fatica, il progetto era insolito e, per parecchi anni, poche persone lo aiutarono in un’impresa apparentemente irrealizzabile. Determinante a quel tempo fu il contributo del giovane giardiniere Cesare Soffritti che, non solo lo accompagnò nelle innumerevoli escursioni alla ricerca di piante spontanee da introdurre nel giardino, ma fu soprattutto colui che, operativamente, allestì le aiuole, le roccere e i percorsi interni al giardino stesso. Un piccolo stagno ed alcune aiuole delimitate da tronchi, qualche piantina sparsa qua e là tra i grandi massi, così appariva il giardino nei primi tempi della sua costruzione. La realizzazione definitiva richiese ancora parecchio tempo. Negli anni successivi vennero infatti introdotte numerose specie raccolte in natura o ricevute in scambio da altri giardini botanici. Dopo tanta fatica e sacrifici da parte di questi due personaggi, tra loro così diversi ma complementari, il Giardino venne aperto ufficialmente al pubblico nel 1967. Il Dottor Ridella purtroppo morì improvvisamente nel gennaio del 1984, lasciando in eredità a quanti lo avevano aiutato a realizzare questo suo sogno l’impegno di continuare. In quest’ultimo periodo il Giardino fu interessato da un notevole sviluppo: furono ampliate le collezioni botaniche, ricostruiti habitat e allestite nuove aiuole e roccere, e soprattutto incrementati i rapporti con altri giardini italiani e stranieri; in questa fase si predispone il Catalogo dei semi (Index seminum) al fine di consentire lo scambio di semi con circa 400 Giardini ed Orti botanici di tutto il mondo. Viene in seguito ristrutturata la foresteria e furono realizzate nuove ed importanti strutture quali il Centro Visita e il Centro Studi dell’Appennino Settentrionale. Attualmente il Giardino di Pietra Corva è gestito dalla Provincia di Pavia attraverso una convenzione con il comune di Romagnese e la Comunità Montana Oltrepò Pavese.
Giardino di Pietra Corva

Quando la Natura diventa Arte!

Una giornata dedicata alla natura e alla creatività. Visita guidata alla Riserva Naturalistica Torbiere del Sebino con laboratorio artistico.

Cassano d'Adda: canapa, lino, seta

Partendo dalla ruota idraulica di Groppello d’Adda, vi accompagnerò alla scoperta di un territorio che ci parla di acque e di lavoro. Costeggeremo un tratto del Naviglio Martesana e del Canale Muzza per raccontare la storia di un luogo che da secoli ha ospitato diverse attività produttive: da un mulino da grano alle corderie del Linificio Canapificio Nazionale, fino a giungere al grande gelso monumentale, testimonianza dell'importanza della bachicoltura nelle campagne lombarde. Così riscopriamo uno dei volti della comunità di Cassano d’Adda, il comune più esteso dell’Ecomuseo Adda di Leonardo. 

Il giardino all’inglese nella Villa Reale di Monza

Cronaca di un viaggio di fine Settecento

Orto Botanico d'Altura E. Dioli

Le quattro stagioni nei Comuni di Valmalenco e Val Poschiavo

La Villa Reale dI Milano e i dintorni di Porta Venezia

Giardini e monumenti nella Milano tra '700 e '900.

Visita guidata alle Piramidi di Zone

Inizieremo la nostra gita all'interno della Riserva Naturale di Zone. Qui avremo modo di osservare le suggestive piramidi di terra, tra le più caratteristiche d'Europa, e ammirare il Lago d'Iseo da un'insolita prospettiva. Dopo pranzo proseguiremo con la visita alla chiesa di San Giorgio e percorreremo un tratto dell'antica via valeriana, storica via di comunicazione della Valle Camonica che si addentra nell'affascinante Valle di Gasso fino a raggiungile il luogo dove è ancora possibile osservare alcune impronte fossili di dinosauri.

Bosco dei Bordighi

Istituita nel 1994 e con un'estensione di circa 50 ettari, la riserva naturale del Bosco dei Bordighi si sviluppa lungo il fondovalle del fiume Adda, nei pressi di Sondrio ed è uno dei pochi lembi di boschi ripariali rimasti sulla piana alluvionale dell'Adda. In quest'area crescono e sono osservabili specie vegetali molto antiche e rare che si differenziano a seconda della vicinanza dalla riva e quindi dell'acqua disponibile.  Le specie più diffuse sono il salice bianco, il salice da vimini, il salice ripaiolo, l'ontano bianco e nero, il pioppo nero, associati ad arbusti quali la sanguinella, il viburno, la fusaggine, il sambuco.Per quanto riguarda la parte pianeggiante dell'area, sono presenti invece latifoglie caducifoglie mesofile e boschi igrofoli. Non mancano pioppeti e i coltivi irrigui, di mais soprattutto, derivanti comunque da collocazioni artificiali. Come tutte le aree protette, anche la Riserva Naturale Bosco dei Bordighi ha un animale-simbolo, scelto perché si tratta di una delle specie più abbondanti, nonché avvistabile con una certa facilità: il picchio rosso maggiore. - Photo Credit ClickAlps
Bosco dei Bordighi

Riserva Naturale Pian di Gembro

La Riserva Naturale Parziale Botanica di Pian Gembro sorge su una torbiera di origine glaciale a pochi passi da Aprica. Itinerari semplici e poco faticosi permettono al visitatore di immergersi nella natura di questa antica torbiera dove è possibile osservare delle specie vegetali molto rare come alcune piante carnivore. Oltre a un percorso tematico con bacheche illustrative sulla formazione e sulle caratteristiche della riserva, durante il periodo estivo viene allestita un’aula didattica dove poter osservare alcuni piccoli abitanti (rane, rospi, tritoni e salamandre) di questa zona paludosa. In ogni stagione Pian di Gembro offre al visitatore colori ed emozioni. Nel periodo invernale percorsi per le ciaspole e lo sci di fondo donano al visitatore paesaggi incantati soprattutto dopo una bella nevicata.
Riserva Naturale Pian di Gembro

Orto Botanico di Pavia

Un orto storico che si trova nell’attuale sede dagli ultimi decenni del 1700
Orto Botanico di Pavia

Trekking e relax in Valtellina

Arrampicata. Rafting. Lunghi trekking o passeggiate rilassanti. Il benessere delle terme. Scopri il lato Active & Green della Valtellina
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