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Tour Monte Bastia

Prendiamo la ciclabile seguendo le indicazioni per Villa di Serio.Terminata la ciclabile, ci immettiamo sulla strada principale (via Kennedy) e la percorriamo fedelmente per deviare poi a sinistra in via Giovanni Battista Palazzi.Sempre avanti per via Caselle, via Mascarelli e deviamo poi a sinistra in via Pradelli. Pochi metri di asfalto e incomincia lo sterrato e la salita più impegnativa del percorso superando una serie di tornanti fino a un incrocio a tre vie.Andiamo a destra in salita, seguiamo lo sterrato che ci porterà fino alla chiesetta degli Alpini.Ripercorriamo tutto lo sterrato fino all'incrocio a tre vie superato in precedenza.All'incrocio proseguiamo diritti seguendo fedelmente la strada sterrata che offre molti punti panoramici ma facendo attenzione alla deviazione successiva.Qualche metro prima di raggiungere le prime abitazioni, la strada principale prosegue in discesa a destra, noi prendiamo a sinistra la sterrata che rientra nel bosco.Superati dei capanni da caccia, la carrareccia diventa sentiero che devia a sinistra per poi ricongiungerci di nuovo allo sterrato da seguire.Superiamo ancora una serie di capanni da caccia fino a raggiungere la strada asfaltata che seguiremo in discesa verso il paese, fino a incrociare la via Giovanni Battista Palazzi già percorsa all'andata.All'incrocio andiamo a destra e ripercorriamo tutto il tragitto fatto all'andata fino al nostro punto di partenza. Caratteristiche del percorsoLunghezza: km 21.5Difficoltà: FacileCiclabilità: 100%in salita - 100% in discesaQuota minima: 275Quota massima: 482Partenza: parcheggio della stazione di Albino.
Tour Monte Bastia

Dal fiume Serio in bici fino al Rifugio Santamaria

Quella che proponiamo è una pedalata attraverso paesaggi fantastici, il verde delle praterie d'alta quota, gli abeti e le faggete fanno da scenario lungo tutto il percorso. Partenza e arrivo sono al centro sportivo di Ponte Nossa, in ** Alta Val Seriana**, nella Bergamasca. Seguiamo la ciclovia in direzione di Clusone, ma la abbandoniamo dopo circa 2,5 chilometri, portandoci sulla sponda opposta del fiume Serio. Prendiamo quota verso il centro storico di Parre e lo attraversiamo. Si prosegue oltre la Valle Fontagnone, ignorando i segnavia 240 e, inizialmente, 241 per imboccare una ripida rampa cementata. Poco prima della Chiesetta di Sant’Antonio ci immettiamo sull’itinerario 241 e, sempre impegnati su inclinazioni importanti, arriviamo al Monte Alino (1.146 m). La meta successiva, usciti dal bosco e immersi tra prati e pascoli, è il Rifugio Monte Vaccaro (1.520 m). Si rimane sul sentiero 241, su fondo sterrato che richiede, per un breve tratto sconnesso, di spingere la mountain bike. Tornati in sella ci facciamo guidare dalla lunga diagonale che indirizza al Rifugio Santamaria in Leten. Si incontra, spingendo per un altro po’ la due ruote prima di scollinare ed entrare in valle Nossana, la Baita della Forcella (1.720 m). Poi è la volta della Baita del Fop (1.595 m), dove termina la sterrata. Il percorso rimonta in forte pendenza fino a un crinale e richiede, per un centinaio di metri di dislivello, di caricarsi la bici in spalla. A mezzacosta, un poco pedalando e un poco bici alla mano, varchiamo la valle giungendo alla base di una parte scoscesa che obbliga a rimettere la bici sulle spalle.Guadagniamo il pianoro che si apre ai piedi del Passo del Re e della cima di Leten e per pascoli eccoci al Rifugio Santamaria in Leten (1.765 m). Affrontiamo in discesa il tracciato 242 incontrando alcuni passaggi stretti tra le pietre affioranti. Ci si inoltra in una faggeta e giunti sul fondo della vallata, di nuovo tra i pascoli, si passa sull’altro versante. Dalla Baita de Süra (1.280 m) ci abbassiamo in modo deciso, lungo sezioni più scorrevoli che si alternano ad altre più tecniche. Più avanti svoltiamo a destra al bivio che indica la malga di Piazza Manzone (870), inserendoci sul segnavia 245. Prima di Bratte, frazione di Premolo, si scende invece a sinistra per superare il fondovalle e riguadagnare metri arrivando a toccare Cossaglio di Parre. Lasciato alle spalle il paese torniamo in breve tempo al fiume Serio, che oltrepassiamo all’altezza della Chiesa di San Bernardino. - ph: Maurizio Panseri
Dal fiume Serio in bici fino al Rifugio Santamaria

Da Selino Basso al Santuario della Cornabusa

Il percorso ha inizio all’altezza di Viale alle Fonti, da qui si attraversa il ponticello sulla Pettola, affluente dell’Imagna e si imbocca la mulattiera che porta al cimitero di Mazzoleni passando per la contrada di Cà Mondora. Oltrepassato si giunge in piazza dove si lascia sulla destra la Parrocchiale dedicata a Sant’Omobono, patrono del paese. Imboccata sulla sinistra via Brigata Lupi di Toscana per circa 100 m e con indicazione, sulla sinistra ci si inoltra sulla mulattiera che porta prima al nucleo di Cà Quadre, superando una fontana recentemente restaurata, Rizzolo e giungendo a Cà Mazzoleni (624 m). Da qui non si transita sul sentiero 573, ma si continua su strada asfaltata per circa 150/200 m giungendo al passo del Grumello. Si gira a destra per 50 m circa, non scendendo dal passo; un sentiero sulla sinistra con evidente indicazione ci porta al Santuario della Cornabusa, attraversando boschi e prati, su tratti panoramici, in parte protetti con funi metalliche, con vista sulla Valle Imagna. Si giunge così all’imbocco della grotta. - Ph: Marin Forcella
Da Selino Basso al Santuario della Cornabusa

Al Rifugio Buzzoni dai Piani di Bobbio

Il Rifugio Buzzoni si trova in Valsassina a quota 1590 m all’Alpe Mota, nel comune di Introbio (LC). È un piccolo ed accogliente rifugio del CAI Introbio situato su un balcone naturale che si affaccia sul massiccio della Grigna Settentrionale. Per raggiungere il rifugio nei mesi invernali il sentiero più semplice è il 101, dai Piani di Bobbio, ma per i più allenati si può raggiungere anche da Introbio (sentiero 25) e Barzio (sentiero 19). Qui vi proponiamo il sentiero per tutti dai Piani di Bobbio. Arrivati con la funivia ai Piani di Bobbio, bisogna seguire il tracciato pedonale che dall'impianto di risalita porta fino all’arrivo della seggiovia di Valtorta. Si prosegue lungo la pista “Cedrino 14" e attraverso un caratteristico bosco, che in caso di abbondanti nevicate viene sconsigliato, a favore della deviazione invernale. - Ph: Margherita Pelizzari 
Al Rifugio Buzzoni dai Piani di Bobbio

Oratorio di San Giorgio o del Crocefisso

San Giorgio di Solto Collina, affacciata sul sagrato della chiesa parrocchiale, si presenta oggi come il risultato di una serie di modifiche di cui l’ultima risale alla fase del XVIII secolo. Alcune porzioni di muratura esterna del fronte ovest fanno ipotizzare che la prima fondazione fosse del XIV secolo. La chiesa quattrocentesca aveva l’abside rivolta verso est; questa porzione fu demolita all’inizio del ‘700 per allungare la navata, invertendo l’orientamento dell’edificio; furono costruiti il nuovo ingresso a est e l’altare maggiore rivolto verso ovest. La facciata, preceduta da una corta scalinata, è scandita in due settori da un modesto cornicione: in quello inferiore sono state ricavate due grandi finestre ai lati del portale d’ingresso (in pietra di Sarnico). Dell’edificio quattrocentesco fu in parte risparmiato dalla demolizione l’oratorio dei Disciplini che era costituito da una sorta di tramezzo in muratura con soppalco ligneo posto in controfacciata da cui i confratelli potevano affacciarsi sulla navata della chiesa; oggi l’ambiente, ridotto nelle dimensioni e modificato nella struttura, funge da sagrestia. Si conservano alle pareti affreschi che rappresentano sia singoli disciplini incappucciati e santi, sia il ciclo con le Storie di Gesù. Si tratta di affreschi quattrocenteschi che trovano punti di contatto, iconografici e stilistici, con il ciclo dell’orario di Clusone e, infatti, la firma di Giacomo Busca – autore della decorazione di Clusone - è posta nell’iscrizione dell’episodio della Crocifissione che, seppur mutilo, mostra la Maddalena, patrona della congregazione, inginocchiata e, nel lato opposto, un disciplino in preghiera. Vi sono poi decorazioni geometrico-prospettiche e floreali con aggiunte di soggetti macabri quali teschi, ossa e cartigli con iscrizioni inerenti la caducità della vita. Il nuovo oratorio del ‘700 fu denominato del Crocifisso in quanto come pala dell’altare fu collocato il gruppo scultoreo di Andrea Fantoni datato 1717. Pregevole è il Cristo inchiodato in croce: offre un corpo dalla curata muscolatura e dalle linee sinuose messe in evidenza anche dall’abbondante perizoma a strisce e profilato in oro. La donna a destra, da identificare con la Vergine o con la Chiesa Cattolica, versa il sangue del calice nel piatto della bilancia retta dalla Giustizia (sulla sinistra) per controbilanciare le fiamme del Purgatorio poste nell’altro piatto. Un angelo raccoglie il sangue di Cristo nel calice per sottolineare che il sacrificio della croce è il mezzo di redenzione. L’intento catechetico del gruppo fantoniano si pone in sintonia con la spiritualità settecentesca delle congregazioni religiose e, più in generale, con la predicazione connessa alle indulgenze per le anime purganti che sono rappresentate nel piccolo vano posto sotto il basamento della croce. Si noti che in alcuni atti notarili dei primi del ‘700 la chiesa è pure detta “Oratorio de Defonti” e dei “Morti”. La grande nicchia contenente il Crocifisso con la Vergine e la Giustizia è stata poi chiusa da un’anta in vetro; tale aggiunta è forse quella per cui Giuseppe A. Foresti nel 1721 donava, per disposizione testamentaria, 300 lire precisando “in far coprir di cristalli di Venezia le statue di quell’altare”. L’opera s’inserisce in una bella cornice marmorea che raggiunge l’apice del presbiterio coperto da volta a botte. L’altare, della bottega dei Selva di Riva di Solto, è dotato di un raffinato paliotto con marmi policromi su sfondo nero: al centro vi sono una testina di cherubino e un medaglione in marmo bianco con l’Adorazione dei pastori, che non pare congruo con l’impianto iconografico dell’edificio. Nel reliquiario in marmo alla parete si conserva un frammento della colonna della flagellazione di Cristo. Nella navata è appeso uno stendardo che riproduce il gruppo plastico dell’altare; è probabile che fosse usato per le processioni della congregazione condotte per le vie del paese.   Federico Troletti
Oratorio di San Giorgio o del Crocefisso - inLombardia - ph: Visitlakeiseo.info

Sentiero Gallinarga- Colle del Giogo

Il primo tratto del sentiero attraversa la località Gallinarga (200 m), una frazione del comune di Tavernola affacciata direttamente sul lago. Superato il nucleo residenziale, si segue per circa 600 metri una stretta strada rurale che s'inerpica sul versante e attraversa ripidi prati e oliveti. Si procede poi a destra lungo un sentiero che, addentrandosi in un bosco di carpini e querce, sale in quota fino alle Case il Monte (588 m) e a Punta Alta (953 m). Oltre a essere un pregevole punto panoramico sul lago, Punta Alta è la località di arrivo del sentiero 734 ed è il cuore di una Oasi Provinciale di Protezione Faunistica. Oltre questo culmine il sentiero prosegue in discesa verso nord-ovest, seguendo un crinale boscato fino all'ampia sella prativa di Colle del Gioco (800 m).
Sentiero Gallinarga - Colle del Giogo - ph: Visitlakeiseo

Falesia di Castro

Questa è sicuramente una delle falesie più frequentate del Sebino. I motivi sono molteplici: un bel prato verde ai suoi piedi dove possono giocare bimbi e famiglie, la mulattiera di accesso corta (solo 10 minuti dall’auto), le vie brevi e facili adatte ai principianti ed alle scuole di arrampicata ( anche se non mancano le vie impegnative), un bel panorama sul lago d’ Iseo. E’ una palestra nata negli anni 80 ed ha subito tutta l’evoluzione dell’arrampicata sia come difficoltà che come attrezzatura. La roccia è un calcare compatto lavorato a buchi, purtroppo vista la frequentazione alcune vie risultano unte. La bacheca con la descrizione degli itinerari divide la palestra in due settori, a destra l’esposizione è Est, a sinistra Sud Est, per cui si può arrampicare tutto l’ anno. Accesso: Parcheggio in prossimità del cimitero. Proseguire a piedi lungo via Corna per 5 minuti. Si può anche parcheggiare a nord, lungo la via nazionale (Lovere-Clusone), ci sono 6-7 posti in due piazzuole vicine, all'inizio della discesa verso Lovere. Una piccola rampa di sentiero porta alla strada medievale, che, verso est, praticamente in piano, porta al settore a destra del canyon e a tutti gli altri.
Falesia di Castro - ph: Visitlakeiseo.info

San Gaudenzio a Esmate

La chiesa parrocchiale di Esmate, intitolata a san Gaudenzio vescovo di Novara, ha origini molto antiche. Risulta attestata nelle fonti almeno dal 1360, quando dipendeva dalla pieve di Solto Collina. L’attuale edificio è un rifacimento seicentesco. Consacrata il 22 gennaio 1688, venne ampiamente rimaneggiata nel 1839. Si presenta come una struttura sobria, con una facciata articolata su due livelli, scandita al primo da quattro lesene conclusa da un grande timpano triangolare; al centro si apre un portale in arenaria di Sarnico con timpano spezzato. L’interno si presenta a unica navata di tre campate. La decorazione parietale venne condotta nel 1859 e fu ampiamente ripresa nel 1935 dai fratelli Angelo e Mario Zappettini con quadrature, simboli eucaristici e strumenti della Passione. Sulla volta si trovano quattro medaglioni: dalla controfacciata l’Angelo Custode, il Transito di san Giuseppe, il Martirio di sant’Agnese e infine San Gaudenzio. Al centro dell’aula si aprono due cappelle laterali. A destra è collocato l’altare dei Santi Carlo e Filippo Neri, in cui aveva sede la confraternita del Santissimo Sacramento. Realizzato nel XVII secolo, presenta un paliotto con il simbolo eucaristico; la cornice in stucco con colonne tortili in marmo nero e dorature accoglie la pala con I santi Carlo Borromeo e Filippo Neri in adorazione del Santissimo Sacramento attribuibile al pittore intelvese Giacomo Ferabosco. Al di sopra, una mandorla con la figura di Cristo benedicente è inquadrata tra due Angeli con cartigli. Di fronte la cappella del Rosario, un tempo sede dell’omonima confraternita, accoglie un maestoso altare del XVIII secolo. Il paliotto in marmo nero, con intarsi a motivi floreali, reca al centro un medaglione polilobato con la Madonna del Rosario inquadrato ai lati da due putti. La grande cornice in stucco con dorature riprende e aggiorna il modello dell’altare antistante; due Telamoni sorreggono colonne tortili dipinte a imitazione del marmo rosso; il timpano mistilineo è animato da Angeli reggi-festone; settecenteschi sono anche i Misteri del Rosario di ambito bergamasco, mentre la statua della Vergine è del XIX secolo, a sostituzione della tela ora conservata lungo la parete. Il dipinto raffigurante la Madonna del Rosario con san Domenico e santa Caterina, è riconducibile ad ambito bresciano del XVII secolo. A fianco si colloca il pulpito ligneo, sorretto da un telamone settecentesco mentre il corpo del pulpito e la scala vennero rifatti nel XX secolo. Di fronte si trova l’organo, originariamente uno strumento della celebre ditta Serassi, datato al 1807. L’altare maggiore venne realizzato nel 1774 dalla bottega dei Fantoni di Rovetta: presenta scalini e paliotto in marmo nero ad intarsi policromi e ai lati due statuette di San Gaudenzio e San Giovanni Battista e si conclude in una grande tribuna centrale con statuette di Angeli e al vertice la figura di Cristo risorto. Al centro della parete absidale, entro una preziosa cornice lignea dorata, si trova la pala della Madonna Assunta tra i santi Gaudenzio e Giovanni Battista, del pittore bresciano Francesco Paglia, databile alla fine del XVII secolo, caratterizzata da un’intonazione fortemente chiaroscurale, ravvivata da bagliori nei panneggi. Ai piedi dei due santi è possibile intravedere un paesaggio lacustre con la chiesa di Esmate come doveva apparire in quegli anni. Poco più tardo è il coro ligneo con intarsi del XVIII secolo. Ai lati della pala vennero collocate, nel 1958, quattro tele di Angelo Bonfanti, raffiguranti da sinistra la Moltiplicazione dei pani e dei pesci, il Sacrificio di Isacco, l’Offerta di Melchisedec e l’Ultima Cena.   Francesco Nezosi
Chiesa San Gaudenzio Esmate - visitlakeiseo

Sentiero panoramico "Natura del Sebino"

A Riva di Solto, a pochi metri di distanza dal campeggio "Trentapassi", lungo la Strada Provinciale 77 si imbocca la vecchia mulattiera che conduce alla località Xino di Fonteno. Qui le indicazioni CM1 conducono su un'altra mulattiera in acciottolato che incrocia Ia strada principale verso Fonteno. Arrivati nella piazza del paese, si prende la prima via a destra e si sale verso il municipio. Si lascia quindi la strada asfaltata per immettersi, mantenendo sempre la destra, su una strada di sabbia bianca che prosegue pianeggiante per un lungo tratto per poi scendere verso l'abitato di Solto Collina. Si continua a camminare fino a raggiungere di nuovo la strada asfaltata e il fontanino di Sales, dov'è possibile effettuare una piacevole sosta e godere della frescura tipica del posto. Riprendendo il cammino, si imbocca Ia strada sterrata nei pressi di una santella e si prosegue passando da via Dosso. Lungo il sentiero si incontra via Campaer che attraversa l'intero centro storico di Solto Collina e conduce in piazza Canzanico. Percorsa la strettoia a sinistra, si imbocca via dell'Orsolino e si prosegue per la Val Doia percorrendo il sentiero sterrato dalla località "Canta l'Oc". Attraversata una piccola valletta ci si trova nuovamente sulla strada provinciale e, in poco tempo, nelle vicinanze di Esmate, frazione di Solto Collina. Giunti nel piccolo borgo, ci si dirige verso il cimitero camminando lungo la via Monte Clemo in direzione della località Cerrete. Una volta raggiunto l'oratorio di S. Rocco, si svolta a destra sul sentiero che sale e si arriva a S. Defendente, sosta d'obbligo per godere Ia bellezza dell'incantevole paesaggio circostante, con suggestive vedute su tutto il Lago d'Iseo e su Monte Isola. Si scende quindi verso Solto Collina mantenendo la sinistra e si procede per una strada sterrata fino a raggiungere la via comunale asfaltata. Tenendo la sinistra per una ventina di metri e deviando poi a destra, si raggiunge il piccolo abitato della località Furmignano. Scendendo, in prossimità di una serra, si prende il sentiero a sinistra verso la località Apostoli. Al bivio, si devia a sinistra e si segue la strada asfaltata; dopo cinquecento metri, in prossimità dell'acquedotto, si svolta a sinistra, addentrandosi in un piccolo bosco che conduce alla frazione Zorzino di Riva di Solto fino a via Cimitero. Da quì si raggiunge l'anello che riconduce al punto di partenza del percorso.
Sentiero panoramico - Sebino - ph: visitlakeiseo

Castello dei Conti Calepio

Il Castello domina la Valle dell'Oglio e il suggestivo borgo fortificato di Calepio. La struttura originaria voluta dal conte Trussardo Calepio, nel 1430 circa, è situata in un’area strategicamente significativa e vide le gesta del condottiero Trussardo nella guerra tra milanesi e veneziani. Per i meriti a favore della Repubblica di Venezia, con la quale si era schierato, il conte Trussardo ricevette il possesso feudale del territorio che ancora oggi porta il suo nome: Valle Calepio. Il figlio di Trussardo, Ambrogio da Calepio, darà alle stampe nel 1502 il famoso dizionario detto “Calepino”. Nel tempo il maniero venne trasformato da guarnigione militare in elegante residenza signorile di cui si conservano stanze decorate con apprezzabili opere pittoriche e pregevoli stucchi a cui hanno lavorato importanti artisti dell’epoca. Inoltre la dimora si affaccia sul fiume con un bel terrazzo-giardino all’italiana da cui si gode un magnifico panorama. Ulteriori cambiamenti fecero del castello, per molti anni, un istituto benefico. La missione sociale prosegue ancora oggi grazie alla prestigiosa Fondazione Conti Calepio.
Castello dei Conti Calepio - ph: visitlakeiseo

Riva di Solto

E’ molto difficile stabilire a quando risalgono le origini del comune di Riva di Solto, in quanto esistono reperti riconducibili all’età della pietra, che potrebbero testimoniare la presenza dell’uomo fin dalla preistoria. Nei secoli il paese ha acquisito importanza grazie all’estrazione, in località Zu, del caratteristico marmo di colore nero. Con questo materiale vennero costruiti edifici importanti, tra cui la Basilica di San Marco a Venezia. Più tardi, a questo tipo di estrazione venne affiancata quella del cemento, con conseguenti influssi positivi sull’economia. Dal punto di vista prettamente artistico e culturale, si contano numerosi edifici religiosi e di culto come la chiesa Parrocchiale, costruita intorno al 1055 e ampliata dal 1729 al 1880, anno in cui ne avvenne la consacrazione. Al suo interno ospita tele seicentesche e settecentesche, mentre l’antico organo è stato rifatto attorno al 1860. Vi sono poi la chiesetta di San Rocco, edificata per volere popolare in occasione della peste del 1530, la chiesa di San Bernardino che, costruita nel 1480, venne visitata da San Carlo Borromeo con l’intento di ammirare gli affreschi del ’400, oggi trasferiti nella più capiente chiesa parrocchiale. Infine la chiesetta di Gargarino, eretta tra il XI e il XII secolo: è la più antica chiesa della collina, all’interno della quale si possono ammirare meravigliosi affreschi del ’200. Una tappa d’obbligo merita l’orrido del Bogn. Vi si giunge a piedi, partendo da Riva di Solto e procedendo in direzione Lovere percorrendo la suggestiva promenade di recente realizzazione. Il Bogn costituisce una delle sorprese naturalistiche di maggiore valore del Sebino. Proseguendo dal Bogn in auto verso il paese di Castro e la cittadina di Lovere il percorso interamente scavato nella roccia e a picco sulle acque offre scorci e paesaggi particolarmente emozionanti.

Solto Collina

L’origine del borgo risale all’epoca medievale, all’incirca attorno all’XI secolo. In quel periodo di forte instabilità politica, tre famiglie altolocate e molto in vista decisero di trasferirsi in questa zona molto panoramica e di costruirvi un sistema fortificato. Da questi luoghi, infatti, si potevano controllare i movimenti di truppe e carovane dirette o provenienti dal lago d’Iseo e dalle valli. Le tre famiglie gestirono le sorti del paese fino al XIV secolo, quando la famiglia Foresti, molto potente in tutta la zona, acquisì i territori del borgo. Questi legarono indissolubilmente il proprio nome a quello della contrada, tanto che tutt’ora fanno bella mostra su alcuni edifici gli stemmi del casato. Soltanto nel XX secolo i sette nuclei abitativi che compongono il comune vennero saldati nell’attuale struttura amministrativa. La ricca storia medievale ha fatto sì che il paese si dotasse di un’architettura tipica di quel periodo. Conseguentemente il centro storico, perfettamente conservato, risulta essere uno spaccato della vita di quel periodo: le strade strette abbarbicate sul colle e lastricate in ciottolato, alcuni pozzi e fontane, i portoni e gli edifici in pietra riportano la memoria a parecchi secoli fa. Come citato precedentemente, il sistema di protezione comprendeva inoltre tre elementi: il castello, la torre e la casatorre. Il castello si trova nella zona più a sud del paese, in un punto panoramico nella contrada detta appunto contrada Castello e si trova ancora in un buono stato di conservazione. In ambito religioso ricopre una grande importanza la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta. Edificata nel corso del XV secolo e ristrutturata all’inizio del XX secolo, custodisce al proprio interno opere di numerosi artisti. Nei pressi si possono ammirare numerose chiesette denominate anche “santelle” o “oratori”, tra cui spicca quello dedicato a San Defendente, meta privilegiata delle passeggiate dei soltesi e non, poichè da questo luogo, situato in posiziona dominante sul monte Gren (675 s.l.m.), è possibile godere di una bellissima vista su un'ampia porzione del lago d'Iseo. In ambito naturalistico è di particolare interesse la Valle del Freddo: situata ad un'altitudine compresa tra i 350 e i 700 metri s.l.m., presenta un'ampia varietà di specie vegetali (tra cui stelle alpine, genziane e rododendri) che, di norma, si può incontrare solo a quote superiori ai 1.000 metri e non di rado ai 1.500 metri. Ciò è dovuto ad un marcato fenomeno microtermico che si manifesta con l'emissione di aria gelida da alcune "buche del freddo" o "bocche" nel terreno. Il sito è visitabile unicamente di sabato e domenica nei mesi di maggio, giugno e luglio.