Ho trovato 528 risultati per monte san giorgio

Sui luoghi de «L'Albero degli Zoccoli»

Era il 1978 quando nelle sale uscì un film indimenticabile che portò sul grande schermo le radici contadine della pianura bergamasca: «L’Albero degli Zoccoli».   In un pomeriggio invernale in cui la pianura bergamasca era avvolta dalla nebbia, il regista premio oscar Ermanno Olmi si perse nelle campagne intorno all’abitato di Martinengo e per caso si ritrovò davanti ai cancelli della Cascina Roggia Sale: fu amore a prima vista e la corte divenne la location principale della pellicola. Ma come si presentano oggi quegli edifici, quelle stradine di campagna e quei borghi immortalati nella pellicola che vinse la Palma d’Oro al Festival di Cannes?Orobie Active ti propone un itinerario alla scoperta dei luoghi in cui è stato girato il film. Ma non solo… ti invitiamo a cercare di riconoscere le location partendo dalle scene del film che vengono riportate nei punti di interesse lungo il percorso. E allora buona passeggiata sulle tracce de «L’Albero degli Zoccoli»! Descrizione dell'itinerarioIl percorso prende il via a Cortenuova di Sopra, piccola frazione a sud di Martinengo. Qui si può lasciare l’auto in via Beroa e immergersi nel paesaggio tipico della bassa pianura bergamasca. È proprio da questa stradina di campagna che nel film passano le persone che dal centro storico vanno alla cascina ed è qui che il figlio dei contadini rompe lo zoccolo.Proseguendo su via Cortenuova ci si avvicina poi a Martinengo; dopo un breve tratto di strada trafficata si svolta a sinistra e si percorre via Molino Nuovo fino a raggiungere la chiesina campestre di San Rocco, dove, nel film, la vedova Runk benedisce l’acqua che fa poi bere alla mucca malata.In poco tempo si raggiunge quindi il bellissimo centro storico di Martinengo e si prosegue la camminata sulle tracce delle location del film. Raggiunto il vero e proprio borgo storico si svolta a destra lungo via Morzenti e subito dopo a sinistra in via Derusco. A destra via Sant’Agata ci conduce verso i luoghi in cui sono state girate le scene dei pomodori pronti in anticipo rispetto alla stagione e portati orgogliosamente in città da nonno Anselmo (vicolo San Giorgio e via Tadino).Via Tadino è rinomata per gli splendidi portici storici, utilizzati da Olmi per ambientare l’osteria e la scena dei balli nella locanda (oggi sede di una banca). L’itinerario prosegue in via Celestino Colleoni: lì le scene del cavallo imbizzarrito che scappa e quelle dell’albergo Corona. Camminando tutt’intorno al centro storico si incontra Piazza Maggiore e si imbocca via Allegreni; qui al numero 37 il famoso Filandone, il luogo nel quale durante il film si vedono le operaie al lavoro. Il Filandone è una vecchia grande filanda dismessa dagli anni Cinquanta del secolo scorso. Abbandonata e in disuso, venne risistemata e riaperta proprio per le scene del film di Olmi nel 1977. Al termine della lavorazione l’enorme edificio era tornato in stato di abbandono fino a un suo lungo e impegnativo recupero: dal 2013, nei suoi tre piani ospita la biblioteca comunale, una sala conferenze e uno spazio espositivo. Ultima tappa del percorso è il Convento dell’Incoronata, situato fuori dal centro storico ma raggiungibile a piedi in breve tempo percorrendo via Morzenti, via IV Novembre e via Milano. Splendidi il chiostro e la sala capitolare, dove per «L’albero degli zoccoli» sono state girate le scene dell’orfanotrofio ambientato a Milano in cui si vedono i bambini e le suore che li accudiscono e le scene in cui ci sono i due sposini con le religiose e con il bambino.
Sui luoghi de «L'Albero degli Zoccoli»

Valle Imagna, un tesoro tutto da scoprire

Un piccolo gioiello naturale che ancor oggi ha mantenuto intatto lo spirito della vita in montagna e conservato i buoni sapori della tavola
Bergamo Valle Imagna, un tesoro tutto da scoprire

Itinerario sulle tracce di Cadorna

Circa cento anni fa, in onor di guerra con l’Austria, il generale Luigi Cadorna fece fortificare una seconda linea difensiva che interessava anche il Passo di Lemma e di Tartano, luoghi che andremo a percorrere in questo memorabile itinerario o meglio, in questo viaggio a ritroso nel tempo.   La partenza avviene dal piazzale degli impianti sciistici di San Simone, in alta Val Brembana, dove si sale la sterrata che porta alla Baita del Camoscio e successivamente si sale alla Casera Sessi allungando verso la panoramica Baita Belvedere.Seguendo il tracciato 116 si giunge al noto Passo di Lemma, una bella mulattiera militare che si sviluppa sulle pendici del Monte Lemma e conduce al rudere della vecchia caserma e al Passo di Lemma. Si prosegue ora per la lunga e spettacolare cresta che ci porta in meno di un’ora sulla vetta, potendo ammira l’ampio panorama sulle Alpi Retiche, dove spiccano le cime del Cengalo e del Badile. Scendendo poi cala si arriva al Passo di Tartano, a cavallo tra la Val Lunga di Tartano e la Valle dei Forni, ramo superiore del Brembo di Valleve.Tagliando verso destra, in leggera discesa, vale la pena raggiungere i circhi di origine glaciale che ospitano i limpidissimi laghi di Porcile per scattare bellissime foto ricordo.Poi salutiamo la grande croce per scendere al parcheggio, con il Monte Valegino a sinistra e il Pegherolo e il Cavallo di fronte. Siamo sul lungo tracciato della mulattiera che, dopo aver perso rapidamente quota, taglia verso Ovest, tutto il versante meridionale della Cima di Lemma. Attraversando gli alpeggi Saline, Fontanili e Larice, ci ricongiungiamo poco oltre il Baitone al sentiero percorso all’andata, facendo ritorno al punto di partenza.
Itinerario sulle tracce di Cadorna

Infopoint Tremezzina

Una finestra sul lago e un punto informazioni in Tremezzina, al centro del Lago di Como
InfoPoint Tremezzina

Lenno

Il borgo in Tremezzina affacciato sul Golfo di Venere
Lenno

Gita con belvedere sul Lago di Como

Nel cuore della Valle d’Intelvi, Pigra è un piccolo borgo artistico a 881 metri di altitudine, che vanta uno dei più scenografici balconi panoramici sul Lago di Como.   Un luogo di pace e silenzio sospeso sul Lario, che offre una veduta unica dei paesaggi più iconici del territorio, dal Monte San Primo, ai borghi del centrolago, come Bellagio e Varenna, fino all’Isola Comacina, alle Grigne, al Monte Legnone e al Pizzo dei Tre Signori.   Sulla sponda occidentale del Lago di Como, Pigra è un crocevia di sentieri escursionistici, che partono dal borgo o vi approdano costeggiando le prealpi comasche e il lago. Il borgo, attraversato da stradine ciottolate, è stato associato dalla cultura popolare a un simbolo: il gatto. I felini, infatti, sono parte integrante del paesaggio, protagonisti dei colorati affreschi che dipingono le facciate tutto l’anno. Il fiore all'occhiello di Pigra è però il belvedere, visitabile tutto l’anno, che si può raggiungere sia con percorsi dedicati, che in auto o con la storica funivia, la più ripida d’Italia, con due cabine da 12 posti che in soli 6 minuti collegano il lungolago al belvedere montagnino e viceversa, regalando una vista invidiabile.  Il punto di partenza per raggiungere Pigra, sia a piedi che con la funivia, è Argegno, un borgo pittoresco e rustico che si affaccia sul lungolago e viene attraversato dal torrente Telo, che divide il paesino in due parti collegate da un affascinante ponte medievale. Da qui, si può proseguire verso Bellagio con il battello, visitare il caratteristico borgo di Ossuccio o esplorare Villa del Balbianello, una delle ville più celebri del Lago di Como, famosa per i suoi lussureggianti giardini sul lago. 
Ph: I Mille

Casa del Pellegrino

Luogo di ricovero e ristoro per i viandanti che attraversavano la Lombardia e raggiungevano San Pietro al Monte
casa del pellegrino

Da Laveno a Luino

Un facile itinerario che dal lago ritorna al lago percorrendo le prealpine Valcuvia e Valtravaglia.
Da Laveno a Luino

Val Seriana: 5+1 spunti per scoprirla

Dalle porte di Bergamo, risalendo il corso del fiume Serio, questa valle custodisce un caleidoscopio di paesaggi, esperienze, arte, sapori ed emozioni tutto da vivere. 1) Lo spettacolo mozzafiato delle Cascate del Serio, la cattedrale vegetale del Monte Arera e i canyon della Val Vertova sono solo alcune delle bellezze naturali del Parco delle Orobie seriano. 2) Dalla pittura di Palma il Vecchio ad Alzano, a Clusone con il suo museo e la Danza Macabra, la Val Seriana è terra d'arte e fascino... non perdetevi anche Gandino e Casnigo, due gioielli tra i monti. 3) Tra i celebri seriani c'è anche il Moroni, pittore rinascimentale le cui opere si trovano nei musei di tutto il mondo. Scopritene i dipinti nella chiesa di San Giuliano ad Albino, suo paese natale. 4) Nel bicchiere Moscato di Scanzo e spumante Anesium. Nel piatto Scarpinocc, salame e prosciutto crudo, formaggi, biscotti al mais spinato, questi sono solo un assaggio della squisita tavola seriana. 5) Mountain bike, trekking e per i più grintosi anche ferrate e arrampicate. La Valle Seriana è anche sport... e non perdetela d'inverno, scegliendo tra piste da sci e snowboard, ciaspole e sci di fondo. 6) Un altro tesoro nascosto è la Val di Scalve: scopritela tra natura d'alta quota, antiche miniere e musei. Con l'arrivo della neve si aprono la pista di fondo di Schilpario e le discese internazionali di Colere.

Da Como in bicicletta sulla linea di confine

Una quattro giorni al confine con la Svizzera
Da Como in bicicletta sulla linea di confine (ph: Maurizio Panseri)

Da Romagnese a S. Margherita di Staffora

L’itinerario che collega Romagnese a Santa Margherita di Staffora presenta due salite piuttosto lunghe per un dislivello complessivo in salita di 1000 m circa. Romagnese si trova nell'Alta Val Tidone, che interessa la zona montana dell'Oltrepò Pavese, facilmente raggiungibile seguendo la ex SS412. Non è lontano dal Passo Penice.  Romagnese si trova a 650 m di quota, prestigioso luogo di villeggiatura estiva ed invernale per la salubrità dell'aria.  In base alla tradizione che affonda le radici nella leggenda, l'antico borgo di Romagnese (Castrum Romaniense) avrebbe avuto origine da un accampamento di legionari romani, in fuga dopo la sconfitta nella battaglia del fiume Trebbia ad opera delle truppe di Annibale nella seconda guerra punica (218 a.C.). Lasciata Romagnese si sale fino alla panoramica Strada di Costa d’Alpe, da qui si scende fino a Piano Margarino e Menconico. Una seconda e meno impegnativa salita porta a Costa Roncassi, gli ultimi 3 km di discesa conducono fino a Santa Margherita di Staffora. L'itinerario attraversa la riserva Naturale del Monte Alpe e il borgo di Menconìco. Monte Alpe risulta interessante sia per la presenza di castagneti e formazioni prative, sia per la presenza di impianti artificiali di conifere (pino nero, pino silvestre e larice), quasi completamente distrutti dal fuoco e successivamente sottoposti ad operazioni di ripristino della vegetazione spontanea.
 Sono, inoltre, presenti sorgenti pietrificanti con formazione di travertino particolarmente preziose nella tutela degli habitat europei. La storia di Menconico è strettamente legata a quella del Monte Penice, situato presso i confini del suo territorio comunale. Dal Toponimo Penice anticmanete chiamato “Mons Conicus”, deriverebbe il nome stessod el paese che significa “il luogo delle grandi rocce”. Si racconta che sulla vetta del monte Penice sorgesse un tempio pagano. Il territorio fu donato a San Colombano da Aldovaldo figlio del re Agilulfo. La tradizione vuole che qui, nell’anno 613, sia passata la regina Teodolinda quando si recò a Bobbio per visitare San Colombano. L'itinerario termna nel comune di Santa Margherita di Staffora a 546 m.s.l. nella zona montana dell'Oltrepò Pavese, nell'alta valle Staffora. Al di sopra della rocca di Santa Margherita è ben visibile la chiesa dalla quale è possibile ammirare gran parte della valle, mentre sul lato seminascosto alla strada provinciale rimangono ancora visibili i resti della casaforte/castello un tempo di proprietà dei marchesi Malaspina.

Villa e Parco Toeplitz

A pochi passi dal centro di Varese, Villa Toeplitz e il suo parco, fanno respirare un’atmosfera d’Oriente